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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

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    Ankie
    00 15/05/2019 11:35
    HIGH FLYIN 20 - IL GIOCO DELLE COPPIE

    A cura di The Rob In Town 79

    Ciò che mi è sempre piaciuto nelle settimane precedenti i PPV è che escono sempre rumors dati per certi, contrastanti tra loro. Un giorno è data per sicura la vittoria di Edge e il trasloco di Cena, il giorno dopo diventa sicura la vittoria di Cena. Ascoltate il mio consiglio: ignorate tutti i cosiddetti “rumors”. Scrivo quest'editoriale prima che si sia svolto Unforgiven. Chi legge sappia che ho tifato in modo mark in due incontri (quello per il WWE championship e quello per l'IC championship). Invece, per la prima volta da tempo immemore, non sono per nulla interessato ad un incontro valido per il Tag Team championship. Questo mi ha spinto a pensare…

    IL GIOCO DELLE COPPIE

    “Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla”, Seneca.

    Come detto, il match valevole per i titoli di coppia è stato Highlanders-Spirit Squad. Match da Raw, non da PPV. Gli Highlanders sono davvero bravissimi in ring e molto divertenti nei segmenti, e la Spirit Squad è composta da ottimi wrestlers. Però i primi hanno appena debuttato e i secondi hanno avuto un regno davvero brutto, uscendo umiliati dal confronto con la DX e difendendo pochissime volte il titolo, di cui la maggior parte a Heat.

    Tutto questo, nonostante a Summerslam ci sia stato il miglior tag team match visto quest'anno in WWE, DX contro McMahons. Incontro spettacolare e divertente, un vero classico. Incontro molto “vecchio stile”, con un face a interpretare il ruolo stereotipato ma sempre efficace del Ricky Morton della situazione (Michaels) e un altro pronto a entrare e fare piazza pulita. Con bellissime citazioni delle finisher dei migliori tag team della storia fatte dai McMahons; e dispiace che chi non ha visto quell'epoca non abbia potuto cogliere in diretta le citazioni. Il punto è: non potevano renderlo un match titolato? Il titolo di coppia affidato alla DX avrebbe creato molto hype e interesse intorno alla categoria. E non sarebbe stato un problema neanche rendere “credibili” eventuali avversari: un titolo si può perdere tramite interferenze, tramite stipulazioni particolari, tramite “magheggi” del general manager di turno.

    Io sono cresciuto guardando il wrestling negli anni '80, e la mia categoria preferita era la categoria tag team: i British Bulldogs, la Hart Foundation, i Legion of Doom, i mitici Rockers. Poi crescendo ho visto coppie meno caratterizzate ma ugualmente forti. Era bello vedere coppie formate dal campione del mondo e dal campione IC (Nash e Michaels, e poi i Power Trips): rendevano più interessante e combattuta la categoria e creavano storyline parallele al titolo massimo che variavano i consueti e sempre abbastanza simili canoni dei feud col titolo WWF/E in palio. Normalmente si dice che una buona coppia debba avere determinate caratteristiche: lo stesso attire, la stessa musica d'entrata, l'abilità di fare insieme dei bei promo, un set di mosse che integri bene nell'uno le mosse dell'altro e una combo-finisher spettacolare. Detto in una parola, una buona chimica di squadra.

    Ma in realtà sono esistite grandissime coppie che non rispettavano questi canoni: penso al feud bellissimo ed appassionante durato un anno tra i MegaBucks (DiBiase e Andrè) e i MegaPowers (Hogan e Savage). Ci sono tanti e variegati modi per diventare un ottimo tag team: sintonizzare in modo spettacolare le mosse (quel che facevano una volta i Rockers e ora fanno gli Hooligans), agire come una sola entità (e chi ha visto i Legion Of Doom o i Demolition sa cosa intendo) o compensare l'uno le qualità e le mancanze dell'altro (ricordate Yokozuna e Owen Hart? Un mostro imbattibile e l'atleta più tecnico della federazione).

    L'interesse della categoria è sempre stato dato dalla minor presenza di tempi morti, dovuta al fatto che un wrestler stanco poteva dare il cambio al compagno, dalla possibilità di vedere mosse combinate impossibili da vedere nei match singoli e quindi dalla possibilità di vedere uno stile di lotta alternativo, diverso dal solito. In un altro editoriale ho detto che il titolo intercontinentale non è un titolo da midcarders. E certo non è da lowcarders il titolo di coppia. Purtroppo sono brutte abitudini iniziate alcuni anni fa, durante l'Era Attitude.

    Di solito per spiegarne i motivi si dice: “Vince McMahon non ha interesse a mandare over altri personaggi che non siano quelli coinvolti nel giro del titolo massimo”. Vero, però aver la possibilità di variare lo show dovrebbe essere positivo. Ultimamente il main eventing è stato spesso occupato dal feud tra DX e McMahons, una cintura in palio lo avrebbe reso più atipico e interessante. Pensate poi a Shane e Vince campioni di coppia e ai siparietti che avrebbero potuto regalarci. E' un peccato non averli potuti vedere.

    La Spirit Squad invece dopo un ottimo inizio si è spenta: un feud perso in partenza con i degenerati e finito in completa umiliazione, e poi incontri costruiti senza un vero perché. In pratica un regno di transizione lungo cinque mesi. Almeno Kane e Big Show prima di loro avevano impreziosito il titolo affrontando singolarmente dei main eventers e scontrandosi con i campioni di coppia di Smackdown, altri due main eventers.

    E a Smackdown la situazione non è così diversa. Prima ci sono stati gli MNM: ottimo regno, spesso nel main eventing, ma senza veri avversari tra le coppie “vere”. Poi all'improvviso sono spuntati gli Hooligans: regno lungo (ormai sono 4 mesi) e solo un accenno di feud con i Pitbulls prima e l'assurda coppia Stevens-James (due wrestlers con caratteristiche tecniche e di personalità ben diverse) ora. Il probabile match di No Mercy si preannuncia stilisticamente carino ma non interessante.

    Invece che far detenere a Finlay un brutto titolo US, io non avrei visto male un tag team Finlay-Regal (“i knights”) a lottare per il titolo, come accadde due anni fa con i Basham. Come non vedrei male un tag team Benoit-Scott (primo passo per permettere al Tagliagole di tornare nel giro del titolo massimo). Non chiedo di tornare ad avere una categoria tag team a parte, i tempi sono cambiati: chiedo di non sotterrare l'importanza del titolo. Guardate ad esempio in TNA che splendida categoria tag team abbiamo.

    Quando in WWE vi fu la divisione dei roster, la prima appassionante storyline che coinvolse lo show blu riguardò i titoli di coppia con la “strana coppia” Angle e Benoit e il loro memorabile feud con la coppia Edge e Rey e con i riformati Los Guerreros. Per pushare la ECW quel vecchio volpone di Heyman ha ricominciato a far combattere insieme una delle coppie più famose di sempre, cioè RVD e (l'ora impresentabile, ndR) Sabu; e formando nuovi tag team d'impatto come Test e Knox e riformandone altri storici e mal sfruttati come gli FBI o i Basham.

    La categoria tag team non è mai stata e difficilmente sarà mai il cardine degli shows, ma chi capisce di wrestling sa che è un ottimo corollario, la panna e le ciliegie da mettere sopra a un'ottima torta. E per realizzare uno show non dico perfetto ma anche solo molto buono, una delle priorità è curare nel miglior modo possibile i particolari e gli aspetti secondari.

    Stay tuned. Rob.


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    Ankie
    00 15/05/2019 11:35
    HIGH FLYIN 21 - TROPICANA

    A cura di The Rob In Town 79

    Immagino abbiate già visto tutti Unforgiven (o almeno sappiate i risultati). Pare che il wrestling sia morto una volta ancora. E poi si chiedono perché Undertaker sia il simbolo del wrestling: per forza, entrambi risorgono sempre…Bando agli scherzi, ottimo PPV. E tra qualche settimana Smackdown! sbarca a livello nazionale su CW network: vedremo quali cambiamenti ci saranno…

    TROPICANA

    “Il futuro è come il paradiso: tutti lo esaltano, ma nessuno ci vuole andare adesso”, James Baldwin.

    Un wrestler che deve ancora debuttare fa il suo primo promo di presentazione: con una maglietta aperta sul davanti e l'aria strafottente si avvicina ad una bancarella di ortofrutta, prende una mela e la sputa in faccia all'ambulante dicendo che lui può farlo, perché è “cool”. Quel wrestler era Razor Ramon. Pensavate parlassi di Carlito, vero? Bè, non molti lo sanno ma il primo promo di Carlito è stato assolutamente identico (identico, non simile) al primo fatto da Razor Ramon. Ma i tempi cambiano: se il promo di quattordici anni fa passò assolutamente inosservato, quello di due anni fa invece solleticò l'interesse degli appassionati di wrestling.

    E se nei promo al ragazzo erano stati affidati i vecchi promo di Razor Ramon, nell'attire e nel modo di porsi ricordava tremendamente il primo Rocky Maivia. La WWE aveva grandi piani per Carlito, e voleva così affidargli una gimmick di probabile successo. Il personaggio incuriosì, ancora prima di fare la sua prima apparizione su un ring. E quando esordì, lo fece col botto: puntata successiva a No Mercy, Boston. Il campione degli Stati Uniti, Cena, idolo del pubblico, specialmente di “quel” pubblico, sta parlando: Carlito lo interrompe, e dopo un diverbio gli sputa la mela. Successivamente nel corso dello show, match valido per il titolo e vittoria di Carlito! Esordio scioccante!

    Lo so, sono cose che già conoscete ma forse sono altre le cose che non sapete: non sapete che nel wrestling web Carlito era considerato una pippa non meritevole del titolo (dopo un solo incontro visto), e che quasi tutti avrebbero preferito vedere Luther Reigns, Dupree o persino Haas o Heidenreich con quel titolo. La realtà è che gli esordienti non piacciono mai. A parole tutti guardano al futuro, ma nei fatti lo fanno in pochissimi. Tutto ciò che è nuovo deve essere pregiudizialmente brutto.

    Eppure la WWE come al solito aveva visto lungo: i promo, benché copiati da quelli di dodici anni prima, avevano catalizzato l'interesse dei fans, e si sapeva che il ragazzo, benché giovane, fosse molto bravo sul ring. D'altronde era figlio di suo padre, il mitico Carlos Colon, che i fans di vecchia data ricorderanno soprattutto per l'apparizione alla Rumble del 1993 ma che gli addetti ai lavori ricordano soprattutto per essere stato un'autentica leggenda degli anni '70 e '80, capace di battere (pulito) wrestlers del calibro di Harley Race, Ric Flair, Randy Savage, Ricky Steamboat, Dusty Rhodes. E presto il buon Carlito Jr. si mise in luce nella WWC, la federazione gestita dall'illustre padre a Portorico: a soli 21 anni il ragazzo feudava più che degnamente, anzi alla pari, con leggende di questo sport come il compianto Curt Hennig, Sabu e Konnan (se potete, vedetevi gli incontri, sono meravigliosi).

    Ma in WWE era solo un debuttante, e quindi, solo per questo motivo, scarso ed immeritevole. Sembra che non sia più importante avere talento, ma sia importante solo la gavetta. Visto che un Mark Jindrak combatte da più tempo di Carlito, per questa stessa ragione merita di più di avere un titolo. Ma stiamo scherzando? Nessun giovane diverrà mai una leggenda se non gliene viene data la possibilità. E nessun giovane diventerà mai una leggenda se non riesce a batterle. Il portoricano è un predestinato. Tenuto costantemente on screen anche durante l'infortunio e soprattutto alla prima Wrestlemania, disputata sei mesi dopo il suo debutto, di cui solo due sul ring, gli venne affidato un segmento con due grandissimi come Austin e Piper. Una enorme cambiale di fiducia, ben riposta.

    Che poi, portoricano…Forse pochi lo hanno notato, ma la sua gimmick ricorda tutto fuorché un portoricano. I vestiti (Portorico non è Cuba), la mela (in un paese tropicale le mele?), l'accento (decisamente forzato, ricorda quello che in America usano per le telenovelas latine). Ma queste sono sottigliezze, d'altronde l'americano medio non credo sappia distinguere Portorico da qualsiasi altra isola, e il portoricano medio è semplicemente contento di vedere un suo connazionale sfondare in America. E questo è un aspetto da non sottovalutare: in America i “latinos” stanno aumentando in maniera esponenziale e hanno bisogno di idoli in cui riconoscersi, anche nello sport. In questo, Carlito potrebbe davvero prendere il posto di Eddie Guerrero come “idolo dei latinos”. E idolo dei portoricani soprattutto: una sorta di “Jennifer Lopez” versione wrestling… Che il ragazzo poi fosse davvero considerato un “predestinato” è stato chiaro nella puntata di esordio a Raw, in cui vinse subito il suo primo titolo Intercontinentale. Poi piano piano cominciò una trasformazione: da heel fischiato divenne cool heel, l'heel applaudito dalle masse per il suo modo accattivante di porsi (d'altronde è un “figo”, e nel wrestling moderno la cosa più importante sembra che sia apparire “figo”). Così quest'anno si è reso inevitabile, benché imprevisto, il suo turn face.

    E dopo pochi mesi Carlito è già il face più in rampa di lancio a Raw: acclamato nelle arene (ha passato a pieni voti anche la prova più temibile, il mitico Madison Square Garden), è stato reso più “libero” nelle mosse in modo da risultare più spettacolare per ricevere così ancora più pops, e benché sia scomparso il Carlito's Cabana viene sempre più spesso lasciato parlare al microfono. E' arrivato già vicinissimo a vincere il titolo massimo (c'è stato un momento alla fine della EC di gennaio in cui io, ma non solo io, davvero ho creduto per un momento che avrebbe vinto Carlito); e visto che oramai non vanno più di moda i face classici, che dicono ai bambini di dire le preghiere e fare i compiti, ben venga un personaggio simpaticamente arrogante (alla Austin) in grado di trascinare le masse. E per continuare un discorso che sostengo da tempo, ben venga che sia meno di 180 cm e che pesi meno di 100 chili (il buon Carlito arriva a malapena a 95, e mi tengo largo). Segno dei tempi che cambiano in modo irreversibile. Non è un caso che proprio il Madison Square Garden lo abbia acclamato: il “where it all begins, again” portò al trionfo i wrestlers piccoli ed abili, fu un tentativo di inizio di rivoluzione, riuscito solo in parte, verso un wrestling più moderno ed attuale.

    Ciò che però più mi fa pensare è che, da quando Carlito è acclamato dalle folle, già spuntano persone che dicono che lo tifavano più volentieri quando era heel. A questo punto però si distrugge in modo definitivo la figura del face. La gente, come ho detto in un passato editoriale, già ora è più portata a tifare gli heel; e poi si lamenta quando, a causa del troppo tifo, gli heel vengono girati face. C'è il rischio di rovinare il personaggio, dicono. C'è il rischio di incorrere nella “sindrome Cena”, di cui molti invocano un turn heel in modo di rivederlo arrogante e non più schierato tra i buoni. Sembra che la sequenza debba essere: “heel-cool heel-face-face e perciò fischiato”. Mah… Si dice che un wrestler che è da relativamente poco in federazione non dovrebbe battere i campioni: bè, non c'è nulla di più sbagliato. Tutti i campioni sono stati esordienti e tutti i campioni hanno creato il proprio successo battendo i campioni che li hanno preceduti. Così deve essere anche per i campioni attuali. E a questo punto occorre chiedersi dove può arrivare Carlito: io credo lontano, molto lontano. Il titolo potrebbe davvero arrivare tra non molto tempo. Ed essendo considerato dalla WWE un predestinato (come Cena o Orton), non credo sarà una mera toccata e fuga.

    Ripeto, è un predestinato: cresciuto nel business, ne ha imparato giovanissimo i segreti (come fecero un Rocky o un Orton), ha saputo crearsi un personaggio e soprattutto credere nel proprio personaggio, e si è mostrato un talento sia dentro che fuori al ring. Dentro al ring sa utilizzare davvero tanti diversi stili, anche se lui, contrariamente al padre che era un grappler, si sente (curiosità che pochi sanno) un high flyer, tanto da avere come wrestler (attuali) preferiti Rey Mysterio e Rob Van Dam.

    Il futuro del wrestling risiede anche in un portoricano con i capelli strani? Risposta secca: sì. E aspettate che esordisca in WWE anche il fratello Eddie, di quasi quattro anni più giovane. Ne vedremo delle belle…

    Stay tuned. Rob.


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    Ankie
    00 15/05/2019 11:37
    HIGH FLYIN 22 - TANTE NUOVE ATTESE

    A cura di The Rob In Town 79

    I Kurt Angle ha firmato per la TNA e il mondo del wrestling è in fermento. Una notizia-bomba come nel wrestling non se ne vedevano da anni. Avevo pensato di parlarne già nello scorso editoriale, ma con un solo giorno di tempo le riflessioni sarebbero uscite più di pancia che di cervello. Certo che è una di quelle notizie che davvero può avere un'enorme importanza per gli equilibri futuri.

    TANTE NUOVE ATTESE

    “Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle”, Voltaire.

    Una cosa ho notato in questa settimana: tutti sembrano sapere cosa sia meglio per Angle. Ho visto chi parla delle sue condizioni fisiche come fosse il suo dottore e chi già fa i pronostici su eventuali future tragedie. Ogni giorno escono notizie su cosa Angle farà o non farà. Lotterà nelle indies? Sinceramente io non credo, magari qualche apparizione one night only. Lotterà nelle MMA? Nonostante una news letta sabato, sono quasi certo di no: sarebbe la cosa peggiore che potrebbe fare: uno che ha quei problemi fisici, tra cui un collo ormai tenuto attaccato al resto del corpo con il Super Attack, non può combattere incontri “veri”.
    Ma cosa cambierà per la TNA con l'acquisizione nel roster di Angle?

    1) Tante nuove attese. L'arrivo di Angle porterà fans, attenzione mediatica e sponsor. Angle aveva tantissimi tifosi, e moltissimi di loro hanno già dichiarato che sono pronti a cominciare a seguire la TNA. Per la TNA è un grosso colpo: ultimamente era un po' in crisi, si sta avvicinando il PPV dell'anno e la card è deludente (approfondiremo l'argomento più sotto), l'arrivo dell'eroe olimpico porta entusiasmo nella federazione e grosse possibilità di crescita. E' stata bravissima la TNA a tenere tutto nascosto e a depistare gli addetti ai lavori facendo circolare all'agente di Angle rumors diversi e falsi riguardo al futuro del suo assistito. C'era diffidenza riguardo al “grande annuncio” che la TNA avrebbe rivelato nel corso del PPV, e invece le attese sono state mantenute. Ora si attendono gli eventi e l'hype si è creato. Intanto Angle avrà…

    2) Temibili nuovi avversari. Molto spesso ci si è chiesto come i grandissimi talenti presenti nel roster TNA avrebbero potuto interagire con i campioni affermati della WWE, e spesso ci si è risposto che era una curiosità che non si sarebbe mai soddisfatta. Ora invece la possibilità c'è. Angle in WWE aveva ormai affrontato tutti i grandi, anche l'ultimo che gli mancava, Michaels. Ora arriva in una realtà nuova, in cui praticamente tutti gli atleti presenti nel roster hanno caratteristiche tecniche adattissime per interagire con lui. Prendiamo i big men agili: Angle ha fornito ottimi incontri con Lesnar, Kane, Big Show: bè, a Orlando troverà Abyss e Hoyt, che con un wrestler come l'eroe olimpico potrebbero fornire prestazioni da antologia del wrestling. Prendiamo invece pesi leggeri: Angle ha disputato alcuni degli incontri migliori della sua carriera con Mysterio o comunque con wrestler attorno ai cento chili come Benoit o Eddie Guerrero. A Orlando troverà wrestlers come Shelley o come Aries o Senshi. Ci sarà anche la possibilità di vedere dream match inediti con wrestlers con una gloriosa carriera: Angle potrebbe incontrare (e credo proprio accadrà) leggende come Jarrett o Sting. Ma soprattutto credo che ogni appassionato di wrestling aspetti di vedere Angle contro…

    3) Tre nomi altisonanti. Samoa Joe, AJ Styles e Christopher Daniels. Chi quando ha saputo dell'approdo di Angle in TNA non ha pensato ad un incontro tra l'eroe olimpico e una delle tre stelle del roster TNA? Daniels è il wrestler più vicino a Angle tecnicamente (e, perché no, fisicamente…) che ci sia oggi in America. AJ Styles è l'Icona della TNA, e insieme ad Angle il wrestler che più riesce ad adattarsi agli stili dell'avversario. Samoa Joe è il leader dello spogliatoio TNA e il wrestler in questo momento più carismatico, più arduo e più amato di tutto il roster. Un incontro tra Angle e una delle tre stelle TNA si proporrebbe, per hype e per sicura azione sul ring, prepontissimamente come candidato MOTY. E pensate a un possibile incontro di coppia Styles & Daniels contro Joe e Angle: avremmo il candidato match del decennio. Di sicuro però è stata dimostrata una cosa; quante volte, riguardo alla TNA, abbiamo sentito dire…

    4) “Tizio non arriva”. Si diceva che la TNA acquisisse solo ex midcarders della WWE o wrestlers delle indies sconosciuti al grande pubblico. Che sarebbe rimasta una federazione di nicchia. All'inizio dell'anno gli addetti ai lavori avevano dichiarato che si sarebbe potuto giudicare il trend di crescita TNA dai nomi dei wrestlers che sarebbe riuscita ad acquisire. I nomi che più giravano sulla bocca di tutti erano due free agents, Lesnar e Goldberg. Ma Angle era assolutamente imprevedibile. Stiamo parlando di un wrestler che nel corso del 2006 è stato main eventer di tutti e tre i brand della WWE (Raw a inizio gennaio, Smackdown e da giugno anche la ECW). Che nella classifica annuale di PWI è arrivato secondo. Che insieme a Triple H è attualmente il simbolo del wrestling degli anni 2000. Che ha vinto un'olimpiade da eroe celebrato e che ha vinto 7 titoli mondiali in WWE. Il tipo di impatto che Angle può avere in TNA è gigantesco. Il suo arrivo può davvero far fare un salto. La TNA ha assunto delle star quest'anno, penso a Christian Cage e a Sting, ma nessuno dei due, nemmeno Sting, porta l'interesse che invece suscita Angle. Se fosse stato il 2001, l'arrivo di Sting nel roster sarebbe stato l'evento dell'anno. Ma Sting è arrivato nel dicembre 2005, dopo 4 anni che non compariva su show di wrestling trasmessi su televisioni nazionali. Eppure prima l'arrivo di Christian e poi quello di Sting hanno innalzato i ratings televisivi e le vendite dei PPV. Imaginatevi cosa possa quindi portare l'arrivo di Angle. Si è parlato perciò di irriconoscenza verso Vince McMahon…

    5) Torti ne avrà. Non lo discuto. Possiamo stare qui ad ore a dirci che Angle è stato un ingrato e che passare alla concorrenza è stato un colpo basso nei confronti di chi lo ha reso famoso e lo ha aiutato quando ne aveva bisogno. Ma a me interessano poco giudizi morali basati solo su supposizioni e senza conoscere i reali rapporti tra le parti. Anche perché mi pare evidente che la TNA sia la scelta migliore per Angle. Una compagnia in cui vengono registrati due tapings televisivi al mese, si disputa un PPV al mese e un massimo di due house shows al mese (e mi tengo già largo). Questo significa un massimo di 5 date mensili in cui combattere, con periodi di riposo attorno alle due settimane. Questo lascerà all'ex campione WWE il tempo di occuparsi della famiglia che ha trascurato, di poter assorbire al meglio i colpi ricevuti durante gli incontri e di non dipendere più dai pain-killers. Ma la notizia ha avuto un impatto emozionale incredibile sui fans. Si vuole sempre, a seconda dei casi…

    6) Troppo, nulla, abbastanza. I fans WWE avrebbero preferito Angle ritirato che non alla concorrenza e hanno già eletto Angle a peggior nemico e a terribile ingrato. I fans TNA sono presi dall'entusiasmo e già immaginano una possibile guerra di ascolti con la federazione di Stamford, vedendo nell'arrivo di Angle al tempo stesso il simbolo della irrefrenabile crescita della TNA e della decadenza della WWE. Io non capisco, e non capirò mai, perché invece non si possa essere semplicemente contenti di vedere ancora combattere Angle (per giunta contro avversari ottimi e inediti) senza farne una guerra tra federazioni. La TNA innalzerà i suoi ascolti e la sua esposizione mediatica? Sicuramente sì. Sarà una concorrente pari e pericolosa per la WWE in un breve periodo di alcuni anni? Sicuramente no. Kurt Angle potrebbe risorgere e avere una seconda vita sul ring come fece Hogan quando si trasferì in WCW o questo potrebbe essere l'inizio della fine del wrestler più celebrato del wrestling moderno. Non so perchè, ma io sono molto fiducioso. Godiamoci lo spettacolo, che si preannuncia ottimo. Piuttosto, possiamo prefigurarci una…

    7) Tesi non avveniristica. Impact ha un ratings televisivo di 1.0, pari a quello della vecchia ECW negli anni ‘90. Con l'arrivo di Angle e con l'inizio dei primi timeslot in prima serata può tranquillissimamente arrivare all'1.5 se non addirittura poco più. Spike TV è una televisione che ha trasmesso ottimo wrestling per anni. Nuovi fans crescono. Rimangono da risolvere problemi di booking. Si avvicina il PPV più importante dell'anno, Bound for Glory, e avremo come main event lo stesso main event di due PPV fa, come match valido per il titolo X-Division lo stesso incontro dell'ultimo PPV, come match valido per i titoli di coppia lo stesso quarto incontro consecutivo tra le due stesse coppie e il wrestler più pushato ed amato della federazione invece che andare per il titolo a coronamento della rincorsa cominciata un anno fa sarà impegnato in un incontro da cui al 110% uscirà inutilmente vincitore. Senza contare che la X-Division, che fino a un anno fa era considerata la vera forza della federazione dei Jarrett, ora viene usata per pubblicizzare l'uscita di un film trash americano.

    Nel booking team sono stati esautorati D'Amore e Borash ed è tornato a capo di tutto il nome più discusso di sempre, Vince Russo. Alcuni la vedono come una buona mossa, altri la vedono come il primo passo verso il fallimento. Dico la mia: Russo ha problemi a gestire le superstars perché spesso propone di togliergli importanza per lanciare giovani prospetti e perché non sopporta le “politiche da backstage”. Ma con i giovani ha sempre lavorato bene, creando dal nulla l'Era Attitude in WWE e elevando in TNA AJ Styles al rango di Giovane Icona della federazione. Secondo me è l'uomo giusto al posto giusto se riuscirà a non esagerare con gli angle (scritto minuscolo…) controversi. Ma dietro ha una federazione forte, che vigila sulla situazione e che se vedrà margini di crescita non si tirerà indietro ad investire. Mi immagino perciò un Bound for Glory deludente o comunque non adatto a essere il PPV dell'anno, visto che non saranno compiute le storyline portate avanti per l'evento. Ma Genesis potrebbe davvero essere la genesi della nuova TNA.

    T-N-A; chissà perché, ma ho come l'impressione che in questa settimana queste tre lettere mi siano proprio rimaste impresse, anche mentre ho scritto quest'articolo…

    Stay tuned. Rob.
    [Modificato da Ankie 15/05/2019 11:38]
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    Ankie
    00 29/05/2019 15:57
    HIGH FLYIN 23 - UN SOGNO ANDATO IN FUMO?

    A cura di The Rob In Town 79

    Scrivo quest'editoriale da sei mesi ormai. Ora all'editoriale è stato aggiunto un nuovo meraviglioso banner, con sopra il wrestler simbolo dello stile High Flyin', nonchè mio wrestler preferito. Molti mi hanno chiesto perché non gli ho mai dedicato un numero. Forse temevo di poter non essere obiettivo, forse ho sempre avuto altri diversi argomenti, forse l'episodio di luglio me ne ha tolto la voglia, visti i rimpianti e la delusione. Però da due settimane vedo ottimi match nel main eventing in ECW, e vedo una costante: RVD. Cena parla di RVD nel Five Questions settimanale trasmesso da WWE.com. E quando RVD sbaglia città in cui recarsi per un house show, esce nuovamente fuori l'opinione per cui sarebbe inaffidabile per reggere una federazione. Ecco, vi spiegherò ora come vedo io la situazione di Rob Van Dam.

    UN SOGNO ANDATO IN FUMO?

    “C'è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che si desidera”, Henry David Thoreau.

    Tanti anni fa mentre in Italia era in corso il cosiddetto “periodo buio”, in America era in corso la “guerra del lunedì sera” tra la WWF e la WCW. Mentre con difficoltà riuscivo comunque a seguirla, sentivo parlare sempre più spesso di una piccola compagnia chiamata ECW. Un giorno casualmente trovai degli highlights, e rimasi subito colpito da un wrestler. Era il più over col pubblico, che lo acclamava come un eroe, aveva il repertorio più vasto e spettacolare che io avessi mai visto, e sembrava davvero metterci tutto sé stesso. In alcuni aspetti mi ricordava Steamboat. Scoprii il suo nome: Rob Van Dam. Cominciai a desiderare che andasse in una delle due major per poterlo vedere più spesso e per poterlo vedere contro le altre Icone del tempo e per vederlo combattere un tipo di wrestling più consono ai miei gusti, e nel 2001 si avverò questo desiderio. Con l'angle dell'Invasion RVD sbarcava in WWF.
    Teoricamente i membri dell'Invasion avrebbero dovuto essere tutti heel; in realtà lo furono tutti tranne uno di loro, lui, che invece divenne subito il face più acclamato. Gli bastarono quattro mesi per arrivare al main eventing e per essere idolatrato al tempo più di un Austin e quanto un The Rock.

    Nulla di veramente nuovo. Parliamo di un wrestler che, teoricamente heel, in ECW mantenne il titolo TV per 23 mesi consecutivi tra il trionfo del pubblico eclissando completamente l'importanza del titolo mondiale (una cosa recente l'hanno fatta AJ, Daniels e Joe col titolo X-Division: ma erano tre e per soli pochi mesi). Rob Van Dam era la ECW. Quando Hogan, il più grande e famoso wrestler di sempre, tornò in WWF nel 2002, gli fu chiesto con chi avrebbe voluto lavorare; rispose con Austin, Rocky, Triple H, Angle e, a sorpresa, Rob Van Dam. E quest'anno Hogan ha approfondito il suo pensiero, dicendo che “se io fossi Vince McMahon e dovessi scegliere il prossimo lottatore simbolo per la WWE, prenderei Rob Van Dam, quel ragazzo ha tutto per trascinare la compagnia”.
    E non è il solo: Paul Heyman negli anni '90, quando la ECW era una concorrente (di nicchia, ma concorrente) della WWF, disse che Rob Van Dam aveva tutte le qualità che Vince McMahon desiderava e se mai fosse andato a Stamford avrebbe potuto diventare una delle più grandi stelle di tutti i tempi, se non la più grande. Parole pronunciate anche visto il grande affetto che lega i due? Può darsi, ma non scordiamoci che Heyman viene considerato il manager più geniale nel wrestling.

    Molta è la considerazione di chi fa wrestling nei confronti di Rob. E molta è la considerazione dei fans. Ma fino a quest'anno non aveva mai sfondato davvero. I rumors del backstage dicono che sono stati essenzialmente due i motivi che hanno impedito a RVD di scalare le vette di Stamford: uno stile di combattimento troppo stiff, che indispettiva molti wrestlers che avevano paura di infortunarsi, e il non avere mai praticato politiche di backstage. Non è certo poi nemmeno un uomo modesto: quando la WWE lo contattò, lui fece capire che avrebbe voluto essere invischiato subito nella lotta per i titoli e di sicuro non avrebbe mai accettato un periodo alla OVW; lui era Rob Van Dam, avrebbe insegnato wrestling, perciò non se lo sarebbe fatto insegnare.
    Ma in WWF/E non è andata come previsto: un anno di main eventing e due e mezzo di midcarding, fino a un evento decisivo: nel 2005, a causa di un DVD prodotto dalla WWE sulla ECW, riscoppiò la moda per la federazione estinta con sede a Philadelphia. E nel PPV che fu organizzato per celebrarla, un RVD infortunato fece un emozionante discorso apparentemente shoot contro i vertici WWE e in onore della vecchia ECW. Ridivenne subito l'idolo incontrastato del pubblico, il suo ritorno sul ring era attesissimo, e quando riapparve alla Rumble prima, e a Raw poi, venne giù l'arena.

    Per arrivare poi a One Night Stand 2: un anno dopo il suo emozionante discorso ai suoi fan più leali ed accaniti, in un match con la più intensa reazione del pubblico da anni a questa parte, Rob Van Dam conquistò il massimo alloro del wrestling. E non vinse un solo titolo, ma conquistò per la prima volta anche il rinato titolo del mondo ECW. Aveva assaporato per anni il successo e ora se lo gustava appieno. In una sola meravigliosa settimana aveva battuto pulito il campione del mondo dei pesi massimi, aveva battuto il campione del mondo WWE e gli era stato assegnato il titolo ECW. Neanche Jericho quando divenne il primo Undisputed Champion arrivò a tanto. Ogni giorno i dubbiosi si aspettavano che il doppio regno sarebbe terminato, e ogni giorno Rob Van Dam vinceva ottimi incontri, contro Cena, contro Edge, contro Angle. Ma nelle belle storie c'è sempre un “ma”; e in una simbolicamente piovosa nottata di inizio luglio Rob gettò a mare il suo anno, e forse la carriera, facendosi scoprire con Sabu dai poliziotti mentre era in possesso di marijuana e painkillers. Tolti i titoli, tolta la gloria. Ciò ha dimostrato l'incapacità di RVD di reggere una compagnia, secondo i suoi detrattori. Ed episodi come quello di questa settimana dell'house show sbagliato parrebbero confermare questa teoria. Io ho le mie idee sul punto: RVD ha sbagliato, non c'è dubbio. Ha infranto la legge, e questo vale più di cento infrazioni nel backstage, sono d'accordissimo.

    Ma è pur sempre Mr. Monday Night, “the whole f***ing show” e per questo non è stato licenziato. Ha pagato e ora è tornato, sempre in forma strepitosa. Il ritorno della ECW ha avuto su di lui lo stesso doppio effetto che aveva sempre avuto quella originale anni fa sul suo carattere; da una parte gli ha tolto la svogliatezza che metteva nel ring nei suoi ultimi periodi a Raw e a SmackDown riportandolo sugli ottimi livelli spettacolari di azione sul ring a cui aveva abituato (quest'anno è stato protagonista di almeno 5 incontri candidati MOTY), ma dall'altra parte lo ha fatto ridiventare lo “scavezzacollo” di dieci anni fa. E se la ECW era una comune hippy, la WWE è invece un'azienda con stile giapponese (lo so, sono due iperboli, è per rendere l'idea).
    Rob screwed Rob. Questo si sente dire. E in fondo non è sbagliato. Sarebbe potuto diventare il protagonista indiscusso del 2006, e invece si è fregato da solo. Questo fu il pensiero rilasciato da RVD a Bill Apter, quando gli fu chiesto cosa occorra per sfondare in WWE: “Non basta essere dei bravi lottatori o degli ottimi entertainer, bisogna fare di più. Ti devi far benvolere nel backstage, innanzitutto. Devi fare il possibile per mantenere delle amicizie, evitare che altri lottatori creino dei problemi e soprattutto che si inseriscano al tuo posto nelle storyline più importanti. Le politiche del backstage sono molto importanti, ma nel corso della mia carriera non ho mai dedicato troppe energie a questo tipo di problemi. Se dare il massimo sul ring e avere il supporto dei fans non è abbastanza per arrivare al top, allora difficilmente in futuro riuscirò a fare ancora meglio di quanto non abbia già ottenuto fino a questo momento nella mia carriera".

    Per un bellissimo mese questo è stato sufficiente, poi però ci ha messo del suo per farlo finire. Non è colpa di Vince, non è colpa dei poliziotti, non è colpa della sfortuna. La colpa è di una persona sola: Rob Van Dam. Anche se, certo, non è che abbia ricominciato a fumare a luglio, non è un caso che mesi fa comparve sulla copertina di High Spirit Magazine, e non certo perché è un grandissimo high flyer… La cosa che più però mi fa capire l'atipicità e il fascino del personaggio, è che sono davvero convinto che a luglio sia andato in fumo un sogno. Ma sono conscio che ad essere andato in fumo è stato il sogno dei fans di RVD ma non di RVD stesso. A RVD importa poco del titolo, per lui non è cambiato nulla, non cambierà la sua vita essere senza titolo e dubito smetterà di fumare l'erba del giardino, la vita che sta facendo ora è quella che davvero lui desidera. Ma ai suoi fans sì che importerebbe. Wrestlemania 23 si svolgerà a Detroit, nei suoi luoghi natali, dove è sempre stato accolto da boati fragorosi. Di solito i wrestlers di casa hanno sempre un ruolo importante negli eventi svolti davanti al pubblico che li acclama. Da fan di RVD dico “speriamo bene” e soprattutto “speriamo non vada in macchina ma in treno o con un taxi”…

    Stay tuned. Rob.


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    Ankie
    00 29/05/2019 16:00
    HIGH FLYIN 24 - ACCADDE IN ITALIA

    A cura di The Rob In Town 79

    La breaking news della settimana è stata senza dubbio quella che ipotizzerebbe eventuali undici date della WWE in Italia il prossimo aprile, con addirittura compresi i tapings di Raw e di Smackdown. Io ho la fortuna di vivere in una delle nove città coinvolte, pertanto a uno degli house shows di SD!, qualora venisse confermato tutto, andrei certamente, come ho già fatto l'anno scorso proprio in questi giorni, il 19/10/2005, quando ebbi la fortuna di assistere al primo show NWE. Per questo propongo un editoriale oggi con stile totalmente diverso dai precedenti (tranquilli, da martedì prossimo si ritorna al solito…).

    ACCADDE IN ITALIA

    “Senza entusiasmo, non si è mai compiuto niente di grande”, Ralph Waldo Emerson.

    p.s.: il racconto dell'evento è fatto in parte col tempo presente per agevolare la lettura.

    L'anno scorso improvvisamente vengo a sapere che due settimane dopo nella mia città ci sarebbe stato un grande show di wrestling. Ne rimango sorpreso perché ho un'esperienza quasi ventennale in campo wrestling e mi pare strano che uno show del genere mi sia passato inosservato. Comunque sia, rimediati quattro biglietti per l'evento (anche se alla fine, a causa di un improvviso litigio nell'altra coppia coinvolta, andremo solo io e la mia fidanzata), mi appresto a andare. La card si presentava fantastica: avrei visto tanti lottatori che in tanti anni di wrestling avevo tifato e/o ammirato, e che solo fino a pochi anni fa mai avrei pensato di vedere a soli due chilometri da casa mia.

    Arrivato al palazzetto, mi ritrovo davanti a una sorpresa; erano giorni che dicevo alla mia fidanzata che il PalaMazda sarebbe stato gremito e che sarebbe venuta gente da tutto il nord Italia. Invece no, fuori dai cancelli c'era davvero poca gente. La cosa che mi colpisce è che la gente fuori dai cancelli sembrava davvero poter essere divisa in due stereotipi: le famiglie con bambini piccoli (di cui la stragrande maggioranza indossava delle maschere Rey-style vendute in una bancarella lì piazzata) e gli “esperti”, gruppi di ragazzi che discettavano allegramente su Jack Evans e sui belly to belly di Freakzilla, e che evidentemente avevano saputo dell'evento tramite Internet. Sperando poi di comprarmi qualche bel ricordo dell'evento, mi avvicino alla bancarella di cui sopra che però vendeva solo maschere Rey-style e magliette di Cena, Eddie Guerrero e Rey (ma perché non magliette NWE? Mah…). Finalmente, emozionato come un bambino, entro nell'arena, notando subito tre cose: la prima cosa è che sebbene i posti fossero numerati alla fine ognuno poteva sedersi dove preferiva o quasi, tanto che dalla mia posizione sulla carta decentrata mi spostai subito a distanza di 5 metri dal ring in posizione perfettamente davanti al titantron, ideale per vedere l'entrata dei wrestlers e addirittura decisamente migliore dei posti a bordoring come visuale del ring stesso. La seconda è che la scenografia era spettacolare ma il ring era piccolissimo e non sembrava granchè stabile. La terza è che davvero c'erano giganteschi buchi tra le tribune, che peccato. Evidentemente l'evento era stato davvero poco pubblicizzato, probabilmente solo nelle scuole (ecco perché tanti bambini) e su Internet (ecco perché in tanti conoscevano addirittura Evans).

    I primi ad entrare furono Haas con Jackie, e Ekmo (il futuro Umaga) con Nidia. Ragazzi, quanto è bella Jackie dal vivo! La prima mossa dell'incontro fu un dropkick di Haas e lì mi resi conto di quanto dal vivo ci si accorga che i colpi siano finti, tanto che la madre di un bambino seduta vicino a me mi guarda e mi dice: “ma non l'ha toccato”. E già, non l'ha toccato. Tirando fuori la mia anima mark, faccio partire il coro “Charlie Haas, Charlie Haas”, con Jackie che girandosi alza le mani invitando a unirsi tutti al coro, cosa che avviene subito. L'incontro è bello tra due ottimi workers tanto che mi viene da pensare cosa ci facciano i due fuori dalla WWE, soprattutto Ekmo-Jamal-Umaga è in ottima forma (infatti dopo un anno ora è nell'uppercarding di Raw). Il post-match poi è fantastico, con un diving headbutt del futuro Umaga su Jackie che fa quasi piangere i bambini presenti. Bel match. Il secondo invece vede coinvolti due wrestlers che al tempo non conoscevo, Black Pearl e Darren Burridge, uno squash veloce e che non impressiona affatto. Il terzo match era quello che aspettavo di più nella card: Test e Tonga Kid contro Kevin Fertig (conosciuto già come Mordecai e ora conosciuto come Kevin Thorn) e Brian Lawler. Dovete sapere che il giovane Lawler è da sempre un mio idolo, ero un mark dei Too Cool. L'atmosfera dell'arena si surriscalda, Grandmaster Sexay è bravissimo a catalizzare il tifo del pubblico e Test è bravissimo a proporsi come heel. L'incontro è veloce, emozionante, con tratti di ottima ring psychology e tratti di ottimo comedy match, fino al fattaccio. Una chokeslam di Fertig su Test fa collassare praticamente il ring; e, dopo un hip hop drop di Lawler (che emozione quando si è messo gli occhialoni), che su quel ring così piccolo sembrò quasi una VanDaminator,il ring era davvero ridotto a una massa informe.

    Così, dopo una mezzora abbondante di pausa per riparare il ring (in cui l'aiuto decisivo verrà dato da Umaga, vero e proprio factotum) c'è stata ancora occasione per vedere: 1) un bel match tra Ultimo Dragon e Evans, fantastico per chi come me ama lo stile high flying, e peccato che per i problemi al ring non sia stata mantenuta la prevista stipulazione con l'uso delle scale. 2) un divertente match degli FBI Stamboli e Palombo, acclamati dal pubblico, con momento della serata Stamboli che urla in italiano “scemi, scemi” ai due avversari mascherati che lo avevano colpito con un bellissimo combo-dropkick senza però muoverlo di un centimetro. 3) un incredibile hardcore match tra Vampiro e l'attuale campione X-Division Senshi, combattuto in mezzo al pubblico (il buon Senshi mi è anche caduto addosso) con Vampiro miglior wrestler della serata. All'inizio alcuni bambini avevano addirittura confuso Vampiro con Undertaker, ma il momento più divertente e azzeccato della serata è stato quando dopo il match decine di bambini si sono avvicinati alle transenne per insultare Vampiro, bravissimo a interpretare l'heel, che aveva appena rinchiuso Senshi-Low Ki nella sua bara. Ebbene, Vampiro, con un gesto repentino salta le transenne e comincia a inseguire i bambini, assolutamente terrorizzati. Memorabile la faccia del bambino seduto vicino a me che tornando velocemente e terrorizzato al suo posto, urlava “mamma, mamma, mi vuol menare!”…

    Bello anche il main event, con Rikishi e Scott Steiner in buona forma, migliore di quella che avevano negli ultimi tempi in WWE. Comunque, nonostante la lunga digressione, questo numero non vuole essere un report di quela serata. Vuole essere un approfondimento sui significati di quella serata. La NWE ha avuto il grosso merito di cavalcare l'onda portata dal successo del wrestling in Italia, proponendo agli spettatori di tutte le zone d'Italia, anche quelle che per motivi logistici non verrebbero mai toccate dai tour WWE (penso ad esempio al Sud) lottatori che fino al giorno prima si potevano vedere solo in TV. Molto criticata è stata la scelta di far apparire la NWE come una piccola WWE. Io invece mi trovo assolutamente d'accordo, allo spettatore che va vedere i tour NWE importa di vedere lottatori che conosce combattere in un modo a lui familiare. In Italia esistono altre federazioni che fanno buoni spettacoli indie-style; la NWE fa shows Major-style e non ci vedo nulla di male, tutt'altro. Il basket italiano non è la NBA ma non per questo è meno interessante, ad esempio. Il problema della NWE però è la mancanza di pubblicità: nei giorni successivi all'evento, raccontando la serata ai miei amici, molti mi hanno detto che se l'avessero saputo per tempo sarebbero venuti. Se si vuole avere molto pubblico bisogna informarlo. Sembra banale ma così purtroppo sempre non è.

    A me sembra impossibile che la WWE possa fare addirittura undici date, tapings di entrambi i roster inclusi, in Italia il prossimo aprile. Tra l'altro la moda del wrestling in Italia sembra scemare, già le due date di novembre non sono andate tutte esaurite come si pensava, perciò con undici date il problema potrebbe moltiplicarsi. Però se davvero accadrà, secondo me bisognerà ringraziare anche Indiano e la NWE, che sono davvero riusciti a portare il wrestling tra la gente. Dopo lo show di Genova, ero anche riuscito a scambiare due parole con Lawler, a stringere la mano a un altro mio idolo adolescenziale come Ultimo Dragon; senza contare la sensazione di essere davvero dentro a uno show che per anni in Italia è stato assolutamente sconosciuto. Lo so, sembra poco, ma a me ha dato davvero la sensazione di essere tornato un bambino alle prese con le meraviglie del mondo. Per chi conosce un po' di filosofia, mi sentivo come nel mito della caverna di Platone. In futuro spero di avere l'occasione di trascorrere del tempo con i wrestlers della NWE, avrei mille domande da porre loro e mille foto da fare.

    Voglio Smackdown a due chilometri da casa mia, voglio una puntata di Raw a un'ora di macchina o di treno, voglio che il wrestling non riscompaia dalla scena italiana come avvenuto dodici anni fa. Mi fa' divertire, mi da' emozioni, mi fa' passare due ore in allegria e in pausa dalle attività quotidiane. Voglio che l'eventuale tour di aprile sia un successo. Ragazzi, facciamo sentire le nostre voci e facciamoli tornare.

    Stay tuned. Rob.
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    Ankie
    00 29/05/2019 16:01
    HIGH FLYIN 25 - UN'ORA SOLA NON TI VORREI

    A cura di The Rob In Town 79

    Raw ha festeggiato ieri sera la puntata numero 700 e si tiene su buonissimi livelli sia qualitativi che di ratings, Smackdown! è in nettissima ripresa qualitativa e soprattutto di ascolti, in ECW si vedono molto spesso ottimi incontri e Impact è tornato sugli straordinari livelli di giugno-luglio. Eppure nessuno sembra ma soddisfatto. Per diverse ragioni. Soprattutto quando si parla di TNA ed ECW ci si lamenta per il poco tempo a disposizione.

    UN'ORA SOLA NON TI VORREI

    “Studia il passato se vuoi prevedere il futuro”, Confucio.

    Oltre all'arrivo, inaspettato e foriero di interesse, di Angle (di cui si è discusso su queste pagine tre numeri fa) i fans TNA hanno ora un altro obiettivo e sogno: che la durata dello show possa diventare di due ore anziché l'ora sola attuale. Che poi, ad essere pignoli, Impact, al netto delle pubblicità, dura 44 minuti circa. Lo stesso sogno, raddoppiare la durata dello show, è condiviso anche dai fans ECW, che si ritrovano con lo stesso problema. Perciò, ciò che oggi si cercherà di approfondire in questo editoriale è: quanto conta la durata di uno show per la qualità e la buona riuscita dello stesso? Quali dinamiche convincono un network televisivo a concedere ad uno show il doppio del tempo? Intanto come risaputo giovedì 16 novembre andrà in onda uno speciale di Impact in prima serata della durata di due ore. Come ha dichiarato Kevin Kay, direttore di rete di Spike TV, “siamo rimasti impressionati dalla crescita della TNA, e l'acquisizione di Angle continua a dimostrarci che sia i fans di wrestling che i wrestlers stessi sanno che la TNA è il posto in cui stare, e ora la prima serata su Spike TV è il posto per loro”.

    Intendiamoci, la prima serata su Spike TV sarebbe anche solo di per sé, sia che si parli di un'ora sola che di due, un vero colpaccio. Spike TV è la rete su cui fino a solo un anno fa veniva trasmesso Raw. La rete che raggiunge 90 milioni di case. Ma già adesso i ratings sono buonissimi, se interpretati nel modo corretto: la TNA è vista in media da 1.1 milioni di telespettatori, con una media di 1.0 di rating che sale fino all'1.3 nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni (la più importante per i pubblicitari). Per dire un altro dato molto interessante, nella fascia oraria attuale (dalle 23 a mezzanotte) grazie a Impact Spike TV è al primo posto tra le TV via cavo nella fascia d'età tra i 18 e i 49 anni e tra i 25 e i 34 anni, e al secondo posto nella fascia tra i 18 e i 34 anni. Manca quindi qualche ventenne e poi sarà al primo posto anche in quella fascia. Il vero grande problema dell'ora unica è la poca possibilità di poter sviluppare bene i feud. Questa è un'esigenza sentita non solo dal management TNA e della televisione, ma anche dai veri grandi protagonisti dello show, vale a dire i wrestlers stessi. Valgano per tutti le parole di Alex Shelley che afferma infatti che “le due ore darebbero alla TNA la possibilità di sviluppare i match invece di portarli a termine frettolosamente” e che “la TNA sarà un prodotto ancora più vario, con più stili di wrestling, quando avrà più tempo a disposizione”.

    Intanto, con fastidio di alcuni fans e gioia di altri, è previsto un aumento della componente entertainment. Visto il successo di storylines come quella di Nash con la X-Division e soprattutto l'ottimo riscontro mediatico avuto quando la TNA ha lavorato con i Chicago White Sox e la Major League Baseball, verranno riproposte maggiori collaborazioni di quel genere, non necessariamente col baseball. E discorso analogo, o comunque con non troppe differenze, si potrebbe fare con la ECW. Tra l'altro ora la ECW va in onda su un canale relativamente piccolo e che oltretutto ha un target assolutamente diverso rispetto a quello che segue normalmente il wrestling (io però evidentemente sono una mosca bianca, visto che amo sia il wrestling che programmi come Star Trek o SG-1). Ci vorrebbero più feud, ci vorrebbero altri titoli in palio oltre a quello massimo, ci vorrebbero storylines sviluppate meglio, ci vorrebbe più entertainment come nella ECW originale. Ma è colpa del poco tempo se ciò non avviene.

    Guardiamo ora invece alla storia di Raw e delle sue settecento puntate: quando l'allora WWF creò Raw il programma durava solo un'ora. Raw cominciò infatti le sue trasmissioni il 13 gennaio 1993 su USA Network per una durata di un'ora (se vi può interessare il primo incontro fu disputato tra Yokozuna e Koko B. Ware e il primo main event tra Undertaker e Damien Demento). Il successo del programma nacque dalla sua formula innovativa: invece che trasmettere, come avveniva precedentemente, match preregistrati commentati da studio, Raw era trasmesso e commentato in diretta, con storylines che si intrecciavano durante la serata. Ma ciò che davvero stupisce è vedere le somiglianze tra il primo Raw e l'Impact attuale. Come Impact viene trasmesso ogni settimana dalla Impact Zone di Orlando, così Raw veniva trasmesso ogni settimana dal Grand Ballroom dei Manhattan Center Studios, un piccolo teatro di New York. Solo dopo un anno intero di trasmissioni, Raw si spostò dai Manhattan Center Studios e cominciò a girare l'America. E come Impact, anche Raw come detto durava un'ora; il trucco spesso era quello di far disputare pochi incontri, di solito tre o quattro, facendo però comparire spessissimo i main eventers. Questa fu una delle ragioni per cui il midcarding in quegli anni fu così trascurato e stagnava in pessime condizioni. Il pubblico non aveva la possibilità di affezionarsi a personaggi che vedeva poco. I ratings però ne risentivano: per fare un esempio, dieci anni fa esatti Raw teneva una media del 2.0-2.5 di ratings, con picchi negativi dell'1.6-1.7, paragonabili quindi a quelli della ECW attuale.

    Anche una delle puntate più famose di sempre, quella in cui avvenne la famosa “perdita del sorriso” da parte di Michaels, e Rocky strappò la cintura IC dalla vita di Triple H (e null'altro, infatti vi fu tempo solo per queste due cose) fece registrare un rating appena superiore al 2.0. E come Impact registra preventivamente i tapings di due puntate alla volta, così Raw dall'inizio del '94 al settembre del '99 veniva trasmesso un lunedì in diretta e il lunedì seguente preregistrato. In pratica i wrestlers il lunedì combattevano in diretta, il giorno dopo (il martedì) registravano la puntata che sarebbe andata in onda il lunedì successivo e poi tredici giorni dopo ritornavano a combattere, prima in diretta e il giorno dopo per la registrazione. Il che portò durante la guerra del lunedì sera con la WCW a situazioni paradossali come quella di Bischoff, che ad intervalli di due settimane all'inizio di Nitro leggeva i risultati degli incontri che si sarebbero disputati “in contemporanea” a Raw… La WCW infatti aveva cominciato a trasmettere un nuovo show di wrestling in diretta, Nitro, dall'11 settembre '95 (se vi può interessare puntata discreta, con una fantastica prestazione di Jushin Liger nel primo incontro e la partecipazione dell'Icona massima Flair nel main event, mentre fuori dall'arena a contatto col pubblico assiepato c'era nientemeno che Hogan) e riuscì spessissimo a vincere la battaglia degli ascolti anche proprio a causa del fatto che Raw un lunedì su due era registrato.

    Tra chi sapeva i risultati di Raw grazie a Bischoff e chi li sapeva attraverso Internet, che in America stava cominciando la sua lenta ma inesorabile diffusione, l'hype per le puntate calava. Ne abbiamo avuto una chiara dimostrazione quest'anno: Raw ha avuto due puntate preregistrate, quelle andate in onda il 13 febbraio e settimana scorsa. Entrambe hanno fatto registrare ratings in calando (nel primo caso il calo fu nettissimo) rispetto alle puntate precedenti e/o successive. Sarà un'affermazione banale ma la diretta crea hype. Motivo per cui Smackdown! sarà sempre destinato ad avere ascolti inferiori rispetto a Raw. Anche nel 2003, quando a detta della stragrande maggioranza degli spettatori lo show blu era più godibile e divertente di quello rosso, i ratings di Raw restavano sempre più alti di quelli di Smackdown!, tanto da non essere mai scavalcati in nessuna puntata. Ma sulle sorti di Smackdown! occorre essere decisamente ottimisti e fiduciosi: al venerdì sera è stabilmente il quarto programma più visto negli Stati Uniti e, pur essendo il wrestling uno spettacolo completamente estraneo al normale palinsesto di CW, il network su cui va da poco in onda lo show blu, i dirigenti si sono dichiarati molto soddisfatti dei risultati ottenuti e contenti di aver puntato sul wrestling. Anzi, hanno dichiarato un solo motivo di insoddisfazione: secondo loro con pochi accorgimenti il prodotto potrebbe migliorare vistosamente, e perciò hanno chiesto alla WWE di intervenire. E per tutti i fans questa non può che essere un'ottima notizia.

    Pertanto, tornando all'argomento con cui l'editoriale era cominciato, sui ratings e sulla buona riuscita qualitativa di uno show hanno molto influito storicamente sia la durata dello show, che quando è stato di due ore ha sempre reso molto di più dando la opportunità di poter sviluppare meglio le storie e i protagonisti, sia la diretta, che impedisce agli “impazienti” di leggersi prima i risultati e perdere così interesse verso il modo in cui tali risultati, siano stati essi prevedibili o imprevedibili, sono arrivati. Diamo tempo al tempo, e anche Impact e la ECW convinceranno i rispettivi network a investire, e investire pesantemente. La TNA è giovane, in crescita esponenziale, e riscuote la fiducia della dirigenza televisiva. Le sue possibilità di crescita le avrà certamente, forse già in un futuro prossimo. Aspettiamo. E, proprio come direbbe un vero dirigente televisivo…

    Stay tuned. Rob.
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    Ankie
    00 29/05/2019 16:03
    HIGH FLYIN 26 - LA VIRTU' DIVINA

    A cura di The Rob In Town 79

    Aspettavo con ansia Bound for Glory, ultimamente su queste pagine ho parlato spesso di TNA. Ho visto buoni match, soprattutto hardcore, genere che a me non piace troppo, e ho visto soprattutto un ottimo main event. E ne sono felice, è giunto inaspettato. Sul ring, in quel match, si è visto cosa sia il carisma. E visto che chi scrive deve pensare anche e soprattutto a chi legge, parlerò proprio (visto che mi è stato più volte e da più persone chiesto) di cosa sia in concreto il concetto astratto di “carisma” quando è applicato al wrestling.

    LA VIRTU' DIVINA

    “Megalomania non è considerarsi più di quello che si è, ma considerarsi per quello che si è”, Karl Kraus.

    Ho un'immagine impressa nella mente, che secondo me rappresenta al meglio il wrestling. Wrestlemania 7, la posta in palio per il match è il prosieguo di solo una di due leggendarie carriere. E' già entrato Savage, tocca a Ultimate Warrior entrare: non corre come fa di solito, entra con passo normale. Guarda fisso verso il ring, su una delle due sue ginocchiere c'è il suo volto e sull'altra c'è il volto di Savage. E all'altezza della cintura c'è una scritta, “means much more than this”. E in effetti il match valse più di quello titolato, in palio non c'era un mero titolo di campione del mondo, c'era una carriera. Uno dei tre wrestlers più carismatici del tempo avrebbe abbandonato la federazione e, vista la particolare stipulazione, usata per la prima volta, si credeva che l'abbandono sarebbe stato davvero definitivo. Per questo il match risultò così intenso.

    Il concetto di carisma è andato degenerando col tempo. Oggi indica in genere "fascino" o "popolarità". La sua origine cristiana, in realtà, indicava una straordinaria forza personale di origine trascendente. Normalmente con “carisma” si intendeva qualcosa che fosse costruito attraverso determinati rituali che riguardavano la regalità. Così nel wrestling il carisma viene spesso espresso tramite non tanto la capacità di parlare ad un microfono o a compiere chissà quali evoluzioni sul ring, ma proprio a determinati gesti rituali. Il wrestling, soprattutto il wrestling della WWE, vive sullo scontro mentale prima ancora che fisico tra due atleti. Nell'era gimmick si affrontavano due gimmick contrapposte (tipo l'eroe americano Hogan contro il nemico dell'America Sgt. Slaughter o il playboy Rick Rude contro il guerriero Ultimate Warrior) e nell'era attitude due individui diversi che perseguivano interessi diversi (il ribelle Austin, il “campione della gente” Rocky, il degenerato Michaels). Tutti questi wrestlers sono assurti a eroi o antieroi del pubblico, lasciando in ogni caso una forte impronta di sé, proprio perché riuscivano a stimolare forti emozioni nel pubblico.

    La WWE poi, per poter concentrare l'attenzione più sul personaggio interpretato (fosse esso più caricaturale come una gimmick o più “realistico” come una attitude) ha cercato di caratterizzare i wrestlers con dei canovacci prevedibili: un repertorio tecnico basato su alcune mosse caratteristiche, le cosiddette trademark moves che ogni wrestler possiede, e delle espressioni gestuali o parlate facilmente riconoscibili e imparabili dal grande pubblico. Mi spiego meglio: pensiamo a due Icone del wrestling, Hogan e Rocky. Quando Hogan preparava un feud sapevi cosa aspettarti: l'intervista con Mean Gene Okerlund, “you know, Mean Gene…”, il promo classico “whatcha gonna do when Hulkamania runs wild on you, brotha…”, e durante il match l'hulk up, il no con l'indice, i dieci pugni dal paletto, il legdrop finale.

    E Rocky smuoveva di più le folle quando muoveva il sopracciglio che non quando eseguiva la sharpshooter o la Rock Bottom. Per essere ottimi wrestlers non bisogna essere necessariamente ottimi atleti: saper fare molte più mosse e in modo migliore di tutti gli altri wrestlers non porta ad essere wrestlers migliori. I wrestlers, ed i worker, migliori infatti sono coloro che sanno suscitare le maggiori reazioni nel pubblico: il miglior heel è colui che si fa meglio odiare e il miglior face è colui che si sa far meglio amare. Solo una cosa è davvero temuta dai wrestlers: l'indifferenza del pubblico. Le azioni, le reazioni, i comportamenti, le attitudini sviluppano delle relazioni tra chi le esegue e il pubblico. Uno stesso messaggio o una stessa reazione possono assumere significati diversi se espressi in un certo ambiente o in un altro, in un contesto socio-culturale piuttosto che in un altro. E allo stesso tempo un gesto rituale compiuto da un wrestler ha una valenza diversa da quella che avrebbe se quello stesso gesto lo facesse un altro wrestler. Ve lo immaginate un Benjamin che entra imitando lo stile di The Rock? Non smuoverebbe di certo le folle allo stesso modo, anzi, probabilmente facendolo verrebbe fischiato. Un po' come accaduto a Eugene a Summerslam 2004.

    Il carisma è questo: parte la tua musica, e tutti si alzano in piedi, o per fischiarti o per acclamarti, tu segui un preciso rituale di entrata e un preciso rituale sul ring, che i tifosi conoscono e per questo o amano o odiano. L'Hulk up visto così può sembrare ridicolo? Su un ring diventa (giustamente) epico. Il people's elbow è una mossa stupida e coreografica? Con diecimila persone che scandiscono il nome "Rocky, Rocky“ diventa la mossa della serata. Carisma. Questa è la componente letale che un wrestler può mettere nel ring. Il carisma è un'espressione dell'essere umano; non può essere insegnata perché ciascun individuo ha il suo modo di esprimerlo e il suo linguaggio. Il carisma è espressione della propria ricchezza interiore. Certo, si può acquisire un proprio carisma personale con gli anni, lo si può "allevare“ con calma.

    The Rock racconta che quando decise di entrare nel wrestling disse: "io voglio fare qualcosa per il business“. E coloro che davvero organizzavano wrestling e frequentavano ogni giorno Rocky, in quanto wrestler di terza generazione, sapendo che Rocky voleva entrare anche lui in quel mondo gli chiesero cosa potesse dare il giovane Dwayne al wrestling. Bè, il giovane Dwayne e futuro Rocky rispondeva "non lo so che c***o farò ma mi saprò far valere“. Quel "qualcosa“ sarebbe stato sviluppare la propria personalità. Il carisma è dunque la magnetica abilità di alcune persone di ispirare e guidarne altre, come recita la definizione classica individuata dalla filosofia. E così fanno i wrestlers sopra indicati: guidano le folle; così è nata la Hulkamania, così nacquero i cori di “What!” nelle arene, così nacque anche la Chain Gang, e così nacquero anche i Peeps di Christian (che non per niente appena ebbe uno stuolo stabile, numeroso e fedele di fans prese a farsi chiamare “Capitan Carisma”). . Con il carisma il wrestler brilla di luce propria, assume un'importanza centrale nello show indipendentemente dal fatto che sia face o heel, ma solo in quanto quel wrestler è “quel wrestler”, uno che di sicuro non lascia indifferente, nel bene e nel male, il pubblico.

    Torniamo all'incontro da cui la nostra analisi è cominciata, quello tra Sting e Jarrett. Carisma è Jarrett che fa la ankle lock a Sting sotto gli occhi di Angle, il maestro della ankle lock, quasi come per sfidarlo e fargli capire chi è il re della TNA. Carisma è Sting che dopo aver preso una chitarrata in testa da Jarrett gli urla in faccia come per dire “non mi hai fatto nulla, sono indistruttibile” e gli applica la scorpion deathlock. Carisma è Jarrett che con due sguardi e un promo in cui fa una cosa molto poco maschile (piangere) conquista, se non il tifo della Impact Zone, quantomeno il rispetto e la stima dei fans.

    I wrestlers carismatici sono coloro che sfondano, coloro i cui nomi vengono scanditi nelle arene, coloro per cui il pubblico paga il biglietto. Coloro grazie ai quali lo show va avanti. Il carisma è una virtù divina come credevano gli antichi? Non lo so, ma di sicuro è la virtù che porta un wrestler ad essere considerato una divinità dai suoi tifosi.

    Stay Tuned. Rob.
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    00 29/05/2019 16:05
    HIGH FLYIN 27 - L'UOMO PIU' FORTE DEL MONDO

    A cura di The Rob In Town 79

    Scrivo queste righe prima che si sia svolto Cyber Sunday: il PPV mi intriga, mi aspetto un grandissimo spettacolo. Ci si aspetta un Cena nuovamente Superman? Vedremo. Comunque è stata la prima occasione dalla divisione dei rosters in cui si sono scontrati il campione WWE e il campione dei pesi massimi. Come per stabilire l'uomo più forte del mondo, così come si faceva nei fumetti e nei cartoni.

    L'UOMO PIU' FORTE DEL MONDO

    «Prima usavamo santificare i nostri eroi. L'orientamento moderno è quello di volgarizzarli”, Oscar Wilde.

    Quando ero bambino la prima cosa che mi attrasse del wrestling furono le luci, i colori, i costumi sgargianti, sembrava un cartoon in cui combattevano non eroi animati ma uomini reali. Adesso, che sono passati quasi vent'anni da quei giorni, quando mi chiedono perché seguo il wrestling rispondo che lo trovo una rappresentazione originale, epica e divertente della società.
    Uno svago intelligente per alcuni, uno svago e basta per altri; che poi è lo stesso motivo per cui ad esempio molti bambini, ragazzi e uomini sono andati pazzi per i fumetti per anni e anni. I wrestlers sono come gli eroi dei fumetti, sono i guerrieri metropolitani che si esibiscono in divertenti e esaltanti scontri, pieni di sorprese. E' tutto finto? No, è predeterminato e comunque non cambia nulla, lo sappiamo da sempre eppure lo seguiamo lo stesso. E poi, quando ci appassioniamo alla lettura di un fumetto in cui l'eroe si batte contro il nemico, entrambi vestiti con bizzarri costumi, non abbiamo forse ben presente che ciò che stiamo leggendo è tutta una invenzione della mente? Il wrestling si basa sugli stessi principi.

    Tra l'altro il wrestling all'inizio nacque proprio così, con l'alone misterioso e fuori dal tempo che è tipico dei supereroi da fumetti. Ci sono numerose fonti storiche che descrivono figure di uomini possenti che si autodefinivano "l'Uomo più forte del mondo" o con altri appellativi simili, che si esibivano nelle fiere paesane. Lo spettacolo che “vendevano” consisteva nello sfidare sconosciuti presenti in mezzo al pubblico (che in realtà erano altri lottatori) e creava merchandise con le relative scommesse che davano per vincitore l'uno o l'altro contendente. Normalmente questo “Uomo più forte del mondo” si creava dietro di sé un background misterioso. Si dava un nome di battaglia epico e che impressionava la gente, indossava abiti caratteristici e che rimanevano impressi negli occhi della gente proprio per la loro atipicità o per il colore particolare, e faceva sì che si diffondessero intorno a lui notizie inverosimili ma credibili a causa dell'alone di mistero che lo circondava, magari dandosi la fama di aver battuto un precedente, inarrestabile campione.

    Questi lottatori erano nomadi, che vivevano della loro doppia arte: l'arte della loro forza e la loro arte recitativa, che si basava su alcune semplici catchphrases del tipo “io, Tizio, sono il più forte e sconfiggerò chiunque mi sfidi” oppure “chi sei tu per sfidare la mia grandezza?”. In pratica, una versione grezza ma simile nella sostanza a diversi odierni promo. D'altronde c'è davvero grande differenza tra gli eroi dei fumetti e i wrestlers, o fanno tutti parte di quel filone d'intrattenimento cominciato con gli spettacoli di cui sopra? Col passare degli anni, le sceneggiature degli spettacoli di Wrestling si sono fatte sempre più complesse, a volte dietro ci sono vere e proprie simboliche rappresentazioni di tematiche reali rese in modo fumettato e non sempre comprensibile al grande pubblico, ma conservano alla base le identiche premesse di molte serie a fumetti: la lotta tra il bene e il male. Infatti, i wrestlers sono classificabili in buoni e cattivi. Poco importa se il ruolo è dovuto a una convenzione dello spettacolo più che a dati oggettivi. L'eroe leale contro il traditore che gioca sporco è la più classica delle sceneggiature. Ora poi con Cena si sta tentando di fondare una nuova figura di eroe: non più l'eroe delle folle o l'eroe oscuro, ma l'eroe controverso. Si dice che gli spettatori moderni vogliono non più degli eroi duri e puri ma degli antieroi più realistici. Dei supereroi con superproblemi, come l'Uomo Ragno. Un po' alla Austin, un wrestler che non risolveva le sfide nel modo classico dei face.

    A dimostrazione di quanto sia radicato l'immaginario del wrestling in Nord-America, ricordiamo che nel fumetto il personaggio dell'Uomo Ragno, prima di dedicarsi alla lotta contro il crimine, sfrutta i propri poteri esibendosi in spettacoli di wrestling. Ed è da quel mondo che eredita il suo nome di battaglia e l'inconfondibile costume. Il più grande campione di wrestling di sempre (o quantomeno il più famoso), Hulk Hogan, è una sintesi di tre eroi da fumetto. Il nome è preso pari pari dal famoso fumetto della Marvel, tanto che vi fu anche una causa legale per violazione del copyright. La gimmick da difensore dell'America ricordava la “gimmick iniziale” di Capitan America, e tra l'altro quando Hogan tornò a SmackDown! nel 2003 la somiglianza, nel nome (Mister America) e nel costume e nella maschera blu, era davvero notevole. E l'hulk up, con cui Hogan si dotava di una forza mostruosa e sovrumana grazie al sostegno infusogli dal pubblico, non era poi così diverso dall'effetto che gli spinaci avevano per Braccio di Ferro. Oppure pensiamo a Sting, la cui gimmick fu ideata da Scott Hall proprio dopo aver letto il fumetto del Corvo, da cui proprio in quell'anno sarebbe stato tratto un famoso film; un eroe metropolitano moderno, un vendicatore dark, la cui epica epopea cominciò col fumetto.

    Ma esempi ce ne sono a bizzeffe: da Rhino, il cui nome richiamava il cattivo delle strisce di Hulk e dell'Uomo Ragno, a Hassan e Borga, critici dell'America come il Nomad (gimmick tardiva di Capitan America) faceva. E poi l'esempio più celebre di tutti: Hurricane. Gregory Helms era la Lanterna Verde, la sua gimmick era esattamente quella del fumetto, amatissimo negli Stati Uniti. Lanterna Verde è un personaggio che fa il suo esordio in piena golden age dei fumetti; è in grado di realizzare ogni cosa riesca a pensare la sua immaginazione e quindi è potenzialmente il supereroe più potente in assoluto. Hurricane lo interpretava alla perfezione, nei gesti e negli atteggiamenti, praticamente mancava solo il motto: «nel giorno più splendente, nella notte più profonda nessun malvagio sfugga alla mia ronda, quindi colui che nel male si perde si guardi dal mio potere, la luce di Lanterna Verde».
    Alcuni hanno detto che era un personaggio che strideva troppo col contorno Attitude che aveva intorno, io non sono però d'accordo: Helms continuava il ruolo che ad esempio Owen Hart con la gimmick del Blue Blazer cercava di rivestire solo qualche anno prima. Se il wrestling è fatto di eroi, non può certo mancare (o comunque starci male) un supereroe. Se poi ci spostiamo dall'America troviamo altri numerosi e famosissimi esempi del connubio tra wrestling e fumetti. In Giappone c'è stato e c'è ancora un esempio famosissimo, forse il più celebre: l'Uomo Tigre.

    La storia dell'Uomo Tigre la conoscete sicuramente tutti, d'altronde i cartoni animati a lui dedicati hanno avuto un gran successo anche in Italia. Il lottatore orfano che, dopo un lungo apprendistato in quello che oggi definiremmo un Power Plant heel di Tana della Tigre nelle Alpi, si unisce a suddetta stable heel, per poi turnare e diventare il top face, e affrontare uno a uno tutti i componenti dell'antica stable e batterli, fino a battere il capo stesso della stable nell'ultima puntata e far così trionfare il bene, come in un main event di Wrestlemania.

    Il personaggio dell'Uomo Tigre ha tuttora una grande popolarità in Giappone e all'epoca della conclusione della prima serie animata si decise di permettere l'utilizzo del personaggio anche nel vero mondo del wrestling giapponese: da quel momento numerosi lottatori hanno portato avanti la storia dell'Uomo Tigre anche nella realtà, e il Baba del cartone altri non era che il famoso lottatore giapponese del passato chiamato proprio Baba. Il più celebre wrestler chiamato Uomo Tigre è rimasto il primo, reso famoso in Italia dalle telecronache di Tony Fusaro del catch negli anni '80: il cartone andò in onda per la prima volta in Giappone alcuni anni prima del debutto sul ring di "Tiger Mask" Satoru Sayama. Fu dunque la gimmick a cercare di rinverdire i fasti del famoso cartoon, e Sayama con quella gimmick ebbe un gran successo, tanto da vincere numerosi riconoscimenti e numerosi titoli in patria (tra cui quello di miglior lottatore nell'82 e di lottatore più popolare nell'81) e fu addirittura, fatto noto a pochi, il primo wrestler della storia ad essere in possesso delle cinture NWA e WWF contemporaneamente. E se ci spostiamo nel terzo grande polo mondiale del wrestling, oltre a Nord-America e Giappone, cioè il Messico e la Lucha Libre, il discorso non cambia. Diversi fumetti sono stati dedicati a wrestlers reali, tra cui ovviamente alla massima Icona del wrestling messicano, El Santo, e diversi fumetti, realizzati dagli Hernandez Bros, cercano di raccontare il wrestling in Messico attraverso epiche storie raccontate in una collana di fumetti.

    Cena è Superman, Hogan è Braccio di Ferro, Hurricane era la Lanterna Verde, Undertaker lancia fulmini come un X-Man e in Giappone combatte Tiger mask IV? Tutto normale, il wrestling si ispira ai fumetti e i fumetti si ispirano al wrestling.

    Stay Tuned. Rob.
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    00 26/06/2019 10:59
    HIGH FLYIN 28 - NE RESTERA' UNO SOLO

    A cura di The Rob In Town 79

    La WWE diventa sempre più interattiva e decide di sfruttare sempre più il pubblico di Internet tanto che i match per le Survivor Series vengono annunciati su WWE.com. Le prime due sono state sorprese col botto (due elimination match meravigliosi sulla carta). Le Series ormai sono il big four meno considerato, in realtà hanno sempre rivestito un ruolo decisivo nei destini della federazione. Per questo vi guiderò in un tour in due parti di questo PPV…

    NE RESTERA' UNO SOLO

    “E' molto più sicuro essere temuti che amati”, N. Macchiavelli.

    A metà degli anni '80 l'industria wrestling stava raggiungendo il suo top; gli ascolti raggiunsero il loro apice e Wrestlemania 3 fece diventare il wrestling una passione di massa. Ovviamente ci fu chi cominciò a pensare di fare concorrenza alla WWF. Jim Crockett, presidente della NWA, decise di fare le cose in grande e si preparò per fare il suo primo PPV in grande stile: Starrcade '87, nel Giorno del Ringraziamento. Ma quel volpone di McMahon lo anticipò e per la stessa sera organizzò un nuovo evento: le prime Survivor Series della storia. Poi Crockett ci riprovò a gennaio, e Vince creò la Royal Rumble. Ma quella è un'altra storia, di cui ci occuperemo tra due mesi, ora ci limiteremo a parlare delle Series. A Wrestlemania i feud raggiungono il loro apice, a Summerslam queste rivalità si concludono, e alla Rumble viene incoronato l'eroe che dovrà trionfare a Wrestlemania. E alle Series che succede? Alle Series si chiude la pagina iniziata nell'anno trascorso e si iniziano le storyline che avranno il loro apice nella successiva Wrestlemania. E gli heels hanno un loro grande spazio, sempre quando non diventano face…Sibillino? Andiamo per ordine.
    Per movimentare e rendere unico il PPV, la dirigenza ebbe l'idea di istituire alle Survivor Series i match a squadre ad eliminazione, che saranno fino ai giorni nostri la caratterizzazione dell'evento. Nella prima edizione accadde l'impensabile: l'eroe dei tifosi Hogan perse il suo incontro venendo eliminato come penultimo nel suo team per count out a causa di un'interferenza di due heels della squadra avversaria (One Man Gang e King Kong Bundy). Quel match fu la seconda grande vittoria di Andrè the Giant nei confronti dell'Hulkster. Un PPV in cui trionfano gli heels: a Wrestlemania fu necessario aspettare il 2000, alle Series accadde alla prima edizione.

    E il bizzarro rapporto tra heel e face restò una caratteristica delle Series. Nella seconda edizione il match più famoso è quello in cui furono coinvolte dieci coppie, dieci wrestlers contro dieci wrestlers. Oltre a segnare l'esordio di Michaels in PPV, di quel match ci si ricorda del doppio turn finale, con i Demolition che diventarono face e i Power of Pains che diventarono heels, anche se il pubblico, non abituato a simili “colpi di scena” inizialmente non capì. L'edizione dell'89 segnò il definitivo lancio di Ultimate Warrior come nuova Icona face della federazione, e nell'edizione del '90 avvenne invece una modifica interessante e purtroppo mai più ripetuta delle regole: i vari face e heels che erano sopravvissuti durante gli incontri del PPV si affrontarono poi in un epico match finale “buoni contro cattivi” in cui sopravvissero Hogan e Warrior. E soprattutto quell'edizione segnò l'esordio assoluto in WWF di Undertaker, che portò autentico terrore nell'arena. Tanto da scalare rapidissimamente i rankings della federazione e arrivare l'anno dopo al main event; alle Series '91 ci sarebbe stato il primo incontro valevole per il titolo massimo nella breve storia del PPV di novembre, il simbolo del wrestling Hulk Hogan contro il Terrore fatto persona, The Undertaker. Fu un incontro diverso dal normale, con Undertaker che non interpretava solo il consueto ruolo che tutti gli avversari di Hogan normalmente avevano, quello del “gigante indistruttibile”, ma dimostrò anche e soprattutto una grande agilità e diede davvero l'impressione di poter dominare il campione. Il finale del match, con l'interferenza di Flair e la tombstone piledriver sulla sedia di acciaio, fa parte della storia del wrestling, con Jesse Ventura che al commento urlava “Hulkamania is dead, Hulkamania is dead”. Ancora una volta fu il trionfo degli heels.
    L'edizione del '92 è stata tra le più significative. La WWE era appena uscita dallo scandalo steroidi, e due incontri di quel PPV segnarono definitivamente la fine di un periodo (l'Era gimmick) e l'inizio di un nuovo periodo (la cosiddetta Next Generation). Macho Man e Mr. Perfect contro Flair & Razor Ramon fu davvero un bellissimo incontro, in cui si sentì davvero l'atmosfera tipica degli eventi stile “era gimmick”, e le dinamiche del match rispettarono in pieno i canoni classici del wrestling di quegli anni; davvero un piccolo classico.

    Ma l'ultimo incontro della card fu un altro, fu un match che solo tre mesi prima sarebbe stato impossibile prevedere: il nuovo campione assoluto Bret Hart affrontava il nuovo campione Intercontinentale Shawn Michaels. Due wrestlers che davanti al grande pubblico erano ancora considerati troppo poco “credibili” (troppo leggeri, troppo poco potenti, poco classici e noti) rivestivano i due ruoli più importanti della federazione e combattevano nel match principale; un nuovo tipo di face contro un nuovo tipo di heel. Molto del nuovo corso dipese da quel match. E ne venne fuori un gran match, forse quello tecnicamente più bello tra loro (WM12 ebbe una brutta prima mezz'ora), che diede definitivamente vita e consistenza ad un nuovo corso in WWF. Ma il feud ebbe così successo che fu riproposto anche l'anno dopo: Michaels fu scelto per sostituire Jerry Lawler, accusato di violenze da una minorenne, in un 4 vs 4 in cui gli avversari sarebbero stati i quattro fratelli della famiglia Hart (e in cui, nota curiosa, tra i tre compagni mascherati di Michaels vi era anche il futuro Kane). Il feud con Michaels proseguiva e un feud nuovo iniziava alle Series per Bret, quello col fratello Owen, che nel match fu eliminato, unico della famiglia Hart, a causa di uno scontro fortuito col fratellone.

    E dove poteva avvenire la fine di questo incredibile feud? Ovvio, alle Series dell'anno successivo. Nel primo submission match per il WWE title nella storia della federazione Bret Hart, col cognato Davey Boy Smith al suo angolo, avrebbe affrontato colui che era stato il penultimo campione WWF prima dell'esplosione dell'Hulkamania, cioè Bob Backlund, nell'occasione accompagnato proprio da Owen Hart. Questo a mio avviso è stato uno dei tre incontri più intensi della intera storia WWF e sicuramente uno dei più sottovalutati. Bret che dominava, Owen che aveva come solo obiettivo la sconfitta del fratello che interferiva. E poi i leggendari minuti finali con Backlund che intrappola per più di cinque minuti Bret nella temibile Chicken Wing, e in quei lunghissimi cinque minuti Owen in ginocchio ad implorare il padre e la madre, che assistevano all'incontro in prima fila, di gettare l'asciugamano sul ring. Tanto che alla fine la madre, commossa da un lato per il dolore che sul ring stava subendo il figlio grande e dall'altro lato dal dolore che il figlio piccolo sentiva per l'invidia del fratello, si alzò e nonostante l'opposizione del marito gettò l'asciugamano sul ring. Il trionfatore non fu tanto Backlund; fu Owen. La vendetta era compiuta. Caino trionfava su Abele. Ma quell'edizione delle Series non finì a favore degli heels. Nel main event Undertaker si prese la sua rivincita su Yokozuna, che lo aveva sepolto nella bara alla Rumble di dieci mesi prima. Il match nello svolgimento fu uguale a quello di dieci mesi prima, arrivarono di nuovo gli heels, guidati di nuovo dal giovane Jarrett, per interferire contro il Becchino. Ma questa volta il Becchino non era solo, c'era Chuck Norris con lui; e non è una battuta, era davvero Chuck Norris, cioè l'uomo a cui due anni e mezzo fa Undertaker avrebbe rubato il costume di scena. E questa volta la sfida ebbe il suo lieto fine.

    E' incredibile vedere come le varie edizioni delle Series siano legate tra loro: Bret Hart perse il titolo alle Series del '94, come visto, e lo riconquistò alle Series dell'anno dopo. E come nell'incontro tra Taker e Yokozuna dell'anno precedente, anche questo match fu la fotocopia del match che i due contendenti avevano disputato dieci mesi prima alla Rumble. Cambiò solo uno spot, una “furbata” di Bret, che a gennaio valse solo un conto di due e a novembre invece un decisivo conto di tre, che comportò la reazione scomposta, e il conseguente turn heel, di Nash. Come visto, le Series sono state caratterizzate nei primi dieci anni da un diverso equilibrio tra face e heel s rispetto ai canoni classici. Ma quel che avvenne in due incontri dell'edizione del '96 cambiò radicalmente il wrestling moderno. Il face Bret Hart, al ritorno sul ring dopo molti mesi di assenza avrebbe affrontato la nuova sensazione della federazione, Steve Austin. Il quale cominciava così la sua battaglia personale contro la Hart Foundation, che nella primavera successiva avrebbe preso i contorni di un “Usa contro Canada”. Le dichiarazioni simpaticamente irriverenti di Austin (“Bret Hart…uno che indossa pantaloncini rosa…devo aggiungere altro?”) lo rendevano over col pubblico; lì si compì il primo passo che avrebbe portato alla rivoluzione e allo stravolgimento della figura del face nel pro-wrestling.

    E intanto nel main event il top face della federazione Shawn Michaels aveva le sue gatte da pelare contro il top heel della federazione Sid. Dopo essere stato fischiato a Summerslam contro Vader e in alcune occasioni in autunno, si arrivò al Madison Square Garden per le Series in un'atmosfera surreale. Tutto il pubblico nella sua interezza fischiava Michaels e acclamava Sid. I ruoli si erano capovolti. Solo chi non conosce, o meglio chi non vuole conoscere, la storia di questo sport può aver pensato che Cena sia stato il primo caso. Vabbè, il racconto delle Series, e le analisi dei successivi dieci anni, per chi è interessato saranno nel prossimo numero. E nel 1997 sapete cos'è accaduto, vero? Screwjob…

    Stay Tuned. Rob.
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    00 26/06/2019 11:00
    HIGH FLYIN 29 - NE RESTERA' UNO SOLO (II parte)

    A cura di The Rob In Town 79

    Mancano cinque giorni a un'edizione delle Survivor Series che si preannuncia scoppiettante, mentre da soli due giorni abbiamo archiviato la prima sfida tra Kurt Angle e Samoa Joe. Inizia un mese pieno di wrestling, sia in Italia che nel mondo, e compito dell'editoriale di oggi è portare alle stelle l'hype per le Series, con la seconda e ultima parte della loro storia.

    NE RESTERA' UNO SOLO (II parte)

    “Si potrebbe dire che l'eterno mistero del mondo sia la sua comprensibilità”, A. Einstein.

    Eravamo rimasti fermi al '96, l'anno che cambiò la concezione dei face e degli heels. E se nel '96 avevamo di fronte un Michaels odiato da top face, nel '97 lo avevamo nel main event contro il rivale storico Bret Hart. In quella che può essere ricordata come una delle edizioni, almeno per emozioni in ring, più belle delle Survivor Series, troppo spesso ci si dimentica di due incontri che furono attesissimi: il debutto di Kane, che sulla strada di Undertaker trovava e si sbarazzava dell'ex pupillo di Bearer, Mankind, e l'attesissimo ritorno di Austin, che superando ogni più rosea aspettativa dei medici, tornava a tempo di record dal grave infortunio e riconquistava da Owen Hart il titolo IC, mettendo così fine al feud durato un anno esatto con la Hart Foundation. Ma ciò di cui ancora oggi si discute circa quell'edizione delle Series è il main event, il famigerato Screwjob in Montreal. Ora, a farla brevissima io ritengo che l'episodio va considerato superato, se ne parla più oggi che allora; tutti e tre i coinvolti (Bret Hart, Michaels e Vince McMahon) ebbero ottime ragioni per comportarsi come si comportarono. Non sta a me dare alcun tipo di giudizio morale. Tanto che la vera, unica conseguenza che lo screwjob ebbe sul wrestling fu quella di creare colui che probabilmente sarebbe diventato l'heel più famoso nella storia del wrestling: Vince McMahon, che divenne per la prima volta un personaggio del wrestling non come commentatore o come intervistatore ma come “dittatore” della federazione, l'impersonificazione stessa del Potere. Come detto nel precedente numero, in nessun PPV come nelle Series iniziano le storyline che avranno poi un termine l'anno seguente, e ovviamente il 1998 non sfuggì alla regola. Il nuovo top heel Vince McMahon era costretto su una sedia a rotelle a causa delle “incursioni” dell'ormai divenuto top face Steve Austin; il titolo massimo invece era vacante e andava assegnato. Per quello fu riproposto dopo dieci anni e mezzo, dai tempi di WM4, l'idea di un grande torneo per assegnare la cintura. Qualitativamente i match furono di livello basso, ma il modo in cui il torneo fu sceneggiato ancora oggi ha del sensazionale. Austin era l'idolo del pubblico, Mankind era il prescelto di McMahon per la vittoria, The Rock il face outsider e Kane e Undertaker avevano da completare il loro primo grande feud.

    Bè, le cose parvero mettersi subito bene per i buoni, con Austin che passava il turno e entrava in semifinale, seppur dolorante, senza combattere i quarti, e Rocky che nonostante i tentativi di scorrettezza ai suoi danni approdava anch'egli in semifinale. L'incontro tra Mankind e Austin, con la vittoria sporchissima del primo parve però rispostare l'ago della contesa a favore del Potere. Solo Rocky avrebbe potuto battere McMahon e far trionfare i buoni. Ma le Series sono il PPV degli heel e nel main event accadde la genialata: Rocky intrappola Mankind nella sharpshooter, il gong suona e la parodia dello screwjob dell'anno prima è servita. Turn heel di Rocky, turn face di Mankind e, per gradire, Austin stunnerizza tutti e finisce il PPV da eroe. Austin era l'uomo su cui la WWE ormai puntava. E come nel 1998 fu il protagonista indiscusso pur senza vincere, lo stesso accadde nel 1999. L'edizione forse peggio preparata della storia, e forse per questo poi rivelatasi avvincente ed inaspettata, vide come autentico protagonista l'investimento a Austin, che si stava preparando per il main event, un triple threat con The Rock (con cui chiudere i conti iniziati nell'edizione del 1998) e il pushatissimo Triple H. Il PPV divenne una sorta di General Hospital, in cui il report dall'ospedale sulle condizioni di Austin coinvolse più dei match dell'undercard (in cui tra l'altro vi fu l'esordio in PPV di Angle). E il finale a sorpresa vide Big Show sostituire Austin nel main event e vincere a sorpresa la cintura. Forse fu una ricompensa data al gigante per averlo coinvolto nella storyline di dubbissimo gusto della morte del padre, forse si voleva solo tentare l'ennesima sorpresa, in un periodo in cui quelli che ora sembrano i pazzi turn di Hardcore Holly erano la regola, chi era face oggi era heel l'indomani.

    Fatto sta che la scelta non funzionò, e all'edizione del 2000 l'hype era creato dall'Avvenimento con la a maiuscola dell'anno prima, l'investimento di Austin. Il match tra Austin e Triple H avrebbe dovuto chiudere la storyline, essere la resa dei conti finale tra l'investito e il presunto mandante. Il PPV in sé fu però deludente, il main event si risolse in una sorta di “guerra nel garage” a chi ha la macchina più grossa, e il titolo del mondo fu confinato in un siparietto che vide il campione Angle (che in un anno passò dai cori di “boring” alla cintura massima) battere grazie ad un sosia la leggenda di Undertaker, in pratica lo stesso trucco che avrebbe poi usato durante il feud con Lesnar due anni e qualche mese dopo.

    La WWE decise così di intraprendere nuove strade, e il 2001 sarebbe stato caratterizzato dal feud sulla carta più interessante della storia, quello tra i wrestlers della WWE e i wrestlers delle ormai acquisite WCW ed ECW. Purtroppo l'angle dell'Invasion fu mal gestito, e anche il momento finale, vissuto proprio, ovviamente, alle Series non soddisfò le attese. Per l'occasione la WWE tornava al classico “Survivor match” ad eliminazione 5 vs 5 ma il match, epico sulla carta, in realtà deluse le attese. Intanto fu curioso che l'ordine di entrata dei wrestlers delle due fazioni coincise esattamente con l'ordine delle eliminazioni, cosa che rese un po' troppo prevedibile il match, e poi ancora oggi a distanza di anni mi chiedo perché mai la WCW e la ECW siano state rappresentate nelle fasi finali da due wrestlers come Austin e Angle, che poco c'entravano (soprattutto il secondo) con WCW e ECW. Comunque quelle Series vanno ricordate soprattutto perché finalmente segnarono il trionfo di The Rock, che “salvò” la WWF. Quella fu la prima e forse unica volta che Rocky uscì trionfante da un grosso evento, unicamente forse alla Rumble del 2000, visto che fino ad allora, ad esempio, non era ancora uscito vincitore da un main event a Wrestlemania, cosa che mai gli sarebbe poi accaduta.
    E se il 2001 segnò il ritorno ai tradizionali Survivor Series match, il 2002 invece segnò l'esordio di una formidabile struttura, l'Elimination Chamber. Nei giorni precedenti il PPV si discusse molto di tale stipulazione, molti prevedevano che si sarebbero potute usare armi, come in una sorta di enorme House of Fun. Il match fu assolutamente innovativo e nel complesso molto bello, con un finale emozionante allorché vide tornare sul tetto del mondo Shawn Michaels, tornato a lottare da pochi mesi e mai così amato come allora.

    Ma l'Elimination Chamber restò una parentesi, e dal 2003 tornarono in voga i Survivor Series match. Ve ne furono due quell'anno: nel primo, dedicato al roster di Smackdown!, emersero a sorpresa i due wrestlers che nelle intenzioni della dirigenza avrebbero segnato i mesi successivi in WWE, vale a dire Cena e Benoit. Nel secondo invece emerse ancora una volta forte la figura di Austin. Se Wrestlemania è il PPV di Hulk Hogan, le Series sono quello di Austin. Anche quando non combatteva era protagonista. Come nel 1998 e nel 1999, così accadde nel 2003. Nel match che avrebbe dovuto segnare la fine o dell'Era di Bischoff o di quella di Austin, dalla parte di Austin il più tenace contendente fu il trionfatore delle Series precedenti, Michaels. Ma tra gli heel vi era la forza del Destino, vi era il wrestler che avrebbe sostituito Austin quale simbolo delle Series future, Randy Orton, alla prima grande affermazione in carriera e in una sorta di “raccolta del testimone”. Lì nacque la leggenda del Legend Killer, e le due Icone delle Series Austin e Michaels ne furono le prime vittime. E la striscia era destinata a proseguire: infatti nel 2004 Orton, divenuto nel frattempo face, vinse il suo secondo elimination match uscendo trionfatore dal Survivor Series match che faceva da main event allo show, schienando l'ex mentore e al momento campione del mondo Triple H. Quell'edizione peraltro non fu tra le più memorabili delle Series, tutt'altro, tanto che l'unico altro avvenimento degno di nota fu l'ultimo incontro combattuto da Rey Mysterio nella categoria cruiser.

    Io inizio sempre i miei editoriali con un aforisma o un proverbio, e per l'edizione delle Series dell'anno scorso il più adatto sarebbe un “non c'è il due senza il tre”. L'Avvenimento dell'anno scorso era il feud tra Raw e Smackdown!; i pronostici erano tutti a favore dello show del lunedì, alla luce di una supposta superiorità, ma lo show del venerdì poteva contare su Orton, imbattuto in questi match. E infatti a trionfare fu di nuovo Orton, che di nuovo si sbarazzò come ultimo avversario di Michaels. Il Destino a casa di Orton evidentemente bussa una volta l'anno, nella stessa data. E quest'anno Orton e Michaels sono di nuovo in due squadre differenti. Scommettiamo che…bè, avete capito: le Series hanno una loro intrinseca coerenza, io vedo lo stesso risultato degli anni precedenti.

    Non che sia l'unico match che mi interessi di queste Series, anche l'altro tradizionale Survivor Series match si preannuncia molto interessante. Per cosa verranno ricordate queste Series? Quale sarà il filo rosso che le legherà alle edizioni passate? Cosa accadrà di imprevedibile e/o innovativo?
    Io aspetto trepidante, ho ottime sensazioni…

    Stay Tuned. Rob.
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    00 26/06/2019 11:01
    HIGH FLYIN 30 - DIETRO LA PORTA (delusione inside)

    A cura di The Rob In Town 79

    Puntata speciale dell'High Flyin' quest'oggi, col buon Rob che racconta le sue impressioni nel backstage NWE. Oggi niente riflessioni sull'andamento del wrestling odierno, né speciali di riflessione e/o informazione storica, ma il report di un viaggio. E vi do' subito una nota di servizio: nelle due prossime settimane l'High Flyin' non uscirà per improrogabili impegni personali del suo autore. Appuntamento rimandato al 19 dicembre, per il penultimo numero dell'anno.

    DIETRO LA PORTA (delusione inside)

    “Quello che ho detto ho detto. E qui lo nego!”, Totò.

    Scrivo queste righe la mattina di domenica 26 novembre nella mia camera d'albergo prenotata a Piacenza. Provo emozioni opposte, sono deluso e felice. Felice di aver assistito a un bello show e di aver intervistato un grandissimo wrestler (avrete notato l'homepage…) e deluso per il comportamento dell'organizzazione, che non si è dimostrata all'altezza.
    Ma facciamo un passo indietro per chiarezza espositiva.

    Il vostro Rob era stato invitato a recarsi sabato 25 novembre allo show NWE di Piacenza, il primo di un lungo tour, abbondantemente pubblicizzato su questo sito, che toccherà moltissime città italiane. Su mandato del nostro admin Andrea Ceccacci e degli altri staffers, la mia missione era quella di intervistare i nomi importanti del roster NWE e fare il report dello show. Presi i contatti con il fan club NWE e dopo essermi iscritto ad esso, grazie al formidabile supporto dell'utente Luther Reigns, vero factotum del fans club NWE (e ragazzo gentilissimo animato da grande passione), grazie ai buoni uffici del sopraccitato leader del fans club con i vertici NWE ottengo un breve incontro di circa mezz'ora nel backstage con i wrestlers per fare foto e/o interviste. Non ci penso due volte e parto in missione.

    Arrivo al palazzetto dello sport come primo sul piazzale (persino il custode è arrivato dopo di me…) scopro che l'incontro avverrà alle 18, pronto con il mio i-pod per registrare l'intervista e la mia macchina fotografica ultimo modello per fare foto. I wrestlers arrivano in ritardo ma l'incontro con me e gli altri aventi diritto pare non iniziare. Finalmente alle 18.45 noi (saremo stati in cinque più un imbucato, tra cui un utente che forse conoscete, Unknown the Monster, ragazzo simpaticissimo) otteniamo l'accesso, venendo però avvisati che l'incontro sarebbe durato dieci minuti e che non tutti i wrestlers sarebbero stati presenti. Esprimo vivacemente le mie rimostranze, ma decido di non pensarci e di sfruttare al meglio il poco tempo per concentrarmi ad intervistare uno o al massimo due wrestlers e per guardarmi intorno. L'obiettivo massimo sarebbe stato Vampiro, uno dei miei wrestlers preferiti, ma avevo anche altri obiettivi. Aperta una porta rossa, quasi un simbolo di un rito di passaggio, mi ritrovo improvvisamente nel backstage di uno show di wrestling. E l'inizio è assolutamente col botto: davanti a me c'è Ultimo Dragon, uno dei migliori cruiser della storia, uno capace di detenere nove titoli contemporaneamente, ed è senza maschera. Faccio per fotografarlo (autentico scoop) ma mi viene detto che non si può fotografare Ultimo Dragon senza maschera. Io mi chiedo: perché partecipare a una sessione fotografica se non puoi essere fotografato? Comunque fa strano vederlo senza maschera, senza il simbolo della sua forza sembra un impiegato giapponese, molto timido. Mi giro e rischio di svenire: appoggiato al muro c'è Vampiro. O meglio, c'è Ian Richard Hodgkinson in borghese. Aria da intellettuale, occhialini, capelli legati in una coda e occhi chiusi, assorto nell'ascoltare musica. Ovviamente non si può né fotografarlo (è in borghese, senza face paint) né parlargli. Anzi, mi viene detto che anche se avessi un'ora e mezzo di tempo Vampiro sarebbe stato off limits. Timido? Scontroso? Non lo so, questa domanda non avrà forse mai risposta. Comunque, avanzo e finalmente ci sono i wrestlers disponibili. Praticamente il b-roster: gli UK Pittbulls, Flatliner, Dark Soul, Domino. E, timidamente in un angolo, un mito della lucha libre: Juventud Guerrera, che diventa ovviamente il mio obiettivo principale. Più Little Legs, il midget NWE, che è su una sedia a rotelle; evidentemente quando non lavora cerca di riposare le gambe il più possibile, infatti quando cammina lo fa sempre con l'ausilio di un bastone e si notano i problemi.

    Il primo minuto si rivela divertente: mi avvicino al simpaticissimo Flatliner, che con un grande sorriso è il primo ad accoglierci, tento di rivolgergli una domanda ma lui pare interessato a fare foto e scherzare, così cambio obiettivo e vedendo Juventud in un angolo vado da lui. Gli chiedo l'autorizzazione a fargli due domande e lui, timido ma molto cotese, accetta volentieri. Intanto accade l'impensabile: un altro ragazzo presente nel backstage, un ragazzo piacentino di nome Andrea (conosciuto su FFZ come BenoitWorld Heavyweight Champion 84), chiede a gesti a Flatliner una foto “speciale”, e il lottatore inglese, con un gesto repentino e improvviso, lo solleva e lo mette in posizione di Gorilla Press Slam. Il povero Andrea rimane sorpreso, ma non è finita: Flatliner solleva le braccia, dimenticandosi che il soffitto sarà alto 220-230 cm. Morale della storia la schiena del povero fan sbatte contro il soffitto in plasticato, da cui cadono alcuni pezzi. Andrea spaventato, Flatliner più spaventato di lui e tutti gli altri a farsi grasse risate, tra cui me e Juventud.

    A proposito, non credete a quel che dicono di Juventud: è un ragazzo cortesissimo, che ha risposto pazientemente a tutte le mie domande; e anche quando un energumeno della security mi ha maleducatamente intimato di lasciare libero Juvi e smettere l'intervista, l'atleta messicano ha detto di continuare pure, solo che a quel punto più che fare domande e risposte articolate è cominciata una breve sequenza di batti e risposta veloci. Intendiamoci, veloci ma esaurienti. E fortuna che avevo il mio fidato i-pod: con la confusione che c'era alla fine non si capiva tutto, ma tornato in albergo mi sono messo ad ascoltare l'intervista registrata. E anche sul ring Juventud si è mostrato in ottima forma atletica e ha tirato fuori ottime doti da entertainer, che in WWE e TNA potevano sicuramente essere sfruttate meglio.

    Tornando a pesce nel racconto, l'incontro coi wrestlers finisce, e prima di andarmene faccio in tempo ad assistere a due episodi curiosi. Vedo Vampiro, svegliatosi dal suo torpore, che parla con un booker, il quale stava tentando di spiegare a Vampiro cosa avrebbe dovuto fare nel match; il povero Ian (che cercava il suo face painting) non sembrava convintissimo, e onestamente dopo aver visto il match che avrebbe poi combattuto due ore dopo capisco bene perché sembrava perplesso del booking. Faccio giusto in tempo a toccarlo e dirgli “Ian, read the fanmail”, con lui che mi guarda perplesso, e passo avanti. Comunque è davvero strano vedere “raccontare” il match ai wrestlers…

    Mentre sto per uscire vedo in un'altra stanza due o tre wrestlers impegnati a chiacchierare e mangiare: saranno stati questi gli improrogabili impegni che hanno impedito loro di essere presenti al previsto incontro con i fans? Mah… Esco deluso per il poco tempo e soddisfatto per l'intervista. A questo punto rimane una sola cosa da fare: mi avvicino alla biglietteria, che aveva nel frattempo appena aperto, e dandogli nome e cognome e sito per cui scrivo le dico che ho un accredito. La ragazza della biglietteria cerca e mi da' il biglietto omaggio riservato, che una volta dentro all'arena scopro essere uno dei più belli, nel parterre in seconda fila, a due metri dal ring (ah, la fortuna di lavorare per il miglior sito di wrestling a qualcosa serve…W4E regna incontrastato!). Dentro all'arena gli addetti cercano di venderci qualsiasi gadget: io, ancora infuriato per il trattamento ricevuto non compro nulla (le t-shirt non è che mi piacessero tanto) e cerco il mio posto nell'arena.

    A proposito di posti, io onestamente per i tapings di aprile la vedo male: durante l'evento, sono scoppiate diverse liti tra il pubblico: molti hanno fatto gli indiani e cercavano di accaparrarsi posti migliori di quelli che avevano comprato, ed altri (soprattutto bambini, evidentemente non controllati dai genitori) hanno deciso bene di guardarsi lo show attaccati le transenne, provocando le rimostranze delle prime file che rischiavano di ritrovarsi oscurati dalla marea ottennesca. E la security, che sembrava composta da dopolavoristi alla Fantozzi, non era certo la più indicata per controllare la situazione. Comunque lo show è filato via bene, con grande partecipazione del pubblico e buonissimi incontri. Juventud poi ha esordito con un promo in pieno Rocky-style, compreso l'incipit “if ya smeeeellll”: sarà stato già previsto o la mia domanda al riguardo ha risvegliato antichi ricordi? Purtroppo temo non lo scoprirò mai…

    Note curiose conclusive: i ring della NWE sono sempre piccolissimi, in un anno non è cambiato nulla; chi tra i fans voleva un autografo ha dovuto sborsare cinque euro ad autografo, anche se incontrava il wrestler casualmente questi non glielo dava se non con i soldi; Rikishi aveva fuori ad attenderlo la limousine più grossa che avessi visto (JBL gli fa un baffo…). Parlando successivamente con alcune fidate persone ho poi saputo che la NWE comunque non aveva neanche avvertito tutti i wrestlers dell'incontro per la sessione fotografica e/o le interviste. Mi sembrava strano…Bè, non vale neanche la pena commentare… Ero partito con l'idea che la NWE tenesse ai suoi fans più fidati e a coloro che fanno di tutto pur di pubblicizzare la federazione in ogni occasione: bè, temo che mi sbagliavo, e che mi sbagliavo alla grande.

    Ero partito con un pregiudizio su Juventud Guerrera, temevo fosse un ragazzo scontroso: bè, qui mi sbagliavo di sicuro, Juventud è un grandissimo. Avrebbe potuto essere una serata incredibile, ma la superbia di alcuni l'ha resa strepitosa solo in parte. Peccato.
    Ci rivediamo tra tre settimane.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 08/07/2019 22:37
    Questo Topic è come la WCW (o ancor meglio la WCCW) che viene mostrata sul WWE Network.
    [Modificato da Ankie 08/07/2019 22:38]
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    Ankie
    00 24/07/2019 12:41
    HIGH FLYIN 31 - VINCE VINCE O VINCE VINCE?

    A cura di The Rob In Town 79

    In anticipo di una settimana rispetto ai tempi previsti torna l'High Flyin', visto che il vostro Rob si diverte un mondo a parlare di wrestling ma si diverte molto meno a leggere cosa dice la Cassazione… Argomento caldo di questo periodo i recenti avvenimenti di WWE e TNA e i possibili cambi di casacca di wrestlers e manager. C'è chi dice che Vince McMahon è un pazzo e chi dice che è un genio. C'è chi dice che Vince Russo è un pazzo e chi dice che è un genio. Potevo evitare di dire la mia? Sì, potevo, ma lo faccio ugualmente.

    VINCE VINCE O VINCE VINCE?

    “Prendi la direzione opposta all'abitudine e quasi sempre farai bene”, J.J. Rousseau.

    No, non mi sono messo a balbettare. Il titolo va letto “Vince Vins (McMahon) o vince Vins (Russo)?”. Mi chiedo solo se in questo momento vanno meglio le cose a Stamford da Vince McMahon o se invece sta “vincendo” la TNA grazie al lavoro che Vince Russo sta facendo ad Orlando.

    In WWE l'anno era iniziato benissimo. Un gennaio pieno di sorprese (Edge che sfrutta la valigetta, Angle campione a Smackdown!, Rey vincitore della Rumbe) e una Road to Wrestlemania gestita molto bene. Soprattutto a Raw, dove col senno di poi mi sono reso conto di aver assistito a una grande storyline. Che il main event sarebbe stato Cena contro Triple H lo sapevano anche i sassi, da mesi. Ma nessuno poteva immaginarsi l'andamento del feud.

    Era previsto infatti un normale feud face (Cena) contro heel (Triple H). Ma in quei mesi accaddero tante cose. Cena ogni volta che entrava in un'arena si prendeva bordate di fischi (e non mi interessa qui analizzarne i motivi), Triple H aveva manifestato l'intenzione di voler diventare face (sperando di fare meglio che nel 2002) e Michaels, che si sentiva “isolato” nel backstage (non erano più i tempi della Kliq) aveva addirittura manifestato l'intenzione di ritirarsi.

    E così, quasi per disperazione, si ideò un qualcosa di innovativo: Triple H avrebbe dovuto prendere in giro Cena (“one who pumps his Reeboks”) ammiccando al pubblico e colpendo John proprio la' dove era colpito dal pubblico smart. Cena era “controversial”? Si sarebbe sfruttata l'occasione. Si sarebbe rischiato di bruciare definitivamente la carriera di Cena ma si sarebbe creato un hype unico per il main event di Wrestlemania. E così infatti accadde: a Chicago Cena fu fischiatissimo e Triple H acclamato, in un'atmosfera non troppo dissimile da quando, a WM13, quegli stessi due ruoli furono occupati rispettivamente da Bret Hart e Steve Austin. E non solo, sempre a Chicago prima Shawn Michaels e poi Triple H palesarono l'intenzione della WWE di ricreare la Degeneration-X.

    Sono passati da quel giorno otto mesi: Cena è ancora campione, è ancora face e ha riconquistato grossa parte del suo pubblico, mentre la DX si è davvero riformata, Triple H e Michaels sono felici come non accadeva da anni e con loro è felice anche il pubblico delle arene, che adora la DX e i suoi segmenti. E vissero dunque tutti felici e contenti? No, affatto.

    Perché a volte arrivare al traguardo è inutile se nessuno vuole vederti arrivare. Raw ha dimostrato di non poter sopportare contemporaneamente le due storylines. Cena ha avuto un lungo feud, prima col pubblico (e ONS ne è stato un esempio paradigmatico) e poi con Edge, col quale ha dato vita a splendidi incontri (il TLC di Unforgiven per me è il match of the year) e a un buon feud, e rimando tutti all'High Flyin' intitolato “Uomini contro” per ulteriori dettagli. Ma da Unforgiven in poi è sparito. In due mesi e mezzo ha messo la cintura in palio due volte: lo steel cage con Edge finito con interferenze varie e la scorsa settimana in una quantomeno bizzarra Masterlock Challenge con Chris Masters. Per il resto un mezzo feud con gli altri campioni dei due roster, culminato in un brutto match a Cyber Sunday, e un altro mezzo feud con Johnny Nitro e Kevin Federline, il quale tra un tradimento alla Spears e l'altro, transitando per caso nel backstage di Raw, in due settimane ne è diventato il massimo attira-spettatori e heel più odiato. Ora Cena è in feud con Umaga: per me il feud arriva fino alla Rumble, ma per adesso il feud non è ancora decollato.

    E non che alla DX le cose vadano meglio: prima ha distrutto la Spirit Squad, che in tre mesi è passata dall'essere assoluta dominatrice della tag team division a squadra di ragazzotti umiliata destinata a retrocedere di nuovo in OVW, poi ha cominciato ad umiliare ogni wrestler di Raw. In due battevano otto wrestlers contemporaneamente, da soli facevano fuori un intero roster che gli dava la caccia (come neanche Austin e Goldberg nella stessa situazione erano riusciti a fare), fino a che parve comparire la luce. Nello steel cage tra Edge e Cena, un lungo sguardo intenso tra Triple H e Edge aveva lasciato presagire sviluppi futuri. E così Edge chiamò a sé Orton, per distruggere la DX. Escluso Cena, i quattro wrestlers migliori di Raw erano in feud. Geniale? Solo sulla carta, in realtà è stato un flop. Dopo una vittoria tanto scontata quanto rubata dei due top heel di Raw a Cyber Sunday, si sono susseguite umiliazioni a non finire. La DX è diventata Superman. E annoia. Fatto sta che gli ultimi tre PPV della WWE siano stati penosi.

    A Cyber Sunday c'erano sei match inediti, la netta speranza di fare qualcosa di buono, ma nulla è successo. Le Series nascevano sotto fantastici auspici, ma una terrificante gestione dei match l'ha resa inguardabile, come neppure le peggiori previsioni potevano immaginare. E come culmine è arrivato December to Dismember: PPV peggiore dell'anno, Heyman licenziato, Sabu indignato e Rob Van Dam con un piede e mezzo fuori dalla WWE. E, come chicca delle chicche, Vince McMahon minaccia RVD perché non vuole partire in Iraq per appoggiare la propaganda politica di Vince McMahon, che per entrare sulla scena della politica americana sta tentando di farsi largo tra il pubblico teo-con. E per finire, Smackdown! si è risollevato e molto, ha un ottimo mid-uppercarding, ma non c'è un main event degno di questo nome da quasi un anno e mezzo (escludo Taker-Angle perché è stato un feud di due settimane).

    E a Orlando? A Orlando è arrivato Russo. Accolto da mille timori. Avrebbe rimesso Acquette campione? Si sarebbe inventato un nuovo Robocop (evento, tra l'altro, avvenuto otto anni prima che Russo arrivasse in WCW ma vabbè…)? Il “regno” di Russo è partito col botto. In due settimane, tre detentori diversi dell'X-Division title. Un uppercarder senza sbocchi come Abyss nuovo campione NWA e il nuovo arrivato Angle che fa cedere agevolmente l'imbattuto e imbattibile simbolo della federazione di Orlando, Samoa Joe. Tutto male? No, anzi il contrario.

    Impact! Ora come ora è nettamente il miglior show di wrestling. La X-Division, che stava lentamente sprofondando, si è risollevata alla grande. Si sono rivisti match belli come non se ne vedevano da febbraio, Sabin in due settimane si è trasformato da anonimo top face di categoria in credibilissimo top heel della stessa, nella X-Division si è scoperto l'entertainment e finalmente AJ Styles ha cominciato a fare promo anche in TNA. Una categoria che, anche a causa del corto timeslot, nei mesi scorsi era stata subordinata alla categoria tag teams ha ripreso i suoi antichi fasti.

    E il main event è ottimo: Christian Cage in un anno si è trasformato dall'essere il babyface dell'Impact Zone ad esserne il top heel, pronto ad ereditare la pesantissima eredità di Jeff Jarrett. Sting ha fatto ciò che nessuno si sarebbe potuto aspettare da lui: ha preso la macchina del tempo ed è tornato indietro alla forma fisica e mentale di dieci anni, e non solo; aveva promesso di rendere over i wrestlers TNA e aveva fatto soprattutto un nome, Abyss. E così è stato: Abyss per la prima volta in carriera è diventato campione NWA, ha iniziato la miglior storyline della sua carriera e finalmente dopo anni il booking team ha deciso di esplorarne la psicologia. Quanto c'è di “monster” nel Monster Abyss? La TNA è diventata famosa e amata creando grandi wrestlers. Ora è giunto il tempo di crescere, di diventare un programma di prima serata, di diventare appetibile per gli spettatori occasionali. E così la TNA ha cominciato a creare personaggi. Nash e i suoi test psicologici e le sue udienze in bagno, Konnan e i LAX e la loro indole antiamericana (uhm, sento odore di Un-americans…), il nuovo Macho Man Austin Starr, e il ricco e caratterizzato main event. Senza dimenticarsi di Kurt Angle. L'Eroe olimpico in un anno è stato main eventer in tutti e tre i brand WWE e in TNA. Ciò che altri non fanno in una carriera lui lo ha fatto in un anno.

    L'anno scorso di questi tempi si diceva che la TNA sarebbe diventata una grande federazione se in un anno fosse riuscita a mettere sotto contratto un free agent di peso: un Goldberg, un Lesnar o un Jericho. Ma nemmeno nei sogni più sfrenati dei fans più estremi si poteva immaginare che un wrestler che cinque mesi prima difendeva un titolo del mondo a Wrestlemania potesse passare in TNA. E non pare essere l'unico: Rob Van Dam ha già un piede e mezzo in Florida e molti altri, delusi dai giochi di potere di Stamford e sorpresi dai progressi di Orlando potrebbero seguire gli stessi passi.

    Russo è l'uomo adatto per tutto ciò? Secondo me sì. Russo è un innovatore, prende sempre la strada diversa dall'abitudine. Russo lavora bene se ci sono giovani ed entusiasmo vicino a lui, e lavora male con chi ha un potere consolidato. Infatti per ora gli unici problemi pare averli avuti con Jarrett, del quale era grande amico. Ma sei anni fa Jarrett era il nuovo che avanzava, ora invece è il Potere Consolidato.

    L'importante è che Vince (Russo) non ritenti di riscimmiottare Vince (McMahon) come fatto in passato. Infatti il regno di Russo in WCW era uno scimmiottamento del regno di Vinnie Mac in WWE. Se a Russo passa la Sindrome di Stoccolma è il miglior scrittore che la TNA possa avere, soprattutto in questo delicato momento. La TNA non deve e non può fare la corsa sulla WWE, ma deve stabilizzarsi come major.

    L'obiettivo credibile per il 2007 deve essere la prima serata fissa, le due ore, un rating medio di 1.5 e la capacità di attrarre wrestlers, anche noti. Non sarà una nuova Monday Night War ma sarà concorrenza. E la concorrenza fa sempre bene, in ogni campo.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 24/07/2019 12:42
    HIGH FLYIN 32 - SEMPLICEMENTE I MIGLIORI

    A cura di The Rob In Town 79



    Come preannunciato settimana scorsa, questa settimana si fa' un primo bilancio dell'anno trascorso. In altro posto trovate (o troverete) i premi del sito, in questa edizione trovate invece le mie valutazioni personali. E poiché il buon Alexander Magno ha scritto le sue valutazioni in ordine alle singole categorie, io ho deciso di diversificare il mio riassunto dell'anno: proporrò la mia top thirty alla maniera di PWI, con qualche piccola previsione per il futuro. Diciamo che sarà una sorta di PWROB; per la classifica ho usato criteri a metà tra il mark e lo smart, tenendo conto di vittorie, incontri nel main eventing, ma anche di qualità di match e riscontro sul pubblico. Ho escluso Giappone e Messico, di cui so poco, e ho tenuto conto anche del “peso” di ogni federazione.

    SEMPLICEMENTE I MIGLIORI

    “Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio”, O. Wilde.

    30) Sabu: Un anno intenso: prima un feud hardcore come piace a lui con Abyss, poi una vera umiliazione subita da Joe. Va a ricreare la ECW in WWE e affronta subito alla pari i due campioni dei roster Cena e Mysterio. Da lì in poi è un calando: sbaglia ogni spot (Summerslam sembrava il Benny Hill Show) e perde la voglia. Da aprile 2007 probabile un cambio d'aria.
    29) Gregory Helms: Comincia l'anno nel peggiore dei modi, perdendo da Jerry Lawler. Quasi tutti ne predicono il licenziamento ma lui cambia brand, passa a Smackdown e diventa campione cruiser. Titolo che difenderà per più dieci mesi, seppur combattendo poco. La speranza è che lo mandino a lottare almeno per il titolo US, il ragazzo lo meriterebbe.
    28) Homicide: In ROH sfiora il titolo massimo e da' spettacolo in coppia con Joe. In TNA forma, col fido Hernandez, metà della più grossa novità vista ad Orlando quest'anno. I LAX dovrebbero mietere ancora grandi successi, e non si esclude per ‘Cide uno stint da singolo.
    27) Nigel McGuinness: Detiene per molti mesi il secondo titolo ROH perdendolo solo da un wrestler in chiave mark imperdibile. Da quando non ha più il titolo ricomincia a regalare spettacolo. Per il 2007 non saprei che aspettarmi, dubito però di rivederlo nella stessa classifica odierna.
    26) Carlito: Misteri della WWE. Inizia l'anno benissimo, meglio delle più rosee previsioni, poi rimane invischiato in un anonimo feud con Masters. In estate gravita con ottimi risultati attorno al titolo IC per poi essere accantonato per mancanza di idee. Ma ha le stimmate del campione: prevedo che il prossimo anno rimonterà parecchie posizioni. Basta solo trovargli una collocazione.
    25) Johnny Nitro: Inizia l'anno da dominatore assoluto della categoria tag team, poi, quando meno te lo aspetti, comincia lo stint da singolo. E lo fa col botto, vincendo subito il titolo IC; poi addirittura sfiora il main event in un breve feud con Cena. Uno dei wrestlers più migliorati dell'anno, gli basta pochissimo per sfondare.
    24) Undertaker: Lo so, mi attirerò critiche. Ma quest'anno è stato meno imbattibile. Perde feud con Angle e, a mio avviso, Kennedy, subisce il pin più pulito della sua carriera da Great Khalì e rimane fuori da due big four. Ma in quanto a professionalità è sempre il numero uno. Per il 2007 onestamente non so che aspettarmi, ma sono curioso.
    23) Abyss: Sembrava il solito anno: prima un feud hardcore, poi un job nel main event, di nuovo un feud hardcore e di nuovo un job nel main event. E invece no: a sorpresissima batte Sting e corona il sogno di una carriera diventando campione NWA. Per la prima volta si sta esplorando, con risvolti interessanti, la sua psicologia: può venirne fuori un flop o il lancio definitivo.
    22) CM Punk: Inizia l'anno in OVW riscuotendo consensi da campione ma attirandosi le ire dei piani alti a Stamford. Ma gli basta esordire in ECW per diventare uno dei più over della compagnia e un predestinato dal pubblico e da chi decide. La ECW presto gli andrà stretta, vedremo se e come riuscirà a ritagliarsi altri ruoli.
    21) Umaga: Che il fratello di Rikishi fosse un ottimo wrestler lo si sapeva. Ma che tornasse in WWE e battesse Triple H, Michaels, Cena, Kane e Flair non lo avrebbe immaginato nemmeno nei suoi sogni. Ora ha addirittura ha la chance della vita, è in feud per il titolo WWE. Ma temo che la sua gimmick usa e getta si stia lentamente dissolvendo.
    20) Bobby Lashley: A Smackdown era il più over ma in tutto il 2006 non era riuscito a vincere un solo incontro in PPV. Un titolo US conquistato per brevissimo tempo e nulla più. Passa in ECW e ridiventa fenomeno, prima alle Series e poi vincendo la Elimination Chamber. Ha talento e potenza: gli manca un personaggio, e non è poco. Per ora è molto over, vedremo che regno condurrà.
    19) Aj Styles: Un inizio d'anno relegato in ruoli di secondo piano, con title shots non sfruttate, poi l'ottima idea del tag team con Daniels. E da lì la musica è cambiata: tag team dell'anno senza discussioni e sempre ottimi incontri, e due titoli conquistati. Finisce l'anno con un brevissimo sesto regno X-Division e con un imprevedibile turn heel. Curiosissimo di vedere il suo 2007.
    18) Ken Kennedy: Il mio personale most improved wrestler of the year. Sei mesi fuori per infortunio, torna e sconfigge due volte (in modo sporco) il rientrante Batista. Poi compie il miracolo: ridimensiona Undertaker, lo “umanizza” in un feud bellissimo, uno dei migliori degli ultimi anni. Vince anche un titolo US. Nel 2007 lo aspetto main eventer fisso.
    17) Randy Orton: La vera delusione dell'anno. Doveva giocarsi con Cena il titolo virtuale di “Nuova Icona WWE” e invece ha avuto un brutto anno. La sospensione lo ha bloccato e ha sfiorato soltanto le grandi occasioni (la Rumble, WM, il feud con Hogan prima e la DX poi). Ma nel 2007 lo vedo su altissimi livelli (per me vince la Rumble prima e il Main Event di WM poi, segnatevelo).
    16) Christopher Daniels: Forma il tag team dell'anno con Styles e vince anche due titoli X-Division, rimanendo per tutto l'anno in lotta per qualche cintura. E trova anche il tempo di vincere un titolo di coppia con Sydal in ROH. E' uno dei wrestlers su cui la TNA si basa per allargare il suo pubblico, e a Orlando fanno benissimo a puntare su di lui.
    15) Big Show: A sorpresa, nell'ultimo anno in carriera, conduce il suo miglior regno da campione del mondo. In ECW. Anything can happen in WWE. Ha fatto quello che ci si aspetta da un wrestler come lui. Mancherà a tutti. Ma fa bene a smettere, negli ultimi tempi aveva evidenti problemi.
    14) Jeff Jarrett: Per me è stato l'heel dell'anno. Bastava la sua sola presenza ad irritare la Impact Zone. Sfrontato il giusto, trova anche il tempo di sfornare match straordinari (l'incontro con Sting a Bound for Glory è all'altezza di un main event di Wrestlemania). E conduce due regni da campione NWA. Pare voglia tornare come face, sarei curioso ma ho i miei dubbi.
    13) Batista: Se ne va amatissimo dal pubblico causa infortunio, e torna quasi sei mesi dopo. Sul ring è un pianto, tremendamente involuto, e il suo personaggio non ha la forza attrattiva dello scorso anno. Attualmente è campione, vedremo che farà. Mi aspetto un anno in leggero costante calando.
    12) Rey Mysterio: Vince la Rumble prima e il titolo a Wrestlemania poi. Perché non è nei primi tre? Semplice, perché conduce un regno orrendo in cui perde da chiunque, e perché dopo aver perso il titolo continua a perdere con chiunque. Ora è infortunato, tornerà dopo WM. Vedremo quali saranno le sue condizioni fisiche e con quale ruolo verrà reintrodotto nel roster.
    11) Sting: Alzi la mano chi si aspettava un anno simile. In condizioni fisiche strepitose, si erge a babyface della Impact Zone e si impegna in modo lodevole a mandare over tutti i talenti di Orlando. Esempio chiarissimo di una professionalità infinita. E aggiunge alla TNA un tocco di epicità.
    10) Shawn Michaels: Comincia l'anno con il feud con vince McMahon come tutti i grandi prima di lui. Poi, per non farlo lasciare, viene fatta riformare la DX. Sicuramente un ottimo anno, ma i titoli non li ha visti neanche col binocolo. Sembra che gli stiano finendo gli stimoli, si tiene defilato.
    9) Christian Cage: In un anno passa dall'essere l'idolo del pubblico di Orlando ad esserne il wrestler più odiato. Indubbiamente col pubblico ci sa fare. Peccato che il suo regno da campione sia coinciso col periodo di sua peggior forma. Ma ormai nel main event è e lì resterà. Più che meritatamente.
    8) Rob Van Dam: Torna alla Rumble e raccoglie ovazioni e così a WM. A One Night Stand si erge a rappresentante di un sogno del pubblico e vince il suo primo titolo WWE e del primo titolo massimo ECW della sua carriera. E fornisce sempre incontri straordinari. Ma il suo amore per l'erba lo tradisce. Con la WWE rapporto quasi finito, per me lo vediamo da luglio in TNA.
    7) Booker T: Sembrava avviato verso un mesto finale di carriera, e la umiliante sconfitta subita da Boogeyman pareva rafforzare questa tesi. Invece si è inventato un gran personaggio e ha saputo approfittare di alcune carenze del roster, conducendo un buon regno. Ma è stato un ultimo ruggito.
    6) Triple H: Fa uno straordinario lavoro nel feud che porta al main event di WM, e dopo trova il modo migliore per tornare face, come da suo desiderio. Anzi, probabilmente è stato il miglior stint da face nella sua carriera. Lo ha fatto lontano dal titolo, e non credo sia una coincidenza. Ora come ora è il top face di Raw e il vero leader della DX.
    5) Bryan Danielson: Un anno intero vissuto da campione. Da heel odiatissimo ma sfornando sempre ottimi incontri, anche negli ultimi mesi benché infortunato. Occasione probabilmente irripetibile di visibilità per un wrestler che per quanto ottimo non riesco ancora a vedere in una major.
    4) Edge: Sembrava un eterna promessa che non sarebbe mai esplosa. E invece lo ha fatto, e molto bene. Un ottimo talento sul ring, un personaggio accattivante e uno stile originale lo hanno portato nell'Olimpo WWE e a due titoli da campione. Ma la domanda è: la WWE crede davvero in Edge?
    3) Kurt Angle: In un anno è stato nel main event a Raw e in ECW, e campione a Smackdown!, con difesa del titolo a Wrestlemania annessa. Poi, con grande coraggio, ha sconvolto il mondo del wrestling trasferendosi in TNA. Cosa si può volere di più? Grandi incontri? Ha fatto anche quelli.
    2) Samoa Joe: Vero simbolo del wrestling TNA. Ha affrontato tutti e a tutti è stato superiore. Ha avuto il primo vero avversario ostico (Angle) e dopo aver inaspettatamente subito ha distrutto anche lui. E sul ring si è adattato a chiunque, fossero i suoi avversari potenti big men o atletici flyers. Il 2007 sarà l'anno della consacrazione definitiva, non ho dubbi.
    1) John Cena: Tutti parlano di lui. Chi bene e chi male, ma ognuno parla di lui qualsiasi sia l'argomento. Il 2006 ha palesato la volontà della WWE di insistere su Cena, con una storyline tanto innovativa quanto geniale. E Cena ha risposto con grande forza d'animo, non demoralizzandosi e realizzando sul ring diversi MOTY. Per il 2007 però mi aspetto una rinfrescata al personaggio.

    Sarà divertente vedere il prossimo anno questa classifica, per vedere quali previsioni si saranno avverate e quali no. Ma per un giudizio definitivo sul 2006 e il nascente 2007 vi do' appuntamento alla prossima settimana (Santo Stefano? Ma ci sarà qualcuno a leggere?).

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 24/07/2019 12:43
    HIGH FLYIN 33 - L'ANNO CHE VERRA'


    A cura di The Rob In Town 79

    Ultimo editoriale dell'anno per questa rubrica, che ormai va avanti ininterrottamente da più di otto mesi. Dopo aver rivolto i miei più sinceri auguri di buone feste a tutti i lettori (ragazzi, passatevela bene e divertitevi), riassumo l'argomento dell'ultimo editoriale dell'anno: aspettative e desideri per il 2007 e uno sguardo rivolto a ciò che ci stiamo lasciando alle spalle.

    L'ANNO CHE VERRA'

    “L'attesa è una freccia che vola e che resta conficcata nel bersaglio”, Soren Kierkegaard.

    Cari amici vi scrivo, così mi distraggo un po', e siccome siete molto lontani più forte vi scriverò. Da quando ci siamo sentiti, c'è una grossa novità, l'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va. Si rischia poco nel business, persino quando si dovrebbe: nel 2006 in WWE abbiamo assistito ad un gattopardesco “tutto cambia per non cambiare mai”. Ai vertici ci sono gli stessi wrestlers da anni. Bravi, non lo discuto, ma ora i tempi degli spettacoli sono accelerati, la gente ha fame di volti e ha voglia di storie. La WWE non propone né volti nuovi né storie nuove, e quando propone storie nuove le abbandona (cfr. precedenti High Flyin').
    Sono curioso di vedere quale sarà il main event di WrestleMania 23. Negli ultimi anni è stato Triple H contro qualcuno, quest'anno i rumors prevedono tre ipotesi: Cena-Orton, Cena-Triple H e Undertaker-Batista.

    Il primo sarebbe l'incontro tra i due uomini simbolo della nuova generazione, una sorta di “manifesto” di una nuova era. Il problema però è che Cena non è l'archetipo del face, sebbene stia tornando acclamato è un perfetto “controverso”. E Orton non ha avuto il tempo di consolidarsi nel 2006 come top heel della compagnia, come fece invece nel 2004 a Raw e nel 2005 a Smackdown; ciò è accaduto sia per colpe sue sia per colpe di chi ha fatto diventare negli ultimi mesi Raw uno show noiosissimo. Se realizzato bene, l'eventuale feud tra i due wrestlers potrebbe diventare davvero l'evento che farà entrare il wrestling WWE in una nuova era, ma se realizzato male potrebbe essere l'arma in mano ai conservatori per cogliere la palla al balzo e fossilizzare il wrestling WWE rendendolo un “2006: odissea nell'ospizio”.

    Il secondo sarebbe l'ennesimo incontro con lo stesso leit motiv di fondo degli ultimi anni. Dice: ma stavolta sarebbe un face contro face. Bè, ma sarebbe un atto di mero trasformismo, nulla più, sarebbe un allungare il significato che ha avuto l'Albo d'Oro di Raw fin dalla divisione dei brand (Triple H vince, Triple H perde, Triple H vince, Triple H perde, etc…). Il terzo poi sarebbe l'apoteosi: un incontro tra due wrestlers di età media di quarant'anni, che non hanno alcun bisogno di un titolo in un caso, e alcun diritto logico a un titolo nell'altro. Tutto ciò, in una Wrestlemania che già di suo viene annunciata per ora solo in festeggiamento della vecchia Wrestlemania di vent'anni fa, col feud e l'incontro tra Hogan e Andrè The Giant. Grande match per carità, uno dei feud più belli che abbia visto, ma forse ora sarebbe giunto il momento di guardarsi innanzi e non indietro. Ricordo quando nel 2004 ci stavamo preparando a WM20, evento pubblicizzatissimo dalla WWE. In questo periodo eravamo sicuri di quali sarebbero stati i due main events, due main events di stampo classicissimo, Goldberg-Lesnar e HHH-HBK. Non andò così, WM20 segnò il tentativo di inizio di una rivoluzione, di un nuovo modo di concepire il wrestling, purtroppo prematuramente abbandonato.

    Ma la mia sensazione dice che il nuovo anno porterà una trasformazione, che tutti quanti stiamo già aspettando: che l'avvento di una Wrestlemania sulla carta reazionaria come questa sia invece il momento del prosieguo della rivoluzione? Che la rivoluzione del 2007 non sia solo quella che compierà la Terra attorno al Sole ma anche un diverso modo di mostrare il business? Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno? Non lo voglio io, lo vogliono i fans. La TNA sta crescendo, una TNA in continua evoluzione che con l'avvento di Russo sta adattando i feud alla realtà dei tempi, con wrestlers agili, una buona dose di psicologia e uno show con tanta energia, ed esclusi Jarrett e Sting nessun wrestler “anziano”. Sting che peraltro, come il solo Foley tra i “vecchi” fa, è venuto in TNA col solo scopo di aiutare i giovani: prima Cage e Samoa Joe, e ora Abyss e poi in futuro chissà (chi ha detto AJ Styles?). In soldoni, il 2006 ha dimostrato che la WWE non è più sola nel business, Impact ha ormai affiancato negli ascolti la nuova ECW e sta mettendo la freccia, come un giovane pilota che sta raggiungendo un pilota glorioso ma ormai bolso e che davanti a sé ha ancora due piloti ottimi che stanno però risparmiando eccessivamente i pneumatici e così perdono un tot al giro. La strada è quella giusta, e così dovrebbe accadere anche in WWE, dove stanno prendendo sempre più piede giovani dallo stile innovativo (Kennedy, MVP, Nitro, Carlito, CM Punk) che aspettano solo che gli venga data l'occasione.

    Il 2007…cosa ci attenderà? Il 2006 è stato migliore del 2005, nessun dubbio, e probabilmente anche del 2004 e del 2003. All'inizio e alla fine dell'anno si sono concentrate le sorprese, positive e negative. In mezzo tante buone cose ma anche tante pessime cose. In America il wrestling continua ad avere successo, la WWE si stabilizza e la TNA cresce in modo esponenziale (+50% di ascolti in due mesi! Oh my…).

    In Italia si è stabilizzato ormai uno zoccolo duro di appassionati, e gli spettatori occasionali vengono ancora attratti dalle luci, dai colori e dalle storie. E ad aprile ci sarà l'Evento: tapings di Raw e Smackdown in Italia, e ben undici house shows! Cosa vorrei dunque che mi portasse Babbo Natale? Vorrei che a Smackdown mi portasse un main event tutto nuovo e finalmente avvincente, con ad esempio un Kennedy che merita moltissimo, vorrei che venisse abolito l'anacronistico titolo cruiser, vorrei che un'idea di fondo pervadesse lo show e non riduca lo show blu agli umori del momento.

    A Raw vorrei che lo show fosse più vario, che non si reggesse unicamente su due quarantenni, e che i feud vengano gestiti meglio. Vorrei che chi dimostra capacità come Carlito non venga sacrificato sull'altare delle esigenze della tradizione. Vorrei che la categoria Divas segua il dettame T&A nel senso di Talia & April, non nel senso di Tits & Asses. Vorrei che Vinnie Mac si adattasse un po' di più ai tempi, e vorrei che non si facesse condizionare eccessivamente dai suoi gusti e dalle sue amicizie personali: l'intuito è una gran cosa se sorretto da un po' di razionalità.

    Vorrei che la TNA decidesse finalmente su quali wrestlers bisogna puntare e quali wrestlers debbano invece servire di contorno (curioso, è il problema opposto alla WWE) e vorrei che ci fosse più tempo per sviluppare i feud. Vorrei tanto che rimanesse l'entusiasmo che la pervade e vorrei che un numero sempre maggiore di fans possa conoscerla ed apprezzarla. Vorrei che Russo riprendesse quella che si stava annunciando come la storyline migliore di sempre, il Millionaire's club contro il New Blood. Ora sarebbe anche più adatta ai tempi di quanto non lo fosse sette anni fa. Vorrei che in ROH il titolo cambiasse un po' più spesso.

    Vorrei che mio nipote di sette anni (a cui io e la mia fidanzata abbiamo appena regalato per Natale uno splendido ring, si divertirà con le sue action figures) trovasse un nuovo idolo ora che Big Show ha lasciato il wrestling e che Rey Mysterio è infortunato. Vorrei che il Codacons e il Moige capissero che il wrestling è un fumetto per adulti, e che pertanto le loro battaglie non sono solo sbagliate, quanto soprattutto sproporzionate: se nessuno percepisce il pericolo e tutti sono consapevoli della finzione, le battaglie degli enti citati appaiono inconsistenti e fuorvianti. Vorrei avere più tempo per seguire gli shows e vorrei quindi riuscire a dormire di più senza ricorrere a orari improponibili per guardare tutto ciò che mi interessa.

    Vorrei che i tapings di aprile abbiano uno strepitoso successo e vorrei che quindi non diventassero più un Evento, ma una Piacevole Abitudine. E vorrei che la passione italiana non venga più scambiata, come accaduto in questi giorni, per maleducazione ma per quello che è, sangue caldo.

    E se quest'anno di wrestling poi passasse in un istante, vedete amici miei come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io. Vorrei infatti raccontarvi un anno di wrestling eccezionale, vorrei raccontarvi le storie di fondo mostrate sullo schermo, gli aneddoti curiosi e significativi che vi stanno dietro, le singole storie dei lottatori e di chi contribuisce a farci divertire e vorrei portarvi le voci e le sensazioni dei protagonisti.

    Vorrei che la speranza di vedere del buon wrestling (tecnica, promo, storie) mi tenesse sempre incollato allo schermo. Vorrei avere anche il prossimo anno motivazioni per seguire gli shows, e vorrei che anche nel 2007 il wrestling mi mostrasse un modo alternativo di guardare alla società, in modo da impararne nuovi e intelligenti aspetti.
    Semplicemente vorrei.

    L'anno che sta arrivando tra un anno passerà, e io mi diverto ancora, ma questa non è una novità. Ci vediamo nel 2007.

    Merry Xmas and a happy new year.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 16/08/2019 14:27
    HIGH FLYIN 34 - UN DESTINO BEFFARDO


    A cura di The Rob In Town 79

    Auguri di buon anno a tutti i lettori di W4E. Dicono che ciò che mi contraddistingue sia il mio inguaribile ottimismo e la mia cieca fede nel progresso, ma tra i buoni propositi per l'anno nuovo (che normalmente ho sempre rispettato) ho deciso di allontanarmi dalle sterili discussioni fatte al fine di difendere sempre e comunque il proprio idolo o per attaccare un proprio nemico. Credo nei gusti e non nelle opinioni, credo nelle verità e non nelle crociate, credo nella storia e non nell'ignoranza. E visto che nelle feste non sono avvenuti grandi avvenimenti, ho deciso di parlare nel primo editoriale (del nuovo anno e di una nuova era), di due wrestlers che hanno segnato il destino di questo business. Due wrestlers agli antipodi, si è sempre detto. Due wrestlers molto simili, in realtà.

    UN DESTINO BEFFARDO

    “A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada”, Winston Churchill.

    Bret Hart. Chi ha la mia età lo ricorda come uno dei più grandi, come colui che cambiò il wrestling. Chi è molto giovane di wrestling invece lo ricorda esclusivamente per l'episodio dello screwjob, dando giudizi morali spesso inappropriati. Triple H: negli anni è diventato la vera nemesi di Bret Hart, più dello stesso Michaels, nel 2006 poi è stata una continua guerra a distanza. A un Bret Hart che accusava Triple H di essere diventato grande copiando il suo stile, rispondeva Triple H gioioso nel riconoscersi i meriti per l'episodio di Montreal. Di cui, per inciso, non mi è mai fregato di meno e del quale certo non intendo parlare.

    Bret Hart, Triple H: non si sono mai amati, e i tifosi dell'uno hanno generalmente sempre mal visto l'altro e viceversa. E per i tifosi dell'uno è sempre stato uno scandalo e motivo di ilarità accostare le caratteristiche dell'uno a quelle dell'altro e viceversa. Eppure le somiglianze ci sono, e sono tante. Ma vediamo di fare un po' d'ordine.

    Chi è Bret Hart? Bret Hart è uno che verrà ricordato come lo stereotipo del face, come un wrestler che grazie all'appoggio del pubblico, del quale era idolo indiscusso, e grazie alle sue abilità tecniche sopraffine, delle quali era maestro, traeva le forze per sconfiggere ogni tipo di avversario, fossero essi più grossi, più famosi o anche semplicemente solo più scorretti.

    Questo non significa che non sia stato anche un ottimo heel, ma era certamente più consono a lui il ruolo del face. Era sicuramente molto tecnico, anche se non era un Benoit o un Malenko o un Danielson e non era nemmeno ai livelli del fratello Owen. Era però un innovatore: la sua vittoria contro Flair nel '92 ridisegnò il wrestling: campione del mondo era diventato un outsider, uno che aveva fatto gavetta, il mediano diventato centravanti, un uomo di mezza stazza, e la sua arma era il wrestling. Non era grosso come gli altri, ma vinceva perchè sapeva lottare meglio degli altri.

    Chi è invece Triple H? Triple H è uno che verrà ricordato come lo stereotipo dell'heel, come un wrestler che utilizza ogni singolo vantaggio che riesce ad ottenere sull'avversario, sia esso fisico, mentale o anche semplicemente un vantaggio scorretto. Come un wrestler che metodicamente e sistematicamente affrontava ogni avversario prima con la testa e poi sul ring, senza curarsi della disapprovazione del pubblico.

    Questo non significa che non possa essere un ottimo face (ne abbiamo chiara la dimostrazione in queste settimane) ma certamente gli è più consono il ruolo dell'heel. E' stato un innovatore, il primo heel trionfante a Wrestlemania, il primo wrestler a mostrare al mondo che le favole non hanno necessariamente un lieto fine, il primo wrestler capace di catalizzare una carriera sfruttando per ragioni di storyline un episodio accaduto nella vita reale, e a farsi così identificare nel Potere Consolidato e pertanto odiato. Non è abile come gli altri ma è agli altri “cerebralmente superiore”.

    Tecnica? No non ne ha bisogno. Il suo stile è ispirato ad altro, al raccontare una storia: per Triple H “coloro che vanno nel main event non sono quelli che fanno i moonsaults dalla terza corda, ma coloro che sanno raccontare una storia”. E ha ragione.

    Cresciuto nel mito del suo mentore ed amico Ric Flair, ha sempre cercato di dare una psicologia ai suoi match. Ogni sua mossa è realistica, ha un senso, ha l'obiettivo di danneggiare l'avversario in una sua parte del corpo specifica, in modo da poterne trarre un vantaggio. Uno storyteller, un uomo carismatico, uno che sa dare psicologia ai suoi match, colui che è stato definito “suo erede” e “miglior wrestler al mondo oggi” da Ric Flair.

    E Bret Hart? Bret Hart è uno che ha sempre cercato di dare una psicologia ai suoi match. Ogni sua presa alle gambe e al corpo dell'avversario aveva il senso di indebolirlo per poi colpirlo con la Sharpshooter, come faceva Flair con la Figura 4. Le famose e famigerate “five moves of doom” (riprese poi da HBK, che ora infatti fa la combo flying forearm, kip up, inverted atomic drop, clothesline, flying elbow, Sweet Chin Music): c'è chi dice che le prese statiche fossero noiose e che le five moves of doom fossero scontate, ma troppo spesso ci si dimentica che occupavano al massimo due-tre minuti in match che in media ne duravano venti almeno. La strategia sul ring del Cecchino e dell'Assassino Cerebrale (curioso, anche i soprannomi sono simili) è la stessa, con la sola, e onestamente nell'insieme di poco conto, differenza che mentre il canadese la applicava privilegiando la tecnica, Triple H predilige la forza fisica.

    Ma come dice il chairman Vince McMahon nel DVD dedicato al Cecchino, “Bret Hart è stato il miglior storyteller sul ring dai tempi di Freddy Blassie”.

    Ironia vuole che Freddy Blassie sia stato l'idolo di gioventù, e motivo di ispirazione, per Ric Flair prima (che ne è un “figlio”) e Triple H (che ne è un “nipote”) poi. Un Ric Flair che non ha mai avuto un'alta opinione di Bret Hart, tanto da affermare che “la WWE ha vissuto il suo peggior momento quando campione assoluto era Bret Hart”. E, di riflesso, anche Triple H poi ha avuto sempre una pessima opinione riguardo al Cecchino, tanto da esserne ora uno dei maggiori denigratori ed essere stato uno dei promotori dello screwjob in un periodo, il '97, anni prima del matrimonio con Stephanie, in cui era già insieme a Shawn Michaels il wrestler più vicino al Grande Capo e da lui più ascoltato.

    Bret Hart non ha avuto la stessa predestinazione e gli stessi appoggi, all'inizio della carriera a Stamford pagò la sua innata timidezza e la poca stazza, e solo la spettacolarità dei suoi match e la presa che aveva sul pubblico fecero sì che venisse provato nel main event, e solo una irripetibile combinazione di eventi casuali fece sì che nell'autunno del '92 gli venisse affidato il titolo massimo.

    Ha ragione Flair nel dire che i regni di Bret coincisero con la crisi WWF/E? No, affatto, Bret fu l'Icona WWF negli anni seguenti e nel '94 grazie a lui a Stamford furono respinti agevolmente gli attacchi che la WCW portava avendo nel main event le due Leggende Massime Flair e Hogan. E come dimenticare che ancora oggi Bret è il terzo wrestler di sempre per vendite di merchandise dopo Hogan e Austin. Con Bret in federazione la WWF vinse la guerra con la WCW, senza Bret la perse. Per poi cominciare a rivincere grazie a Rocky, Austin, Triple H e Foley.

    Triple H, proprio lui. E Foley… Ecco, come Flair era lo stereotipo della Bella Vita e del Potere degli Horsemen e Foley era l'uomo venuto su da outsider (http://www.wrestling4ever.it/editoriali/high_flyin/high_flyin15.htm), così vale il paragone tra Triple H e Bret. L'uomo di carisma che ottiene ciò che vuole e l'uomo di carisma che ha avuto una strada più tortuosa.

    E come nessuno Bret e Paul hanno saputo guidare difficili ere di transizione creando sempre un incredibile hype attorno ai loro match e creandosi avversari degni anche quando poi degni non erano. Ed entrambi sono sempre stati pragmatici. Nei loro promo, pur diversi per stile, c'erano due soli obiettivi: sottomettere l'avversario psicologicamente prima che sul ring e puntare dritto alla vittoria, senza ulteriori fronzoli.

    E la più grande ironia sta nel come si considerano tra loro i due wrestlers: semplicemente, si odiano. Così come i fans dell'uno difficilmente sono fans dell'altro: stravedono per l'uno e si annoiano con l'altro. E viceversa.

    Bret Hart lo scorso anno ha “accusato” Triple H di essersi ispirato a lui per il suo personaggio. Ciò ha provocato lo sconcerto nei fans del canadese, che ritengono Triple H l'antitesi negativa di Bret, e l'ilarità nei fans di The Game, che ritengono la Leggenda Canadese uno che è stato sconfitto nel business e che quindi rosica. Io ritengo che non sia stata proprio una copiatura, Triple H si è palesemente per sua stessa ammissione ispirato ad altri wrestlers, ma è curioso notare come il “nonno” di Triple H, Freddie Blassie, sia secondo Vince McMahon il wrestler più simile a Bret Hart, ed è incredibile notare quanto siano stati simili i contributi che Bret e Paul hanno dato al business e quanto fossero simili i rispettivi stili nel ring.

    Due facce della stessa medaglia, con un lato più impolverato dall'usura del tempo e da una carriera sfortunata vissuta sempre con lo sfavore dei capi (Vinnie prima e Bischoff poi) e l'altro lato scintillante e ancora splendente e sotto la luce dei riflettori e l'ammirazione del Capo-parente.

    Due uomini che non si sono mai amati e che vedono nell'altro una deviazione dalla miglior via, e che hanno schiere di ammiratori pronti a combattere in nome loro a favore del proprio idolo e contro l'altro.

    Due uomini il cui successo non poteva che dipendere dall'insuccesso dell'altro: come nel vecchio West, “questo posto non è sufficientemente grande per tutti e due”. La differenza è che con le stesse armi, con le stesse strategie e con lo stesso stile combattevano l'uno per ideali opposti all'altro. Ma se la WWE è ora territorio e regno indiscusso del Genero di Vince, la memoria dell'Esiliato e del Dimenticato Bret Hart ogni tanto ricompare là dove è più forte, nel suo Canada, come in quello che considero lo Spot dell'anno 2006, la Sharpshooter di Trish ad Unforgiven, o come nella stessa Sharpshooter con cui a Backlash 2004 Benoit sottomise Shawn Michaels sconfiggendo così contemporaneamente Michaels e Triple H in nome del suo mentore Bret.

    Aveva ragione Bret, le somiglianze ci sono: sono due wrestlers molto simili che hanno percorso strade diverse. Il destino a volte è davvero beffardo.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 16/08/2019 14:28
    HIGH FLYIN 35 - COMINCIA LA STRADA


    A cura di The Rob In Town 79

    Fin da quando ero bambino, l'inizio dell'anno nuovo coincideva col periodo più importante dell'anno nel wrestling. Col tempo il wrestling è molto cambiato, crescendo ho imparato che nella WCW il periodo più importante era la fine dell'anno, ora la TNA mi appassiona più di ogni altra fed e ha come periodo clou l'inizio dell'autunno (anche se ora è interessante come mai lo è stata prima) e in WWE ci sono sedici PPV in un anno. Ma il periodo gennaio-inizio aprile, con la Rumbe e la Road to Wrestlemania rimane il più affascinante e rimane il periodo di cui più ci si ricorda nel tempo. Che accadrà quest'anno?

    COMINCIA LA STRADA

    “Il problema ai nostri tempi è che il futuro non è come è sempre stato”, Paul Valery.

    Domenica c'è stato New Year's Revolution. Tranquilli, nessuno spoiler, ho scritto l'editoriale prima dell'evento. Il prossimo PPV qual'è quindi? La Royal Rumble! O meglio, per chi è cresciuto a wrestling e Dan Peterson, la Rissa Reale! E anticipo che nel prossimo numero si parlerà proprio della Rissa Reale, allo stesso modo fatto per le Series ma stavolta in un numero solo.

    E se è normale parlare tutto l'anno di Wrestlemania, che rimane comunque l'evento più atteso e seguito per quanto riguarda il wrestling, di sicuro da ieri parlarne ha molto più senso.
    Ai piani alti di Stamford si finisce di decidere quali feud intraprendere, su quali wrestlers puntare, come gestire la sempre tanto attesa “Road to Wrestlemania”. Quali saranno gli interpreti del Grande Spettacolo? Quale Storia verrà raccontata nel feud principale? Chi coronerà il sogno di una carriera e chi troverà il sospirato trampolino di lancio o la definitiva consacrazione?

    La WWE segue dei ritmi precisi: da aprile in poi si pensa a Summerslam, e in quel periodo proseguono i feud di Wrestlemania e si da' l'impostazione all'anno di wrestling, facendo esordire i nuovi personaggi che caratterizzeranno l'anno (Goldberg, Lesnar, Umaga, Foley, in parte Bradshaw diventato JBL, tutta gente che ha esordito la puntata dopo Wrestlemania, come potrebbe accadere quest'anno a uno tra Rodimer e Brown). Da Summerslam alle Series si concludono i feud dell'anno e si comincia a gettare le basi per la Wrestlemania successiva. E dalle Series in poi si pensa a Wrestlemania, a pensare a quale Eroe dovrà vincere la concorrenza degli altri contendenti per poi ottenere il Trionfo allo Spettacolo degli Immortali.
    E tutti gli anni qualcosa va storto. Quasi sempre. Nascono quasi sempre imprevisti.

    L'anno scorso i main event a Wrestlemania avrebbero dovuto essere Triple H top heel contro Cena top face e Batista contro Orton. Bè, il primo match c'è stato anche se con ruoli diversi: tra l'altro la fortuna ha voluto che la storyline del Controversial Champion abbia finito con l'essere molto più interessante e innovativa di un normale scontro tra top face e top heel, e abbia alla fine giovato sia alla carriera di Cena che a quella di Triple H. Il secondo match proprio non c'è stato, a causa dell'infortunio patito da Batista. E all'improvviso si modificò la storia da raccontare; non più lo scontro tra i due ex compagni di stable per definire chi dei due era il presente del wrestling, chi dei due era la Vera Stella, ma fu raccontata la storia dei “sogni che diventano realtà”, della Vittoria in nome dell'Amico Scomparso. E non è stato un caso, quasi tutti gli anni è avvenuto un imprevisto.
    Nel 2004 pensavamo tutti a Goldberg-Lesnar come main event di Wrestlemania e soprattutto nessuno avrebbe mai immaginato che Eddie Guerrero o Benoit sarebbero stati nei match titolati, al massimo era rumoreggiato un Benoit perdente contro Triple H in un single match, ma sembrava una possibilità remota.
    Nel 2003 Angle-Lesnar fu costruito benissimo, ma Triple H-Booker T fu improvvisato a causa del fallimento totale di Steiner. Per non parlare di anni come il '97 o il '92 in cui davvero si navigò a vista.

    E quest'anno? Quest'anno anche si naviga a vista. A Raw si mormora da aprile di un main event tra Cena e Orton, in modo da raccontare la storia delle Due Nuove Icone della compagnia, e a Smackdown! si mormora di un match tra Batista e Undertaker, anche se non mi è ancora chiaro quale storia dovrebbe raccontare questo feud. Vedremo se i match si faranno davvero.
    Il primo secondo me sarebbe interessante, sarebbe un segnale della WWE verso il suo futuro, potrebbe davvero uscirne il feud dell'anno. Ma non è ancora sicuro che si faccia, Orton viene da un anno molto negativo. Io comunque, visto il clamoroso successo dei face alle Series, in barba alla tradizione, ritengo probabile la vittoria di un heel alla Rumble, e proprio la Rumble sarebbe il trampolino ideale per Orton, che per meritarsi il main event a Wrestlemania ha assoluto bisogno di un importante successo. Tra l'altro da quando c'è la divisione dei roster, Raw e Smackdown si sono alternate per quanto riguarda la vittoria della Rissa: 2003 e 2005 Smackdown, 2004 Raw, indi per cui quest'anno teoricamente toccherebbe allo show rosso, in cui milita Orton. Volendo fare del fantawrestling, io immagino Orton e Undertaker ultimi sopravvissuti, come accadde a Cena e Batista due anni fa. Con Undertaker che poi si potrebbe prendere la shot per il titolo dello show blu a No Way Out.

    Sistemati così i due incontri principali, bisogna vedere quali altre storie verranno raccontate. Le storie di contorno impreziosiscono l'evento e lo rendono memorabile. Pensate all'anno scorso, alla Leggenda Hardcore Foley contro la Nuova Sensazione Edge, o a quello che avrebbe dovuto essere il Grande Addio di Shawn Michaels in trionfo contro il Grande Capo e che invece addio non è stato, causa rinascita della D-X.

    Cosa bolle in pentola quest'anno? Intanto credo che il feud tra DX e Rated RKO che ha monopolizzato (diciamolo, molto male) Raw in questi mesi avrà la sua conclusione. Non in un tag team match, ovvio, ce ne sono stati già troppi. Con Orton impegnato forse nel main event non mi stupirei affatto di un Triple H contro Edge. Molte cose me lo fanno pensare: all'ultimo minuto il loro previsto match a Raw è saltato (vogliono che a inizio aprile sia inedito in questi ruoli?), Edge alla conferenza stampa di NYR ha preso in giro il nasone dell'avversario, e se Triple H è l'assoluto boss della D-X Edge è il fondatore della Rated RKO. Il personaggio di Edge è caratterizzato dalle opportunità negate e dagli avversari più famosi da superare, quale avversario migliore quindi del Potere Impersonato, anche se face? E quale avversario è adatto per l'Assassino Cerebrale se non il wrestler più sfrontato dell'intera WWE?

    Poi c'è da parlare di Hogan. Come ripetuto mille volte dalla WWE, quest'anno ricorre il ventennale di uno degli episodi più celebri della storia del wrestling, la bodyslam di Hogan su Andrè the Giant. Fino a pochissimo tempo fa sembrava certo una commemorazione del match utilizzando al posto del defunto gigante francese il wrestler che in chiave mark è a lui più simile, cioè The Big Show, che d'altronde in WCW era per l'appunto il figlio di Andrè. Ma le cattive condizioni fisiche e le alte pretese economiche di Paul Wight potrebbero far saltare il match. Addirittura poi si era pensato di aggiungere nel match anche Vince McMahon e Bischoff, da affiancare rispettivamente all'Immortale e al Gigante, anche se non vedo con quale pretesto. Vedremo, qui ancora non è partito nulla.

    Altro wrestler che dovrebbe avere un ruolo decisivo nell'evento è Nitro. La WWE punta chiaramente su di lui: combatte in tutti e tre i brand e a Raw è spesso nel main event, oltre ad essere l'anello di congiunzione tra il Fenomeno Mediatico K-Fed e il wrestling. Le possibilità per lui mi sembrano due: fino a poco tempo fa avrei detto che era più probabile la Consacrazione contro Foley, che da agosto è in cerca della Vendetta contro Melina, ma visto l'eclatante consenso che sta riscuotendo il feud tra Nitro e Jeff Hardy, diventato interbrand e a più persone tanto da coinvolgere anche i vecchi tag teams degli MNM e degli Hardy Boys, e considerando l'incidente avvenuto ad Armageddon che ha coinvolto Mercury, direi che ora è più probabile un match tra Hardys e MNM a Wrestlemania, magari con l'aggiunta di scale e quant'altro, in un allegro e sano spotfest.

    Quest'anno poi c'è anche la ECW: lì sì che davvero si naviga a vista, ma li capisco. Il roster è composto da gente che è stata scartata (a torto o a ragione non mi interessa) dagli altri roster, gente che, reduce dalla vera vecchia ECW, fa di tutto per farsi malvolere dai alti piani, gente che in generale è capitata lì per caso.

    Lashley è andato in ECW a fare il campione perché era nelle grazie di Heyman e gli hanno tolto Heyman. E' in cerca del consenso del pubblico, che è ultradiffidente verso di lui, e come prima mossa gli mandano contro Rob Van Dam, l'unico wrestler che non verrebbe mai fischiato dal pubblico ECW, che a Wrestlemania avrebbe dalla sua parte, nella sua città, anche i maniglioni antipanico e al tempo stesso wrestler che non può vincere il titolo in quanto ha già manifestato al Grande Capo l'intenzione di fare le valigie. Rimangono allora Test, personaggio in perenne cerca d'autore, CM Punk, il Giovane Idolo delle Folle e Latore di un wrestling diverso, e Khalì, il Giant Gonzales dei tempi moderni. Mah, non vorrei essere colui che deciderà che storia creare per il brand estremo…Sarebbe di più facile realizzazione lavorare sul motore ad idrogeno…

    Ma bando ai discorsi: è ufficialmente cominciata la Strada che ci porterà a Wrestlemania, siamo tutti in attesa di vedere cosa ci verrà proposto, di vedere quali wrestlers rappresenteranno la WWE. Siamo nel periodo in cui i ratings salgono, il periodo in cui anche chi normalmente non segue il wrestling butta un occhio su ciò che la WWE propone, il periodo in cui tutti sgomitano per avere un posto al sole.

    Dopo la Rumble su queste pagine cercherò poi di raccontarvi cosa è Wrestlemania, ci saranno ben otto settimane per decidere come, quando e quanto spesso farlo. Per ora godiamoci l'inizio del Cammino che ci porterà ad aprile.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 16/08/2019 14:29
    HIGH FLYIN 36 - TRENTA UOMINI, UN OBIETTIVO

    A cura di The Rob In Town 79

    Avevo dodici anni, era domenica sera, aspettavo quel momento con ansia, da quando Jack Tunney aveva reso vacante il titolo e lo aveva messo in palio per la Rumble. Chi ha la mia età ricorderà la sigla del tempo, c'era la telecamera che “correva” su un deserto roccioso per poi arrivare là dove c'era Warrior: un fulmine colpiva Warrior disegnandogli il tatuaggio sui pettorali, poi dagli occhi del Guerriero uscivano due fasci di luce viola che illuminavano la cintura. Cominciò il collegamento e Peterson disse: “eccoci qua, ecco il momento amici”. L'emozione saliva: chi sarebbe stato il primo? British Bulldog! No, perché lui?, speravo arrivasse fino in fondo. Che serata stava cominciando…

    TRENTA UOMINI, UN OBIETTIVO

    “Gli eroi non hanno buon odore”, G. Flaubert.

    All'inizio la Rumble nacque, come detto nel numero sulle Series, come risposta organizzata da Vince McMahon contro i primi tentativi WCW di metter su un PPV che potesse fare concorrenza alla WWE. L'idea era di creare uno spettacolo alternativo, slegato dalle storyline, che basasse il suo interesse sulla sua incertezza; all'inizio però, non capendo le potenzialità della stipulazione, la WWE puntò su midcarders, le prime due edizioni furono così vinte da Duggan e Big John Studd. Alla terza edizione, quella del 1990, doveva essere il turno di un altro midcarder che stava ben impressionando, Curt Hennig, ma all'ultimo Hogan pretese la vittoria.

    E cominciò così il feud con Ultimate Warrior. Il primo vero Royal Rumble moment della storia è il primo incontro sul ring, da soli, da avversari (nel pieno rispetto del motto caratteristico della Rumble, “every man for himself”) tra i due top face dell'allora WWF. Uno sguardo a metà tra il dispiaciuto e l'orgoglioso tra i due, e poi si scatenò la lotta, e una doppia simultanea clothesline incrociata li fece cadere. La Rumble è terreno di incomprensioni: e proprio da un'incomprensione avvenuta pochi minuti dopo, con Hogan che tentando di eliminare Rude e Barbarian elimina involontariamente Warrior, nacque la faida tra i due culminata a WM6. O come accadde due anni dopo tra Hogan e Sid, alla fine della Rumble '92, nell'episodio che avrebbe dovuto sancire il turn heel di Hogan e che invece sancì il turn del giovane gigante biondo.

    Ma quello che più attira della Rumble è l'opportunità di vedere tutti insieme i migliori lottatori della federazione, di vedere una pluralità di storie nello stesso incontro, di vedere quali wrestlers usciranno dopo un minuto e faranno la figura della macchietta, e quali wrestlers invece daranno il meglio di sé.

    E, aspetto sottovalutatissimo, ogni Rumble racconta una sua personalissima storia, la storia del Suo Vincitore. Uno spettatore di Wrestlemania non si ricorda solo il main event ma anche altri incontri, e così accade in ogni show di wrestling. La Rumble no, è un evento assolutamente particolare; sebbene dal '91 in poi nel PPV sia in palio anche il titolo massimo, ogni edizione è strettissimamente legata al nome del vincitore del Royal Rumble match, il PPV si identifica in tale Eroe, nella sua storia.

    Anche se ogni tanto questa storia si potrebbe anche cambiare. Per dire, l'anno scorso fu uno dei pochi casi in cui il copione della Rumble fu deciso all'ultimo. La Press Conference (a proposito, l'hanno abolita: mah, non mi pare una grande idea…) fece intuire che il copione era cambiato, che si sarebbe raccontata la storia dei “Sogni che diventano Realtà”, dell'Outsider, delll'Eroe che vince la Rumble in nome dell'amico scomparso. Ok, non sono certo né uno che si scandalizza per una simile storyline (l'ha accettata la famiglia, non devo accettarla io?) né per la vittoria di Rey (sarà anche basso, ma è uno dei migliori wrestlers WWE), ciò che ho capito meno sono stati i numeri assegnati e il modo in cui tale storia è stata raccontata sul ring.

    La Rumble del 1992, quella di cui ho parlato nella premessa, raccontò la storia del Campione che grazie alla sua furbizia resiste e vince, pur partendo col numero 3; nel 1995 Shawn Michaels addirittura vinse col numero 1, per legittimarsi così nel main event, in un'era in cui i “piccoletti” come lui erano insoliti alle cime della federazione; e nel 2004 fu ripetuta l'impresa, con Benoit che vinse anch'egli con l'uno dimostrando così che grinta e tenacia rendono l'uomo un campione. Eroi si può anche diventare con sudore e applicazione, non solo nascere per fisico, quello è ciò che voleva essere spiegato dalla Rumble di quell'anno. Con la vittoria di Rey dell'anno scorso si è fatto un mix delle tre Rumble sopraddette. La domanda è: è stata credibile? Sì, lo è stata, sia in chiave mark che in chiave smart. Ma è stata utile e/o innovativa? Bè, probabilmente no.

    Altre volte poi la Rumble è stata il territorio di caccia dell'Eroe senza Macchia e senza Paura. Caso limite, il 1999 in cui la Rumble si basava sul fatto che tutti i lottatori dovessero coalizzarsi contro il solo Austin, che peraltro non vinse ma fu eliminato per ultimo (da Vinnie Mac, in quella che fu a mio avviso l'unica vera vittoria scandalosa della storia); ma da ricordare sono anche il 1998 (Austin), il 2002 (in cui un appena rientrante Triple H vinse agevolmente), il 2003 (dove Lesnar non aveva avversari, troppo pronosticata e pronosticabile la sua vittoria) o anche il 2005, con la vittoria di Batista, Colui che stava passando alle Forze del Bene ribellandosi così al Capo dei Cattivi. E come le Series sono quasi sempre state (fino a due mesi fa avrei detto “sempre”) territorio degli heel, tradizionalmente la Rumble è terreno di caccia dell'Eroe. Solo in quattro occasioni, dal '90 in poi, hanno vinto gli heel: '92, '93, '95 e '99. Escludendo il '99, l'anno in cui, come detto, vinse McMahon, è da dodici anni che non vince un heel.

    Ci sono poi wrestlers legati in modo indissolubile alla Rumble: ad esempio Austin, che l'ha vinta tre volte (benché quella del 1997 sia stata una grande pagliacciata, e chi l'ha vista sa cosa intendo) e ha il record di maggior numero di eliminazioni globali e di permanenza totale sul ring (quest'anno però Benoit e HBK, stando una mezz'oretta sul ring, lo supererebbero), o ad esempio Michaels, che creò la sua credibilità nel main eventing vincendo per due volte consecutive la Rissa Reale. E ci sono invece grandissimi wrestlers che la Rumble non la hanno mai vinta: Undertaker e Angle, per fare due nomi. O, in tempi più lontani, Ultimate Warrior e Macho Man.

    Altri, pur non vincendo, hanno indissolubilmente legato il loro nome all'evento. Penso a Foley, che è stato protagonista di due celeberrimi episodi: i tre ingressi con tre gimmick diverse nell'edizione del '99 (e come Dude Love fu il terzultimo eliminato) e il clamoroso rientro, con tanto di boato del pubblico, nell'edizione del 2004. Oppure penso a Kane, che detiene ancora oggi il maggior numero di eliminazioni in un'unica edizione (11 eliminati nel 2001) e che è sempre stato protagonista di segmenti divertenti (il segmento con Honky Tonk Man per dirne uno, il segmento con Carey per dirne due).

    Ogni anno poi attendiamo con ansia di vedere i consueti siparietti, sempre uguali nel tempo eppure sempre così emozionanti: le coalizioni contro il gigante di turno, che puntualmente riesce a liberarsi una prima volta, lo sfigato di turno che sul ring o non ci riesce ad entrare oppure dura qualche secondo o poco più, ogni tanto accade anche di vedere il wrestler rimasto da solo sul ring in attesa di vedere il nuovo avversario spuntare dal backstage.

    E proprio quelli sono i momenti più belli: l'attesa del nuovo ingresso. Per un minuto e cinquanta il pubblico guarda al ring e incita il proprio beniamino, ma nei successivi dieci secondi tutti nell'arena si mettono a fare il countdown, e tutti a casa cercano di immaginarsi quale wrestler uscirà sul ring. Sarà un favorito? Sarà uno sconosciuto? Sarà un jobber? Sarà qualcuno che amiamo o che odiamo? E da quando la WWF/E ha avuto la geniale idea di far entrare i partecipanti alla Rumble con la propria musica d'entrata, il momento è diventato ancora più emozionante. Si parlava dell'ingresso di Foley alla Rumble del 2004: bastò il rumore di frenata per gasare in modo straordinario il pubblico e terrorizzare un incredulo Orton. O quando alla Rumble del '98 all'entrata del numero 24 si sentirono rompersi i vetri: tutti i wrestlers smisero di combattere e guardarono al titan tron, e Austin tra il tripudio della folla entrò sul ring dall'altra parte. Senza musica non si sarebbe potuto creare lo stesso epico momento. Banale ma vero.

    Quest'anno non ci sono ancora stati incontri di qualificazione e questo è un errore, bene o male creavano hype, non siamo ancora entrati in pieno “clima incontro”.

    Di sicuro ci sarà una novità, la presenza dei wrestlers ECW. Da quel che ho capito avranno dieci posti, esattamente come gli altri due roster. Bè, per me è un errore, in ECW non ci sono dieci wrestlers degni di stare in un tale evento, soprattutto alla luce del fatto che tre di loro dovrebbero essere impegnati in un altro incontro del PPV. Forse sarebbe stato preferibile un 12+12+6; la ECW ha la metà del tempo rispetto agli altri show, avrebbe potuto benissimo avere la metà dei wrestlers coinvolti. Easy and simple.

    E come ogni anno abbiamo diversi favoriti: c'è Undertaker, il Leggendario Eroe a cui manca solo questa importante vittoria, c'è Orton, l'Uomo del Destino che deve compiersi, c'è Michaels, l'Eroe di Casa che deve vincere per sé stesso e per l'amico infortunato, mentre credo pochissimo ad eventuali outsiders alla Edge o alla, che qualcuno ce ne scampi, Khalì.

    Personalmente, come avevo detto già settimana scorsa, credo che in quest'edizione di Wrestlemania si materializzerà il Feud del Futuro, e pertanto credo che il Destino guiderà il vincente della rissa. Che dire, speriamo che tale eventuale vittoria possa essere meritata a posteriori, è giunta l'ora che i giovani si prendano sulle loro spalle la responsabilità dello show e le sorti della federazione intera. Ragazzi, ragazze, non so voi ma io non vedo l'ora: in poco più di un'ora vedremo il gotha della federazione, vedremo momentanei scontri inediti, vedremo proseguire i feud più interessanti del momento; rideremo, ci dispereremo all'eliminazione del nostro idolo, scandiremo ventotto countdown.

    Vedremo quali wrestlers avranno l'onore e l'onere di iniziare il match (sensazione mia, quest'anno con i primi due numeri non si andrà lontano) e vedremo quale wrestler scolpirà il suo nome nella leggenda. Non so voi, ma io non vedo l'ora, l'attesa sale veloce. E speriamo che tra dodici giorni sia davvero una domenica epica.

    E, per finire, ringraziamo tutti Sky: proprio per l'occasione, finalmente torneremo a vivere in diretta, come accadeva anni fa, l'evento, e per chi non potrà stare sveglio, avremo diverse repliche, tra cui il lunedì in prima serata. Chi è che diceva che il wrestling nelle TV italiane sarebbe svanito? Corvacci del malaugurio, siete stati sconfitti…

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 23/08/2019 17:19
    HIGH FLYIN 37 - SVEGLIARE I DORMIENTI

    A cura di The Rob In Town 79

    Chi mi legge sa che nell'ultimo periodo parlo sempre volentieri di TNA, trovo che il prodotto sia migliorato in pochi mesi in modo esponenziale, mentre invece Raw mi sta piacendo sempre meno, le ultime puntate le ho trovate davvero bruttine. E' in atto una nuova Monday Night War? No, assolutamente. Ma l'impressione è che la TNA non stia affatto cercando l'attacco frontale, ma che abbia deciso tutta un'altra strategia, che pare decisamente poter essere quella vincente.

    SVEGLIARE I DORMIENTI

    “L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità”, U. Foscolo.

    Ultimamente parlano tutti di TNA, segno che il prodotto comincia a piacere o che perlomeno fa discutere. E' appena passato agli archivi Final Resolution, un PPV da sette e mezzo ma considerato deludente. Certo, deludente dopo aver visto Turning Point, che peraltro era stato il miglior PPV del wrestling pro nel 2006, almeno secondo la opinione degli staffers del vostro sito di wrestling preferito. E per trovare un PPV WWE all'altezza dobbiamo risalire, in mia opinione, almeno fino ad Unforgiven. Ma, una volta assodato che la TNA non può competere con la WWE allo stato delle cose, per una elevata serie di motivi che non sto qui ad elencare ma che tutti conosciamo, quali sono gli obiettivi della TNA? Bè, il management della TNA nelle interviste fa' un discorso giusto: dice che il wrestling è un prodotto unico nel suo genere e per forza di cose un tipo di wrestling non può essere molto diverso da un altro. Però occorre pensare al fatto che sei anni fa quattordici milioni di americani guardavano questo sport e ora non lo guardano più. Dove sono finiti costoro? Vanno ritrovati e fatti reinteressare al prodotto. L'obiettivo della TNA deve essere proprio quello, far sì che chi prima seguiva il wrestling e ora non lo segue più, abbia la possibilità di trovare qualcosa che lo faccia appassionare nuovamente.

    Cosa c'era di diverso sei anni fa rispetto ad ora? Soprattutto due cose, fatevelo dire da chi quel periodo lo ha vissuto: match molto dinamici con un'ottima azione in ring e storyline imprevedibili, che appassionavano lo spettatore. In WCW poi assumevano un contorno quasi “cinematografico”. Tutto ciò nel wrestling odierno della WWE sta lentamente scemando, nonostante le ultime idee di Vince stiano proprio puntando al recupero dei fans persi nel tempo. Far intervenire nello show personaggi in grado di aumentare l'interesse del mondo nei confronti della WWE è sempre accaduto, si pensi a Alì e Cindy Lauper nella prima Wrestlemania, a Tyson a Wrestlemania 14, alle comparsate di Jay Leno, Rodman e Malone in WCW. Il nuovo personaggio “famoso” che è stato fatto partecipare allo show è stato Federline, grazie al quale infatti i ratings sono sempre aumentati. Il reale problema è che il resto dello show non ha supportato la storyline che vedeva impegnati il Personaggio Esterno (K-Fed) e colui che, bene o male, è indubbiamente il Wrestler attuale Più Conosciuto al mondo (Cena). Il resto dello show non era ben realizzato: un ottimo feud per il titolo Intercontinentale, che infatti dura da mesi ed è diventato interbrand, ora poi è nato un discreto feud femminile e tutto il resto, per dirla alla Califano, è noia. Soprattutto il feud tra DX e Rated RKO che teoricamente avrebbe dovuto regalare grandi match e grandi promo ha fallito tutte le aspettative, e il resto del midcarding, che non ha una sola rivalità di rilievo.

    La TNA sta puntando a riesumare ciò che rese grande il wrestling WWE qualche anno fa: grandi match dinamici (la X-Division di oggi come i TLC di allora), grandi promo (e qui manca ancora un Rocky, peccato si sia dato via troppo presto Monty, anche se chi c'è sta facendo molto, molto bene) e storie cinematografiche (e sono state perfette sia la storia riguardante il segreto di Abyss sia la nuova storia che caratterizza da giovedì il main event). C'è poi una notizia che è stata pubblicata la scorsa settimana in newsboard e che è passata inosservata ma che in realtà è assai pregna di significati. Mi riferisco al fatto che dopo le prime dieci puntate il roster ECW abbia perso quasi il 50% dei suoi telespettatori sopra i trent'anni; chiaro segnale che i vecchi fans ECW (che dieci anni fa erano infatti sopra i vent'anni) erano stati invogliati a seguire le prime puntate sperando in un ritorno del vecchio stile ECW nel wrestling, ma che poi se ne sono allontanati. Però un tentativo di rivedere wrestling lo avevano fatto. Ricordate quando, visto il successo che ebbe il DVD dedicato alla storia ECW, McMahon decise di creare il PPV One Night Stand? La TNA colse subito la palla al balzo e, visto che aveva importanti ex ECW nel roster, diede il titolo NWA a Raven prima e al nuovo acquisto Rhino poi, due Icone della ECW originale.

    E pensate se quest'anno la WWE organizzerà un terzo PPV One Night Stand: come ex ECW importanti si ritroverebbe Dreamer e Sandman, il quale peraltro ha problemi nel backstage. Invece, considerando anche che Sabu e RVD quasi certamente non rinnoveranno il contratto e molto probabilmente migreranno in Florida, la TNA si ritroverebbe loro due, Raven, Rhino, i Dudleys, Lynn. I vecchi fans ECW allontanatisi dal wrestling potrebbero interessarsi e farsi coinvolgere dalla federazione dei Jarrett, ritrovando più personaggi da loro conosciuti e uno stile di lotta più consono ai loro gusti. La TNA in un certo senso è la ECW dei giorni nostri, c'è un rapporto viscerale tra federazione e fan, il fan ha dalla federazione tutto ciò che chiede, e c'è un rapporto di collaborazione aperta con i suoi wrestlers, che guadagnano meno ma si sentono più liberi. Con una grossa differenza dalla vecchia ECW: una gestione più intelligente da parte del management e maggiori finanziamenti dietro. Non è neanche sfuggito agli occhi degli attenti osservatori il fatto che la TNA stia organizzando storyline molto “cinematografiche”, se mi passate l'espressione. Esattamente come faceva la WCW: in questo si vede la mano di Russo. Ok, Russo ha commesso grandi errori in WCW ma ha anche fatto ottime cose, e il suo lavoro lo stiamo apprezzando tutti in TNA, è innegabile che il suo arrivo ha coinciso con un gigantesco miglioramento del prodotto.

    Questo può essere interpretato come un tentativo di recuperare i vecchi fans WCW che non sono mai stati molto attratti dalla WWF/E. Tra l'altro, particolare non molto conosciuto, quando Spike TV doveva decidere se trasmettere o no Impact! sul proprio canale, dopo il fallimento della trattativa per il prolungamento del contratto di Raw, organizzò dei focus group col pubblico. I focus group sono una forma di ricerca qualitativa, in cui un gruppo di persone è interrogato riguardo all'atteggiamento personale nei confronti di un prodotto, di un concetto, di una pubblicità, di un'idea. In pratica ad alcuni fans che seguivano Raw su Spike TV, sono stati mostrati degli spezzoni TNA; la risposta più frequente è stata “ci sono 20-30 mosse che non avevamo mai visto, è interessante”.

    Da lì è nata l'idea del “We are wrestling”, che ora si è evoluta; infatti oltre che i fans del gesto atletico bisogna reperire anche i fans delle storie, ed è dunque da interpretare ora come “we are wrestling, sport and entertainment”. Trovi tutto, dai salti acrobatici di Styles e Lethal all'intensità di Sting al divertimento dei segmenti di Nash. E a proposito di Nash, vi assicuro che presto, in uno dei prossimi numeri, si parlerà proprio di questo inaspettato ed imprevedibile fenomeno. Comunque, tornando al senso dell'editoriale, è logico che concorrenza ci sia. La WWE spesso chiama talenti TNA con l'attrattiva di un ottimo contratto, per poi rilasciarli prima di utilizzarli e quando ormai i ponti col management TNA sono stati tagliati, basti pensare a Moore, Kazarian, Siaki. Potrebbe essere soltanto una coincidenza, ma dubbi al riguardo ce ne sono molti. E la TNA ora ha tentato la strada dell'attacco diretto alla WWE. Soprattutto attraverso i VKM, che sono ormai da mesi l'argomento più dibattuto sul web.

    Chiariamo innanzitutto una cosa: non ha senso l'affermazione di chi dice che con questo angle la TNA sta facendo pubblicità alla WWE. E' ovvio che chi segue la TNA sappia dell'esistenza della WWE. I VKM in realtà che fanno? Fanno una parodia della DX, né più né meno. Salgono sul ring con la loro taunt, che hanno contribuito anch'essi a rendere famosa nel wrestling, fanno salire sul ring le parodie della Spirit Squad annientandole col “Suck it” arma di distruzione di massa e festeggiano col finto Big Dick Johnson. Il senso dei loro promo è: quanto c'è di divertente e quanto c'è di triste nell'originale? E' normale che lo show di werstling di punta abbia come massima fonte di entertainment un uomo grasso mezzo nudo? Ed è normale che due quarantenni girino per lo show a fare scherzi e annientino avversari su avversari con la sola taunt? No, non lo è.

    Viene criticata la parodia? Viene detto che Vinnie mai lo avrebbe fatto? Ragazzi, stiamo scherzando spero. Ricordiamoci che la WWE coniò Gillberg, Nacho Man, Huckster, il Fake Diesel e che la stessa DX invase gli studi di Nitro dieci anni fa. Perché quelle cose sono lecite e la VKM no? E non si tratta tanto di derubare ascoltatori alla compagnia rivale quanto di “marcare le differenze”, in modo da attirare a sé chi non è attratto dallo stile WWE. Personalmente parlando, apprezzo entrambi gli stili. Adoro la WWE e adoro la TNA. Il fatto è che io adoro il wrestling, e poco me ne faccio di guerre tra fans di federazioni. La WCW sorpassò la WWF negli ascolti grazie alla varietà del suo show: c'erano incontri cruiser per scaldare la folla, c'era un solido entertainment e c'erano personaggi noti nel main eventing, e grandi dream match (Hogan ha affrontato Flair e Bret Hart solo in WCW, mai in WWE, per fare un esempio).

    La TNA ha la X-Division, ha un solido entertainment, e può proporre potenziali dream match (ad esempio Angle-Sting, a chi non piacerebbe vederlo?). E ha un impianto stile ECW, con Icone di quella federazione nel suo roster. Ora però deve creare dei suoi “Goldberg” e dei suoi “Sting”, wrestlers nati e cresciuti nel ring a sei lati. E' il turno di Joe, è il turno di AJ Styles, è il turno di Abyss. Così facendo, una parte dei quattordici milioni di desaparecidos avrebbe valide ragioni per riaccendere la televisione. Ora la TNA ha in mano le carte da giocare per convincere queste persone a tornare a vedere wrestling. Sta a loro giocarsele bene, personalmente sono curioso.

    p.s.: per quel poco che questo editoriale può fare, volevo dedicarlo a Bam Bam Bigelow, un grandissimo big man purtroppo scomparso in settimana. Addio grande campione, non scorderò mai il tuo talento e i tuoi fantastici incontri.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 23/08/2019 17:20
    HIGH FLYIN 38 - C'ERA UNA VOLTA. E C'E' ANCORA.


    A cura di The Rob In Town 79

    Quando ho scritto queste righe non avevo ancora visto la Rumble, anzi non era stata nemmeno ancora disputata. L'attesa è alta, ho già detto per me chi la può/deve vincere. Il risultato comunque sarà molto indicativo di ciò che la WWE ha in mente per i prossimi mesi, il pericolo incombe, c'è, è presente. Ma anche escludendo la Rumble sono molte le news che mi hanno colpito provenienti da Stamford questa settimana. E' iniziata la Road to Wrestlemania, e rimane da affrontare un annoso problema.

    C'ERA UNA VOLTA. E C'E' ANCORA.

    “La bellezza, dopo tre giorni, è tanto noiosa come la virtù”, G. B. Shaw.

    Tra le tante news che ho letto in settimana mi ha colpito molto quella riguardante il balletto delle location che dovrebbero ospitare l'edizione 2007 delle Survivor Series. Fino a pochi giorni fa ero convinto che la scelta definitiva fosse Montreal, mi stavo già prefigurando il modo in cui avrebbero commemorato lo screwjob (la location non era certo stata scelta a caso) quando inaspettatamente è cominciato su WWE.com, e conseguentemente su tutti i maggiori siti mondiali di wrestling (tra cui il più importante, W4E) il balletto Miami-Montreal. Pare che ora sia stata scelta, in modo definitivo, Miami.

    Perciò devo dedurre niente commemorazione dello screwjob. E meno male, ne sono contento, ho già spiegato su queste pagine il perché. Anche perché non si sarebbe mai potuti mettere davvero la parola fine su quell'episodio. Pensandoci, però, mi sono accorto che il wrestling è nato e si è fermato a quel giorno per quanto riguarda un aspetto, che all'inizio parve secondario ma che poi in realtà è diventato l'evento principale consequenziale a quell'episodio.

    Ricordate cosa accadde dopo il match? Scena famosissima, non andata in onda durante il Pay per View ma mostrata in diversi DVD: Bret sputa in faccia a Vince, e qualche giorno dopo Vince si rivela al mondo come proprietario della WWF e non più solo come commentatore-intervistatore, rilasciando inoltre una intervista sull'episodio dello screwjob a Jim Ross. Era avvenuta la diretta entrata in scena di Vince McMahon: il boss diventava così parte integrante dello show, incarnando la rappresentazione stessa del Potere Ingiusto, in un momento in cui era diffusa in tutto il pubblico la sensazione che a Bret fosse stato arrecato un danno ingiusto. E al Potere si contrapponeva perfettamente la nuova icona della federazione, “Stone Cold” Steve Austin, il ribelle uomo della strada idolo incontrastato delle masse. Questa splendida storyline ebbe inizio nella puntata di Raw successiva a Wrestlemania XIV, evento in cui Austin aveva conquistato per la prima volta il titolo assoluto, nell'aprile del '98; e quella sera fu la prima volta dopo diciotto mesi in cui i ratings televisivi di Raw sopravanzarono quelli di Monday Nitro, un
    sorpasso che non venne mai replicato.

    Il successo fu talmente grande che in WWE fecero sì che questa storyline durasse dieci anni, infatti è in corso ancora adesso. “Come fino ad adesso?”, già immagino la vostra reazione. Sì, fino ad adesso. Mi spiego meglio. Come noto, la storyline tra Vince e Austin durò per più di un anno fino alla conclusione che avvenne a Fully Loaded 1999, con Austin che avrebbe affrontato Undertaker in un “End of an era match”: se Austin avesse vinto, McMahon si sarebbe dovuto per sempre ritirare dal wrestling business, mentre nel caso contrario Austin non avrebbe potuto mai più lottare in un match titolato (e per maggiori informazioni sul feud, vi consiglio di leggere il bello special che c'è su questo sito nella History Zone).

    Ma in realtà la storyline non finì: Vince si ritirò solo momentaneamente e, visto il clamoroso successo che aveva avuto la storyline (nel Raw post-Backlash fu toccato il 9.1 di ratings nell'incontro tra Stone Cold e Undertaker, con quasi il 20% di share!), la ripropose con alcune varianti. Rimaneva lo scontro tra Potere Precostituito e Giovane Forza, cambiava soltanto il momentaneo antagonista. Il primo avversario fu Triple H, che con la sua protervia era arrivato a sfidare il capo della federazione. Vince McMahon, turnato clamorosamente face, vinse il titolo strappandolo a Triple H e iniziando un feud con lui fino alle Survivor Series, poi piano piano trovò nel futuro genero il suo più grande alleato e fondò con lui il McMahon-Helmsley Regime. E da quel momento c'è sempre stato un avversario face per Vince e alcuni occasionali wrestlers heel invece sono stati suoi “protetti”; anche quando Vince si trasferì a Smackdown trovò un protetto in Lesnar e un avversario in Undertaker, per non parlare dei feud avuti con Hogan, Foley, e la DX quest'anno. E sempre vivi nella nostra memoria sono i numerosi “Kiss my ass' moments”, iniziati con l'Invasion e (lasciatemelo dire, purtroppo) in auge ancora oggi.

    Il leit motiv è sempre quello: il Capo che regna con un Ingiusto Potere contro l'Eroe Perseguitato. Nell'ultimo Raw lo stesso copione è stato adattato, tentativo in realtà già sperimentato l'anno scorso, anche a John Cena (con Khalì come protetto, oh my…), e ci sono rumors per eventuali feud futuri di Vince con di nuovo Foley o Hogan. E basta, è da dieci anni che vedo questa storyline, per quanto sia bella dopo un po' annoia. Tra l'altro non è una invenzione di Vince: se vi dico NWO infatti cosa vi viene in mente? Un Potere Ingiusto che perseguita gli eroi della federazione. E se vi ricordate, o se lo avete letto in seguito, Eric Bischoff on screen già dalla fine del '96 interpretava lo stesso character che sarebbe poi stato interpretato da Vince McMahon. Il Dirigente, il capo della baracca, che salta il fosso e on screen rappresenta il proprio ruolo, ostacolando i buoni e favorendo i cattivi.

    La riproposizione della stessa storyline, per quanto bella essa possa essere, finisce sempre con l'annoiare. Tra l'altro, nei giorni scorsi, per rientrare nell'atmosfera del tempo, mi sono rivisto il DVD della Monday Night War: mi è subito saltata agli occhi una cosa. Mentre si stava discutendo dei motivi che portarono alla crisi irreversibile della WCW, Jericho, intervistato, dice che in WCW era impossibile andare nel main event perché nel main event c'erano sempre le stesse facce, e che fu per quel motivo che decise di emigrare in WWF. Il rancore verso Bischoff traspariva palesemente dalle sue parole. Eddie Guerrero invece nell'intervista sottopostagli sull'argomento dice che quando chiedeva cosa ci sarebbe stato nello show gli veniva detto “l'NWO”, e lui pensava “oh, the same old s**t!”. Lo stesso Big Show, uno che della NWO fu uno dei primi cardini, appena la stable si allargò per “conquistare lo show”, dice che la WCW era il posto dei vecchi mentre la WWF era “the youngest's show”, lo show dove le star erano i giovani, dove l'aria era nuova e frizzante e dove i wrestlers erano contenti di stare, e per quello era il “the place to be”. Persino un'Icona dell'era gimmick come Mean Gene Okerlund, colui che negli anni più è stato vicino ai Grandi del Wrestling, dice che la morte della WCW cominciò quando fu dato il creative control agli atleti. E non diversamente parla anche Rey Mysterio, per il quale la WCW fallì perché non puntò mai sui propri prospetti. In effetti l'unico fu Goldberg. C'è quindi un filo rosso che unisce le critiche che i vari Jericho, Big Show, Eddie e Rey rivolgono a Bischoff e ai wrestlers NWO a quelle che Christian, Rhino e RVD rivolgono a un Vince McMahon o a un Triple H o uno Shawn Michaels?

    Domenica c'è stata la Royal Rumble. Io, mentre scrivo, ne ignoro ancora i risultati, ancora per me deve disputarsi; gli indiscussi favoriti sono Undertaker, Randy Orton e Shawn Michaels. Ora, mettiamoci per un attimo nei panni di un Edge o di un Randy Orton: dovessero perdere ancora un'occasione non potrebbero pensare della WWE le stesse cose che pensavano uno Y2J, un Eddie Guerrero o un Rey Mysterio della WCW? O, meglio, non potrebbero aver pensato le stesse cose i vari Rhino, Christian, fuoriusciti dalla WWE per andare in TNA, o il prossimo transfuga Rob Van Dam? Il discorso con cui Vince Russo a Bash at the Beach 2000 pose la parola fine al “passatismo” WCW rischia di essere attuale oggi in WWE?

    Pensate a un Helms da più di un anno campione cruiser fuori da Wrestlemania. O a London e Kendrick fuori da Wrestlemania (anche se probabilmente ci entreranno, ma solo perché colei che li accompagnerà sul ring, dire manager sarebbe oggettivamente troppo, poserà nuda su Playboy…). Edge l'anno scorso ha avuto uno strepitoso seppur corto primo regno, eppure si è visto fuori dal main event di Wrestlemania perché era per la sesta volta in sette anni il turno di Triple H. Christian, che era il cool heel più over a Stamford, se ne è andato perché non era considerato abbastanza grosso per essere un main eventer. Austin se ne andò dalla WCW perché lo consideravano solo un midcarder e lui credeva di valere di più. Tutto cambia per non cambiare mai.

    In TNA invece c'è chi pensa che si stia rischiando in un altro senso la “sindrome WCW”: non valorizzerebbe atleti propri, ma solo gli ex atleti WCW o WWE. Bè, Abyss è il personaggio più controverso del wrestling, AJ Styles sta lentamente diventando l'heel più over, Samoa Joe è appena stato votato da PWI come face dell'anno, e i LAX hanno dominato i premi degli addetti ai lavori nella categoria “best tag team”. E' sempre rischioso avere a che fare con atleti diventati famosi in altre federazioni: da una parte c'è il rischio di far dominare loro troppo lo show, come accadde in WCW con la NWO, dall'altra c'è il rischio di non valorizzarli in quanto “stranieri”, come ha fatto Vince McMahon che negli anni è spesso stato accusato di privilegiare, come nomi di punta della federazione, i lottatori già militanti da anni in WWF e di penalizzare gli ex-WCW ed ex-ECW, che, pur essendo atleti di grande valore, molto raramente hanno ottenuto in WWF titoli assoluti. Ci sono tante domande incompiute che restano senza risposta. Una prima risposta la abbiamo avuta due giorni fa. Avrà vinto uno della vecchia guardia o un giovane? Sarà, ma secondo me il risultato della Rissa sarà un più che indicativo segnale della strada che la WWE ha intenzione di percorrere. Sperando che non sia quella percorsa dalla WCW. Non si tratta di sfiducia, si parla di speranza che le cose possano ancora cambiare, tempo e occasioni ce ne sarebbero. Vedremo. E ovviamente se ne parlerà ancora, anche su queste pagine.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 07/09/2019 17:32
    HIGH FLYIN 39 - IL “GIOCO” DEI SE


    A cura di The Rob In Town 79

    Signore e signori, è cominciata la strada verso Wrestlemania. Nell'ultimo numero, scritto prima della Rumble, avevo prospettato un possibile problema, temevo e temo ancora una stagnazione degli stessi personaggi nel main event, che possano tarpare le ali alle nuove sensazioni del business; ho visto che l'argomento in settimana è stato molto dibattuto, e che addirittura due editorialisti del sito mi hanno risposto, sia direttamente che indirettamente. Meglio così, l'argomento è evidentemente “caldo” ed interessa e, come più volte detto, lo scopo di questo editoriale non è mai stato quello di fornire risposte ma soltanto di porre domande.

    IL “GIOCO” DEI SE

    “Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio”, B. Brecht

    Questo è il periodo in cui anche chi segue normalmente poco il wrestling torna a vedere che cosa succede: bè, Undertaker ha vinto la prima Rumble della sua carriera, e al 99% affronterà Batista allo Showcase of Immortals. A Raw gli indizi vanno verso un match a quattro, e ora sappiamo che a No Way Out avremo un match di coppia nel main event (che bello non dovere stare attenti a farvi spoilers con l'editoriale…). Per ora le cose sono indirizzate verso buone soluzioni, l'hype è alle stelle e gli show sono improvvisamente migliorati (tranne il terzo brand, che ormai è una causa persa…). E' sempre più difficile trovare soluzioni originali per creare hype in vista di Wrestlemania. In ventidue edizioni sono già state raccontate numerose storie nel main event, e sono state già utilizzate le soluzioni più comuni, del genere “il più cattivo dei cattivi” contro “il più buono dei buoni”.

    Il pubblico vuole novità, non vuole minestre riscaldate. Ma il pubblico vuole anche le leggende, e non vuole i giovani. Difficile coniugare il tutto, in pratica il pubblico vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Intanto cominciamo a dire che la Road to Wrestlemania parte con un evento clamoroso: tutti e tre i campioni assoluti dei roster sono face, cosa mai accaduta prima (a meno che qualcuno non creda ancora alla favola del Cena face contro il Triple H heel dell'anno scorso) e addirittura su nove titoli presenti attualmente in WWE ben otto di essi appartengono a face e l'unico appartenente ad un heel non viene difeso da tempo immemorabile. Un autentico dominio, pare di essere tornati all'era gimmick. Non solo, ma i due sfidanti più accreditati per i titoli massimi di Raw e Smackdown! sono anch'essi face, Michaels e Undertaker.
    Tutto questo in un periodo in cui, a differenza di quindici anni fa, una parte sempre maggiore del pubblico si riconosce in personaggi heel, in una tendenza uguale a quella che sta attraversando aspetti diversi della società (avete mai provato a paragonare i telefilm di vent'anni fa con quelli di ora o i cartoni animati di oggi con quelli di allora?).

    L'incertezza attorno al main event ha portato giovamento soprattutto allo show principale, Raw. Da quando c'è la divisione in roster c'era una solida certezza per il main event di Wrestlemania: sarebbe stato Triple H contro qualcuno; altro che Raw is Jericho, Raw is Triple H, ormai da anni a questa parte.

    E Wrestlemania è stata negli ultimi anni la terra del Gioco. Già qualche mese prima della divisione dei brand aveva occupato quel ruolo, quando a Wrestlemania 18 fu raccontata la storia del Ritorno dell'Eroe tra l'acclamazione del pubblico. In realtà in quell'edizione le cose non andarono benissimo, ma viste le grandi capacità di Levesque di raccontare delle storie sul ring, gli venne affidato interamente, per tutti gli anni a venire, il main event di Raw. Un Triple H che ha sempre sognato Wrestlemania: " per me WrestleMania è l'obiettivo da raggiungere ad ogni costo, è come sentirsi parte di un team vincente che ogni anno va al Super Bowl, è questo l'obiettivo quando inizia la stagione, e WrestleMania è il Super Bowl del wrestling" oppure "quando sei un bambino sogni di essere al nono inning e di eliminare l'ultimo battitore avversario, diventando l'eroe della giornata e vincendo le World Series, e così io sono entrato nel wrestling con questa attitudine, con il desiderio di essere un grande: ci speravo, ci credevo e mi sono fatto il mazzo per realizzarlo ".

    E fu così che a Wrestlemania 19 ci fu un incontro a dir la verità un po' improvvisato, in cui l'Assassino Cerebrale Capo del Gruppo Dominante affrontava l'Outsider amato (ma neanche poi tanto) dalla folla Booker T, a Wrestlemania 20 ci fu il famoso triple threat in cui si sarebbe dovuta concludere la Antica Rivalità tra i Due Vecchi Amici Triple H e Shawn Michaels, con l'aggiunta dell'Outsider Chris Benoit, a Wrestlemania 21 ci fu il Maestro Terrorizzato dall'Ascesa dell'Allievo Batista e a Wrestlemania 22 ci fu la Leggenda che Stava Turnando e metteva over l'Aspetto Controverso del Campione John Cena.

    Ora Triple H è infortunato e la WWE deve cominciare a pensare a un main event di Wrestlemania senza la presenza di The Game. Un Triple H che probabilmente, a roster uniti, sarebbe stato nel main event anche a Wrestlemania 19 contro Lesnar, un Triple H che a Raw in PPV è stato nel main event anche per ventidue mesi consecutivi, un Triple H che forse quest'anno sarebbe stato però davvero impiegato in un match nell'uppercarding e non nel main event, come non gli capita più dai tempi di Wrestlemania 17. Ora la sua assenza ha scombussolato non solo i piani della WWE ma anche le aspettative del pubblico, visto che nel giro di due anni Paul Levesque è passato dall'essere uno dei wrestlers più odiati se non il più odiato ad essere uno dei wrestler più amati se non il più amato. Per alcuni una Wrestlemania senza di lui sarà una Wrestlemania minore, e per alcuni estremisti nessuno è capace di creare hype allo stesso modo suo, e per altri una Wrestlemania senza Triple H sarà una Wrestlemania più aperta ad ogni risultato, e per alcuni estremisti se Triple H non fosse mai stato in WWF/E ora il Dieci Volte Campione del mondo sarebbe un Test qualsiasi accanto a Stephanie McMahon (" sento in continuazione gente che si lamenta, che dice che io blocco le carriere degli altri. Me ne frego. C'è gente che mi ritiene un grande, altri che mi ritengono una mezzasega. E so bene che per molti perdenti appigliarsi a me è una via di fuga facile, una giustificazione; Goldberg era una pippa, è un bravo ragazzo, ma non sa lottare. Scott Steiner era un altro che sulla carta sembrava valere un milione di dollari ma alla prova dei fatti si infortunava in continuazione. Ho sudato sette camicie nel tentativo di avere un match decente con lui ”).

    Dove sta la verità non lo sapremo mai, anche se io credo che la verità, come accade nel 99% dei casi stia nel mezzo: Levesque sarebbe ugualmente diventato un grande campione ma una Wrestlemania senza di lui può anche essere una piacevole novità.

    Abbandonato l'argomento Triple H, vorrei ora affrontare il tema dell'incertezza che aleggia nel main event di Raw e Smackdown: chi affronterà Undertaker? Chi sarà il Campione che tenterà di strappare il Record del Becchino? All'improvviso sono usciti rumors circa un possibile Undertaker vs. Cena ma mi convincono poco. Sembra poi essere diventata certa la presenza di Michaels attorno ad un titolo, anche se non è ancora chiaro se nella lotta entreranno anche Orton e Edge. Per i motivi detti in apertura d'articolo (quattro face nel main event, in un anno che è stato interamente dominato dai face) mi pare inattuabile.
    Ma, al contrario di quanto pensavo fino alla settimana scorsa, credo che la WWE possa e voglia consacrare Wrestlemania 23 alle leggende. Non che Undertaker e Michaels non siano ottimi wrestlers, tutt'altro, il finale della Rumble di nove giorni fa è stato probabilmente il finale realizzato meglio in vent'anni di Risse Reali, e onestamente far vincere Batista contro Undertaker significherebbe sacrificare il Deadman sull'altare di un wrestler che sta presentando giganteschi limiti, e far vincere Cena significherebbe rovinare un personaggio che da ottimo Controverso si sta riciclando in ottimo Face Amato col gigantesco rischio di bruciarlo definitivamente ed immeritatamente. Anche se per ora l'idea di mischiare le carte la trovo geniale, far vincere i titoli di coppia a Michaels e Cena contro Orton e Edge, in un'atmosfera di reciproca tensione e rispetto anche all'interno dei due team tiene tutta l'attenzione di Raw concentrata sul feud principale, mantenendolo incerto e tentando così allo stesso tempo di recuperarne l'hype perso a causa della partenza avvenuta in ritardo rispetto ai tempi.

    Il rischio che secondo me potrebbe corrersi a Detroit l'ho detto e lo ribadisco: tornare indietro di dieci anni, o di venti se si dovesse rievocare la Bodyslam, potrebbe rivelarsi controproducente, potrebbe suonare come un'ammissione di fallimento o come un'autocrogiolazione nel proprio passato.

    Vedendo la Rumble però le idee mi si stanno facendo più chiare su cosa la WWE stia pensando. Wrestlemania 20 sarebbe stato il posto dove tutto sarebbe cominciato, di nuovo. E infatti il wrestling parve davvero cominciare di nuovo, ripartire da zero: sul tetto del mondo c'erano due wrestlers dalle caratteristiche inusuali rispetto agli standard WWE, sembrava una nuova genesi, un nuovo modo di concepire il wrestling anche a livello mainstream. A Wrestlemania 21 il wrestling andava ad Hollywood e ci andava con una storia cinematografica (quella sopra descritta dell'Allievo e del Maestro) e incoronando nell'altro roster il Nascente Fenomeno Mediatico della federazione. E a Wrestlemania 22 i sogni,anche se all'apparenza impossibili, sarebbero diventati realtà, come accadde proprio con Rey Mysterio.

    Tutto questo riepilogo, di cose che vi so esser note, l'ho fatto perché ho notato che il leit motiv di questa Wrestlemania sarà il “come eravamo”. Li avete visti gli stupendi promo in vista di Wrestlemania 23 in cui si vedono bambini trasformarsi in un secondo nelle icone e leggende che conosciamo oggi? Durante la Rissa, gli spot in cui i bambini posavano come i loro idoli più grandi, in una sorta di rappresentazione della strada che hanno fatto i wrestlers di oggi, giovani e vecchi, che ora sono wrestlers affermati ma una volta erano bambini con un sogno. Quale modo migliore di raccontare questa storia se non attraverso wrestlers che a distanza di anni sanno mantenersi sul tetto del mondo? Se al pubblico si vuole far provare le stesse emozioni di quando il pubblico era bambino, il modo migliore per fargliele provare è farlo attraverso wrestlers che gli ricordino quel tempo. In modo che il tempo possa davvero sembrare essersi fermato, come una sorta di Isola che non C'è: in modo da farci così emozionare alla Leggenda che ancora una volta Solleva e Schiaccia a terra l'Inamovibile Gigante, al Sogno dell'Adolescenza già realizzatosi in passato confermarsi anche nella Maturità, alla Leggenda dell'Uomo Morto che Scompare Vincendo nelle Sue Ceneri. Il tutto mentre il Giovane più Affermato John Cena sta cercando di dimostrare attraverso le prestazioni in ring di poter stare sul ring e di vincere le Leggende, e mentre Edge e Orton stanno discutendo, con una storyline perfetta, su chi sia il Giovane Talento più Meritevole di spodestare il Giovane Affermato (e secondo me a Wrestlemania saranno ancora a discutere ma non andranno l'uno contro l'altro in un match singolo).

    Andranno davvero così le cose? Scopriremo i match tra pochi giorni, e i risultati tra cinquantaquattro giorni. Per ora però, pensiamo soltanto a goderceli tutti e cinquantaquattro.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 17/09/2019 18:17
    HIGH FLYIN 40 - TEMPI MODERNI



    A cura di The Rob In Town 79

    Le sensazioni postate in questo editoriale la scorsa settimana sembrano essere state confermate dagli avvenimenti WWE intercorsi in questi ultimi sette giorni. L'idea dunque è il “Come eravamo”. Legittima ed a suo modo interessante. Ma da cosa nasce? Per quale ragione si è arrivati a questo punto? Perché nessun giovane è riuscito a sostituire le leggende nei cuori del pubblico? L'ho detto mille volte ma mi ripeto: compito e scopo di questo editoriale non è dare risposte, ma fornire domande nuove.

    TEMPI MODERNI

    “Credete a chi cerca la verità, non credete a chi la trova”, Andrè Gide.

    La scorsa settimana ho detto che in piena Road to Wrestlemania anche chi si è allontanato dal wrestling torna a darci un'occhiata; e anche chi, al contrario, ha cominciato ad esplorare nuove federazioni curiosa sugli avvenimenti WWE. Ma è tempo di importanti avvenimenti anche fuori dalla WWE: ieri sera la TNA ha avuto il suo primo special di due ore il lunedì in prima serata, approfittando dell'assenza di Raw a causa della mostra canina (speriamo almeno abbia vinto Chloe…). E l'altroieri c'è stato Against All Odds. La WWE ha un problema, non trova top face, almeno non tra i giovani. Come già detto qua in altre occasioni, se sei giovane ti tifano solo se sei heel. Eppure ora che ci penso questo è un problema comune nel wrestling odierno, lo abbiamo già detto in altri numeri.
    Le leggende sono face. Dice: perché hanno già testimoniato le loro capacità, e il pubblico è sempre contento di vedere qualcuno che ha già fatto molto per il business. Tra un giovane ed una leggenda il pubblico tende sempre a tifare la leggenda, e per quello si è creato molto hype per i due main event di quest'anno di Wrestlemania. La WWE ha capito, e infatti gran parte dei nuovi esordienti, i più talentuosi, viene presentata come heel (Carlito, Kennedy, MVP, gli MNM), mentre chi viene presentato come face ha comunque problemi a farsi accettare dal pubblico (guardate Lashley in ECW, o Cena a Raw). Unica eccezione è stata CM Punk, che però poteva contare su uno zoccolo duro di appassionati che ne conosceva alla perfezione le caratteristiche per averle ammirate in altre federazioni, un po' come accadde a RVD quando vi fu l'Invasion. Nulla di strano, è comune la sensazione per cui una faccia già nota sia meglio di una faccia nuova poco conosciuta o non ancora nota. Giusta o sbagliata che sia questa sensazione, esiste, è un fatto.

    Ci pensavo in questi giorni, nessuno davvero di questi tempi riesce a diventare subito l'idolo indiscusso delle folle. Nessuno? Bè, un uomo a dire il vero ci è riuscito. Quell'uomo è Samoa Joe.

    Eppure a guardarlo non si direbbe, non appare molto diverso, a prima vista, da un Rikishi qualsiasi. Poi però si comincia a notare la sua inaspettata tecnica, l'impressionante agilità, il carisma che emana, lo stile di lotta stiff. Joe esordì in TNA nell'estate 2005 e a fine anno il pubblico lo voleva già per acclamazione come Mister TNA 2005, tanto che quando l'Icona ed Eroe Incontrastato di Orlando AJ Styles ritirò il premio, partirono assordanti ed inattesi cori “You screwed Joe”.

    E' difficile capire i motivi di questo successo: forse perché Joe non è mai stato un face classico, un Eroe, ma è sempre stato un wrestler del genere Uncooked, come gli Antieroi dell'Attitude Rocky o Stone Cold. Ma ciò che è impressionante non è soltanto la presa che Joe ha avuto sul pubblico, ma il modo in cui è riuscito a far sì che la TNA ormai sia Samoa Joe. La reputazione di Samoa Joe nel backstage è pressoché unanime, tutti lo considerano una gran persona ed un eccezionale lottatore. Quando a Sacrifice combattè nello stesso ring di tre leggende del business come Sting, Jarrett e Steiner, i tre si dichiararono molto impressionati dalla sua prova. Nel backstage si disse che ogni colpo che Jarrett e Steiner sferravano a Joe li portava a rendersi più credibili, proprio perché Joe è considerato il più forte dai fans TNA.

    Ma è un'opinione condivisa da tutti, sia dai “vecchi” ma anche dai “giovani”: Alex Shelley in un'intervista ha raccontato che nel backstage c'è un vero leader, e questo leader è Joe. E così viene visto all'esterno: quando a giugno si diffusero le voci di un possibile approdo di Goldberg in TNA, Billyboy dichiarò in un'intervista che gli sarebbe piaciuto andare in TNA e rompere il c**o a Joe. Non perché ci fosse un'antipatia tra i due, ma perché con Joe Goldberg intendeva il wrestler TNA di punta. E lo stesso è accaduto con Angle: quando la TNA ha fatto l'acquisto più significativo della sua storia contro chi lo ha mandato? Contro colui che al meglio rappresenta la TNA. Si voleva fare un Dream Match, e per fare un Dream Match l'Invasore doveva affrontare chi al meglio rappresentava la Federazione.

    E quando qualcuno vuole insultare la TNA chi prende come bersaglio? Joe, ovvio. “Joe mangia porchetta”; che poi, Joe ha dichiarato in un'intervista che va matto di sushi e tacos, forse abbiamo scoperto allora perché il suo stile è a metà tra quello di una puro-star (lo stile stiff secondo voi dove lo ha imparato?) e quello di un luchadore. Mah, conosco un sacco di wrestlers a cui prescriverei allora una cura a base di sushi e tacos…

    Il successo che Joe riscuote nell'Impact Zone e nelle arene in cui la TNA ha cominciato a spostarsi è innegabile: i cori “Joe's gonna kill you” si sprecano. Ma la dimostrazione più impressionante e significativa del successo che Joe riscuote si è avuta coi premi annuali di PWI: nella sezione “most popular wrestler”, che in soldoni significa “miglior face”, ha inaspettatamente trionfato proprio Joe.

    Inutile dire che è il primo wrestler TNA a fregiarsi di tale onorificenza, che è votata dai lettori del più famoso giornale di wrestling al mondo, un giornale che normalmente considera di più la WWE e che sicuramente non può essere accusato di essere eccessivamente smart; e ha vinto davanti a John Cena, vincitore delle ultime due edizioni (avesse fatto la terza sarebbe stato un record assoluto, nemmeno Hogan ci è mai riuscito). D'altronde Joe è riuscito a farsi amare anche più di Sting, probabilmente colui che nella storia meglio ha saputo valorizzare e evolvere negli anni '90 la figura del face; per dire, lo Scorpione in sette anni tra il '91 e il '97 arrivò tre volte primo e tre volte secondo.

    A questo punto verrebbe naturale chiedersi perché allora la TNA non gli abbia mai affidato la cintura di NWA Heavyweight Champion: errore strategico? Mancanza di fiducia? Gestione scellerata? Me lo sono chiesto spesso anch'io, ad esempio al tempo giudicai una follia che non fosse Joe a strappare il titolo a Sting a Bound For Glory. Invece ora ho capito: non era niente di tutto questo. C'erano di mezzo gli impegni di Samoa Joe in ROH, la più grande indy degli Stati Uniti. Ora Joe ha lasciato la ROH, tra lo sgomento e la rabbia di tutti i rohbottini: come prevedibile, dietro alla decisione di lasciare la ROH, c'è la volontà della TNA, che ha fatto pressioni affinché egli prendesse questa decisione. Come riportato in newsboard, la TNA aveva paura che potesse infortunarsi combattendo in ROH, causando un duro colpo alla sua carriera e alla compagnia, e ha intenzione di farlo combattere in Giappone e in Messico, nazioni in cui sta tentando di espandersi, e in cui per farsi conoscere è necessario ed ovvio mostrare il suo uomo di punta. Ma ci sono altre due ragioni che nei commenti alla notizia sono state colpevolmente trascurate.

    Innanzitutto per fare un esempio dopo Bound for Glory Joe ha perso due incontri one to one in ROH: uno steel cage titolato contro Bryan Danielson e un altro incontro titolato contro Homicide. Che figura ci avrebbe fatto la TNA se il suo campione, il suo Simbolo Massimo, fosse stato sconfitto da un wrestler che neanche combatte in TNA e da un werstler che in TNA è stato al massimo campione di coppia? Un po' come se la WWE mandasse Cena a combattere e perdere contro Danielson o Batista a combattere e perdere da Homicide. Sminuirebbe il titolo.

    L'altra ragione sta nella possibilità di farsi “scippare” la costruzione dei match epici a causa degli impegni in altre federazioni dei wrestlers di punta. Mi spiego meglio: vedendo gli ultimi Impact!, credo non sia impossibile pronosticare che presto avremo un feud tra Christian e Joe attorno alla cintura. Perfetto, si preannuncia bello, mi ricordo un ladder match fantastico combattuto tra loro a settembre, finito non chiaramente con molteplici interferenze. Perciò avremmo un incontro inedito, e quindi generatore di maggior hype, presto in PPV. Ma c'è un ma. Christian e Joe si sono affronatti il 27 maggio 2006 a Doncaster, Inghilterra, in uno show della 1PW Wrestling.

    Ok, siamo d'accordo tutti nel dire che molto probabilmente quel match non lo ha visto nessuno, meglio così. Ma pensate se fosse stato in uno show ROH. Il match, proposto successivamente in un PPV TNA, perderebbe probabilmente parte del suo hype. L'esssere inedito aggiunge sempre hype un incontro titolato. Nelle ultime tre edizioni di Wrestlemania la WWE ha mandato in scena nel main eevnt match inediti, e anzi il discorso si potrebbe allargare alle ultime quattro edizioni, visto che Angle-Lesnar fu proposto solo una volta, diciassette giorni prima di Wrestlemania a Smackdown e solo per aumentare l'aspettativa e l'incertezza attorno al match.

    Ora che Joe è legato in esclusiva alla TNA, non ci saranno possibilità di rischiare match che siano inediti in TNA ma già visti da altre parti: quanto fascino avrebbe perso un Angle-Joe se già disputato in altri luoghi? Quanto fascino potrebbe perdere u futuro eventuale Joe-RVD se prima di essere disputato in TNA venisse disputato in ROH o in 1PW? La WWE ora si sta mangiando davvero le mani. Samoa Joe era già suo: il californiano Joe Seannoa è cresciuto in UPW accanto ai vari John Cena, tanto che esordì davvero in WWE, nello show minore Jakked perdendo da Essa Rios. Ma nonostante due importanti uomini di wrestling come Steamboat e Foley spingessero la WWE a mettere sotto contratto il samoano, in cui avevano intravisto le illimitate potenzialità, a Stamford avevano idee diverse, e ora che invece vorrebbero metterlo sotto contratto ciò non è più possibile. Avevano trovato l'Uncooked che voleva il pubblico e se lo sono lasciati scappare. Avevano trovato colui che a Wrestlemania sarebbe stato acclamato e se lo sono lasciati scappare.

    Ora la WWE teme che i wrestlers licenziati possano andare in TNA e creare rivalità che interessino il pubblico, lo sgarbo di Angle è ancora vivo. Gente come Orton, Carlito e Rob Van Dam qualche anno fa sarebbe stata licenziata, ora invece Vince McMahon ha addirittura offerto a RVD un rinnovo economicamente ancora più vantaggioso. La paura di vedere un Joe-RVD a Orlando è grande. Per ripetere una battuta che ha avuto successo in settimana, una volta Vince McMahon convocava nel suo uffcio chi non si comportava bene e gli urlava “you're fired!”. Ora li convoca nel suo ufficio e con la faccia tirata gli dice “ragazzo, cosa c'è che non va?”.
    It's competiton, baby.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 30/09/2019 12:07
    HIGH FLYIN 41 - SCALA REALE


    A cura di The Rob In Town 79

    Signore e signori, è giunta l'ora. Ora non abbiamo più nessun Pay per View in mezzo a dividerci dall'evento: la prossima volta che la WWE sarà di domenica, saremo a Detroit e quella domenica sarà Wrestlemania. Per tutta la settimana si è parlato più di Wrestlemania che dell'incombente No Way Out, nulla di nuovo sotto il sole, è sempre stato così. Solo un annuncio riguardo ad un match ha scatenato le opinioni di tutti gli appassionati…

    SCALA REALE

    “La vita non consiste nell'avere buone carte, ma nel saper giocare bene quelle che si hanno”, J. Billings

    Per fare una grande Wrestlemania spesso basta una coppia di wrestlers, come accadde con Bret Hart e Shawn Michaels a Wrestlemania 12. Ma quando si scende nel midcarding le cose cambiano. Il più gettonato rimane sempre l'incontro uno contro uno, a conclusione di una buona faida. A volte si può cambiare, ci possono essere incontri molto belli, benché difficili da gestire, a tre partecipanti (ricordo un bellissimo triple threat tra Angle, Benoit e Jericho a Wrestlemania 16). Un tris di campioni che accontenti una maggiore fetta di pubblico, come accaduto a Wrestlemania 20.

    Con la divisione in roster poi l'attesa è sempre più in alta, c'è un doppio main event e quindi una doppia coppia di wrestlers ad attirare gli spettatori.

    Quest'anno poi è atteso un vero e proprio poker d'assi nel main event: c'è l'Heartbreak Kid, l'Asso di Cuori, Shawn Michaels, colui che avrà il compito di portare cosa più è stato amato nell'anno (la DX) nel main event; c'è Undertaker, l'Asso di Fiori (crisantemi, passatemi la battuta…), che dopo 16 anni di gloriosissima carriera ha vinto la prima Rissa Reale; c'è l'Asso di Denari John Cena, il fenomeno mediatico della federazione che è riuscito in un anno a riconquistare tutto il suo pubblico (nell'ultimo Raw è stato il wrestler più amato, e visti i tre avversari che aveva davanti, la rivoluzione rispetto allo scorso anno è incredibile) e c'è l'Asso di Picche Batista, picche perché il suo personaggio appare davvero in una fase stantia, e perché se dovesse davvero battere Taker a Detroit, evento non impossibile, diventerebbe molto probabilmente in un secondo odiatissimo da parte della maggioranza del pubblico.

    Un poker d'assi non indifferente, che a detta di molti catalizzerà tutta l'attenzione dei fans, lasciando così solo le briciole ai midcarders. D'altronde cosa può battere un poker d'assi? Ci può davvero essere un match, anche solo astrattamente, che potrebbe competere con due tali main event? No, vero? Mah, eppure io non sarei così certo. Ci sono le scale. Dice: bè, ma una scala, anche se con un asso al suo interno, ha pur sempre meno valore di un poker. Se la scala è reale, a quel punto sì. La scala reale batte sempre il poker. Ma per essere “reale”, tutte le carte/wrestlers devono essere dello stesso seme/bravura-adattabilità, altrimenti si ha in mano una scala, che per quanto di valore non può competere con i poker.

    La maggior parte dei giocatori di alto livello utilizza un approccio “duro” ed aggressivo; questo non è ovviamente il solo stile di gioco vincente, ma per un nuovo giocatore è importante imparare innanzitutto come giocare. Un incontro di wrestling si svolge a più mani, e ogni wrestler deve essere in grado di farsi trovare pronto quando giunge il suo turno. Ogni singola chiamata può essere decisiva nell'economia della partita. I ladder match sono spotfest ma, quando sono a più persone, sono anche e soprattutto spot-rest. Fai lo spot e poi ti riposi da una parte mentre altri contendenti giocano il loro turno, finchè la mano torna a te e tu a quel punto non puoi dire “passo”, devi mostrare le tue carte, devi far vedere che sei bravo a giocare.

    I giocatori più bravi “cambiano in marcia” a match in corso, e sono capaci di giocare in modo diverso a seconda della piega che prende la partita/match; lo stile principale da adottare dipende chiaramente dalle capacità in cui un giocatore eccelle maggiormente.

    Se ci chiamiamo Jeff Hardy e abbiamo la dote di “volare giù da scale altissime e schiantarsi sui tavoli”, parole sue, adotteremo uno stile spericolato basato sulla intuizione, se ci chiamiamo William Regal e basiamo il nostro personaggio su un'ottima tecnica di base e quintali di autoironia, allora creeremo siparietti divertenti anche durante un ladder match (le vertigini furono fantastiche!), se ci chiamiamo Bubba Ray e abbiamo dalla nostra una gran forza fisica e un sapiente uso di determinati oggetti, allora uno stile più solido può essere l'ideale.

    Qualsiasi stile si decidesse di adottare, un aspetto che accomuna tutti i giocatori più forti è l'aggressività nel gioco: è impossibile giocare bene/disputare grandi match con le scale se si gioca/lotta in maniera passiva. L'importante è che ogni giocatore porti qualcosa di suo alla partita, che non vada al buio ma che sappia sfruttare i suoi turni: e, anche se non si è assi presi uno ad uno, tutti assieme si può fare una scala reale e vincere la mano.

    A Wrestlemania 10 vi fu il primo ladder match mai disputato a Wrestlemania: e quel ladder match vinse il premio di Match of the Year secondo PWI.

    A Wrestlemania 16 vi fu il secondo ladder match mai disputato a Wrestlemania: e anche quel ladder match vinse il premio di Match of the Year secondo PWI.

    A Wrestlemania 17 vi fu il terzo ladder match (questa volta con l'aggiunta ufficiale di tavoli e sedie) mai disputato a Wrestlemania: e (ne dubitavate?) anche quel ladder match vinse il premio di Match of the Year secondo PWI.

    Una formula collaudata. Pensate al TLC 2 disputato all'Astrodome di Houston: ciò che i nove wrestlers impegnati misero sul ring fu qualcosa di incredibile, rischiarono ognuno la propria carriera per produrre qualcosa di eccezionale che intrattenesse il pubblico. I minuti che incominciarono dall'arrivo di Spike Dudley sul ring sono qualcosa di allucinante, una situazione irreale e fuori dal tempo, spot pazzeschi (la senton bomb sui tavoli, la spear dalla terza corda, il Dudley Dogg sul tavolo fuori ring) da altezze elevate.
    Ciò che mi porto dietro di quel match è la scena finale. Rhino sorregge due stremati Edge e Christian fino a sotto il titantron, mentre più indietro Matt Hardy e Bubba Ray Dudley, rialzatisi dopo lo spaventoso bump finale sulla costruzione di tavoli, si sorreggono l'un l'altro come a dire: “ragazzi, abbiamo dato tutto ciò che avevamo, ora fermiamoci e controlliamo quanto male ci siamo fatti”.

    Solo un intervento divino, forse in ringraziamento allo spettacolo offerto, fece sì che nessuno si fece male in modo serio, anche se ovviamente le conseguenze fisiche di quel match non sparirono certo in un giorno. Ma il ricordo di quello spettacolo rimase indelebile nelle menti di tutti i veri fans di wrestling.

    Le scale funzionano, fanno salire lo spettacolo, sono i gradini che issano un buon incontro ai livelli dell'eccellenza.

    E fu così che nel 2005 fu inventata una nuova stipulazione, il Money in the Bank: tecnicamente un six man ladder match. Un ottimo modo per impiegare sei uppercarders di Raw in un incontro che li proiettasse al confine del main event. Sei nomi armonici: c'era chi con le scale aveva sempre ideato spot innovativi (Jericho), chi nella sua carriera ha disputato 5 TLC sui 6 che la WWE ha proposto in totale (Edge), chi insieme a Edge ha vinto 2 TLC (Christian), chi ha avuto il grosso merito di introdurre la psicologia nei ladder match (Benoit, oltre che al MITB1 riguardatevi il TLC3…), chi della spettacolarità in ring ne ha fatto un trademark (Benjamin) e chi alla potenza ha sempre unito l'agilità (Kane, che da solo vinse il TLC4). Ne venne fuori un match innovativo, senza le pause tipiche della stipulazione, con un'alternanza di ogni singolo lottatore a momentaneo protagonista dell'azione. E si inserì benissimo nelle storylines, dando il via a quella che è una storyline ormai caratteristica di questi ultimi anni: la valigetta con la title shot.

    Valigetta che a Wrestlemania l'anno scorso fu conquistata da un autentico maestro dei ladder match, Rob Van Dam.

    L'idea di Dan Kroffat, wrestler e booker degli anni '70 nella Stampede Wrestling, la federazione della famiglia Hart, ha attecchito soprattutto nell'era moderna. All'inizio era un evento (primo ladder match nel 1972, Kroffat contro Kamata, secondo nel 1983, Bret Hart contro Bad News Allen e terzo solo nel 1992 in WWF, Bret Hart contro Shawn Michaels), ma con l'Era Attitude è diventata una piacevole abitudine: dopo che i primi quattro ladder match in WWF furono tutti per il titolo Intercontinentale, arrivarono in serie il primo ladder match per il WWF title (The Rock contro Mankind, a Raw), il primo ladder match main event in un PPV (Austin contro i McMahon, per il controllo della compagnia) e il primo match di coppia (Hardys contro Edge e Christian). E ora aspetto con ansia il primo ladder match femminile, spero vivamente già quest'anno.

    In WCW ci sono stati solo cinque ladder match, e in ECW ce ne sono stati solo due, cioè tanti quanti nella nuova ECW versione Stamford. In TNA in pochi anni ce ne sono già stati diciannove, di cui otto solo nell'arco di tempo luglio 2002-luglio 2003. La stipulazione funziona, attira sempre interesse, lo abbiamo visto ad Armageddon. Occorre però non abusarne, è troppo facile quando non si sa che fare prendere una scala e aggiungerla al match. I primi 3 TLC dietro avevano una storia, il ladder match di Armageddon, per quanto bello, dietro non aveva nulla.

    Resto però convinto che in questa Wrestlemania, se scale devono esserci, sarebbe preferibile un match a coppie che non il terzo MITB consecutivo. Intanto darebbe un po' d'aria nuova (più che nuova, meglio dire non usata ultimamente) e poi vedo partecipanti più adatti. La storyline più intrigante in WWE negli ultimi mesi è quella che ha visto rincorrersi Hardys e MNM per tutti e tre i brand WWE, e tra l'altro sono due coppie perfettamente adattabili alla stipulazione. Senza contare che, visto che Ashley è sulla copertina di Playboy e quindi un ruolo a Wrestlemania lo avrà, è probabile che a Wrestlemania abbiano il loro spazio anche London e Kendrick, che con quasi un anno di regno alle spalle si sarebbero anche meritati la “convocazione” per lo Showcase of Immortals. Tre coppie le abbiamo, volendo possiamo aggiungerci anche una quarta coppia, Haas e Benjamin, che in coppia hanno già disputato un ladder match, contro Eddie Guerrero e Tajiri, e con un Benjamin che con le scale si scatena. Tempo per costruire un abbozzo di storyline c'è ancora, e se spotfest bisogna fare, meglio farlo a Wrestlemania che non ad un Armageddon qualsiasi.

    Come nel poker, i giocatori emergenti danno il meglio in tutte le partite che gli è concesso giocare così fanno esperienza, mentre i giocatori più esperti si impegnano solo nelle partite a cui sono realmente interessati. E' questione di motivazioni, e la motivazione di entrare nella leggenda del business è decisamente stimolante.

    E quando è giunto il momento di vedere le carte, e il piatto in tavola è ricco, molto ricco, anche se il tuo avversario può, con la sicurezza di chi è stato bravo e fortunato e quindi non può perdere, mostrare con gloria un poker d'assi, tu puoi sempre sorprendentemente mostrare la tua scala reale. Senza assi? Non importa, anche se fosse dal sette al fante vince ugualmente.

    Diamo colore a questa Wrestlemania, diamogli un motivo in più per farla salire ai limiti dell'Immortalità. Se scala deve essere, che sia reale. Come quando fuori piove. Anche se saremo al coperto.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 12/10/2019 15:09
    HIGH FLYIN 42 - L'UNIONE FA LA FORZA


    A cura di The Rob In Town 79

    Neanche a farlo apposta. La settimana scorsa su queste pagine si è parlato dei ladder match a Wrestlemania e questa settimana l'argomento più gettonato è stata la presenza di Edge e Orton nel nuovo Money in the Bank. Per alcuni scelta giusta, per altri scelta sbagliata. C'è però da notare che l'alleanza continua. Già, l'alleanza. Ultimamente in WWE ce ne sono poche…

    L'UNIONE FA LA FORZA

    “Non mi unirei mai a nessun gruppo che abbia me come membro”, Groucho Marx.

    Sarà l'aria di Wrestlemania, sarà un momento di ispirazione personale, sarà che nel wrestling stanno accadendo mille cose degne di nota, ma in questo periodo avrei una decina di argomenti di cui vorrei parlare per ogni settimana. Ma per la mancanza di tempo (mio) e visto che capisco che porterei solo noia (a voi) sto cercando di condensare diverse riflessioni. Guardando l'intreccio di storylines e guardando lo scandalo per cui shows settimanali di due ore non riescono a produrre sette storylines in due mesi, mentre chi ha la metà del tempo ogni settimana riesce a crearne almeno otto in un mese, mi è venuto in mente che in WWE ora come ora manca qualcosa d'importante: le stable. Lo so, è un argomento di cui si è già discusso milioni di volte, e infatti ho deciso di affrontarlo in un modo diverso. Criticare sempre tutto e tutti è facile, perciò ho deciso che la cosa migliore sia cercare di analizzare in modo propositivo. Magari mi assumono come booker a Stamford (Gerwitz e Laganà mi fanno un baffo) o a Orlando.

    A No Way Out Benoit e gli Hardys hanno affrontato gli MNM e MVP. Sembrerà stupido, ma mi sono chiesto il perché: MNM e Hardys avevano già avuto molti screzi, ma gli altri partecipanti al match non avevano avuto il benché minimo screzio. Erano solo face o heel. Costruendo delle stable si potrebbero avere molte più interazioni possibili tra wrestlers: un lottatore può andare contro diversi membri di una stable. Uscirebbero sempre incontri inediti ma sensati nella storyline. Erroneamente si pensa che le stables siano esistite soprattutto nell'Era Attitude ma in realtà il mondo del wrestling è pieno di fazioni. Nell'Era Attitude semplicemente queste fazioni assunsero un ruolo dominante: Raw assomigliava pericolosamente a una guerra tra gang, di solito divise per razza e per questo assai criticate.

    Il wrestling vive di stereotipi: abbiamo avuto gruppi di messicani (il Latino World Order, i Filthy Animals, ora i LAX, che secondo me presto evolveranno anch'essi in stable), islamici e/o afroamericani (la Nation Of Domination) e abbiamo avuto i canadesi, di cui si parlerà più approfonditamente qualche riga più in basso.

    Pensate ad esempio quanto bene abbia fatto a un wrestler come The Rock una fazione come la NOD: gli ha permesso di raggiungere i vertici, l'allontanamento dalla stable poi ha giustificato pienamente il suo turn face e contestualmente gli ha creato i suoi primi avversari negli ex compagni di stable (Faarooq, Mark Henry). In tempi recenti Orton e Batista sono esplosi grazie alla fazione in cui militavano, ripercorrendo quei passi.

    Ma questo non vuole essere un editoriale storico: come detto, voglio guardare al futuro, voglio dare idee propositive. Come detto nell'introduzione, Edge è nel MITB e secondo me lo raggiungerà presto (se non l'ha già fatto ieri sera a Raw) Orton. L'alleanza funziona ancora, nonostante tutto, e questo è un bene. Mi fanno ben sperare le parole che Edge ha datto a Trevor Murdoch:”ehi, un attimo, io sono più bravo di Randy ma Randy è il compagno di team migliore che io possa desiderare di avere”. Davvero non capisco perché si abbia tutti l'ansia di uno split tra i Rated RKO. Si parlava di feud a Wrestlemania, per fortuna non ci sarà. Si parlava di feud per la valigetta, io spero non ci sia. I feud lunghi funzionano benissimo, creiamone uno. L'anno scorso i feud che hanno guidato la WWE e la TNA sono stati Cena-Edge e Jarrett-Sting, due feud lunghi mesi. E i due feud migliori che ho visto ultimamente sono Abyss-Sting e Joe-Angle, che durano da più di tre mesi e sono ancora in corso, e non sembrano avere una fine immediata.

    Guardiamo ai personaggi di Edge e Orton: cosa hanno in comune? Sono due heel che hanno già raggiunto grossi risultati ma che non sono riusciti ad occupare stabilmente il main event. Sono considerati entrambi come “giovani”.

    Edge ha avuto i suoi primi successi come wrestler e le sue prime title shot interpretando il ruolo del “frustrato”: un wrestler che, nonostante le importanti vittorie e l'indubbio talento, si vedeva negare le opportunità per entrare nel giro titolato. E da' il meglio di sé in quel ruolo: da prima di Summerslam ha abbandonato la gimmick della Rated R Superstar e ripreso quella gimmick (ricordate il famoso monologo del “It's not fair”? No? Allora rileggetevi l'High Flyin' numero 15…), e sta funzionando benissimo. Orton in questo momento ha lo stesso problema che aveva Edge al tempo, con l'aggiunta che ultimamente nei match importanti subisce gli schienamenti decisivi. Non si vede quindi perché debbano dividere i loro destini e feudare fra loro. Anzi, mi sembra che abbiano tutte le ragioni per restare assieme.

    Potrebbero addirittura aggiungere altre persone alla loro fazione: ad esempio, perché un Kenny Dykstra non incrocia più i loro destini com'era accaduto a gennaio? Eppure nel brevissimo periodo in cui si era alleato a loro, il personaggio Kenny si era posto in luce, e in chiave storyline avrebbe decisamente motivo per unirsi alla crociata dei Rated RKO. Senza contare che nel periodo natalizio si parlava insistentemente di far esordire Daniel Rodimer (bel prospetto, ho visto due match e mi è piaciuto) come guardia del corpo dei due top heel di Raw. Un altro da reclutare nel Progetto.

    I giovani heel che vanno a reclamare quanto loro spetterebbe di diritto. D'altronde, come abbiamo detto più volte, se sei giovane e vuoi sfondare è più facile farlo da heel. Se sei giovane e sei heel ti acclamano, se sei giovane e sei face ti fischiano. Persino i blindmark dei vari wrestlers auspicano sempre un eventuale turn heel del loro eroe. E si potrebbe dare vita a nuovi modi di intendere le stable. Per ora le fazioni hanno vissuto su un capo e sulla ribellione dell'allievo promettente al capo. Ma si potrebbero creare forme nuove di convivenza in una stable.

    Esempio di scenario possibile: Orton e Edge lottano alleati per conquistare il titolo, e uno dei due grazie anche alla valigetta lo vince (poniamo Orton). Da quel momento fai cominciare un lungo regno a Orton in cui affronta i vari Michaels, Cena, Triple H, magari anche Batista in un interbrand match a Cyber Sunday (hanno un feud in sospeso da due anni ormai…), grazie anche al prezioso aiuto di Edge e degli altri compagni di stable. Con un Edge che nel frattempo coglie importanti vittorie, e sfiora sempre l'investitura a primo sfidante del campione, che però puntualmente gli sfugge a causa del ritorno del face di turno, a causa della stipulazione e a causa del timore stesso di Orton. Organizzi poi un match particolare, magari una bella Elimination Chamber, e lasci per ultimi sul ring Edge e Orton, col secondo che all'improvviso connette con la RKO su Edge. E da quel momento cominci lentamente a turnare Edge come face: avrebbe l'appoggio del pubblico contro l'odiato Orton e avrebbe avuto il tempo di conquistarsi i fans grazie alle prestazioni in ring. Fai vincere la Rumble 2008 a Edge e a Wrestlemania24 main event Edge-Orton. Con questo scenario avresti lanciato stabilmente nel main eventing Edge e Orton, avresti consolidato l'uno come top heel e l'altro come emergente top face e avresti creato un main event attesissimo con un build up lungo un anno senza che ci sia stato occasione di rendere il feud noioso, facendo interagire sempre i due wrestlers ma lasciandoli combattere tra loro solo una o due volte e in incontri a più persone, in modo da combattere sempre da “alleati” che si aiutano ma tentano di prevalere l'uno sull'altro e non completamente da avversari come nell'eventuale finale dello scenario proposto. Un tale feud lungo un anno avrebbe più hype di un incontro tra Edge e Orton al prossimo Backlash; e sarebbe senza dubbio più interessante.

    Oppure, cambiamo completamente prospettiva e occupiamoci di un altro lottatore: Harry Smith. Chi lo ha visto crescere ogni giorno (parlo di allenatori e addetti ai lavori) è pronto a giurare che il figlio di Davey Boy Smith entro cinque anni sarà uno dei migliori wrestlers al mondo. Tale Giovane Promessa è stata affiliata a Raw per alcuni mesi, esordendo anche una volta insensatamente in un Raw per proteggere Cena dagli invasori ECW in difesa di Raw (lui, che era all'esordio…). Heyman lo voleva in ECW ma giustamente è stato preferito tenerlo in caldo per un avvenimento importante. Evento che però non è mai giunto, tanto che da ottobre il ragazzo è tornato nelle federazioni minori. Ma il ragazzo presto esordirà e sono pronto a giurare che si giocherà molto sui celebri legami parentali. Anzi, a Stamford sta arrivando una seconda Hart Foundation: Harry Smith (figlio di Diana Hart), Teddy Hart (figlio di Georgia Hart e più giovane wrestler mai messo sotto contratto di sviluppo a Stamford quando aveva solo 18 anni), Nattie Neidhart (figlia di Ellie Hart) e TJ Wilson (che convive da cinque anni con la Neidhart e da dieci anni, non scherzo, è compagno di tag team di Harry, fin da quando erano bambini piccoli).

    In un periodo in cui si parla spesso di wrestlers “controversi”, ci si dimentica sempre che la figura da sempre più controversa nel wrestling è proprio il “canadese”. Sin dai tempi di Bret Hart e della Hart Foundation modello 1997, il canadese è sempre stato coperto di insulti in America e osannato nella terra della foglia d'acero. Motivo per cui l'idea fu ripresa prima in WCW e poi in TNA con il Team Canada, fazioni alle quali è però mancato un leader carismatico alla Bret Hart (sarà, ma io in TNA lo avrei lasciato e lanciato il Team Canada, magari con Christian Cage come leader). E visto che quest'anno ricorre il decennale dello screwjob, non è da escludersi in WWE una Young Hart Foundation, col canadese Harry Smith come giovanissimo leader. Anche in TNA si sta percorrendo la strada della stable: intanto tengono occupati molti wrestlers che altrimenti sarebbero in perenne rischio licenziamento, e poi aiutano le storyline. L'anno scorso si arrivò a Lockdown con un team face insensato, in cui nessuno aveva reali motivi di essere in team con Sting se non per il loro “essere face” (tipo i team costruiti anche alle Series). Quest'anno la costruzione del Lethal Lockdown è cominciata già molto meglio.

    Oppure pensiamo ai Serotonin: il Maestro Raven è sempre stato un grandissimo leader di stable, basti pensare al Nest in ECW o il Raven's Flock in WCW. E se Devine e Bentley scarsi erano e scarsi rimarranno, un talento come Kazarian può benissimo sfruttare cotanta vicinanza. Se un wretsler mediocre come Steven Richards riuscì ad arrivare ai vertici della ECW e a ritagliarsi spazio in WCW, certo molto lo deve al suo mentore.

    Rimanendo in tema Stenie Richards, pensate ad esempio quanto bene gli fece l'esperienza Right to Censor in WWF: un eterno jobber arrivò a sfiorare il titolo Intercontinentale, e in quel periodo lo avrebbe meritato davvero quel titolo! Proprio l'esperienza Right to Censor è paradigmatica di ciò che intendo dire: nata come parodia delle versioni americane di associani sulla falsariga di Moige e Codacons, la loro sola presenza raccontava una storia e serviva a valorizzare wrestlers, a renderli interessanti.

    Ora come ora, in tempo di Era Internet, mancano proprio le stable worked-shoot. L'idea più attuale sarebbe ancora quella iniziata in WCW qualche anno fa, giovani contro vecchi. E se è umanamente impossibile realizzarla, viste le difficoltà oggettive dell'impresa (che infatti ad Atlanta era destinata a fallire), ben si può adattarla a “giovani heels che si uniscono per il controllo di Raw”. E' un'idea. Ma ce ne sarebbero altre, il mondo delle fazioni è un territorio inesplorato; si potrebbe ad esempio tentare un esperimento di una stable interbrand in un periodo come l'attuale di continue invasioni da un roster all'altro. Di stable worked-shoot da creare poi ce ne sarebbero molte. O altre idee ancora. Vedremo.

    p.s.: scrivere su questi lidi fa bene: scusate la divagazione personale, ma la vittoria settimanale ottenuta a livello mondiale nel WWE Fantasy da parte mia va ascritta in grandissima parte al “lavoro” che svolgo sul sito, e quindi a tutti voi.

    Stay Tuned. Rob.
    [Modificato da Ankie 22/10/2019 16:10]
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    Ankie
    00 22/10/2019 16:12
    HIGH FLYIN 43 - MA CHE MUSICA, MAESTRO


    A cura di The Rob In Town 79

    Ultimamente si parla solo di Wrestlemania, tutti i discorsi in tema wrestling sono influenzati dall'incombere del più importante evento dell'anno. Infatti nelle prossime settimane immagino tornerò a parlarne, anzi ne sono più che certo, ciò che ho scritto d'altro lo conserverò per altre occasioni. Questa settimana però nei bar si è parlato anche d'altro, si è parlato di Sanremo. Come cosa c'entra il wrestling con la musica? Il wrestling con la musica c'entra eccome, non avete mai sentito parlare di MTV?

    MA CHE MUSICA, MAESTRO

    “Senza musica la vita sarebbe un errore”, Friedrich Nietzsche.

    C'è una nuova realtà nel wrestling mondiale. Anzi, sfortunatamente pare che ci fosse ma che ora non ci sia più. C'è stata una notizia che mi ha messo un po' di tristezza questa settimana, pare che sia stata cancellata dai palinsesti di MTV la Wrestling Society X, la nuova realtà del wrestling mondiale. Una realtà bizzarra, partita in sordina, nel disinteresse degli appassionati. E che al primo tentativo ha però fatto registrare un milione di spettatori e quasi eguagliato i ratings che la TNA si era faticosamente costruita in un anno e mezzo di duri sforzi. Eppure nessuno, siano esse riviste o siti o editoriali vari, ne parla. Perciò ho deciso di farlo io.

    La Wrestling Society X, questo è il suo nome, è presentata come una setta segreta di wrestling; la regola è che non ci sono regole, si può usare qualsiasi oggetto e si può schienare l'avversario dovunque nell'arena. Non mancano poi esplosioni, high spots, scene bizzarre. Il tutto ha un perché, tutto sta a vederlo.

    L'idea è nata da colui che è la vera mente dell'operazione, Kevin Kleinrock, ragazzo ventottenne appassionato di wrestling e musica, che da anni cercava un modo per unire le due sue passioni. Già nel 1998 ne aveva parlato con il wrestler che da sempre è il più legato al mondo dello spettacolo, Vampiro, e dopo aver lavorato alcuni anni con la XPW, federazione indipendente, arrivò il momento di presentare la sua idea ad un grosso network, MTV. Ma la storia di come si è arrivati alla creazione della WSX è secondaria, ciò che mi preme è vedere come e perché essa abbia avuto questo inaspettato successo di ascolti.

    Il prodotto è indubbiamente peculiare. Intanto, è cominciato da una base di partenza diversa dagli altri shows di wrestling: mentre gli altri shows partono da piccole emittenti e realtà locali per poi espandersi in circuiti più ampi, la WSX è partita subito con un'ottima esposizione, pur senza avere nomi altisonanti nel proprio roster.

    La nuova generazione, quella che segue normalmente MTV, non è mai stata abituata a vedere wrestlers come Ruckus o Teddy Hart: se ha visto qualcosa di wrestling in TV, ha visto Triple H o John Cena, ora invece vede/vedeva qualcosa di completamente diverso. Non interessa qui stabilire se migliore o peggiore, o se sia preferibile l'uno o l'altro. Interessa dire che è diverso. Sappiamo che ogni federazione cerca un suo pubblico: la WWE punta a stabilizzarsi e a far affezionare al proprio prodotto i teenagers e recuperare le famiglie, come accadeva i primi tempi in cui veniva trasmesso Raw. La TNA, come spiegato nel numero 37 (“Svegliare i dormienti”) punta a recuperare tutti quei fans della ECW e della WCW che ora non guardano più wrestling. MTV punta invece in parte ai vecchi fans ECW ma soprattutto alla MTV Generation, i ragazzi della nuova generazione, proponendogli ritmo, spettacolarità e musica.

    Senza però snaturare il prodotto wrestling: non è intenzione dei capi creare un wrestling diverso, ma la loro intenzione è creare un nuovo modo di presentare il wrestling. L'intenzione è di non allontanare i fans tradizionali di wrestling, ma presentargli il wrestling sotto un punto di vista diverso, “sincopato” per usare una brutta parola. E' la MTV Generation, cresciuta con i videogames e con film come “Speed” o “The Fast and the Furious”.

    Velocità, innanzitutto. I wrestlers vengono incentivati a mostrare tutto ciò di cui sono capaci, e più gli spot sono elaborati e spettacolari meglio è, l'obiettivo è proprio quello. Certo, non si richiede la ring-psichology: resistere a finishers normalmente letali in questa federazione diventa normale, l'obiettivo non è raccontare una storia ma impressionare il pubblico, quindi non è un problema resistere a una canadian destroyer o a una shooting star press, ma il fatto che colui che l'ha subita si possa rialzare sempre al conto di due da' l'opportunità affinché lui o l'avversario possano realizzare ancora uno spot spettacolare. In soli cinque minuti di show si possono vedere più mosse spettacolari di quante se ne possano vedere in incontri che durano dieci volte tanto. Così facendo butti a mare concetti basilari come il selling, la psychology, l'hype, ma ottieni impatto subitaneo, attenzione sempre viva e cori di “Holy shit!”. Adrenalina allo stato puro: un'apnea di 20 minuti senza momenti di pausa, un po' come Impact!, con alcune peculiarità che rendono però unico il prodotto.

    Intanto i wrestlers sono caratterizzati in modo meraviglioso: ci sono state solo 4 puntate e io ho già i miei preferiti, e soprattutto ogni lottatore ha un suo personaggio facilmente identificabile. Sembra di essere tornati all'era gimmick: c'è il ballerino, i ragazzi truzzi degli anni '70, i messicani litigiosi, gimmick meravigliose come i Trailer Park Boys, più personaggi già conosciuti e famosi come Vampiro, New Jack, Credible o Syxx-Pac. Sembra di vedere un roster composto da tanti Austin Starr. MTV ha realizzato in ottanta minuti ciò che la TNA tenta di fare da più di un anno: caratterizzare gli atleti leggeri.

    Ciò che la TNA ha fatto con le Paparazzi Championship Series, che hanno creato personaggi come Shelley e Starr, hanno reso divertente un personaggio austero come Senshi e hanno tirato fuori un inaspettato lato comico in Jay Lethal, è stato fatto in soli quattro episodi da MTV. Secondo me saranno più utili per la carriera di un Sydal o di un Teddy Hart questa partecipazione alla Wrestling Society X che non quanto di pur ottimo hanno fatto prima. “Sydal l'ex campione di coppia ROH che sa eseguire benissimo le mosse?”, “No, Sydal, quello arrogante che gira con la fidanzata bionda”. Talento e identificabilità: in pratica, la ricetta del successo.

    Cosa c'è di più “MTV” dei That 70's Team che si disperano perché gli avversari hanno rotto la loro mirrorball? Ho riso come un matto quando ho visto la scena (proposta infatti già in due match), sembrava una via di mezzo tra un segmento di Al Snow e i telefilm di MTV, su tutti ovviamente “That 70's Show”.

    E' questo il punto: la Wrestling Society X propone del gran wrestling, ma ironizza molto su di esso. In un periodo in cui si parla così tanto (e, in mia personalissima opinione, inutilmente) di credibilità nel wrestling, la WSX si propone volontariamente come “non credibile”. Esplosioni, cavi di elettricità con cui dare la scossa all'avversario, tombe esplosive, reti di fili dell'alta tensione, tutto fa brodo per far spalancare la bocca sorpresi ai fans, stupendoli ma al tempo stesso divertendoli.

    Questa parte dello show, che viene così criticata, in fondo cosa ha diverso dai fulmini di Undertaker, dalle fireball di Sting o da Big Show che sfondava sul ring? Nulla. Anzi, solo una cosa: che qui volutamente sono scene che non si prendono, e non vogliono essere prese, sul serio. Dovendo fare match della durata di tre minuti e mezzo, è obbligatorio creare un nuovo tipo di “psicologia” nei match di wrestling; non potendo rispettare i tempi canonici della disciplina, bisogna inventare un nuovo modo di fare wrestling. E visto che il rischio insito nel togliere i tempi canonici è quello di vedere la credibilità azzerata, l'obiettivo che si è posta MTV è proprio quello di rendere i match “non credibili” ma divertenti. Una sorta di “guardateci, siamo i migliori nell'high flyin' e nell'eseguire spot folli”. Cultura pop allo stato puro.

    Un problema che ha avuto il wrestling negli ultimi anni è stato quello di portare nuovi fans ad appassionarsi al prodotto. Da quando è finita la guerra del lunedì sera, alcuni spettatori della WWE si sono allontanati da questo tipo di spettacoli per i motivi più disparati: un calo del prodotto, un normale ciclo di mode, la concorrenza con nuovi programmi. E gli ex fans WCW e ECW hanno trovato solo in minima parte nella WWE qualcosa che rispondesse ai loro gusti. La Wrestling Society X può essere un modo di rivitalizzare il prodotto, svecchiandolo, portando così nuovi fans a seguire il prodotto e ad appassionarsi poi eventualmente anche alle altre federazioni. Un ragazzo a cui piaccia la musica, a cui piacciano i programmi “veloci”, che si esalta nel vedere film d'azione e effetti speciali, ben può trovare di suo gradimento il prodotto.

    E' la nuova frontiera del wrestling? E' questo il wrestling che ci aspetta nel futuro? Io direi piuttosto che è un nuovo modo di concepire il business, che non si sostituirà agli altri ma si affiancherà ad essi. E se MTV non vorrà più investire nel programma, anche se i motivi permangono a rimanermi oscuri, sarà peggio per lei, perderà un'occasione: di investitori disposti a puntare sul programma secondo me se ne troveranno, con nemmeno troppa difficoltà, perchè è una concezione assolutamente nuova e in parte anche irriverente del wrestling. Non mi stupisco che abbia potuto disorientare i fans tradizionali, ma nemmeno mi stupirei di sapere che abbia contribuito ad avvicinarne di nuovi.

    E' wrestling-popcorn, buono da consumarsi in venti minuti. Non aspettiamoci incontri candidati MOTY o storie epiche, ma aspettiamoci ogni volta adrenalina, salti dalla sedia e divertimento. Non mi sembra poco.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 07/11/2019 15:51
    HIGH FLYIN 44 - TUTTI GLI UOMINI DEL CHAIRMAN


    A cura di The Rob In Town 79

    Spesso sento chiedere come fosse il wrestling prima dell'avvento del wrestling web. Diverso, questo senz'altro. Forse c'erano meno finti sapientoni e si creavano meno stupide mode, ma secondo me alla fine il bilancio è positivo. Ora si può discutere insieme di una passione e condividerla con altri fans. Lo scambio di idee e di informazioni aiuta a comprendere più velocemente le dinamiche del business. Certo, il wrestling perde un po' della sua magia, ma acquista altre caratteristiche interessanti. Volete sapere il perché di questa lunga premessa? Semplice, ho notato che ultimamente si parla anche su forum dell'editoriale, tanto che da una chiacchierata avuta via FFZ con un utente, che mi ha posto all'attenzione molte riflessioni intelligenti, è nato mezzo editoriale odierno.

    TUTTI GLI UOMINI DEL CHAIRMAN

    “Governare è far credere”, Niccolò Macchiavelli.

    Tra 19 giorni è Wrestlemania e ci troviamo dinnanzi alle solite domande che ogni anno ci si pone prima dell'evento: perché hanno pushato Tizio invece di Caio? Perché non combatte Sempronio che è una grande leggenda? Perché Mevio ha osato attaccare la WWE in un'intervista? Perchè? Perché, perché, perché?

    Hogan parla al Bubba Love Radio Show e se la prende con Vince McMahon: da' troppo potere ad alcuni wrestlers che se ne approfittano per dettare legge nel backstage, litiga con lui per questione di soldi e di avversari e non esclude di andare a rinforzare le fila della concorrenza perché ritiene che in WWE ci si sia rilassati troppo sul monopolio e ci si sia dimenticati di fare del buon wrestling. Hogan a Wrestlemania 23 voleva affrontare l'amico Big Show; una volta diventata impossibile quell'opzione, avrebbe anche apprezzato l'opzione Shane; Vince invece gli ha proposto un surrogato di Big Show, ovvero il gigante indiano Singh, che però Hogan considera un non wrestler e col quale non ha voluto combattere.

    Anche Angle è ospite fisso in una trasmissione radiofonica: se la prende con Batista, che ritiene un lottatore orribile (opinione peraltro condivisa anche da tutto il backstage WWE, che considera l'Animale un wrestler arrivato al successo solo perché raccomandato da quei famosi “alcuni wrestlers” di cui sopra), se la prende sempre con gli stessi “alcuni wrestlers” con cui se la prende Hogan e per gli stessi identici motivi, e come Hogan ritiene che in WWE le qualità sono diventate secondarie. La WWE, al contrario del periodo in cui Angle entrò in federazione, punta più su altri aspetti d'entertainment e sempre meno sul wrestling.

    Angle e Hogan parlano male della WWE? E la WWE risponde indirettamente ma neanche troppo. Prima esce fuori la notizia di Angle indagato per uso di prescrizioni mediche non autorizzate, risalenti al periodo in cui l'eroe olimpico militava a Stamford. Ovviamente è una coincidenza che tale voce, probabilmente vera ma altrettanto probabilmente riguardante ogni singolo atleta o quasi che lavora in WWE, sia uscita proprio nel periodo in cui Angle ha cambiato federazione e continua a parlare di WWE nelle sue interviste. Mentre Jillian Hall, da sempre poco usata in WWE, da un mese continua a cantare. Si dice che nelle intenzioni di Stephanie McMahon e Triple H tale personaggio sia una parodia della figlia di Hogan, Brooke. E nonostante le risposte negative di prammatica la realtà pare proprio questa, a meno che non sia anch'essa una coincidenza.

    Angle dice, colpevolmente estremizzando: “la WWE è un circo”. In realtà poi ascoltando bene le sue dichiarazioni dice: “in WWE non ci si occupa più di wrestling”. Che poi è la critica che tutti, fans e addetti ai lavori, spesso rivolgono al Grande Capo WWE. L'eredità McMahon vede due visioni contrapposte: per una Stephanie che vede da sempre i suoi wrestlers preferiti gravitare nel main event e i suoi wrestlers meno favoriti subire uno scontato depush, abbiamo uno Shane McMahon (che da una compagnia di marketing per la televisione americana è stato evidenziato come il personaggio che, in assoluto, riesce maggiormente a catalizzare l'attenzione degli spettatori sullo schermo tra i protagonisti degli show di wrestling, pur non essendo propriamente un wrestler, e non essendo propriamente un entertainer) che ha spesso visto i suoi wrestlers preferiti (da Blackman a RVD, da Test a Foley) subire clamorosi depush e/o licenziamenti. Diverse concezioni del business: una visione legata al concetto di sport-entertainment e una legata al concetto di lotta, quasi shootfighting (non è un mistero che Shane sia gran tifoso delle MMA). La prima concezione, facente capo alla Billion Dollar Princess, a Stamford sta trionfando su tutta la linea.

    D'altronde Kevin Dunn, il numero due della federazione, non vuole sentire parlare di “wrestling” ma solo di “sport-entertainment”, mentre il numero uno della federazione, Vince McMahon himself, sembra pensare più alla sua futura carriera politica che non alle qualità dei suoi dipendenti.

    Sì, alla sua carriera politica. Non può non essere infatti balzata agli occhi una “curiosa coincidenza”. Guardiamo i push e i depush dati ai singoli atleti.

    Michaels da quando è tornato nel 2002 ha sempre occupato una parte principale negli shows. Bè, non ci vedo nulla di strano; è uno dei migliori wrestlers della storia e fin dai tempi della Kliq ha sempre avuto una significativa “libertà creativa” e decisionale per gli aspetti che lo riguardano. Ed è un cristiano rinato.

    Un altro cristiano rinato era Eddie Guerrero. Il quale, al ritorno dai famigerati guai personali, è presto diventato un idolo del pubblico, l'indiscusso top face di Smackdown, e ha così potuto coronare il suo sogno personale, assolutamente inimmaginabile anche soltanto pochi mesi prima, di diventare campione dei pesi massimi. E quando il suo regno è diventato traballante, a chi si è rivolto Vince McMahon? A un midcarder la cui futura carriera politica, di indirizzo teocon, è già stata segnata: John “Bradshaw” Layfield.

    L'anno scorso poi è nata la ECW. Per valorizzarla è stato mandato ai massimi livelli della federazione colui che della federazione è stato negli ultimi anni un, se non “il”, top face: Rob Van Dam. Wrestler da sempre inviso a Stephanie McMahon e a suo marito, l'onnipotente e vero capo del booking team Triple H, e da sempre stimatissimo da Shane McMahon, il quale ultimamente è andato personalmente a caldeggiare il rinnovo del contratto per il lottatore di Battle Creek e a lamentarsi per l'eccessivo depush datogli. Dopo lo scandalo marijuana, che aveva creato problemi a Vince presso l'elettorato più conservatore ma non presso il grande pubblico, RVD era stato riportato nei vertici ECW, battendo più volte il campione in carica, per poi subire le conseguenze di un secondo, più grave scandalo: la mancata partenza per l'Iraq.

    Come è infatti noto, da qualche anno la WWE organizza nel periodo natalizio una tournee in zone di guerra per portare il proprio personale sostegno ai soldati, i quali stanno combattendo guerre sostenute dalla attuale maggioranza teocon e criticata dalla avversa parte democratica. E benché la scelta di partire per le zone di guerra fosse facoltativa, ben si sapeva nel backstage che rifiutare significasse un immediato depush. I desideri del capo vanno sempre assecondati. Tra l'altro quando RVD fu squalificato chi divenne campione? Un wrestler che aveva appena abbracciato la dottrina dei cristiani rinati, Big Show.

    Ed è notizia di pochi giorni fa che Vince McMahon ha dato ordine al booking team di pushare soprattutto due wrestlers: Bobby Lashley, ex marine che è stato due volte campione di lotta nelle forze armate e medaglia d'argento nei campionati del mondo organizzati dal CISM (Consiglio Internazionale degli Sport Militari) e John Cena, che sugli schermi ha interpretato la parte del Marine.

    Invece un wrestler che ha avuto problemi con l'esercito, Randy Orton, ultimamente non sta avendo una gran vita in quel di Stamford.

    Ed è sempre notizia di pochi giorni fa che dovrebbe ritornare in WWE, con un adeguato push, Chris Palumbo, il quale è peraltro annunciato in non grandissime condizioni fisiche, ma il cui ritorno è riannunciato da quando, ormai quindici mesi fa, Bradshaw disse alle truppe che in WWE combatteva anche il fratello di un loro commilitone, il fratello del tenente Palumbo…

    Un anno fa un wrestler in punta di lancio sembrava (purtroppo) Trevor Murdoch: erano state girati numerosi segmenti in cui Trevor Murdoch riprendeva le tematiche del film più di successo l'anno scorso in America, Brokeback Mountain: erano già girati rumors che volevano il pupillo di Dusty Rhodes strappare il titolo Intercontinentale a Ric Flair, quando all'improvviso la WWE lasciò perdere il personaggio. Giova ricordare che il film, che parlava di due cowboy gay, fu aspramente e violentemente criticato dalla lobby teocon; e, come per magia, un mese dopo quale film usa Stone Cold per denigrare JBL, che lo aveva citato nel discorso, nel “beer contest” disputatosi al Saturday Night's main event?

    Ma torniamo a Lashley: nel frattempo è rimasto coinvolto nella “Battle of the Billionaires”, nella quale sarà il protetto di Donald Trump. Ora, molti si sono chiesti perché mai il pubblico dovrebbe tifare per un miliardario, sebbene vada contro Vince McMahon. E molti si sono chiesti perché debba essere Lashley a rappresentarlo. Se è vero come è vero che la WWE stia puntando molto sulle tematiche teocon, non si può non tenere presente che in America le dottrine religiose conservatrici si basano principalmente su tematiche derivanti dal calvinismo, e nel calvinismo il successo negli affari è strettamente legato alla protezione di Dio; perciò ovviamente il pupillo del “protetto da Dio” per via transitiva è egli stesso protetto.

    Qualcuno ora potrebbe dirmi: coincidenze. E' sbagliato farsi simili discorsi, sono paranoie dettate da eccessive “seghe mentali” e a giustificazione di altrimenti indecifrabili push e depush. Intendiamoci, mi sono posto anch'io tale problema. Poi però vedo durante l'Impact scorso arrivare Christian e i due suoi fidi scudieri: nome della nuova stable, la “Christian Coalition”. Un'ulteriore coincidenza o un riuscito tentativo di prendere in giro la concorrenza con un metodo tanto sottile quanto “cattivo” e intelligente? Usando un metodo implicito alla quale la WWE non può replicare se non rendendo palese il suo background teocon? Una stable che nonostante il nome si presenta come il gruppo top heel della federazione, al contrario di quanto avviene a Stamford? Christian Coalition, un nome un programma.

    Tutte coincidenze? Sarà, ma come sa benissimo lo staff di Wrestling4ever, “io non credo alle coincidenze”…

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 17/11/2019 12:51
    HIGH FLYIN 45 - GLI IMMORTALI (1° parte)

    A cura di The Rob In Town 79

    Il football ha il superbowl. Il calcio ha la finale di Champion's League. Il basket ha le finali NBA. Il cinema ha gli Oscar. Sanremo ha il Festival. E il wrestling ha Wrestlemania. Il punto più alto della carriera di un wrestler, e per un fan di questa disciplina, Wrestlemania è come il Natale per i bambini: viene atteso tutto l'anno come “il momento”. E dopo avervi accompagnato in un viaggio storico delle Survivor Series e della Rumble, potevo esimermi dal farlo per lo Spettacolo degli Immortali, per il Nonno di Tutti gli Show? Sì, potevo, ma lo farò lo stesso.

    GLI IMMORTALI (1° parte)

    “I ricordi sono come i sogni: si interpretano”, Leo Longanesi.

    L'idea iniziale fu tanto geniale quanto rischiosa. Vince McMahon volle rivoluzionare il wrestling: l'idea era proprio quella di creare un Grande Evento, che fosse catalizzatore di tutto il movimento in tutti gli Stati Uniti. Non più federazioni regionali, ma un'unica federazione globale. L'obiettivo ovviamente era raggiungere la supremazia nazionale: una federazione che estende la sua influenza in tutti gli Stati Uniti sarebbe stata ovviamente più potente di qualsiasi federazione regionale esistente. Ma il progetto era ambizioso, costoso e difficile da realizzare, serviva un grande evento per farla nascere e crescere: se la prima Wrestlemania non avesse avuto successo, probabilmente la WWE sarebbe fallita. Per questo Vince, che era ed è un promoter esperto, puntò non solo sul wrestling ma anche sull'entertainment: chiamò a sé per pompare l'evento e per partecipare allo stesso volti noti al pubblico americano come la cantante Cindy Lauper, ad esempio. E nel main event vi fu una grande abbuffata di divi: non solo il wrestler più famoso al tempo, Hulk Hogan, ma anche come suo tag team partner un famoso attore, Mr. T, come special enforcer uno degli sportivi più amati, Muhammad Alì, come annunciatore il famoso manager di baseball Billy Martin e come timekeeper il famoso personaggio televisivo Liberace accompagnato dalle Rockettes. L'Evento ebbe successo e nacque il wrestling per come lo conosciamo ora.

    E per l'anno successivo Vince ebbe un'idea ancora più grande e ambiziosa: trasmettere l'evento da più località, tre per l'esattezza, ognuna con grandi guest star e ognuna col suo main event. E fu così che vicino New York Mr.T sconfisse Roddy Piper in un match di boxe, a Chicago i British Bulldogs accompagnati da Ozzy Osborne vinsero i tag team titles e a Los Angeles, nella patria dello spettacolo, Hogan sconfisse in un match nella gabbia King Kong Bundy per mantenere il titolo WWF. Attori, pugili, giocatori di football, famosi cantanti: numerosi furono gli ospiti speciali dell'evento. A cantare l'inno nazionale fu addirittura Ray Charles. L'idea della diretta contemporanea da tre luoghi non ebbe successo, ma ormai il wrestling era sinonimo di spettacolo hollywoodiano, era entrato nei televisori delle famiglie degli americani.

    L'era Rock'n'wrestling era ormai in corso, per il wrestling un'età dell'oro. Ormai non c'era più bisogno di grandi ospiti esterni, il wrestling era un grande spettacolo di massa che camminava sulle proprie gambe. E fu così che per vedere Wrestlemania 3 a Detroit si mobilitarono più di 93000 persone. Intendiamoci, ci furono ancora grandi ospiti: l'inno nazionale fu cantato da Aretha Franklin e ad accompagnare Jake Roberts fu il famoso cantante Alice Cooper, ma per la prima volta il pubblico era andato all'arena per vedere soprattutto un grande incontro di wrestling: Hulk Hogan contro Andrè the Giant. La personificazione del Bene contro l'Avversario Inamovibile, in cui una Schiacciata a terra dell'avversario divenne un urlo di liberazione ed entusiasmo per novantatremila persone.

    Lo scontro tra i due lottatori si trascinò per tutto il 1987, e a Wrestlemania 4 si arrivò con le stesse medesime premesse e con piàù o meno gli stessi feud, ma col titolo vacante. Per vivacizzare l'evento e creare un elemento di novità fu così organizzato un torneo, in cui i due Contendenti si fecero squalificare per irregolari scorrettezze. Fu così tempo per il wrestling di incoronare un nuovo Re, che vinse grazie anche all'aiuto decisivo del vecchio Re Hogan, in un ideale passaggio di consegne: il nuovo Re si chiamava Macho Man Randy Savage e il suo avversario era stato colui che meglio incarnava il prototipo dell'uomo da odiare, Ted DiBiase. Nota di colore, sapete chi fu per la prima ma non unica volta ospite dello show? Donald Trump. Ah, tutto cambia per non cambiare mai…
    Le storie di wrestling ormai diventavano sempre più complesse, sempre più cinematografiche. Il 1988 raccontò soprattutto una grande storia: la amicizia-rivalità tra il Nuovo Re e il Vecchio Re, con la Donzella Miss Elizabeth motivo della gelosia e dei paranoici sospetti del primo nei confronti del secondo, che riceveva nelle arene pops tali da rendere prematura una abdicazione. E l'epico scontro avvenne così a Wrestlemania 5, col ritorno del Vecchio Re sul suo trono.

    Ma i tempi per un Nuovo Re erano ormai maturi: e lo scettro che Macho Man non fu in grado di tenere saldo, passò a Wrestlemania 6 dalle mani di Hogan a quelle della Nuova Sensazione della WWF, Ultimate Warrior. Per la prima volta il main event vedeva lo scontro tra due amici, la tensione del pubblico era tesa a sperare che lo scontro non lasciasse rancori nei due contendenti, il pubblico diviso in due uguale fazioni, che si stimavano l'una con l'altra.

    L'anno successivo fu ancora il tempo di Hogan, la nazione aveva bisogno di lui. C'era da sconfiggere il Nemico dell'America, c'era da sconfiggere il traditore Sgt. Slaughter, e solo l'Eroe Americano poteva riuscirci. Così, mentre Ultimate Warrior e Macho Man regalavano alla platea l'incontro forse più emozionante di sempre e Undertaker iniziava la sua storica winning streak, il Sogno Americano si riaffermava, pulendosi dalle macchie che ne avevano offuscato la bandiera.

    Hogan era il wrestling, poco da dire. Anche l'anno successivo, benché il match per il titolo vedesse impegnati Macho Man e la Grande Icona della rivale NWA Ric Flair, il main event vide impegnati Hogan e Sid Justice. E nel post match avvenne l'evento forse più clamoroso nella storia di Wrestlemania: Ultimate Warrior, che leggende metropolitane corroborate dal suo carattere bizzarro davano per morto, tornò inaspettatamente per salvare l'amico Hogan dall'attacco che stava subendo da Justice e Papa Shango.

    Ma il tempo della Caduta degli Eroi era vicino, una intera Nuova Generazione reclamava il proprio posto al sole. Leader della nuova generazione era il Cecchino, il Maestro della Tecnica Bret Hart. Suo avversario era il Nuovo Mostro della Federazione, il mastodontico Yokozuna. E per la prima volta la favola di Wrestlemania parve non avere un lieto fine, il cattivo aveva vinto. In modo assolutamente sporco, ma aveva vinto. Fu così che a salvare la situazione, col suo canto del cigno, arrivò ancora una volta Hogan che, sfidato dal nuovo campione, lo battè in soli 29 secondi. Ancora una volta l'America sconfiggeva l'Invasore.

    I tempi però mostravano il bisogno di avere nuovi eroi, il rischio della monotonia era chiaro all'orizzonte: c'era un nuovo Eroe Americano, il suo nome era Lex Luger, e c'era sempre il Rappresentante della Nuova Generazione, Bret Hart. Entrambi avrebbero tentato di detronizzare colui che per un anno aveva incarnato il Terrore nella federazione, ovvero Yokozuna, colui che aveva sconfitto anche la Morte fatta uomo. Si dice che se la sera prima Luger non si fosse ubriacato e non avesse spifferato la sua vittoria ad un giornalista la storia sarebbe cambiata, ma non lo sapremo mai. Ciò che importa è che un anno dopo il finale convulso dell'edizione precedente, nel decennale di Wrestlemania la Nuova Generazione coglieva il suo più grande ed importante successo, grazie al suo leader. Il momento in cui i face della WWF festeggiano Bret sta quasi a simboleggiare una catarsi del nuovo wrestling, un essersi liberati dal tappo che teneva chiuso il futuro.

    E la nuova generazione portò un nuovo wrestling: nel 1994 Shawn Michaels e Razor Ramon avevano affiancato alle Emozioni lo Spettacolo col celebre ladder match, e nacque lì il Fenomeno Michaels. Una delle gimmick più azzeccate di sempre, lo Spezzacuori, arrivava nel main event e nel 1995 trovava come suo avversario Diesel, il nuovo uomo di punta WWF e suo ex bodyguard. Lo spezzacuori contro il futuro Big Sexy, due ex amici contro. Due splendide donne come Pamela Anderson e Jenny McCarthy ai loro angoli. Il wrestling cominciava a farsi adulto, ma il tempo dello Spezzacuori non era ancora arrivato. E, per concludere lo show, Vince iniziava la sua, rivelatasi poi fallimentare, ascesa nel mondo del football facendo scontrare football e wrestling, Lawrence Taylor e le stelle del football contro Bam Bam Bigelow e la Million Dollar Corporation. Una pessima idea che portò pessimi risultati.
    Ma, tornando a Michaels, il Sogno della Fanciullezza stava per compiersi. Nel peggior periodo della storia della WWF, Vince McMahon si rivolse alle sue Due Nuove Icone e gli affidò le sorti di Wrestlemania e di un'intera federazione: un'ora di match a loro disposizione per salvare le sorti di una federazione allo sbando, costretta a parodiare coloro che la avevano abbandonata. E sul ring fu spettacolo, fu Autentica Poesia. E, a suggello della serata, arrivò improvvisa la Musica della Buonanotte. Un nuovo Eroe conquistava Wrestlemania.

    Ma l'Eroe perse il Sorriso, e l'anno dopo non vi fu nessun rematch. Così, nell'evento che avrebbe cambiato per sempre la concezione del face e dell'heel, consacrando Austin come nuova evoluzione del personaggio amato dal pubblico, un antieroe schietto e umano, e Bret Hart come rappresentante di un vecchio wrestling e archetipo dell'heel odiato, “il canadese”, a vincere il titolo fu colui che più di ogni altro nella WWF del tempo rappresentava la Continuità tra il presente e il passato, Undertaker. La Dark Era paradossalmente nasceva col proposito di dare tranquillità all'ambiente e tempo per ragionare sulle novità.

    Ancora una volta però il Futuro incombeva. E soprattutto nella scena del wrestling entrava prepotentemente il Mondo Reale, la Keyfabe era diventata antiquata. L'Ascesa di Austin era non più contenibile, e nonostante il suo avversario nella quattordicesima edizione di Wrestlemania in teoria fosse Shawn Michaels, in realtà il suo vero avversario fu Vince McMahon. La figura del Capo Ingiusto saliva alla ribalta. Il famigerato episodio dello screwjob aveva creato la figura del boss (vedasi il numero 38 dell'editoriale), aveva mandato over l'heel Michaels, visto come il Pupillo del Capo Ingiusto e Supremo Traditore, e paradossalmente aveva portato il pubblico che per un sette mesi aveva fischiato Hart ad idolatrarlo in quanto tradito. E ancora più paradossalmente a doverlo vendicare avrebbe dovuto essere colui che ne era stato il suo più fiero nemico. Iniziava l'era Austin, l'Era Attitude viveva il suo primo grande momento, la WWF rialzava ufficialmente e definitivamente la testa contro lo strapotere WCW.

    Operazione che si completò a Wrestlemania 15. Il Feud tra il Capo e il Dipendente Ribelle e Sfrontato continuava, e come avversario di Austin fu scelto, con coraggio, l'altro giovane più interessante: The Rock, che nell'edizione dell'anno precedente aveva partorito la famosa catchphrase che da sempre lo accompagna. Una Wrestlemania che puntava di nuovo, dopo tre anni, su due Nuove Icone per sbaragliare la concorrenza, una WWF che per crescere guardava al futuro, contro l'opinione dei molti. Ora le ricordiamo come Leggende, ma al tempo erano soltanto Scommesse.

    Il millennio nuovo stava per incombere, e nuovi eroi stavano per affacciarsi nel palcoscenico più importante. Ma questa è un'altra storia, ve la racconterò martedì prossimo, nell'ultimo editoriale prima di Wrestlemania.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 17/11/2019 12:52
    HIGH FLYIN 46 - GLI IMMORTALI (2° parte)

    A cura di The Rob In Town 79

    Ci siamo. Mancano solo sei giorni a Wrestlemania. Il tempo è ora, siete pronti? Arriva Wrestlemania, lo Spettacolo degli Immortali, lo show che inizierà con una campanella ad annunciare il primo incontro e una potente campana ad annunciare la musica di requiem con cui si concluderà lo show. Ma quella è una storia a cui assisteremo tra sei giorni. Oggi mi aspettano due compiti: concludere il viaggio attraverso le storie degli Immortali cominciato sette giorni fa, e fare le finali considerazioni su cosa ci aspetterà a Detroit.

    GLI IMMORTALI (2° parte)

    “Tutto l'universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni”, Paulo Coelho.

    Il millennio era arrivato, il 2000 era da sempre il simbolo del futuro e di una Nuova Era. E se il wrestling è davvero, come infatti è, una metafora della vita, queste stesse aspettative albergavano anche nei fans. Intanto, una curiosa statistica: in questa edizione di Wrestlemania non vi fu neanche un solo match combattuto uno contro uno con regole classiche. Il wrestling è uno sport conosciuto per essere uno contro uno? Non in questa edizione. Ma l'Evento sarebbe accaduto alla fine dello spettacolo. La Grande Famiglia col Potere di Decidere i Destini era disgregata, ognuno reclamava il proprio posto al sole. Ma, come in un rito catartico, alla fine fu ritrovata la quasi completa unità, di tre membri su quattro, sotto l'Egida del Terzo Figlio, quello acquisito. Triple H cominciava la sua lunga permanenza nel main event di Wrestlemania con la sua più importante vittoria in carriera. E per la prima volta la Favola più Grande non aveva un Lieto Fine, il 2000 era il trionfo del Regime.

    Un Regime che a detta di tutti avrebbe dovuto vedere il suo collasso a Wrestlemania 17, per mano di Colui che più aveva fatto soffrire la famiglia McMahon, il Serpente a Sonagli. Ma, con una scelta all'apparenza inspiegabile, Austin ebbe la sua grande vendetta su Triple H in un match epico un mese solo prima di Wrestlemania. L'avversario di Austin sarebbe stato allora la sua antica nemesi, The Rock. Con la grossa incognita dei wrestlers WCW, vista la clamorosa acquisizione avvenuta solo sei giorni prima della compagnia rivale. “Houston, Abbiamo un problema”: il problema sembrava sarebbero dovuti essere i wrestlers WCW, non era fuori dal mondo pensare a una Invasione, un run in di qualche stella di Atlanta, quell'Invasione che poi sarebbe invece avvenuta due mesi dopo. Ma qualcosa doveva succedere, la costruzione dei vari match era stata troppo affrettata e frutto di idee cambiate all'ultimo minuto. Prima avvenne un grande spettacolo, la WWE mise sul piatto una Scala Reale, poi avvenne la Grande Sorpresa, quella che non si compì a Wrestlemania 6. Austin si vendette al Nemico. Ancora una volta lo Spettacolo degli Immortali cambiava la psicologia del Serpente a Sonagli Texano: e se quattro anni prima la sua stoica resistenza lo tramutò definitivamente in un Eroe, questa volta la sua Paura lo tramutò in un Traditore.

    I tempi cambiavano, e a Wrestlemania 18 si doveva incoronare, per la prima e unica volta nella storia, il Campione Indiscusso della federazione. Un cancro intanto era stato insinuato nella WWF: il Nuovo Ordine del Mondo, che tanto aveva fatto soffrire pochi anni prima gli alti piani di Stamford, si presentava a Wrestlemania affrontando le Due Grandi Icone WWF. E se per Austin non fu un problema battere Scott Hall, mezz'ora dopo Rocky e Hulk Hogan scolpirono una pietra miliare nella storia del business. Il Vecchio e il Giovane, a dividersi il tifo del pubblico e a celebrare il Ritorno dell'Eroe più grande a casa sua. Ma non era tempo per i ricordi, il presente incombeva e c'era da incoronare un nuovo Re in una forma ancora maggiore rispetto al passato: l'Uomo del Millennio voleva difendere il suo titolo, ma colui che del Millennio non aveva alcun soprannome ma che in realtà sul millennio avrebbe imposto a fuoco la propria impronta e la propria immagine tornò sul suo trono. Wrestlemania era ancora una volta di Triple H.
    Arrivò così la divisione in due roster. Austin mise fine alla sua leggendaria carriera di lottatore, Raw divenne così territorio indiscusso di Triple H, che conquistò (in regalo) il titolo e che lo difese a Seattle contro Booker T, mentre a Smackdown era esploso il fenomeno Lesnar. La WWE cominciò a navigare a vista, era troppo difficile pianificare con mesi d'anticipo in un mondo dove “ieri” era un tempo già troppo antico. L'Indistruttibile Macchina da Guerra nel frattempo era diventato un beniamino del pubblico, mentre il suo avversario, l'Eroe Olimpico finalmente arrivato all'incontro più importante in carriera, rischiò di doverlo saltare. Ma per la seconda volta nella sua vita, un collo rotto non fermò Angle: Angle “osava sognare”, sognare l'incontro più importante, ma ancora di più osava sognare Lesnar, il quale coronò così l'anno più incredibile mai vissuto da una matricola. Forse osò anche troppo sognare, poco ci mancò che con il Volo Finale mettesse a repentaglio la propria carriera. Mai come quella volta due lottatori rischiarono davvero le proprie vite per l'incontro più importante delle proprie carriere.

    Arrivò così il Ventennale: e mai come quell'anno fioccarono le Sorprese. Sembrava tutto scritto per l'Incontro dei Giganti, Lesnar e Goldberg, ma i due Giganti annunciarono il loro addio alla federazione e il pubblico tributò loro un'accoglienza spettrale. Mai fischi così tonanti furono sentiti. E così, là dove tutto sarebbe dovuto iniziare nuovamente, furono due Mediani, ma in realtà due Vecchi Grandi Eroi precursori di una Nuova Era, a trionfare. Un Messicano Guascone e un Canadese dalle Mille Risorse salivano sul trono del mondo. E l'abbraccio finale, impronosticabile anche solo due mesi prima, parve davvero decretare un nuovo inizio. Gli uomini col duro lavoro diventano eroi.

    Ma le rivoluzioni non durano se sono premature. Si tornò così a canoni più classici, e la WWE per ritrovare sé stessa andò a Hollywood, patria del mondo dello spettacolo. Così lì furono messe le pietre fondanti della nuova epoca. Lì furono incoronati i due Eroi che guidano la compagnia ancora oggi, John Cena e Dave Batista.

    Per arrivare all'anno scorso, l'anno in cui un Piccolo Uomo fece diventare Realtà il suo Sogno più grande in omaggio all'amico prematuramente scomparso e in cui una nuova figura, il Campione Controverso, consolidò il suo status battendo Colui che da lì a poco avrebbe ritrovato la luce e l'amore del pubblico.

    Ma ora è il 2007, ora è tempo di Wrestlemania, perciò ecco le mie finali considerazioni su cosa vedremo a Detroit domenica.
    Visto che molti si ostinano a non capirlo, godersi lo spettacolo non significa accettare tutto ciò che ci viene proposto senza analizzarlo, ma essere smart non significa nemmeno affermare che se vince il nostro idolo è stato un bello spettacolo e se il nostro idolo perde affermare che è stata una “porcata”. Solo gli ottenni ragionano così.

    Chiuso queste breve excursus, analizziamo con calma i feud principali: quello che mi convince meno è la Battaglia tra Miliardari. L'evento ha una sua portata storica, andava organizzato meglio. Intanto non si riesce a capire perché mai McMahon abbia dovuto scegliere quale proprio rappresentante un wrestler che è appena uscito nettamente sconfitto da un feud contro il campione in carica, e perché mai una persona che teoricamente è al di fuori dalle dinamiche del wrestling abbia dovuto scegliere quale proprio rappresentante un wrestler nuovo, senza alcuna esperienza ad alti livelli e, per ora, di poca fama. E' abbastanza palese che questo feud fosse stato previsto per avere come competitors da una parte per Vince McMahon una forza della natura alla quale Vince si era già appoggiato pochi mesi prima, cioè Big Show, e dalla parte di Trump il wrestler più conosciuto al mondo, cioè Hogan. Una volta accertata, già a dicembre, l'impossibilità dell'originario piano, era stata diffusa una interessante alternativa: Vince McMahon si sarebbe fatto rappresentare da colui che, ancora oggi, è il Campione dei Campioni, King Booker (al quale quel titolo inaspettatamente non ha portato alcun onore) mentre Trump avrebbe scelto come rappresentante lo Spettacolo fatto persona, cioè Shawn Michaels. Sarebbe stato in ogni caso un match molto più consono all'importanza dello scontro.

    Passiamo ora ai main event: Cena-Michaels è stato un bel feud. Considerando anche che i due lottatori non avevano avuto alcun modo di interagire prima della Rumble, anche perché i piani per loro non prevedevano un loro scontro a Wrestlemania, è stato davvero creato qualcosa fatto bene. Due face, che si rispettano ma che non si amano, uniti ancora di più tra loro dal titolo di coppia (che è stata una scelta di booking davvero azzeccata), e per ogni puntata il pubblico è stato in attesa del tradimento di uno dei lottatori contro l'altro. In pratica una costruzione non così dissimile da quanto avvenuto a Wrestlemania 6, arricchita però dalla variante “titolo di coppia” e quindi unione ancora più stretta. In quel caso non turnò nessuno. Wrestlemania 17 ebbe una costruzione simile ma diversa. Lì i due face si rispettavano ma a causa di incomprensioni e sfortunate coincidenze si colpivano ogni puntata. Certo che un turn come quello di Austin muoverebbe molto le carte domenica, sarebbe davvero un Evento con la E maiuscola.

    E' però probabile che la decisione di lanciare Michaels nel main event sia dipesa anche dalla decisione di aver individuato Undertaker quale trionfatore di Wrestlemania. Nessuno infatti mi toglie l'idea che sarà il Becchino a trionfare domenica. Solo una volta ho visto un incontro di Taker incerto a Wrestlemania, cioè a Houston sei anni fa. E' il ventennale della bodyslam più famosa nella storia ma è anche il decennale dell'unico Trionfo del Deadman. Come ho scritto qualche High Flyin' fa (il numero 39, “Il gioco dei se”) in questa edizione dello Showcase of Immortals il leit motiv sarà il “Come eravamo”. In un tempo in cui solo le leggende vengono acclamate, non mi stupirei nel vedere il Trionfo di due leggende.

    Ma altri ancora sono i motivi di interesse per domenica: innanzitutto il terzo Money In The Bank. All'inizio ero molto scettico riguardo a questo match, avrei preferito vedere dei tag teams impegnati con le scale, e il paradosso è che davvero vedrò un match a coppie. Ci sono gli Hardys. Ci sono Booker T e Finlay, che seppur tra alti e bassi fanno coppia fissa da settembre-ottobre. E ci sono soprattutto Edge e Orton, che sono pur sempre gli ex campioni di coppia di Raw, con un regno durato tre mesi e finito solo a febbraio. In più, si è aggiunta la settimana scorsa la variabile, a mio avviso inserita prematuramente, dello split tra Edge e Orton. In soldoni, questo è il primo MITB in cui ci saranno alleanze fisse e collaudate, in cui i contendenti (o almeno gruppi di loro) arrivano in feud, il primo MITB con una costruzione di booking “prima” e non solo “durante”.

    Per chiudere, volevo spendere due parole sul match tra New Breed e ECW Originals: l'idea di uno scontro tra le due fazioni è stata costruita su un'idea di Heyman fin da luglio scorso (ricordate gli scontri tra Test e Knox da una parte e Dreamer e Sandman dall'altra?) e aveva come storyline “allegata” la questione delle hardcore rules negate nella nuova ECW. Lo sbocco naturale del feud avrebbe dovuto essere alle Survivor Series, ma il fallimento del terzo brand e il pessimo booking della ECW a ottobre-novembre hanno fatto sì che arrivasse fino a Wrestlemania. Il vero problema è che da una parte abbiamo quattro wrestlers che con la loro storia rappresentano il nome dell'intero brand e che per vari motivi (tra chi verrà licenziato e chi se ne andrà di sua volontà) non saranno impiegati dopo giugno, dall'altra abbiamo quattro personaggi in cerca d'autore, quattro wrestlers tra cui vi sono wrestlers buoni e wrestlers scarsi, ma che hanno avuto come unica connotazione quella di fare parte del nuovo Breed. Pur avendo quattro gimmick diversissime, pare che siano rappresentati solo dall'ideale che rappresentano. Ideale che è già vincitore in partenza, sia che il New Breed vinca o perda a Wrestlemania, causa la dipartita dei membri dell'opposta fazione. Il problema è che a questo punto ci ritroveremo un campione face contro un'intera fazione di heel. Una sorta di Lashley contro tutti. Con nessuno però davvero pronto ad andare per il titolo. E' come se la ECW a Wrestlemania avesse raggiunto la sua conclusione, non ci sono sbocchi logici. Ovvio che verranno creati, ma saranno ex novo, non saranno la continuazione di qualcosa costruito prima di domenica. Curioso davvero.
    Alla fine comunque mi aspetto una grande Wrestlemania. Speriamo.

    p.s.: e se il nostro direttore è d'accordo, la prossima settimana l'High Flyin' uscirà di mercoledì, per permettere al sottoscritto di postare l'editoriale sull'appena trascorsa Wrestlemania edizione numero 23.

    Stay Tuned. Rob.
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    Ankie
    00 02/08/2020 15:40
    HIGH FLYIN 47 - SIAMO TUTTI CRESCIUTI, O QUASI

    A cura di The Rob In Town 79

    Come annunciato settimana scorsa, questo numero esce one week only di mercoledì, per permettere al buon Rob di postare le proprie impressioni sull'appena trascorsa Wrestlemania. Non impressioni qualitative, per quello ci sarà tempo nel “La sa lunga”, ma per analizzare altri aspetti, che ritengo più consoni per analizzare un Evento come quello visto a Detroit. Piccola avvertenza: da giovedì a oggi ho dormito poche ore (feste, compleanni, gite, pay per view, finali NCAA), spero di riuscire lo stesso a scrivere cose sensate…

    SIAMO TUTTI CRESCIUTI, O QUASI

    “Il futuro è come il paradiso: tutti lo esaltano, ma nessuno ci vuole andare adesso”, James Baldwin.

    E' dalla settimana precedente alla Royal Rumble che vi parlo del sottotitolo della Wrestlemania di quest'anno: “all grown up”, siamo tutti cresciuti. E' da quella settimana che cerco di analizzare con voi il significato della frase: dapprima ho pensato che era indice del fatto che la WWE per Wrestlemania avrebbe puntato sulle “vecchie leve”. Undertaker tornava nel main event dopo dieci anni esatti, Michaels andava ancora una volta per il titolo a dodici anni di distanza dal primo tentativo, i fans erano cresciuti con loro e loro si erano mantenuti al top della federazione per tutti gli anni crescendo con i fans. Lineare, sarebbe anche stato al passo con la “nuova moda” del tifare le Leggende in quanto Leggende. Ma nelle ultime settimane è in realtà parso probabile che solo uno di loro, il Becchino, sarebbe uscito trionfatore da Wrestlemania.

    Cominciamo l'analisi dello show partendo da colui che ha perso, Shawn Michaels. Come era immaginabile da pronosticare, la vittoria di Cena ha subito scatenato reazioni negative da parte di una frangia dei fans. Soprattutto italiani, mi sono fatto un giro veloce sui forum italiani e americani prima di scrivere questo pezzo, e non c'è proporzione tra le critiche che John ha ricevuto là (poche e su argomenti generali) e quelle che ha ricevuto qua (tantissime e, inaspettatamente, su spot specifici del match).
    Cena è campione da due anni, e viene perciò visto come colui che ha bloccato l'ascesa dei singoli preferiti di ogni singolo fans. Ho visto quattordicenni criticare Cena perché idolo degli ottenni e perciò non consono a loro, pubblico adulto (della serie spariamole grosse…), ho visto gente affermare che fa solo brutti match in fotocopia (quando in tutti i migliori match che ho visto negli ultimi mesi trovo la costante-Cena), ho visto gente riempirsi la bocca di concetti di cui non sa dire alcunché di sensato quali ring-psychology, storytelling e selling, e ho visto gente dichiarare che smetterà di guardare il wrestling visto il risultato del main event (meglio, ci togliamo dal groppo ottenni che seguivano solo per moda e capaci di tifare solo singoli wrestlers a seconda della corrente del momento e mai per lo spettacolo).

    La realtà è una: che il feud è stato meraviglioso, il persistente conflitto latente tra i due campioni più controversi di ogni tempo, al momento forzatamente campioni di coppia e contenders a Wrestlemania era una storyline geniale quanto innovativa.
    Ma il problema, e anche grosso, era il dopo: Cena non ha più avversari a Raw, escluso Khalì, e speriamo rimanga escluso Khalì, ma anche Michaels non ha più avversari a Raw. Ultimamente ho letto frasi insensate scritte da persone che per gimmick non vogliono ragionare, tipo che con Michaels campione avremmo potuto assistere a feud nuovi del tipo HBK-Orton o HBK-Edge. Forse ho dormito per mesi, ma io questi wrestlers li vedo in feud da ottobre. E dubito sia pensabile una prosecuzione lunga del feud tra il campione e l'Heart Break Kid.

    Fino all'ultimo ho pensato a qualcosa che sparigliasse le carte: un turn, la valigetta (ipotesi scomparsa quando ho capito che il main event sarebbe stato questo), un finale controverso. Molti si chiedono perché a Wrestlemania 17 fu deciso il turn heel di Austin. Semplice, perché non c'erano più avversari per i due top face. Austin e Rocky si erano incontrati cento volte tra di loro, e cento volte avevano incontrato coloro che al momento erano i top heel della federazione, Angle e Triple H. Cambiare il personaggio di Austin rinfrescò il suo character e diede spunto per nuove storyline e il pretesto per l'ingresso di nuovi lottatori nelle zone alte. Invece nell'altra occasione in cui si scontrarono due face, Wrestlemania 6, lo strapotere assoluto che Hogan e Warrior avevano esercitato sulla federazione fece sì che il primo feud serio che vedesse coinvolto il campione arrivò addirittura a ottobre. Non sarà questo il caso, la crescita numerica dei PPV e la maggior qualità degli shows settimanali non lo permetterebbero, ma occorre inventarsi qualcosa.

    Orton è in un vicolo cieco: da ottobre è diventato uno sparring partner, nel MITB ha fatto numero e poco altro, e se fino a settembre una sua candidatura a first contender sarebbe stata considerata plausibile e giusta, ora apparirebbe immeritata e casuale. Forse davvero come diceva Silone il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata. Edge ha subito parecchio il feud con la DX. Da quando è stato coinvolto nella storyline non ha più fornito un solo buon match in PPV e il suo personaggio ha perso parecchio smalto e appeal, tanto che se fino all'autunno il paragone con l'ex fratello Christian neanche si poneva tanta era la enorme superiorità di Copeland, ora non si pone tanta è la superiorità attuale del campione NWA.

    Umaga è un campione intercontinentale che distrugge i midcarders e colleziona sconfitte in PPV dai main eventers. Michaels è in un limbo: la sua strepitosa carriera lo sorregge, ma con Cena domenica non è stato raggiunto lo scopo. Ci è stato lasciato in eredità un gran match, ma non un classico. Rob Van Dam alla Hammerstein Ballrooom e Edge in Canada ad Unforgiven hanno combattuto con Cena due main event di Wrestlemania molto più di quanto non sia stato main event di Wrestlemania quello di domenica. E Triple H è ancora distante dal recupero, e non si può nemmeno essere sicuri che quando torni sia già pronto: la volta scorsa ci mise due anni per recuperare la forma, ora che di anni ne sono passati ancora altri tre bisognerà vedere come reagirà il suo fisico, ormai da tanto tempo non più di primo pelo.

    Per questo credo che il main event sarebbe dovuto essere per Batista e Undertaker, sarebbe stato un Wrestlemania moment più adatto per concludere questa edizione. In WWE si naviga a vista, il Main Event di Raw a Wrestlemania ha ripercorso lo svolgimento del match dell'anno prima, non portando nulla di nuovo a ciò che è wrestling, mentre la vittoria di Undertaker ha commemorato una ricorrenza e ha dato il via ad una nuova Dark Era. La vittoria di Cena in soldoni non è stata il compimento di una rincorsa e non ha significato come l'anno scorso un nuovo inizio; ma probabilmente la WWE non si è fidata delle condizioni di Batista, vera incognita dell'altro match titolato, e non ha voluto esagerare a proporre Taker, ultraquarantenne, vincitore dopo avergli fatto già concludere trionfante la Rumble. Sarebbe stato come rinnegare tutto il lavoro compiuto sulle nuove generazioni e assecondare, in questo ridicolo e patetico attacco a tutto ciò che è presente in nome di tutto ciò che è passato, una sparuta frangia di fans oltranzisti che osanna cose che ha visto soltanto in file Winrar.

    La domanda che questa Wrestlemania ci lascia è: chi batterà Cena? Io un nome ce l'ho, colui che da Wrestlemania è uscito meglio: Ken Kennedy. Non c'è il due senza il tre, secondo me Cena ancora una volta incorrerà nella maledizione della valigetta. A Raw ultimamente si parla troppo poco e si combattono troppi match inutili, c'è bisogno di un buon wrestler ma soprattutto di un grande oratore. Mister Kennedy porterebbe aria nuova a Raw, e, vista anche l'ottima opinione che ne ha Triple H, potrebbe essere il wrestler più adatto per feudare con un rientrante The Game. Anche se, non me ne vogliano i suoi fans, non vedere Levesque nel main event di Wrestlemania è già stata di suo una grossa e attesa novità. Leggo che Cena è stato tre volte main eventer a Wrestlemania perché “Vince's pet”: bè, Triple H lo è stato sei volte ed è “Vince's son”… Ma temo che l'eventualità Kennedy possa rimanere sensata solo sulla carta: lunedì a Raw non è accaduto nulla. Campione e sfidante hanno parlato del nulla e hanno perso un titolo ormai diventato inutile e all'improvviso ingombrante vista l'evoluzione del feud. Io Kennedy a Raw lo avrei mandato subito, un po' come fece Benoit dopo la Rumble vinta. Se avete notato non c'è stato nessun esordio e/o ritorno lunedì a Raw: l'anno scorso debuttò Umaga, l'anno prima tornò Edge, nel 2004 fu annunciato il primo draft, nel 2003 esordì Goldberg, nel 2002 Lesnar e così via. Lunedì nulla. Calma piatta.

    E a Smackdown! che succede invece? Intanto, come detto sopra, festeggiamo Undertaker, la WWE inizia la sua quinta Era Oscura con le stesse motivazioni che aveva dieci anni fa: rischiarare le sorti di un roster senza figure che si elevino, e dare il giusto e meritato premio al suo wrestler più carismatico e rappresentativo. Batista è diventato finalmente un wrestler ma paradossalmente ha perso molto del suo personaggio, il citato Kennedy ha già feudato troppo coi due sfidanti di Wrestlemania, l'ottimo Booker T visto domenica ha però un personaggio in scadenza (dopo il KOTR che farà?) e soprattutto ha già incontrato milioni di volte sia il Becchino che l'Animale. Anche qua urgono forze nuove. D'altronde io un lunedì post-Wrestlemania così scialbo negli ultimi anni l'ho visto solo nel 2005, e in quell'anno due mesi dopo si scatenò il finimondo. Probabile accada anche quest'anno, ma non credo con l'ormai diventato noioso draft, più probabilmente con l'espediente della maggiore interazione dei roster. C'è sempre un Edge che non ha ancora avuto feud seri con i due main eventers di Smackdown!, per fare un nome. Avrei detto anche Benoit, ma l'ultimo Benoit è un lontano parente di quello visto negli anni precedenti, dubito avrà presto grandi occasioni.

    Persino il campione ECW Lashley è in difficoltà perché senza avversari. Il feud con Umaga probabilmente continuerà ma dopo Wrestlemania non vedo come si possa non darlo per concluso. Ha regalato dei momenti di ilarità assoluta grazie anche alla debordante personalità dei due “milionari” e alla presenza scenica di Shane e soprattutto Austin, ma ha anche messo in risalto i limiti dei due lottatori coinvolti, soprattutto quelli evidenti del campione ECW. E avversari all'orizzonte per lui come detto non ce ne sono: i quattro membri del New Breed non sono ancor minimamente pronti, in quattro sono stati tutti sacrificati solo per dare ad un main eventer già fatto ed amato dal pubblico un motivo per restare in federazione e non allontanare così una significativa fetta di pubblico (una volta Vince i disubbidienti li licenziava, ora li implora di rimanere…Potenza della tornata concorrenza…); ma far scontrare RVD e Lashley sarebbe un suicidio che la WWE ha già compiuto a gennaio, ad origine dei suoi guai nella gestione-Lashley. Pensandoci credo rimanga il solo Khalì, in un match che temo mi toccherà vedere. Avendo fallito il mostro-Umaga, è possibile se non probabile che Vince voglia prendersi la sua personale vendetta su Lashley utilizzando un mostro ancora più potente. Per questo ho trovato inutile la bodyslam di Kane su Khalì; la bodyslam sul gigante avrebbe potuto e dovuto essere utilizzata o per battere il mostro o per mostrarne una vulnerabilità. Come accaduto con la rottura della masterlock (che però ha reso ancora più vulnerabile un personaggio che era già di suo parecchio vulnerabile) o come la bodyslam che Luger fece sulla portaerei a Yokozuna.

    A proposito di avversari per Lashley, divagazione personale: domenica ho messo in newsboard un pesce d'aprile grosso come una casa. Ho preso un wrestler di cui si vocifera da tempo il ritorno (prima ho pensato Rocky, poi per rendere più credibile la news ho optato per Jericho) e ho detto che un certo Robert (mio nome) Fisherman (pescatore…) dava una certa news, che trovava conferma nelle foto scattate dalla free-lance April (aprile!) Irvin (cognome di Jericho). E alla fine, nella fretta prima di uscire, mi sono inventato i credits: WWE.com e un fantomatico quotidiano del Michigan. Morale della favola, per il wrestling web italiano si è sparsa la voce di un run in di Jericho e di una sua presenza nel backstage. Le burle riescono solo quando vengono postate da persone normalmente serie, non trovate?

    Stay Tuned. Rob.
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    The Real Charisma
    2021 Friend of the Year
    00 02/08/2020 23:37
    Ankie, secondo me dovresti impiegare il tuo indubbio carisma per fare ripartire le sezioni generaliste del Forum. Obiettivamente di questa roba, eccezion fatta per te e forse Horace, non frega una mazza a nessuno
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    Friend of the year 2021
    Founder della stable Yuppies
    Founder della stable Sopranos
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