00 16/08/2019 14:27
HIGH FLYIN 34 - UN DESTINO BEFFARDO


A cura di The Rob In Town 79

Auguri di buon anno a tutti i lettori di W4E. Dicono che ciò che mi contraddistingue sia il mio inguaribile ottimismo e la mia cieca fede nel progresso, ma tra i buoni propositi per l'anno nuovo (che normalmente ho sempre rispettato) ho deciso di allontanarmi dalle sterili discussioni fatte al fine di difendere sempre e comunque il proprio idolo o per attaccare un proprio nemico. Credo nei gusti e non nelle opinioni, credo nelle verità e non nelle crociate, credo nella storia e non nell'ignoranza. E visto che nelle feste non sono avvenuti grandi avvenimenti, ho deciso di parlare nel primo editoriale (del nuovo anno e di una nuova era), di due wrestlers che hanno segnato il destino di questo business. Due wrestlers agli antipodi, si è sempre detto. Due wrestlers molto simili, in realtà.

UN DESTINO BEFFARDO

“A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada”, Winston Churchill.

Bret Hart. Chi ha la mia età lo ricorda come uno dei più grandi, come colui che cambiò il wrestling. Chi è molto giovane di wrestling invece lo ricorda esclusivamente per l'episodio dello screwjob, dando giudizi morali spesso inappropriati. Triple H: negli anni è diventato la vera nemesi di Bret Hart, più dello stesso Michaels, nel 2006 poi è stata una continua guerra a distanza. A un Bret Hart che accusava Triple H di essere diventato grande copiando il suo stile, rispondeva Triple H gioioso nel riconoscersi i meriti per l'episodio di Montreal. Di cui, per inciso, non mi è mai fregato di meno e del quale certo non intendo parlare.

Bret Hart, Triple H: non si sono mai amati, e i tifosi dell'uno hanno generalmente sempre mal visto l'altro e viceversa. E per i tifosi dell'uno è sempre stato uno scandalo e motivo di ilarità accostare le caratteristiche dell'uno a quelle dell'altro e viceversa. Eppure le somiglianze ci sono, e sono tante. Ma vediamo di fare un po' d'ordine.

Chi è Bret Hart? Bret Hart è uno che verrà ricordato come lo stereotipo del face, come un wrestler che grazie all'appoggio del pubblico, del quale era idolo indiscusso, e grazie alle sue abilità tecniche sopraffine, delle quali era maestro, traeva le forze per sconfiggere ogni tipo di avversario, fossero essi più grossi, più famosi o anche semplicemente solo più scorretti.

Questo non significa che non sia stato anche un ottimo heel, ma era certamente più consono a lui il ruolo del face. Era sicuramente molto tecnico, anche se non era un Benoit o un Malenko o un Danielson e non era nemmeno ai livelli del fratello Owen. Era però un innovatore: la sua vittoria contro Flair nel '92 ridisegnò il wrestling: campione del mondo era diventato un outsider, uno che aveva fatto gavetta, il mediano diventato centravanti, un uomo di mezza stazza, e la sua arma era il wrestling. Non era grosso come gli altri, ma vinceva perchè sapeva lottare meglio degli altri.

Chi è invece Triple H? Triple H è uno che verrà ricordato come lo stereotipo dell'heel, come un wrestler che utilizza ogni singolo vantaggio che riesce ad ottenere sull'avversario, sia esso fisico, mentale o anche semplicemente un vantaggio scorretto. Come un wrestler che metodicamente e sistematicamente affrontava ogni avversario prima con la testa e poi sul ring, senza curarsi della disapprovazione del pubblico.

Questo non significa che non possa essere un ottimo face (ne abbiamo chiara la dimostrazione in queste settimane) ma certamente gli è più consono il ruolo dell'heel. E' stato un innovatore, il primo heel trionfante a Wrestlemania, il primo wrestler a mostrare al mondo che le favole non hanno necessariamente un lieto fine, il primo wrestler capace di catalizzare una carriera sfruttando per ragioni di storyline un episodio accaduto nella vita reale, e a farsi così identificare nel Potere Consolidato e pertanto odiato. Non è abile come gli altri ma è agli altri “cerebralmente superiore”.

Tecnica? No non ne ha bisogno. Il suo stile è ispirato ad altro, al raccontare una storia: per Triple H “coloro che vanno nel main event non sono quelli che fanno i moonsaults dalla terza corda, ma coloro che sanno raccontare una storia”. E ha ragione.

Cresciuto nel mito del suo mentore ed amico Ric Flair, ha sempre cercato di dare una psicologia ai suoi match. Ogni sua mossa è realistica, ha un senso, ha l'obiettivo di danneggiare l'avversario in una sua parte del corpo specifica, in modo da poterne trarre un vantaggio. Uno storyteller, un uomo carismatico, uno che sa dare psicologia ai suoi match, colui che è stato definito “suo erede” e “miglior wrestler al mondo oggi” da Ric Flair.

E Bret Hart? Bret Hart è uno che ha sempre cercato di dare una psicologia ai suoi match. Ogni sua presa alle gambe e al corpo dell'avversario aveva il senso di indebolirlo per poi colpirlo con la Sharpshooter, come faceva Flair con la Figura 4. Le famose e famigerate “five moves of doom” (riprese poi da HBK, che ora infatti fa la combo flying forearm, kip up, inverted atomic drop, clothesline, flying elbow, Sweet Chin Music): c'è chi dice che le prese statiche fossero noiose e che le five moves of doom fossero scontate, ma troppo spesso ci si dimentica che occupavano al massimo due-tre minuti in match che in media ne duravano venti almeno. La strategia sul ring del Cecchino e dell'Assassino Cerebrale (curioso, anche i soprannomi sono simili) è la stessa, con la sola, e onestamente nell'insieme di poco conto, differenza che mentre il canadese la applicava privilegiando la tecnica, Triple H predilige la forza fisica.

Ma come dice il chairman Vince McMahon nel DVD dedicato al Cecchino, “Bret Hart è stato il miglior storyteller sul ring dai tempi di Freddy Blassie”.

Ironia vuole che Freddy Blassie sia stato l'idolo di gioventù, e motivo di ispirazione, per Ric Flair prima (che ne è un “figlio”) e Triple H (che ne è un “nipote”) poi. Un Ric Flair che non ha mai avuto un'alta opinione di Bret Hart, tanto da affermare che “la WWE ha vissuto il suo peggior momento quando campione assoluto era Bret Hart”. E, di riflesso, anche Triple H poi ha avuto sempre una pessima opinione riguardo al Cecchino, tanto da esserne ora uno dei maggiori denigratori ed essere stato uno dei promotori dello screwjob in un periodo, il '97, anni prima del matrimonio con Stephanie, in cui era già insieme a Shawn Michaels il wrestler più vicino al Grande Capo e da lui più ascoltato.

Bret Hart non ha avuto la stessa predestinazione e gli stessi appoggi, all'inizio della carriera a Stamford pagò la sua innata timidezza e la poca stazza, e solo la spettacolarità dei suoi match e la presa che aveva sul pubblico fecero sì che venisse provato nel main event, e solo una irripetibile combinazione di eventi casuali fece sì che nell'autunno del '92 gli venisse affidato il titolo massimo.

Ha ragione Flair nel dire che i regni di Bret coincisero con la crisi WWF/E? No, affatto, Bret fu l'Icona WWF negli anni seguenti e nel '94 grazie a lui a Stamford furono respinti agevolmente gli attacchi che la WCW portava avendo nel main event le due Leggende Massime Flair e Hogan. E come dimenticare che ancora oggi Bret è il terzo wrestler di sempre per vendite di merchandise dopo Hogan e Austin. Con Bret in federazione la WWF vinse la guerra con la WCW, senza Bret la perse. Per poi cominciare a rivincere grazie a Rocky, Austin, Triple H e Foley.

Triple H, proprio lui. E Foley… Ecco, come Flair era lo stereotipo della Bella Vita e del Potere degli Horsemen e Foley era l'uomo venuto su da outsider (http://www.wrestling4ever.it/editoriali/high_flyin/high_flyin15.htm), così vale il paragone tra Triple H e Bret. L'uomo di carisma che ottiene ciò che vuole e l'uomo di carisma che ha avuto una strada più tortuosa.

E come nessuno Bret e Paul hanno saputo guidare difficili ere di transizione creando sempre un incredibile hype attorno ai loro match e creandosi avversari degni anche quando poi degni non erano. Ed entrambi sono sempre stati pragmatici. Nei loro promo, pur diversi per stile, c'erano due soli obiettivi: sottomettere l'avversario psicologicamente prima che sul ring e puntare dritto alla vittoria, senza ulteriori fronzoli.

E la più grande ironia sta nel come si considerano tra loro i due wrestlers: semplicemente, si odiano. Così come i fans dell'uno difficilmente sono fans dell'altro: stravedono per l'uno e si annoiano con l'altro. E viceversa.

Bret Hart lo scorso anno ha “accusato” Triple H di essersi ispirato a lui per il suo personaggio. Ciò ha provocato lo sconcerto nei fans del canadese, che ritengono Triple H l'antitesi negativa di Bret, e l'ilarità nei fans di The Game, che ritengono la Leggenda Canadese uno che è stato sconfitto nel business e che quindi rosica. Io ritengo che non sia stata proprio una copiatura, Triple H si è palesemente per sua stessa ammissione ispirato ad altri wrestlers, ma è curioso notare come il “nonno” di Triple H, Freddie Blassie, sia secondo Vince McMahon il wrestler più simile a Bret Hart, ed è incredibile notare quanto siano stati simili i contributi che Bret e Paul hanno dato al business e quanto fossero simili i rispettivi stili nel ring.

Due facce della stessa medaglia, con un lato più impolverato dall'usura del tempo e da una carriera sfortunata vissuta sempre con lo sfavore dei capi (Vinnie prima e Bischoff poi) e l'altro lato scintillante e ancora splendente e sotto la luce dei riflettori e l'ammirazione del Capo-parente.

Due uomini che non si sono mai amati e che vedono nell'altro una deviazione dalla miglior via, e che hanno schiere di ammiratori pronti a combattere in nome loro a favore del proprio idolo e contro l'altro.

Due uomini il cui successo non poteva che dipendere dall'insuccesso dell'altro: come nel vecchio West, “questo posto non è sufficientemente grande per tutti e due”. La differenza è che con le stesse armi, con le stesse strategie e con lo stesso stile combattevano l'uno per ideali opposti all'altro. Ma se la WWE è ora territorio e regno indiscusso del Genero di Vince, la memoria dell'Esiliato e del Dimenticato Bret Hart ogni tanto ricompare là dove è più forte, nel suo Canada, come in quello che considero lo Spot dell'anno 2006, la Sharpshooter di Trish ad Unforgiven, o come nella stessa Sharpshooter con cui a Backlash 2004 Benoit sottomise Shawn Michaels sconfiggendo così contemporaneamente Michaels e Triple H in nome del suo mentore Bret.

Aveva ragione Bret, le somiglianze ci sono: sono due wrestlers molto simili che hanno percorso strade diverse. Il destino a volte è davvero beffardo.

Stay Tuned. Rob.