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HIGH FLYIN 23 - UN SOGNO ANDATO IN FUMO?

A cura di The Rob In Town 79

Scrivo quest'editoriale da sei mesi ormai. Ora all'editoriale è stato aggiunto un nuovo meraviglioso banner, con sopra il wrestler simbolo dello stile High Flyin', nonchè mio wrestler preferito. Molti mi hanno chiesto perché non gli ho mai dedicato un numero. Forse temevo di poter non essere obiettivo, forse ho sempre avuto altri diversi argomenti, forse l'episodio di luglio me ne ha tolto la voglia, visti i rimpianti e la delusione. Però da due settimane vedo ottimi match nel main eventing in ECW, e vedo una costante: RVD. Cena parla di RVD nel Five Questions settimanale trasmesso da WWE.com. E quando RVD sbaglia città in cui recarsi per un house show, esce nuovamente fuori l'opinione per cui sarebbe inaffidabile per reggere una federazione. Ecco, vi spiegherò ora come vedo io la situazione di Rob Van Dam.

UN SOGNO ANDATO IN FUMO?

“C'è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che si desidera”, Henry David Thoreau.

Tanti anni fa mentre in Italia era in corso il cosiddetto “periodo buio”, in America era in corso la “guerra del lunedì sera” tra la WWF e la WCW. Mentre con difficoltà riuscivo comunque a seguirla, sentivo parlare sempre più spesso di una piccola compagnia chiamata ECW. Un giorno casualmente trovai degli highlights, e rimasi subito colpito da un wrestler. Era il più over col pubblico, che lo acclamava come un eroe, aveva il repertorio più vasto e spettacolare che io avessi mai visto, e sembrava davvero metterci tutto sé stesso. In alcuni aspetti mi ricordava Steamboat. Scoprii il suo nome: Rob Van Dam. Cominciai a desiderare che andasse in una delle due major per poterlo vedere più spesso e per poterlo vedere contro le altre Icone del tempo e per vederlo combattere un tipo di wrestling più consono ai miei gusti, e nel 2001 si avverò questo desiderio. Con l'angle dell'Invasion RVD sbarcava in WWF.
Teoricamente i membri dell'Invasion avrebbero dovuto essere tutti heel; in realtà lo furono tutti tranne uno di loro, lui, che invece divenne subito il face più acclamato. Gli bastarono quattro mesi per arrivare al main eventing e per essere idolatrato al tempo più di un Austin e quanto un The Rock.

Nulla di veramente nuovo. Parliamo di un wrestler che, teoricamente heel, in ECW mantenne il titolo TV per 23 mesi consecutivi tra il trionfo del pubblico eclissando completamente l'importanza del titolo mondiale (una cosa recente l'hanno fatta AJ, Daniels e Joe col titolo X-Division: ma erano tre e per soli pochi mesi). Rob Van Dam era la ECW. Quando Hogan, il più grande e famoso wrestler di sempre, tornò in WWF nel 2002, gli fu chiesto con chi avrebbe voluto lavorare; rispose con Austin, Rocky, Triple H, Angle e, a sorpresa, Rob Van Dam. E quest'anno Hogan ha approfondito il suo pensiero, dicendo che “se io fossi Vince McMahon e dovessi scegliere il prossimo lottatore simbolo per la WWE, prenderei Rob Van Dam, quel ragazzo ha tutto per trascinare la compagnia”.
E non è il solo: Paul Heyman negli anni '90, quando la ECW era una concorrente (di nicchia, ma concorrente) della WWF, disse che Rob Van Dam aveva tutte le qualità che Vince McMahon desiderava e se mai fosse andato a Stamford avrebbe potuto diventare una delle più grandi stelle di tutti i tempi, se non la più grande. Parole pronunciate anche visto il grande affetto che lega i due? Può darsi, ma non scordiamoci che Heyman viene considerato il manager più geniale nel wrestling.

Molta è la considerazione di chi fa wrestling nei confronti di Rob. E molta è la considerazione dei fans. Ma fino a quest'anno non aveva mai sfondato davvero. I rumors del backstage dicono che sono stati essenzialmente due i motivi che hanno impedito a RVD di scalare le vette di Stamford: uno stile di combattimento troppo stiff, che indispettiva molti wrestlers che avevano paura di infortunarsi, e il non avere mai praticato politiche di backstage. Non è certo poi nemmeno un uomo modesto: quando la WWE lo contattò, lui fece capire che avrebbe voluto essere invischiato subito nella lotta per i titoli e di sicuro non avrebbe mai accettato un periodo alla OVW; lui era Rob Van Dam, avrebbe insegnato wrestling, perciò non se lo sarebbe fatto insegnare.
Ma in WWF/E non è andata come previsto: un anno di main eventing e due e mezzo di midcarding, fino a un evento decisivo: nel 2005, a causa di un DVD prodotto dalla WWE sulla ECW, riscoppiò la moda per la federazione estinta con sede a Philadelphia. E nel PPV che fu organizzato per celebrarla, un RVD infortunato fece un emozionante discorso apparentemente shoot contro i vertici WWE e in onore della vecchia ECW. Ridivenne subito l'idolo incontrastato del pubblico, il suo ritorno sul ring era attesissimo, e quando riapparve alla Rumble prima, e a Raw poi, venne giù l'arena.

Per arrivare poi a One Night Stand 2: un anno dopo il suo emozionante discorso ai suoi fan più leali ed accaniti, in un match con la più intensa reazione del pubblico da anni a questa parte, Rob Van Dam conquistò il massimo alloro del wrestling. E non vinse un solo titolo, ma conquistò per la prima volta anche il rinato titolo del mondo ECW. Aveva assaporato per anni il successo e ora se lo gustava appieno. In una sola meravigliosa settimana aveva battuto pulito il campione del mondo dei pesi massimi, aveva battuto il campione del mondo WWE e gli era stato assegnato il titolo ECW. Neanche Jericho quando divenne il primo Undisputed Champion arrivò a tanto. Ogni giorno i dubbiosi si aspettavano che il doppio regno sarebbe terminato, e ogni giorno Rob Van Dam vinceva ottimi incontri, contro Cena, contro Edge, contro Angle. Ma nelle belle storie c'è sempre un “ma”; e in una simbolicamente piovosa nottata di inizio luglio Rob gettò a mare il suo anno, e forse la carriera, facendosi scoprire con Sabu dai poliziotti mentre era in possesso di marijuana e painkillers. Tolti i titoli, tolta la gloria. Ciò ha dimostrato l'incapacità di RVD di reggere una compagnia, secondo i suoi detrattori. Ed episodi come quello di questa settimana dell'house show sbagliato parrebbero confermare questa teoria. Io ho le mie idee sul punto: RVD ha sbagliato, non c'è dubbio. Ha infranto la legge, e questo vale più di cento infrazioni nel backstage, sono d'accordissimo.

Ma è pur sempre Mr. Monday Night, “the whole f***ing show” e per questo non è stato licenziato. Ha pagato e ora è tornato, sempre in forma strepitosa. Il ritorno della ECW ha avuto su di lui lo stesso doppio effetto che aveva sempre avuto quella originale anni fa sul suo carattere; da una parte gli ha tolto la svogliatezza che metteva nel ring nei suoi ultimi periodi a Raw e a SmackDown riportandolo sugli ottimi livelli spettacolari di azione sul ring a cui aveva abituato (quest'anno è stato protagonista di almeno 5 incontri candidati MOTY), ma dall'altra parte lo ha fatto ridiventare lo “scavezzacollo” di dieci anni fa. E se la ECW era una comune hippy, la WWE è invece un'azienda con stile giapponese (lo so, sono due iperboli, è per rendere l'idea).
Rob screwed Rob. Questo si sente dire. E in fondo non è sbagliato. Sarebbe potuto diventare il protagonista indiscusso del 2006, e invece si è fregato da solo. Questo fu il pensiero rilasciato da RVD a Bill Apter, quando gli fu chiesto cosa occorra per sfondare in WWE: “Non basta essere dei bravi lottatori o degli ottimi entertainer, bisogna fare di più. Ti devi far benvolere nel backstage, innanzitutto. Devi fare il possibile per mantenere delle amicizie, evitare che altri lottatori creino dei problemi e soprattutto che si inseriscano al tuo posto nelle storyline più importanti. Le politiche del backstage sono molto importanti, ma nel corso della mia carriera non ho mai dedicato troppe energie a questo tipo di problemi. Se dare il massimo sul ring e avere il supporto dei fans non è abbastanza per arrivare al top, allora difficilmente in futuro riuscirò a fare ancora meglio di quanto non abbia già ottenuto fino a questo momento nella mia carriera".

Per un bellissimo mese questo è stato sufficiente, poi però ci ha messo del suo per farlo finire. Non è colpa di Vince, non è colpa dei poliziotti, non è colpa della sfortuna. La colpa è di una persona sola: Rob Van Dam. Anche se, certo, non è che abbia ricominciato a fumare a luglio, non è un caso che mesi fa comparve sulla copertina di High Spirit Magazine, e non certo perché è un grandissimo high flyer… La cosa che più però mi fa capire l'atipicità e il fascino del personaggio, è che sono davvero convinto che a luglio sia andato in fumo un sogno. Ma sono conscio che ad essere andato in fumo è stato il sogno dei fans di RVD ma non di RVD stesso. A RVD importa poco del titolo, per lui non è cambiato nulla, non cambierà la sua vita essere senza titolo e dubito smetterà di fumare l'erba del giardino, la vita che sta facendo ora è quella che davvero lui desidera. Ma ai suoi fans sì che importerebbe. Wrestlemania 23 si svolgerà a Detroit, nei suoi luoghi natali, dove è sempre stato accolto da boati fragorosi. Di solito i wrestlers di casa hanno sempre un ruolo importante negli eventi svolti davanti al pubblico che li acclama. Da fan di RVD dico “speriamo bene” e soprattutto “speriamo non vada in macchina ma in treno o con un taxi”…

Stay tuned. Rob.