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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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14/05/2019 11:01
 
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HIGH FLYIN 14 - THAT'S AMORE!

A cura di The Rob In Town 79

Mancano tredici giorni a Summerslam e per ora nessun incontro nella card mi intriga davvero, forse solo l'eventuale incontro per l'IC title. Per il resto, mi pare che gli altri incontri o non abbiano un grande hype, o, l'unico che ce l'ha (il probabile main event, DX vs McMahons), non sembra poi così interessante. Peccato, perché Summerslam è comunque il secondo PPV dell'anno per importanza. Ha molto più hype, allora, l'Hard Justice di domenica, con un main event che si profila avvincente.

THAT'S AMORE!

“La televisione è un'invenzione che vi permette di farvi divertire nel vostro soggiorno da gente che non vorreste mai avere in casa”, David Frost.

Come sapete, Italia 1 ha deciso di spostare Smackdown! nel palinsesto dal sabato sera alle 19 alla domenica sera alle 21. E da settembre verrà trasmessa solo la versione International (quella di un'ora) e alla domenica mattina. Ovviamente questo ha portato alcuni a decretare la morte del wrestling in chiaro in Italia e più in generale a prevedere un calo dell'interesse verso il prodotto wrestling da parte degli italiani.

Onestamente non credo avverrà nessuna delle due cose.

Ricordo ancora i primi tempi in cui il wrestling nordamericano fu trasmesso in Italia sulle reti dell'allora Fininvest. Ciò che colpì l'immaginario collettivo (bambini come me, ragazzi, famiglie) furono le luci, i colori, i costumi, gli eroi e i cattivi. C'era wrestling dappertutto a cavallo tra gli anni '80 e ‘90: ogni giorno in TV (il mitico Spotlights alle 16 su Tele+2), nelle edicole, nei negozi di giocattoli. Ricordo la Rumble del '92 in prima serata la domenica sera: e fece anche un grande share!

Ma quando Tele+2 cominciò a trasmettere il wrestling solo criptato l'interesse scemò fino a quando il wrestling non scomparve. Molti mi hanno chiesto perché mai io abbia continuato a vedere il wrestling anche nel cosiddetto “periodo buio”: bè, perché nel '94 era in corso una storyline che mi piaceva parecchio, quella tra i fratelli Hart. Finita quella, e finito il feud successivo tra Diesel e Michaels, le difficoltà oggettive nel reperire materiale e altri interessi nel frattempo nati mi tennero sette mesi lontano dalle notizie e un anno fuori dalle immagini. Ma l'interesse e la curiosità erano forti… Vedere un Raw su quattro (quando andava bene), guardare gli highlights della WCW e in qualche caso persino della ECW su TV arabe, del Dubai, tedesche e financo scandinave non era affatto divertente: era frustrante.

Fu autentica gioia nel 1999 scoprire che Italia1 avrebbe trasmesso Nitro: il merito fu di un'importante industria di giocattoli (quella posseduta dal presidente del Genoa, per capirci) che, dovendo vendere le action figures della WCW, usò la sua influenza su Mediaset per convincerla a trasmettere Nitro. Purtroppo lì fu compiuto lo stesso errore che si sarebbe riproposto quattro anni dopo; il commento fu affidato a due deejay, niente affatto divertenti e che soprattutto non sapevano assolutamente nulla di wrestling. E poi, per un brevissimo periodo, a un Dan Peterson che però sapeva poco di WCW. Ma il prodotto ebbe ugualmente un gran successo: il pubblico italiano è sempre stato attirato dal wrestling; chi lo è perché ama la lotta, chi lo è perché ama le “americanate”, chi lo è perché ama le grandi storie di eroi e antieroi. Il prodotto, sebbene andasse in onda alle 10 della mattina, ebbe un gran successo, ma la WCW era in grande crisi e non riuscì a convincere Italia1 a tenere il wrestling in onda (e forse non ne aveva nemmeno l'interesse, visto che non aveva intenzione di fare tournee nel nostro paese). Fu Stream a capire il possibile successo che poteva ottenere trasmettendo wrestling: reclutò subito due veri esperti, forse i due personaggi più influenti e famosi nel web e gli affidò il commento. Poi nel 2002, a causa della divisione dei brand, la WWE puntò fortemente il mercato estero e fece pressioni su Mediaset per far trasmettere i suoi shows, soprattutto quelli su cui più voleva puntare sfruttando l'effetto novità, cioè prima Velocity e poi Smackdown!.

Ma di nuovo il commento è rimasto uguale: affidato, dopo Peterson, a un deejay completamente a digiuno di wrestling e ad un ex esperto che ora non distingue più una mossa di sottomissione da un moonsault. Il target è stato puntato verso un pubblico molto giovane; in altri paesi d'Europa non è così. In Germania ad esempio nelle arene non si vedono o quasi bambini e lo stesso accade in Gran Bretagna. E anche in Spagna, dove il wrestling è tornato nelle televisioni nazionali in chiaro questo aprile, il target è orientato verso un pubblico di ragazzi, ma non ragazzini.

Io ritengo sia più che giusto cercare di attirare il pubblico occasionale e che perciò non si debba esagerare in tecnicismi che attirerebbero solo gli esperti e i neo pseudo-esperti. Ciò in cui secondo me si commettono errori è nel fatto di non capire che uno spettatore occasionale viene attirato anche dai promo, dalle spiegazioni di quel che avviene sul ring, da un linguaggio normale, privo di infantilismi. Si vogliono attirare i ragazzi giovani, ma finchè il commento sarà “per bambini”, un ragazzo giovane sarà portato ad allontanarsi dal prodotto per paura di essere considerato bambino anche lui. Si vogliono attirare gli spettatori occasionali che normalmente vedono i programmi comici di Italia1, ma a quel pubblico interessa poco un prodotto come il wrestling e il pubblico che segue il wrestling spesso è poco interessato a quel tipo di programmi.

Altrettanto curiosa è l'operazione compiuta da Sky, che invece, in modo solo teoricamente diametralmente opposto da Italia1, ma in realtà tremendamente simile, si è buttata proprio su un pubblico composto dai neo pseudo-esperti, ragazzi adolescenti navigatori del web e soggetti alle mode del momento, ai quali viene proposto un commento infarcito di volgarità, giudizi pressapochisti e mai analisi approfondite, cioè proprio quello che vogliono sentire. Si sono così creati un pubblico di nicchia e lo hanno indirizzato per ottenerne un certo target. In parole povere, il bambino cresce con Italia1, si allontana da essa quando ritiene che il prodotto sia da bambini ma se il prodotto gli piace scopre un canale dove il wrestling è indirizzato ai ragazzini fighi.

Ma la maggior parte di essi si perde. Chi è sopravvissuto al periodo buio lo ha fatto perché le storie lasciate in sospeso erano sì grandi ma erano anche state spiegate e raccontate bene da Dan Peterson, che faceva passare il wrestling come un prodotto universale, che piaceva e poteva piacere a bambini, ragazzi e padri di famiglia; e come forma di spettacolo ormai entrata a pieno e meritato titolo nel tessuto sociale americano. Non vedo il motivo per cui non potrebbe entrare anche nel tessuto sociale italiano: negli ultimi anni in Italia si è parlato molto di wrestling, tra spettacoli in giro per l'Italia, siano stati essi fatti dalla WWE, dalla NWE, dalla CZW o dalle varie federazioni italiane.

Un grande wrestler e soprattutto grande conoscitore di wrestling come Rikishi ha detto a Bill Apter che a suo avviso l'Italia è un luogo in cui il wrestling può espandersi davvero molto. Anche per questo ha accettato l'offerta della NWE. La NWE ha sfruttato benissimo l'esplosione del wrestling e ha portato il wrestling tra la gente, riscuotendo dappertutto grande successo, che potrebbe essere ancora più grande se riuscissero a pubblicizzare meglio il loro prodotto. Due wrestlers (lo stesso Rikishi e Black Pearl) sono entrati anche nelle TV italiane con una partecipazione in un programma serale che ha mostrato il lato più entertainer dei wrestlers, quello che serve per far capire al pubblico mainstream il reale scopo di questo sport: divertire. Addirittura John Cena è stato ospite a Sanremo, toccando così il punto più alto che il wrestling abbia mai vissuto in Italia.

L'obiettivo numero uno della WWE è espandere il wrestling; e lo stesso obiettivo dovrebbe essere quello delle emittenti televisive e anche dei fans. Se vogliamo davvero che la WWE faccia ancora degli house shows in Italia, che la NWE venga ancora sotto casa nostra a portarci ottimi wrestlers e che in futuro possa avere una buona copertura televisiva, allora dobbiamo sperare che il wrestling rimanga in chiaro. Non è giusto che possa essere fan di wrestling solo chi possiede Sky e l'ADSL.

Il pubblico italiano è innamorato del wrestling, da sempre: speriamo che i dirigenti televisivi lo capiscano e che facciano il possibile per crearsi più ascolti. Basterebbe poco.

Stay tuned. Rob.
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