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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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12/07/2010 11:00
 
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HIGH FLYIN 3 - POMPIERI, SUPEREROI E LEGGENDE
A cura di The Rob In Town 79

Consueta premessa: questa settimana ho scoperto che i lettori dell'editoriale stanno aumentando sempre più. La cosa mi fa piacere, significa che certi discorsi attirano l'attenzione e che l' “oasi” no flame pare funzionare.

POMPIERI, SUPEREROI E LEGGENDE

“La vita dell'uomo è un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi”, A. Cecchi.

Tranquilli, il titolo può spaventare, ma non è una barzelletta di Serie B. Anzi, mi accingo a commentare ciò che di più terribile vi può essere al mondo: la morte di un uomo. Domani, martedì 23 maggio 2006, ricorre infatti il settimo anniversario della morte di Owen Hart. Ma questo editoriale non sarà né una sua agiografia né tantomeno un suo elogio funebre. Altri, molto bravi di me e al tempo giusto, se ne sono infatti già occupati. Qui si tenteràinvece di analizzare la figura di Owen Hart sotto aspetti diversi, partendo da una breve biografia dei suoi esordi per collegarla a situazioni di stretta attualità.

Parliamo quindi degli esordi di Owen: non deve essere stato facile crescere in una famiglia in cui tutti, padre, fratelli, cognati, sono considerati dei fenomeni nel tuo stesso campo. Le opportunità di imparare e di entrare nel business aumentano, ma i confronti e le pressioni possono anche schiacciarti. Eppure Owen sfondò: fu infatti il primo occidentale nella storia a vincere l'IWGP Junior Heavyweight title sconfiggendo Hiroshi Hase a Sendai il 27 maggio 1988. Ma, pur non avendo cambiato il suo stile di lotta, in WWF non sfondò, tanto che si ritrovò a dover girare diverse federazioni: europee, messicane, persino la WCW, fino al ritorno in WWF, dove però rimase poco più di un jobber. Perché non sfondo? Per gli stessi motivi per cui oggi non sfondano altri magnifici wrestlers: i posti nel main event sono pochi, e i wrestlers meritevoli tanti. Non possono quindi sfondare tutti. Tanto che Vinnie Mac decise di licenziarlo. Ma lì intervenne il fratello Bret che per salvare il fratello propose al chairman di farlo lavorare con sé. Il tutto cominciò alle Survivor Series '93, in cui Bret doveva combattere in squadra con tre suoi fratelli Keith nel frattempo, lasciato da un pezzo il wrestling, era diventato un pompiere…Lo stesso destino, sfortunatamente per gli amanti del wrestling, avrebbe potuto capitare poco dopo anche a Owen…). Lì iniziò un feud con un'idea di fondo vecchia quanto il mondo: fratello contro fratello. Caino-Owen contro Abele-Bret. Ma nelle grandi storie non conta tanto l'originalità dell'idea di fondo, quanto come essa viene sceneggiata e soprattutto come essa viene recitata. Film d'azione e relativi eroi ad esempio ne esistono milioni, ma pochi diventano James Bond o Indiana Jones. Bè, Bret ed Owen vi riuscirono, e il giovane Hart in sette mesi passò da jobber a top heel. Lo stesso avrebbe potuto avvenire dopo lo screwjob:si era ipotizzata l'idea (simil-shoot) di proporre Owen come l'eroe dei tifosi contro Michaels, ma Michaels stesso e Vinnie Mac rifiutarono. L'Era Internet doveva infatti ancora arrivare…

Ma tutto finì poi quel maledetto 23 maggio 1999: la storia la conoscete tutti, non la ripeterò. La più incredibile ed assurda tragedia mai accaduta nel mondo del wrestling. Ricordo tutto come fosse ieri: la faccia di Ross, la commozione dei colleghi, la scandalosa indifferenza di 18244 persone, che vissero una morte reale come se fosse stata un'eliminazione da un videogioco. Eppure, come disse la vedova Martha, quella sera non morì un wrestler, morì un uomo: un uomo che amava il wrestling ma che giustamente non viveva per esso. Per questo sono ridicoli i discorsi, che si ripetono tristemente ogni anno, di gente che si scandalizza perché Owen non è stato inserito nell'Hall of Fame. Martha non vuole, ed è giusto rispettare le volontà della vedova (che per ora, è l'erede unica: non solo dei beni materiali, ma anche della memoria). Credo che bastino queste due frasi della moglie per comprendere la situazione: “Dov'è l'umanità? Come fanno ad affermare che Owen avrebbe voluto che lo spettacolo continuasse? Non è affatto vero”, o “La WWF si era offerta di prendersi cura di me e dei miei figli, ma il discorso è che la WWF non si è presa cura di Owen”. Giusto? Sbagliato? Non mi interessa. Mi interessa, e approvo, che nessuno può e sa parlare di Owen meglio di chi viveva con lui ogni giorno. Owen…Morì come Blue Blazer, non come Owen. A Owen, è noto, non piaceva l'Era Attitude. Non era affatto soddisfatto della prevalenza di “sesso e violenza” che secondo lui caratterizzava da un po' di tempo la WWF. E non gli piaceva che, per vincere la “guerra degli ascolti”, ai wrestlers venisse chiesto di dare sempre di più, di prendersi sempre maggiori rischi. Per quello chiese di poter rivestire la gimmick di Blue Blazer: i tempi richiedevano un personaggio da fumetto, un supereroe, come sarebbe avvenuto poi in futuro con l'Uragano e di cui anche ora si avverte la mancanza. Una gimmick pulita, semplice, fatta esclusivamente per far divertire ed emozionare lo spettatore in un modo più giocoso, diverso da quello che facevano gli latri lottatori. Mi fa davvero ridere vedere ora ragazzi che non hanno mai vissuto l'Era Attitude inneggiarla e parlarne come se fosse stata l'Eldorado e poi scandalizzarsi per la storyline di God, per i siparietti di Vince e Candice o per gimmick come quella di Umaga o di Boogeyman. L'Attitude era infatti anche e soprattutto quello. Anche se a molti conviene, per motivi oscuri ed ignoti, non farselo dire e non venire a saperlo. Owen non avrebbe rinnovato il contratto che gli sarebbe scaduto due anni dopo. Bret ha accettato la HOF perché voleva che i giovani fans lo conoscessero per ciò che è stato davvero attraverso un DVD celebrativo che non per un DVD denigratorio come quello fatto per Warrior. Forse Owen avrebbe fatto lo stesso. Forse no. Ma come il fratello non avrebbe avuto altri contatti con Stamford. E comunque ora Martha impedirebbe a Vince l'inserimento del marito morto nella Hall of Fame. E io rispetto il suo volere. Ha ragione Vince? Ha ragione Martha (e Bret)? Non mi interessa, non sta a me giudicare. Sta però a me giudicare l'incoerenza della massa, che si scandalizza per God, per le divas e per Boogeyman ed inneggia poi all'Attitude, e magari non l'ha neanche vista e/o vissuta. A me è piaciuta, ma la conosco davvero: pregi e difetti. Sta a me parlare di Owen Hart: un uomo con una passione, che rischiò di finire pompiere, che morì da supereroe e che ora è ricordato come una leggenda.

Stay tuned. Rob.

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