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Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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04/10/2023 08:31
 
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HIGH FLYIN 107 - L’ANNATA DEL BUON VINO

Chi di voi mi legge da centosette numeri, ma anche chi mi legge da meno, di sicuro avrà capito una cosa di me: sono un tipo meditabondo. E tra le tante cose a cui ciclicamente penso, in questi ultimi giorni mi è capitato di pensare all’età che avanza, alle esperienze acquisite e ai cosiddetti “trucchi del mestiere”. Spesso penso che se dieci anni fa avessi avuto l’esperienza di adesso, me la sarei goduta meglio la vita: con le ragazze, con la professione, con gli amici. E sono altrettanto consapevole che tra dieci anni penserò le stesse cose relative ad ora, chissà con dieci anni di esperienza in più come me la passerei ancor meglio. Adesso più o meno so le parole con cui posso far predisporre bene le ragazze nei miei confronti, adesso più o meno so quali tasti usare nel mio lavoro per svolgerlo nel modo migliore, tutte cose che una volta non sapevo. Tanto che ho capito una cosa banale ma importante: il “talento”, le “capacità naturali”, non sono nulla senza esperienza. L’aver già vissuto una situazione da’ un “vantaggio tattico” incredibile, ovviamente se si è capaci di usare l’esperienza acquisita. E alla lunga l’esperienza paga, soprattutto se accanto a te ci sono dei pivellini, seppur potenzialmente “migliori”. E che però c’è anche sempre qualcuno con più esperienza e malizia che può sempre fregarti.

L’ANNATA DEL BUON VINO

“Tutte le professioni sono delle cospirazioni contro i profani”, Gorge Bernard Shaw.

Improvvisamente il pensiero dei frequentatori del wrestling web pare essersi orientato verso i consueti premi di fine anno. Sarà l’uscita del PWI 500 (a proposito, complimenti ad Orton), sarà l’approssimarsi dello show che viene visto come spartiacque dell’anno, Summerslam, sarà quel che sarà, ma questa settimana in tre mi hanno chiesto se avevo già pensato a “previsioni di voto” per gli awards di fine anno.

Bella domanda, quest’anno ci avevo pensato poco. E’ stato un anno strano di wrestling. Diversi ottimi match, in media molti più che negli ultimi anni, ma pochi PPV belli, forse nessuno. Molte ottime idee ma nessuna storyline memorabile. E soprattutto non è stato un anno in cui sia spiccata la figura di un wrestler. E’ da tanti anni che alla fine dell’anno faccio le mie “personali classifiche dell’anno trascorso” e quasi sempre ho avuto estrema facilità nello stabilire il wrestler dell’anno. Solo in due annate ricordo di aver avuto diverse difficoltà a “sceglierlo”, il cosiddetto WOTY, cioè nel 2002 e nel 2005, vale a dire l’anno dei tanti campioni e l’anno dei due campioni al tempo mediocri.

Tanto che alla fine scelsi due lottatori a sorpresa, ovvero RVD nel 2002 (e con me fu concorde il PWI 500, un uppercarder continuo autore di tanti ottimi match e soprattutto presente ad alti livelli per tutto l’anno) e nel 2005 scelsi, credo unico tra tutti, Edge, che era il Personaggio Nuovo dell’anno tra la storyline worked shoot con Matt Hardy, la vittoria nel MITB e gli ottimi mesi finali. Ma in entrambi i casi la vittoria fu determinata più dall’assenza di alternative, tra campioni mediocri e lottatori a mezzo servizio. Quest’anno no, quest’anno è diverso.

Alla fine se dovessi decidere oggi qualcuno probabilmente opterei per Kurt Angle, e quindi non una Giovane Promessa ma un Campione Affermato. Il fatto è che mai come quest’anno è parso di vedere il classico Anno di Transizione. Non è emerso nessun nuovo personaggio, né in “piccolo” né in ”grande”: nel senso che nessun wrestler adesso sarebbe meritevole di un titolo di Most Improved Wrestler, né è emerso alcun autorevole rookie (Rookie of the year chi potrebbe essere? Al momento non vedo nessuno), né nel senso di un lottatore che da bravo sia diventato bravissimo e abbia davvero focalizzato su di sé lo show.

Joe ad esempio ha finalmente coronato il lungo cammino che da quasi tre anni lo vedeva topp layer TNA ma il suo regno, pur essendo buono, non lo ha certo elevato ad uno standard più alto:; anzi, credo di non dire affatto un’eresia se dico che in altri anni, come ad esempio il 2006, Joe ha avuto una annata assai migliore di questa. Qua ha avuto quello che ritengo il miglior match della sua carriera, con Angle a Lockdown, ma Impact non è diventato “lo show di Joe”.

In WWE nemmeno troviamo un vero candidato: il vincitore del PWI 500 Orton ha sì avuto un lungo regno, però sulla sua annata pesano diversi fattori: un infortunio che giocoforza lo esclude per qualche mese, un regno che da brutto è diventato discreto però senza davvero far iniziare la Age of Orton, e in più non ha un solo candidato MOTY ma anzi, tutte le difese titolate sono state abbastanza mediocri.

Cena? Uno strepitoso ritorno alla Rumble poi tanta mediocrità, tanto che solo adesso dopo il Draft che lo ha reso Simbolo Unico di Raw pare uscirne. Triple H non fa un gran match da…da troppo, Edge non è certo nella sua migliore annata, Undertaker è di nuovo stato assente qualche mese e fino a giugno non aveva impressionato, eccetera eccetera.

Alla fine la scelta migliore mi sembra l’usato sicuro, Kurt Angle. Angle è un lottatore straordinario, uno che da quando ha esordito ha sempre lasciato un segno indelebile nel mondo del pro wrestling. Dall’incredibile anno da rookie, in cui vinse ogni tipo di cintura per lottatore singolo, al meraviglioso primo decennio di ogni millennio in cui pur non essendo mai stato top player della WWE né tantomeno WOTY ha comunque collezionato grandi successi, grandi onori ed è probabilmente stato il lottatore dal rendimento costante medio migliore.

Ciò che pensa questo scribacchino interesserà poco, ma ad esempio io non ho mai indicato Angle come WOTY ma l’ho messo varie volte sul podio virtuale: secondo nel 2001, 2003 e 2004 e terzo nel 2002, 2006 e 2007, perciò una presenza costante ad alti livelli incredibile. Un lottatore col quale tutti i grandi del passato rimpiangono di non aver lottato un ultimo match (Bret Hart su tutti, ma anche Goldberg e Savage).

Alla fine quest’anno ha dimostrato, come scritto nell’aforisma iniziale, che tutte le professioni, ivi compresa quella di pro wrestler, sono davvero delle cospirazioni contro i profani. Angle è emerso grazie a ciò che ha fatto sempre: buoni match, ottimi segmenti al microfono sia interpretando ruoli comedy che ruoli seriosi, e ottenendo ottimi risultati. Eppure non è il miglior Angle di sempre. E’ “semplicemente” l’Angle più “consapevole”.

Ma anche tra i tag teams è accaduto lo stesso: se l’anno scorso rimanevo molto perplesso davanti a chi aveva indicato il Team 3D come migliore dell’anno, quest’anno io li voterei a mani basse. Sarà che i Beriscoes nn potevano ripetere l’incredibile scorsa annata, sarà che a coppie come i Guns, i LAX, Miz e Morrison, manca sempre il soldo che fa la lira, ma quest’anno il Team 3D è stato coinvolto in tanti feud da main event e sempre disputando almeno un ottimo match a feud nonostante le più che precarie condizioni fisiche. Con un Bubba tra i più autorevoli candidati a Heel dell’anno grazie agli spassosi segmenti al microfono. Eppure non ha fatto nulla di diverso rispetto a ciò che ha sempre fatto: lo ha semplicemente fatto con più “sicurezza” o “consapevolezza”, chiamatela come volete.

Raw in questo periodo mi piace come non accadeva da eoni, lo Show dei Giovani sta avendo un successo di critica e di ascolti come forse nemmeno i più ottimisti credevano e/o speravano: ma a Punk manca ancora il Match della Consacrazione, agli altri giovani campioni del roster come i vari Kingstone, Rhodes, Di Biase manca ancora…uhm, vediamo….ah sì, tutto!

E invece alcuni lottatori si reggono unicamente sull’esperienza: Triple H, ad esempio, che ha un personaggio accattivante, anni di ottimo status dietro di sé, e tanto basta. O Undertaker, che pure ha fatto il più che lodevole sforzo di migliorarsi. O gli stessi Michaels, Cena, Booker T, Jericho, Sting. Tutta gente che è nel main event non perché sia al momento il miglior lottatore del roster, sia fisicamente che tecnicamente che dal lato entertainment, ma che ci sta perché ci sa meglio stare, perché sa cosa fare, come farlo e quando farlo.

Gli show di wrestling sono come la vita: ognuno cerca di occupare il proprio posto al sole nel modo a lui più congeniale: chi giovane ci prova con l’entusiasmo e con le capacità atletiche, chi è più in là con gli anni usa l’esperienza. E questo è stato l’anno del buon vino, che diventa migliore quando avanza con gli anni. E, lo avete mai notato?, negli sport chi è grandissimo ma non campione indiscusso emerge sempre quando c’è il momento di transito generazionale o quando accade qualche imprevisto. A volte accade.

Guardate quest’anno: il Tour se lo stanno giocando due onesti gregari come Sastre ed Evans, agli Europei di Calcio la Spagna ha vinto grazie all’esperienza della sua coppia di centrocampisti centrali Xavi e Senna, e cambiando esempio (d’altronde il wrestling è sia sport che spettacolo) quante volte è accaduto che un Oscar sia andato a un vecchio attore piuttosto che ad un giovane talento?

Non è né un segnale né negativo né positivo, è semplicemente un avvenimento che ciclicamente accade. Infatti non è mia intenzione dare un giudizio di valore, ma semplicemente descrivere ciò che vedo. E quest’anno, pur essendo io da sempre un arci-convinto sostenitore dei Giovani Leoni, quest’anno nel mondo del wrestling ho visto Angle, ho visto Bubba Ray, ho visto Undertaker, ho visto l’Esperienza. E mi sembrava giusto farlo notare.

Concludo, ricordandovi che se avete invece la bontà di condividere qualcosa di divertente, interessante o anche solo di curioso da comunicarmi, o volete dirmi come la pensate voi sugli argomenti di cui in discussione, sarò più che lieto di dialogare con voi al mio indirizzo di posta elettronica, rob@wrestling4ever.it. Prossima settimana questa rubrica non ci sarà a causa di inderogabili impegni del suo curatore, ma quest’estate di wrestling è ancora lunga e ci sarà ancora tanto da dire.

Stay Tuned. Rob.
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