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Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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25/09/2023 06:41
 
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HIGH FLYIN 105 - UN’ESTATE PUNK

Io alla vita ho sempre chiesto occasioni. L’occasione di poter uscire con una determinata ragazza e farle capire cosa avrei potuto darle. L’occasione di svolgere un determinato lavoro e far capire ai capi cosa avrei potuto fare per loro. L’occasione di avere le basi su cui costruire la mia felicità, che è il vero ed unico scopo della mia vita. Non ho mai invece creduto ai sogni, mi sono sempre chiesto come avrei reagito sia realizzandoli sia non realizzandoli. Dovessi realizzarli, mi mancherebbe uno scopo. Non dovessi realizzarli, mi sentirei incompleto. E soprattutto i sogni sono di per sé irreali, mentre le occasioni sono concrete possibilità di vita, molto terrene. E per uno che è perennemente con la testa sulle nuvole a pensare ipotetici concetti filosofici su qualsiasi cosa gli succede e a discutere ore e ore sul significato autentico di parole, espressioni del viso e possibilità future, aggrapparsi ogni tanto alla realtà male non fa certo. Come diceva Archimede, datemi una leva e vi solleverò il mondo. Ma la vera grande difficoltà quando hai la tua occasione, è quella di non riuscire a sfruttarla. Eppure può succedere: la paura, l’emozione, l’agitazione. Tutte emozioni umane di cui nessuno è scevro. Anche il cantante migliore può stonare ad un provino. Ma quando sfonderai, sai che molto sarà dovuto a quel primo provino.

UN’ESTATE PUNK

“Non c'è nulla di più difficile da gestire, di esito così incerto e così pericoloso da realizzare dell'inizio di un cambiamento”, Niccolò
Macchiavelli.

Lunedì scorso a Raw è accaduto uno di quegli eventi di cui si parlerà per anni. CM Punk, uno dei wrestler più discussi degli ultimi anni, ha improvvisamente usato la valigetta conquistata nel Money in the Bank ed è diventato World Heavyweight Champion. Nel primo giorno effettivo in cui ha fatto parte del roster di Raw. Roster di Raw in cui campione intercontinentale è Kofi Kingston, che ha conquistato il titolo alla sua prima presenza come wrestler ufficiale di Raw. E campioni di coppia sono Ted Di Biase Jr., che ha vinto il titolo al primo match della sua carriera WWE, e Cody Rhodes, che ha appena compiuto 23 anni e che ha esordito in quel di Raw solo un anno fa esatto, e che è ormai campione da sette mesi consecutivi. E che è quindi il campione di Raw con più esperienza alle spalle, al momento!

It’s revolution baby! Come ha scritto l’amico Eros nel Nevermore, sembra davvero di essere tornati nel ’92, quando la WWE fu “costretta” a puntare decisa su due giovani midcarder come Hart e Michaels nonostante ci fosse gente molto più affermata e, per dirla con una parola che va stupidamente molto di moda da anni, “credibile” che non il canadese e il texano.

E i motivi non sono così diversi: là c’era da una parte lo scandalo steroidi e quindi l’esigenza di far rappresentare la compagnia da qualcuno che avesse un fisico naturale o anche solo pseudo-naturale, oltre al fatto che stava iniziando un tour in Canada. Qua c’erano esigenze simili: un nuovo scandalo-steroidi serpeggiante da circa un anno, e annosi problemi col pubblico. E nel roster c’è un wrestler conosciuto per il suo essere straight-edge (e ve lo dico apertamente: me ne frega assai se sia vero o no, ma la gente lo conosce per quello) e che quindi veicola ottima pubblicità positiva, e wrestler gradito a moltissime parti del pubblico, soprattutto quelle storicamente più “ostiche” per il management WWE.

Spesso su queste pagine ho parlato dell’evoluzione che vi è stata nel wrestling da Lottatori Grandi a Grandi Lottatori. Molti dicono, a mio avviso erroneamente, che predetta rivoluzione è fallita, e portano ad esempio i regni di Benoit o di Guerrero, tornati anonimi midcarder dopo i regni che non solo avrebbero dovuto consacrare loro ma anche ciò che loro rappresentavano. Io però non credo affatto che le cose stiano così.

Credo invece che sia normale che dopo una Grande Rivoluzione torni immediatamente la Restaurazione; gli effetti della Rivoluzione si sentono dopo. Per fare un paragone storico, speso si dice giustamente che la Rivoluzione francese cambiò il mondo: in realtà non lo fece nell’immediato, visto che pochi anni dopo la creazione della Repubblica e del Code Civile vi fu il Congresso di Vienna che cancellò tutto e “finse” che tali avvenimenti non fossero mai avvenuti. Ma ormai certe idee erano entrate nel cuore del popolo che così, dopo trent’anni di battaglie, fece rivivere lo Spirito della Rivoluzione.

Perciò oggi non mi stupisce che la Grande Novità dei Grandi Lottatori al posto dei Lottatori Grandi abbia avuto difficoltà ad attecchire: se gli antesignani nel mondo del wrestling mainstream americano furono i due fratelli Hart e Michaels, e Jericho, Benoit e Guerrero ne sono stati i prosecutori, non credo sia utopistico pensare che con Punk ci possa davvero essere una svolta. Un Punk che tra l’altro ha esattamente le stesse misure d’altezza e di peso di un Fenomeno come Michaels, che gravita nel main eventing da ormai sedici anni.

E a dimostrazione che le novità apportate in quel di Raw (nome del campione, idea dello show, incertezza riguardo al futuro prossimo) piacciano al pubblico, basta vedere come Raw sia tornato a fare ascolti impensabili fino a tempo fa. Non ci è riuscito uno dei maggiori talenti degli ultimi anni come Orton, non ci è riuscito il wrestler che più ha caratterizzato negli anni Raw come Triple H, ci sta invece riuscendo Punk. Per lo stesso motivo per cui ci riuscì Edge: è la novità, il non sapere cosa accadrà, l’entusiasmo di chi diviene campione inaspettatamente e deve quindi giocarsi l’occasione della vita. E il momento in cui Puink ha alzato al cielo la neo-conquistata cintura ha fatto segnare ascolti che da eoni non accadevano, non distanti da quelli (come ha fatto giustamente notare il Direttore in newsboard) a cui giunse il celeberrimo Live Sex Celebration di Edgee Lita, spesso citata come esempio di “alto ascolto”.

In un mondo in cui un giorno equivale quasi ad un mese di una volta ed in cui in generale i tempi si restringono sempre più e le cose diventano vecchie molto più velocemente, c’è l’esigenza di nuove facce, di nuove storie. Il primo regno di Bret Hart ebbe un inaspettato gigantesco successo perché fu diversissimo dai precedenti regni a cui il pubblico era abituato: non più una difesa ogni morte di papa e solo contro chi aveva percorso tutto un cursus honorum, ma difese settimanali contro chiunque, fossero anche Virgil o Berzeker.

Colui che aveva ricevuto la Grande Occasione e la aveva sfruttata che voleva permettere a tutti di vivere la sua stessa occasione. E fratelli Toland per Ciccio Valenti (variazione sul tema della mia bisteccheria preferita) se nel primo PPV non ebbe il main event che fu lasciato a quattro lottatori classici come Hennig, Flair, Savage e Hall, nelle menti del pubblico la rivoluzione era ormai indifferibile.
Ora come allora i conservatori vedono sempre con occhio malevolo i cambiamenti, perché li escludono dal loro modo vecchio di prevedere le cose. Eppure io vedo che i regni che più hanno e hanno avuto successo sono quelli conquistati da chi non era previsto.

Coincidenza? Io non credo alle coincidenze. Persino il tanto vituperato primo regno di Booker T in WCW (precisiamolo, ora vituperato solo da chi non lo vide: coincidenza?) al tempo fu criticato da chi aveva una visione conservatrice e ora viene criticato da chi tuttora ha una visione conservatrice, ma in realtà fu un successo di qualità e d’ascolti.

Bret Hart, Edge, Booker T, Punk. L’underdog diventato improvvisamente campione che richiama a sè l’attenzione del pubblico. Solo con Mysterio non accadde tutto ciò, e resto convinto che il motivo fu l’infausta scelta di dare ad un Grande Lottatore Piccolo degli avversari che fossero solo Lottatori Grandi e anche scarsi. Un po’ come dare ad un calciatore diciottenne le chiavi di una squadra e mettergli attorno dei trentacinquenni ormai bolsi e poco adatti al suo modo di giocare.

Come ho scritto settimana scorsa, Punk è il wrestler che puoi portare davanti al Congresso per dirgli che tutto il wrestling è straight-edge (falsità? Ovvio. Specchietto per le allodole? Sicuramente. Ma nella vita bisogna saper essere anche fortunati e cogliere l’occasione), ma puoi anche portarlo anche al raduno di Sturges degli Harleysti o davanti ad un pubblico di fan ROH e in entrambi i posti sarà acclamato, come nessun altro lottatore WWE.

Tra l’altro sono pronto a scommettere ingenti somme che come lottatore piaccia molto a Vinnie Mac. Forse sono due cose poco note, ma i wrestler preferiti di Vinnie sono sempre stati dei piccoletti. L’unico wretsler davvero intoccabile da molti, molti anni a questa parte in quel di Raw non è tanto Triple H quanto piuttosto Michaels, al quale sono sempre state permesse cose che ad altri non sarebbero mai state permesse. Pi lo stesso McMahon ha sempre avuto una forte predilezione per Benoit, tanto che i suoi collaboratori hanno sempre dichiarato che era il vero pupillo del boss. Infine non scordiamoci dello stesso Hart, al quale prima di concepirgli contro il famigerato episodio delle Series ’97 aveva permesso di contattare la WCW ben sapendo, come gli disse apertamente, “che non avrebbero mai saputo trattarlo come meritava e come lui invece era riuscito a fare”. Ed aveva indiscutibilmente ragione. E Punk lo vedo molto simile a quei tre.

Last but not least, consideriamo i tempi: Bret ebbe successo perché era nuovo, senz’altro, ma non tutte le novità sarebbero state apprezzate: un conto era Hart, un conto era Berzeker, per dire. Hart rappresentava il nuovo gusto del pubblico, che voleva vedere Grandi Lotte e non solo Grandi Scontri. Austin era l’Antieroe contrapposto ai Nuovi Eroi, Booker T era il Lottatore che il pubblico aveva visto crescere, Edge era il lottatore che cambiava la tipologia dello spettacolo, non più heel fifoni, logorroici e vigliacchi e face indistruttibili ma “lottatore da night club”. E Punk è il prototipo del lottatore di nuova generazione, e sorprendentemente è arrivato velocemente ad essere il numero uno della federazione intera. E a questo punto sarà nel main event di Wrestlemania, ci scommetterei sopra.

Concludo, ricordandovi che se avete invece la bontà di condividere qualcosa di divertente, interessante o anche solo di curioso da comunicarmi, o volete dirmi come la pensate voi sugli argomenti di cui in discussione, sarò più che lieto di dialogare con voi al mio indirizzo di posta elettronica, rob@wrestling4ever.it. E approfitto dell’occasione per salutare i nuovi membri del nostro staff, sono sicuro che daranno tutti un ottimo contributo.

Stay Tuned. Rob.
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