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A&F - Ankie & Friends - Il Luogo di Aggregazione & Infotainment creato dal Leader Carismatico Ankie

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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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15/09/2023 07:00
 
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HIGH FLYIN 103 - VADEMECUM PER FANS

“Ma dai...come fai? E'...è...è tutto finto!”. Quante volte mi sono sentito dire questa frase. Ricordo quando ero bambino e soffrivo per i match di Ultimate Warrior e dei Rockers, e i ragazzi più grandi, con l'aria da uomini di mondo navigati, mi dicevano che solo un bambino poteva vedere il wrestling, e che era tutto finto. E io all'epoca non sapevo nulla di predeterminazione, entertainment e coscienza. Me ne fregavo e guardavo ugualmente, mi piaceva. Poi sono cresciuto, ed il wrestling era nel frattempo diventato ancora meno cool, neanche lo trasmettevano più in TV qua in Italia. Ma la domanda era la stessa, anzi, erano ancora più stupefatti. Io nel frattempo avevo imparato la parola “predeterminato”: niente, non capivano. E ora è la stessa solfa: un ventottenne considerato più o meno “serio” che gira in giacca e cravatta e guarda il wrestling: la vedono come una sorta di “perversione privata”. Io ci rido sopra. Ma quando mi si fa quella domanda ora, io ho il mio pistolotto pronto, maturato con anni di riflessioni sul mondo, e l'ultima volta sono stato anche fortunato: me lo hanno chiesto al cinema. Quale occasione migliore?

VADEMECUM PER FANS

“Mi dispiace dirlo ma non conosco nulla sugli scrittori di fantascienza. Noi non possiamo parlare della scienza perché le nostre conoscenze sono limitate e non ufficiali, e solitamente la finzione è vista in modo terribile”, Phillip K. Dick.

Diciamoci la verità: quanti di voi che avete la bontà di leggermi non si è trovato/a nella situazione da me descritta sopra? Tutti vi ci siete trovati, è ovvio. Tutti hanno vissuto la mia stessa situazione, gente che li guardava stupefatti perché il wrestling è “finto”, è “da bambini”. Non so se può aiutare o se può interessare, ma forse vi incuriosisce sapere cosa faccio io quando mi viene posta questa obiezione/quesito/frase, definitela voi col sostantivo che più vi piace. Ci ho pensato perché mi è stato chiesto nuovamente poco tempo fa, e come da mia consuetudine ho dato una risposta la più articolata possibile (lo ammetto, le mie risposte non sono quasi mai monosillabiche, a meno che una ragazza non mi chieda con tono malizioso “che ne dici se io e te...”. A quel punto rispondo “sì!” istantaneamente e a priori, e poi magari mi pento, visto che mi trovo poi tristemente a fare un pomeriggio di shopping...maledetta fretta che fa rispondere prima che venga completata la frase...).

In ogni caso, torniamo in argomento: come dico sempre, non vedo perché dovrei divertirmi meno sapendo che i risultati dei match sono predeterminati e sapendo che Tizio e Caio non si odiano per davvero. Tra l’altro mi sono poi enormemente stupito di doverlo dire al cinema. Ho detto alla mia interlocutrice: “scusa, io con te ho visto film di fantascienza, vuoi dirmi davvero che tu pensavi che le astronavi fossero reali? O che fossero reali gli elfi e gli hobbit? Ora forse ti sorprenderò, ma credo che oramai tu abbia l’età giusta per saperlo: erano…finti!”. “Bè, ma cosa c’entra? Lo so che erano finti, mica sono una bambina! Ero al cinema!”. “E scusa, tu allora come hai fatto a divertirti se sapevi che erano finti?”. “Cosa stai cercando di dimostrare adesso? Ma perché ti ho fatto la domanda sul perché vedi il wrestling? Sapevo che me ne sarei pentita…”.

Sospensione dell’incredulità. Ecco la risposta. Come direbbero coloro che parlano bene, la sospensione dell’incredulità consiste “nella volontà da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le inconsistenze secondarie e godere di un’opera di fantasia”. Non si tratta di “credere a tutto ciò che ci propinano”, ma di “vivere il wrestling sapendo che non è ‘reale’”. Sono fan di Star Trek e me ne frego di sapere che è impossibile che in un universo tridimensionale le astronavi non si incontrino mai storte ma sempre diritte o che superando la velocità della luce non si modifichi la linea temporale. Sono fan di Lost e Ally McBeal e me ne frego di sapere che la trama è impossibile e piena di situazioni inverosimili. Sono fan della sexytudine di Christina Aguilera e me ne frego del fatto che suo marito è un mostro e perciò sia inverosimile stia con lei (:-D). Allo stesso modo sono fan di wrestling e me ne frego se Undertaker lancia fulmini, Hornswoggle passa attraverso i muri o se Tizio da jobber diventa campione imbattibile o viceversa.

L’importante è chiedersi: l’angle è riuscito bene? Se la risposta è sì, tutto il resto è noia. Se lo scopo è far ridere l’importante è che faccia ridere. Se lo scopo è far piangere, l’importante è che faccia piangere. Se l’importante è creare epicità, l’importante è che crei epicità. A quel punto io sono disponibilissimo a godermi fulmini, fireballs e muri che scompaiono.

O come la tanto criticata figura del face imbattibile. Gli eroi del cinema da soli sterminano eserciti senza subire un solo graffio se non dal nemico principale e nessuno se ne stupisce: perché dunque io dovrei stupirmi se il top face abbatta con facilità tutti i jobber e subisce un po’, senza però perdere, solo dall’antagonista principale? Indiana Jones con la sola frusta stermina eserciti equipaggiati con fucili, Luke Skywalker con una spada laser sconfigge eserciti di droni ipertecnologici, perché allora Cena/Taker/Triple H non possono abbattere decine di Cade/Venis/Knox qualunque?

Se cercate realtà o verosimiglianza, il wrestling non è per voi. Se cercate Storie, Epiche Battaglie o volete scoprire qualcosa sulla società attraverso un punto di vista volutamente esagerato, il wrestling è per voi.

Mi si obietterà: “ma se sai che non è reale o realistico come puoi divertirti?”. Semplice: un Tyson-Alì, che sarebbe un dream match come nessun altro, può anche finire dopo dieci secondi di match per knockout o possono essere noiosissimi dodici round di studio senza affondare i colpi. Un Italia-Brasile finale mondiale di campionato del mondo di calcio può finire con un noiosissimo 0-0 senza occasioni da gol o con un 4-0 maturato dopo dieci minuti che “uccide” la partita. Grande Evento non significa necessariamente Grande Match. E’ un rischio spendere un sacco di soldi per uno spettacolo che ha tante possibilità di riuscire quante di non riuscire. Teoricamente in uno show predeterminato invece Grande Evento dovrebbe significare sempre Grande Match (al wrestling moderno infatti mancano Scrittori con la S maiuscola, non Lottatori con la L maiuscola, i secondi ci sono già).

Perciò: è “finto”? No, è predeterminato. E il fatto che è predeterminato lo renderebbe “meno bello”? Ma Steak Hutsie, come recita l’insegna della mia bisteccheria preferita (lo so, battuta già fatta, ma al momento mi piace e reperita juvant), è proprio questo che rende il wrestling “speciale” e diverso dagli altri sport. E’ come al Grande Fratello: ventiquattr’ore di gente che mangia, va in bagno e parla di quotazioni di borsa o di Galateo non interesserebbero a nessuno, ventiquattr’ore con gente che flirta, strepita e vive sopra le righe interessano. La realtà è più appetibile se vista non nel suo essere comune ma nelle sue esagerate deviazioni. Solo che nel caso del wrestling ne capisco il motivo e nel caso del Grande Fratello no, ma questo è un altro discorso.

Cosa distingue la mente artistica dalla mente non artistica? La fantasia, la “facoltà della mente di creare immagini che possono intrecciare immagini reali ed irreali, o essere completamente irreali”. L’ignoranza e la limitatezza mentale si hanno nel considerare la Terra piatta e immobile perché non cadiamo e perché non la sentiamo muoversi sotto i nostri piedi, non si hanno certo nel considerare reali gli unicorni o gli angeli o le astronavi.

Parafrasando un esempio che ho già fatto altre volte, in un gruppo di persone spesso sono considerati i più importanti coloro che cacciano e procurano il cibo, piuttosto che coloro che attorno al fuoco durante la cena raccontano della caccia. Eppure coloro che cacciano permettono al popolo di sopravvivere, ma colui che racconta la caccia permette al popolo di vivere bene provando emozioni.

Così è il wrestling: uno sport nato come lotta reale, ma che si è evoluto in uno spettacolo che non permettesse di scoprire “chi è più forte di chi” ma che permettesse di scoprire Storie. Dall’essere una zuffa da doposcuola all’essere una piccola casa cinematografica.

Tanto che ancora oggi no ricordiamo i Vincitori ma coloro che hanno mostrato Storie. Michaels è indissolubilmente legato al primo famoso ladder match della storia WWE eppure lo ha perso (anche quello precedente visto da pochissimi). McMahon perse il feud con Austin eppure paradossalmente perdere è ciò che lo ha salvato. La ECW è fallita prima di decadere e ciò la ha resa Immortale.

Tanto che anche gli angle shoot che io ora tanto amo, solo superficialmente sono modi di dimostrare al pubblico che gli Scrittori “non li considerano dodicenni”; in realtà sono solo moderni espedienti narrativi per incuriosire lo spettatore, come quando nei film accade a volte che il protagonista si rivolga direttamente allo spettatore in platea, o come quando a teatro (e accadeva già nella Grecia antica) il protagonista chiede consiglio al pubblico seduto.

Wrestling: creiamo storie per voi, utilizzando Grandi Lottatori per simulare Epiche Battaglie. E, ricordatevi: la Battaglia di Sparta è venuta molto meglio nei racconti di Erodoto o nel film “300” che non nella grigia e tragica realtà dell’agosto del 480 A.C.. Coincidenza? Io non credo alle coincidenze.

Concludo, ricordandovi che se avete la bontà di condividere qualcosa di divertente, interessante o anche solo di curioso da comunicarmi, o volete dirmi come la pensate voi sugli argomenti di cui in discussione, sarò più che lieto di dialogare con voi al mio indirizzo di posta elettronica, rob@wrestling4ever.it.

Stay Tuned. Rob.


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