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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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24/03/2023 07:42
 
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HIGH FLYIN 71 - ATLANTIDE

A cura di The Rob In Town 79

Bound for Glory è piaciuto a tutti. Buon segno, significa che quando un prodotto è davvero ben fatto, non si può davvero sottovalutarlo o denigrarlo con il solo scopo di sostenere un’altra federazione (anche perché l’essere “fan di federazioni” è qualcosa che mi è sempre parso oscuro). Però c’è una cosa che ho notato sopra a tutto: la evoluzione che la TNA ha ormai irreversibilmente compiuto da indy a major. Guardando Bound for Glory, vedendo come il pubblico incitava gli Steiners, Sting, vedendo l’ordine dei match e il modo in cui essi sono stati bookati, tre letterine hanno continuato a tornarmi in mente. Due W e una C. Sarà stato il luogo, saranno stati i protagonisti, sarà stata l’atmosfera, chi lo sa. Per un attimo mi è parso di essere stato fuori dal tempo, in un luogo mitico, in un Eldorado fuori dal tempo, anzi, visto che eravamo ad Atlanta, per un attimo è stato come essere a…

ATLANTIDE

“…essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte (...) tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. ”, Platone, “Timeo”.

C’era una volta la Night of Champions, l’addio della WCW al suo pubblico. Da lì iniziò l’Era del Monopolio WWE e l’opera di damnatio memoriae nei confronti della federazione che per più di dieci anni aveva fatto divertire tutti i fan di wrestling.
Di tutto è stato scritto su di essa. Come ho detto qualche numero fa (numero 67, “2001 Odissea nello spazio”) è stata compiuta una cinica e chirurgica opera di persuasione sui giovani fan instillando nelle loro menti falsi motivi di chiusura della WCW. E in un altro numero (il 50, “L’oblio in cui cadono i vinti”) avevo parlato dell’eredità della WCW e ne avevo spiegato i contenuti per chi non avesse avuto la fortuna di imbattersi in essa negli anni in cui era in vita. E, per finire questo piccolo riassunto dei numeri precedenti, nel numero 37 (“Svegliare i dormienti”) avevo illustrato qual è il vero motivo che ha portato al crollo d’ascolti del wrestling in America: la WWE ha “inglobato” (con tutte le differenze del caso) WCW e ECW ma non ne ha mai “inglobato” il pubblico, che ha semplicemente smesso di guardare il wrestling.

Ora però negli ultimi anni è cresciuta forte un’altra federazione, fondata da colui che più ne uscì male dalla chiusura della WCW: il Prescelto, Jeff Jarrett. Fondò una federazione poco più che regionale e, ispirandosi a metà alle crescenti in importanza federazioni indipendenti e in parte allo spirito della vecchia ECW con qualche nome WCW, negli anni la ha portata in prima serata su un grande network, la ha portata ad essere un’alternativa importante, per gli spettatori e per i lottatori, alla WWE, e la ha portata all’unanime considerazione (attenzione: considerazione, non sempre approvazione) degli addetti ai lavori. La tattica negli anni scorsi era quella del doppio binario: nel main event nomi conosciuti (Nash, Macho Man, Jarrett stesso, persino un Billy Gunn appena fuoriuscito dalla WWE), e nell’undercard un prodotto diverso, spettacolare, un misto di hardcore, tecnica e high flying.

La palese ispirazione, come detto, era la ECW dei tempi d’oro: innovazione, adrenalina e spettacoli inconsueti all’occhio dello spettatore occasionale. E soprattutto capacità di cogliere l’attimo: veniva licenziato un nome di media importanza dalla WWE? Gli si offriva un contratto, fosse egli un Billy Gunn o un Rhino. Il pubblico impazziva per il DVD sulla storia della ECW? Si cercava di offrir loro uno show il più possibile vicino alla vecchia ECW, con annesso un’Icona di essa, Raven, come campione del mondo TNA.

E così si è vivacchiato e ci si è costruiti una reputazione. Con i grossi nomi interessavi, anche se distrattamente, il grosso pubblico, e con la spettacolare undercard (dai tre fenomeni della X-Division agli America’s Most Wanted, dagli Ultimate X ai bump estremi) costruivi i nuovi Rob Van Dam, i nuovi Sabu, i nuovi Dudleys. Ma poi qualcosa è cambiato: il ragazzo TNA è diventato uomo, si è cercato un lavoro sicuro, ha smesso di vivere alla giornata. Si è trovato un network televisivo, quella Spike TV che aveva appena abbandonato Raw, e pian piano è entrato con prepotenza sul mercato.

A Impact! si è celebrato il funerale dei Dudleys, tipico angle da major: entertainment allo stato puro. Poi addirittura è accaduto l’impensabile, l’evento che ha dato il via alla rivoluzione copernicana: Christian poteva scegliere tra un rinnovo del contratto in WWE o un’avventura senza certezze in TNA. Scelse la seconda. Fino a quel momento in TNA ci andavano solo i licenziati da Stamford, nessuno aveva “scelto” la TNA. Solo pochi mesi prima a Matt Hardy si presentò la stessa scelta di Christian, e scelse la via sicura, il ritorno in WWE. “Non avevo certezze”, disse, “e di certo non potevo immaginare che avrebbero avuto subito un contratto con una TV nazionale”. Chissà se ha mai rimpianto quella scelta. Comunque il tarlo del dubbio si insinuava nei lottatori: Christian aveva fatto bene? La risposta arrivò dieci mesi dopo: Kurt Angle, l’Eroe Olimpico, aveva iniziato l’anno da main eventer a Raw, arrivò a Wrestlemania da campione del mondo in carica di Smackdown!, e trascorse l’estate da main eventer della neonata ECW. E a settembre passò in TNA. Assurdo, un main eventer di Wrestlemania durante l’anno cambiava casacca. Si era già visto qualcosa del genere, era la Monday Night War. Il tempo in cui Rick Rude comparve nella stessa sera in due show diversi (il paradosso della registrazione delle puntate…), in cui un Bret Hart andava in WCW e un Chris Benoit si trasferiva in WWF. Il tempo della concorrenza, il tempo dell’assenza di monopolio.

Qualcosa stava cambiando, e in TNA se ne accorsero. La guerra non andava fatta contro la WWE, l’obiettivo non era superarla; l’obiettivo era invece diventare una federazione nazionale e non più regionale, l’obiettivo era recuperare alla visione del wrestling tutti coloro che senza ECW o WCW si erano sentiti privati di uno spettacolo a loro caro. La WCW aveva ancor tanto da dare nel suo futuro. Ora non si poteva ricostruire una federazione estinta, le operazioni-nostalgia non piacciono a nessuno, ma recuperarne una parte dell’antico spirito sarebbe stato un peccato mortale imperdonabile.

Tutto cominciò allo scorso Bound for Glory; un incontro che sulla carta diceva molto poco, Jarrett contro Sting, visto già diverse volte durante l’anno, si trasformò con l’andare dei minuti in un fantastico main event WCW, come anche in WCW pochi se ne erano visti. Sting era l’Eroe Senza Macchia che grazie alla forza del pubblico non subiva le chitarrate del Prescelto, il tutto sotto gli occhi del Grande Nuovo Acquisto a bordo ring. Per un attimo mi sono sentito teletrasportato a nove anni prima, a Starrcade ’97, dove l’Eroe Senza Macchia Sting non subiva i colpi del Dittatore Hogan sotto gli occhi del Grande Nuovo Acquisto Bret Hart. WCW was coming back!

Lenta e tra il tripudio del pubblico era l’ascesa del mostro face Samoa Joe (uhm, ricordo un tizio seguito dalle telecamere fin da quando usciva dal suo spogliatoio), inesorabile era l’ascesa del grande lottatore e gran lottatore sottovalutato dalla federazione rivale, in cui lottava con lo stesso personaggio, Christian Cage (uhm, ricordo un tizio pelato che distribuiva stunner ma che solo in WWF si vide riconoscere il talento), ed estremamente caratterizzati erano i personaggi di contorno. Una stable latina coi, scusate il francesismo, controcazzi, la più fenomenale coppia della breve storia TNA che slittava e lanciava due grandi lottatori al successo da singoli (guardatevi Sacrifice, troverete il Gimmick match of the year), un lottatore anonimo trovare la propria considerazione imitando le movenze di un ex grande lottatore, una ex macchietta con una gimmick usa e getta (“please, don’t fire me!”) restare per un anno over da morire col pubblico, o una versione anni 2000 del grande Ted Di Biase. E tanto altro ancora. La settimana scorsa ho visto anche Disco Inferno, la mirror ball e il balletto alla John Travolta. Peccato solo che la musica non fosse la storica “burn, baby burn, Disco Inferno!”.

Se si vuol far concorrenza alla WWE non si deve fare il prodotto WWE. Ma se si vuole fare concorrenza alla WWE non si deve neanche fare un prodotto da federazione indipendente o anche solo da ECW. C’è un intero altro mondo a cui ispirarsi. Non da copiare, il tempo è passato inesorabile, ma a cui ispirarsi. Il pubblico di Atlanta ha indicato la strada, il pubblico di Atlanta ha riconosciuto in Sting il Salvatore e non uno Sconosciuto, ha riconosciuto in Scott Steiner il miglior lottatore di fine anni ’90 e non il lottatore immobile del feud con Triple H, il pubblico di Atlanta ha riconosciuto in Joe e in Christian Cage il futuro della federazione, il pubblico di Atlanta ha riconosciuto in AJ Styles le Speranze per uno Spettacolo Assicurato, i Rey Mysterio e Sean O’Haire del nuovo millennio. LA strada è tracciata, ora bisogna percorrerla, e non sarà facile.

Intanto ho letto che nel nuovo anno potrebbe riprendere dopo anni il feud New Blood contro Millionaire’s Club. Una faida che nel 2000 era forse troppo innovativa, visti i labili confini keyfabe-smartismo, e gli ancor più labili equilibri della WCW del tempo, ora sarebbe quanto mai appropriata e inerente al tempo moderno. Quante volte leggete diatribe tra i sostenitori dei TNA Originals e i sostenitori dell’acquisto dei grandi nomi con un passato in grandi federazioni? Quante volte leggete i confronti tra Vecchie e Nuove Icone? Quante volte leggete scontri tra i sostenitori di Ciò che è stato e i sostenitori di Ciò che sarà? Il wrestling serve a questo, a risolvere, illustrare e mostrare scontri. E che al timone ci sia anche chi più di tutti ha visione del futuro, Vince Russo, mi rende tranquillo. Nonostante la damnatio memoriae perpetrata dai vincitori, chi seguiva la WCW sa quanto bene Russo le apportò. Io mi fido.

Non ci sarà una nuova Monday Night War a breve, ma ci sarà, e scusate se è poco, una nuova grande, importante e divertente major di wrestling. Atlantide è morta e sepolta dal mare, ma una nuova civiltà sorta in un luogo diverso, ma grazie al sapere e all’esempio di Atlantide non è più una mera utopia, è realtà che si sta costruendo. Non si dovrà smettere di guardare la WWE per la TNA, e non sarà possibile far finta che nulla sia mai accaduto. Non sarà nemmeno necessario scegliere quale preferire tra l’una e l’altra.

Ciò che mi basta e avanza è sapere che ora c’è un’Alternativa. E scusate se è poco.

Ricordando sempre che se vi va una chiacchierata, e se avete la bontà di condividere qualcosa di divertente, interessante o anche solo di esprimere un'opinione o un pensiero e/o avete qualche curiosità., sarò lieto di rispondervi e di fare una chiacchierata in tranquillità mediante il mio indirizzo di posta elettronica, rob@wrestling4ever.it.

Stay Tuned. Rob.
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