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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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17/11/2022 11:40
 
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HIGH FLYIN 62 - L'OSPITE STRANIERO

A cura di The Rob In Town 79

Fuori fa caldo ma io sono così impegnato che non riesco a godermelo. E così col wrestling: Raw non mi piace, mi pare di essere tornato nel 2003, main event basato solo sui nomi e lowcarding allo sbaraglio, la ECW è uno show con un solo feud, Smackdown è una sequenza casuale di match e persino Impact da un mesetto ha cominciato a piacermi meno, tanto che dopo tempo immemorabile spesso mando avanti. Ma il wrestling continuo ad adorarlo, ho cambiato solo ciò che vedo: vedo cose che meno conosco, vedo vecchi DVD che non ho mai avuto tempo di vedere, e il caso ha voluto che vedessi due generi a me poco congeniali normalmente: la lucha e il puro. Mi piace vedere ogni tanto ciò che mi è “inconsueto”.

L'OSPITE STRANIERO

“L'abitudine rende sopportabile anche le cose più spaventose”

L'ho detto mille volte, ma mi ripeto ancora una volta: come molta gente della mia generazione ho cominciato a seguire il wrestling con Tony Fusaro e Paolo Angeli che commentavano il catch. Per me era normale vedere giapponesi combattere. Ricordo Inoki ovviamente, ma anche Tiger Mask (primo wrestler tifato nella mia vita), Tatsumi Fujinami, donne alla Keiko Nakano o Yumi Oguro,etc... E poi c'erano i “gajgin”, gli americani: Dynamite Kid, Hogan, Backlund, Stan Hansen, Adrian Adonis. Erano stranieri e quindi “cattivi”, e si notava come il pubblico prestasse sempre loro la massima attenzione, era per loro l'occasione di vedere come combattevano gli occidentali; quasi sempre in modo sporco, e più dei giapponesi usavano la potenza, quando invece i Figli del Sol Levante usavano la tecnica. Poi sporadicamente c'era qualche messicano (ricordo Perro Aguayo) e lì scoprii un nuovo stile di lotta, l'High Flyin', il salire sulla terza corda, e me ne innamorai così tanto che appena scoprii la WWF il primo wrestler singolo che tifai fu Snuka, l'unico vero high flyer al tempo in WWF.

Bei tempi. Non ho mai saputo se esistessero o no storyline o cinture, ai tempi non me ne importava e in seguito non ho mai voluto saperlo, sarebbe stato come volere gli scontrini dei regali che i genitori ti facevano a Natale quando tu pensavi che li portava un signore lappone vestito di rosso. Veniva gente da tutte le parti del mondo, o almeno così pensavo, c'erano i giapponesi, gli americani, gli inglesi e i messicani. Mancavano giusto l'africano e l'australiano, e ogni lottatore portava con sé lo stile del suo paese. Piano piano con gli anni ritrovai cose simili anche in WWF: macchiette come Kamala, che schienava gli avversari a pancia in giù, colossi come Yokozuna, che con le tecniche sumo dimostrava la superiorità giapponese sui lottatori americani, Piper, il prototipo dello scozzese rissoso dei film. Davano significato alla prima W dell'acronimo WWF, la federazione così dava davvero l'impressione di essere mondiale, e la loro presenza rendeva più interessante e vario il programma.

E poi vi fu la rivoluzione nel wrestling, per me una vera e propria rivelazione personale: in ECW e in WCW, che piano piano cominciavo a scoprire, soprattutto la seconda, approdarono i luchadores e i successori di Tiger Mask, i giapponesi tecnici. La prima volta che vidi Jushin Liger, Ultimo Dragon, Rey Mysterio, lo Juventud Guerrera che mi ha fatto l'onore e la cortesia di condividere con me alcuni suoi pensieri, lì capii come nel mondo esisteva un modo diverso di fare wrestling e mi piaceva. L'ho sempre detto, questo editoriale si chiama High Flyin' per due ragioni: perché qui si vola alto, non ci si ferma agli avvenimenti contingenti settimanali, e perché il sottoscritto autore dell'editoriale adora il genere eponimo. Tornando al discorso, quei lottatori portavano sugli schermi americani un nuovo modo di concepire il nostro sport preferito, e le novità sono sempre gradite soprattutto se spettacolari.

La WWF era rimasta un po' indietro da questo punto di vista, era più “classicamente americana”, “spettacolo per redneck”, con una mirabile eccezione per un match di Wrestlemania 14, Taka Michinoku, wrestler giapponese purtroppo infortunatosi gravemente durante il Royal Rumble match del 2000, contro Aguila, un wrestler messicano ventenne assunto one night only. Fu uno spettacolo, e agli occhi di un diciottenne Rob il miglior match di quell'edizione del PPV più importante dell'anno. Ma era soltanto un match casuale, portato dall'occasionalità dell'evento. Altrove invece queste comparsate erano specifiche, continuative, inserite in un contesto dello show e valorizzate.

Forse già sapete che differenza c'è tra gli italiani e gli americani riguardo alla considerazione per gli atleti stranieri ma è bene sempre ricordarla: in Italia, per esempio, se arriva un calciatore straniero questo diventa automaticamente, solo perché straniero, più bravo di un italiano pur bravo quanto lui; siamo un popolo di esterofili, sebbene con la differenza, piccola dal punto di vista di questo discorso ma importante dal punto di vista sociale, che se arriva in Italia un calciatore tedesco gli fanno subito una foto che finisce in prima pagina sulla Gazzetta, mentre se arriva un ingegnere africano gli fanno subito una foto che finisce nello schedario della Polizia. Ma non divaghiamo.

In America invece se sei un atleta straniero vieni considerato automaticamente più scarso degli equivalenti atleti americani; in pratica il nostro contrario, è un popolo di autarchici. Guardate ad esempio l'NBA, ogni volta che al Draft viene scelto un giocatore europeo, i redneck scout lo definiscono a priori un giocatore sopravvalutato, europeo=scarso.

Oppure guardate come viene trattato l'ospite straniero al Festival di Sanremo e come viene invece trattato il regista o l'attore non americano in America. Nel primo caso viene trattato come l'artista più importante del pianeta, nel secondo caso viene ignorato.

E Vinnie Mac, che nell'animo è il prototipo del redneck, ha raramente puntato nel suo show su stili inconsueti al pubblico come la lucha. Anche se poi quando qualcuno di spettacolare arriva al pubblico, certo non rimane inosservato. Sta tornando Rey Mysterio e c'è dibattito se debba tornare nel main event o nei cruiser, con una percentuale quasi totalitaria in America a favore di un feud Rey-Edge e una percentuale maggioritaria in Italia a favore di un a mio parere inspiegabile Rey-Chavo. Rey è sempre stato pushato in WWE, i suoi primi feud, ricordiamolo, furono con Angle, Benoit, A-Train; alla fine è stato nella categoria cruiser per non più di soli diciotto mesi. E proprio perché era “strano”, perché aveva la maschera, perché faceva balzi a cui il pubblico non era solito assistere, perché aveva uno stile completamente diverso dagli altri, andò subito over. Per questo ora sono un accanito sostenitore dell'arrivo di Mistico in WWE, potrebbe portare una ventata di novità in quel di Stamford, considerando anche che Mysterio è arrivato alla corte dei McMahon non al suo massimo delle condizioni fisiche, mentre Mistico prima dell'infortunio di maggio era davvero al top della forma, e non vedo perché temere che l'infortunio possa limitarlo nel futuro prossimo.

Il fatto che siano entrambi mascherati e che rappresentino le stesse cose (il Messico, l'high flyin', uno stile da luchadores) non dovrebbe essere minimamente un problema: in WCW c'erano Psicosis, Juventud, lo stesso Rey, La Parka, Ultimo Dragon e ci si divertiva come non mai in nessun altro periodo.

La WWE qualche mese fa sembrava voler puntare su una federazione davvero mondiale, un maggior numero di roster per un maggior numero di paesi, in modo da sfruttare per ogni continente i diversi gusti del pubblico. Ma in epoca di globalizzazione i gusti del pubblico tendono ad uniformarsi, le tradizioni inevitabilmente vengono oscurate dalle novità portate dalla conoscenza di altre culture. In Italia è diventato consueto far colazione con i cereali e darsi l'high five, e in America è diventato consueto vedere sui ring un'hurrancarana o un Asai moonsault. It's evolution, baby!

E' un peccato vedere che il lavoro portato avanti prima da Heyman in ECW e poi dai vertici WCW sia stato interrotto dal fallimento delle due sopracitate federazioni e non sia mai stato ripreso in WWE; gli “ospiti stranieri” avevano dimostrato di divertire il pubblico americano e di portare soldi allo show. Sarà anche stata soltanto una mossa pubblicitaria, ma ad esempio l'interazione ROH-Noah e ROH-Dragon Gate, con relativo campione ROH giapponese, sta avendo un gran successo; una federazione che già di suo ha molto di “federazione giapponese”, escluso che per l'attivissima partecipazione del pubblico, asseconda i gusti dei suoi tifosi portandogli lottatori che presumibilmente possono piacere. Ed è un peccato ad esempio che uno come KENTA non si possa vedere nella federazione più importante: è l'agilità fatta persona, ma è anche uno dei migliori, se non il migliore, nel rappresentare ogni suo colpo come “efficace”. E' alto 1.75 e pesa solo circa 85 chili? E sticazzi, scusate il francesismo. Un Jeff Hardy ha costruito la sua ottima carriera su misure simili ed equilibrate da uno stile assolutamente particolare e diverso dagli altri tale da incontrare i gusti del pubblico, volete che non possa riuscirci un lottatore al cui confronto Jeff Hardy, con tutto il rispetto, è innovativo quanto un Batista qualsiasi? Attenzione, io non parlo del numero di mosse, non è quello che interessa né a me né alla stragrande maggioranza degli spettatori occasionali a cui la WWE fa riferimento, qui si parla di stile, di capacità di attrarre l'attenzione del pubblico in quanto fautori di novità, si parla di cori “this is awesome!” che da tempo non sento più nelle arene in cui gli show di Stamford vengono mostrati al pubblico.

Ben venga quindi la possibile collaborazione della TNA con Inoki: certo, Tiger Mask IV purtroppo è stata una delusione (cosa aveva di diverso da un Sabin o da uno Shelley?) ma sono fiducioso che possa arrivare qualcuno sui generis che possa colpire l'immaginario collettivo.

E per il passato ho un unico grosso rimpianto, non aver visto in una major americana Hayabusa. Purtroppo ho scoperto la carriera di Eiji Ezaki solo tardi, quando si infortunò gravemente tentando di eseguire un lionsault, prima ne avevo più che altro sentito parlare. Se un giorno vi capitasse di dovervi comprare un DVD, cercatene uno che vi racconti la storia di Hayabusa. Ora sento discutere su quale sia il moonsault più bello, e tra i più gettonati vedo il moonsault di Angle o quello di Daniels. Per carità, meravigliosi, ma l'eleganza di Hayabusa non ha mai avuto rivali. Il ragazzo rimaneva letteralmente sospeso in aria per diversi secondi, in barba a qualsiasi legge sulla gravità mai concepita, e ogni suo movimento era caratterizzato da una innata eleganza, con la quale disegnava con un immaginario compasso ogni porzione di spazio che il suo corpo si trovava occasionalmente ad occupare. Sommersaults, shooting star press, Asai moonsault: tutte mosse che ai suoi tempi erano straordinarie, e che ora invece sono patrimonio di molti flyer. Col tempo ho trovato lottatori più agili, ne ho trovati altri che compivano manovre ancora più elaborate, ma non ho mai ritrovato la stessa eleganza nei gesti di alcun altro.

E l'unico a farlo combattere in America è stato Heyman, che non per niente è considerato un genio. Se non l'avete mai visto, vi consiglio un match di coppia tra Hayabusa e Jinsei Shinzaki da una parte e la coppia RVD-Sabu dall'altra. Un classico spotfest e spot-rest fatto da spot isolato e momento di riposo e con evidente improvvisazione di booking, ma un'occasione unica di vedere stili simili a confronto.

Ciò che mi fa venire tristezza però è il pensare che un nuovo Hayabusa oggi si esibirebbe solo per il pubblico nipponico. Io un nuovo Hayabusa lo vorrei in WWE o in TNA. Il mondo sta cambiando, il pubblico ha sete di conoscenza e di vedere all'opera diverse culture e di scoprire qualcosa di nuovo. Datemi e date loro i luchadores, i “giappi”, la nuova ottima generazione inglese dei McGuinness, degli Hansen e dei Burchill. E fatemi finalmente vedere questa meravigliosa federazione del Madagascar in cui si eseguono i triple moonsault (ah, Nash, Shelley, la nuova X-Division....Ne parleremo su queste pagine...).
Io ho sete di novità, voi no?

Come sempre, vi ricordo che per qualsiasi motivo (una chiacchierata, un chiarimento, una domanda, un commento, anche solo un saluto), se volete potete inviarmi una e-mail al mio indirizzo di posta elettronica: rob@wrestling4ever.it Scambiarsi opinioni arricchisce chi lo fa esattamente come un KENTA o un Mistico arricchiscono uno show. E a me fa sempre piacere rispondere a ciò che mi viene scritto.

Stay Tuned. Rob.
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