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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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12/10/2020 13:22
 
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HIGH FLYIN 53 - LEGGERE, GUARDARE, PENSARCI UN PO' SU

A cura di The Rob In Town 79

Sono al buio. Persistono i problemi al mio PC personale, e, contrariamente a qualche anno fa quando l'Italia era in periodo buio ma anche fino a quando semplicemente accendevo ancora la televisione, non ho nemmeno altri mezzi tecnologici per aiutarmi. E se prima leggevo i report solo degli shows che non avevo voglia di vedere, ora sono costretto a leggerli per tutti gli shows. E' frustrante ma per fortuna questa situazione sta finendo. Ma nel frattempo ho scoperto una cosa che a molti sembrerà assolutamente normale, invece a me è parsa assolutamente clamorosa.

LEGGERE, GUARDARE, PENSARCI UN PO' SU

“Dove c'è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà”, N. Macchiavelli.

Ciclicamente qualcuno mi chiede come ho fatto a seguire il wrestling nel periodo buio e come mai anche se era difficile reperirlo io avessi continuato a vederlo. Onestamente non so neanch'io il perché. “Passione”, rispondo genericamente. Però non è del tutto esatto: per dire, al contrario di altri non sono mai andato a vedere una Wrestlemania e non ho intenzione di andarci, con quei soldi preferisco fare altro. E quando ho dovuto decidere se andare ai tapings di aprile o limitarmi a vedere un “semplice” house show a due chilometri da casa mia ho scelto la seconda. Anche se poi d'altra parte a novembre mi sono pagato un albergo a Piacenza solo per vedermi (gratis) uno show NWE e fare due chiacchiere con i wrestlers. Perché questa lunga, inutile e personalizzata premessa? Un attimo, ve lo spiego.

Ho scoperto che mentre io leggevo i report per necessità in queste due settimane, la maggior parte di coloro che seguono le vicende del wrestling lo fa per scelta. Mentre io al mattino rosicavo per non poter vedere Backlash, le ultime puntate ECW o gli ultimi Impact (tutti show che infatti ancora non sono riuscito a vedere!) molti soddisfano la loro curiosità esclusivamente leggendo. Io facevo spesso così nel periodo buio; non riuscendo a vedermi gli shows con la continuità e la frequenza di adesso era già una manna dal cielo trovarmi i report. Da lì mi è rimasta l'abitudine di leggermi i tapings e poi vedermi gli shows, anche se ora teoricamente (ultime due settimane escluse, ovvio) potrei permettermi il lusso di non farlo.

Da quel che ho capito la gente legge i report e non segue gli shows per i motivi più vari: da chi ha meno interesse per il prodotto perché tifa un solo wrestler, magari al momento assente, a chi rimpiange ere che non ha mai vissuto e per polemica non segue, a chi semplicemente ha trovato altri interessi, a chi genericamente non ha più tempo per farlo.

Tutte motivazioni legittime. Che però non mi hanno mai colto davvero. Quando mi chiedono chi sia il mio wrestler preferito di sempre non so mai che rispondere: Warrior, RVD, Bret Hart, Sting, i British Bulldogs, Benoit, The Rock, i Rockers, Vampiro…E come posso davvero fare una classifica? Li ho amati tutti, in periodi diversi e in un modo nel quale è difficile se non impossibile tentare di fare delle “scale di intensità”. Altri interessi ne ho sempre avuti, diversi nel tempo, ma un'ora al giorno per vedermi uno show, spesso la sera tardi o il sabato mattina appena sveglio, non mi sono mai sembrati un'enormità: è come se uno non avesse il tempo di guardarsi una partita di calcio in TV o un telefilm. Più curioso mi pare il fenomeno di chi segue il wrestling ma rimpiange ere che non ha vissuto. Come si può dire, mettiamo caso, che non vale la pena di guardare il wrestling da quando è finita l'Era Attitude quando si è cominciato a seguire il wrestling con Italia1 nel 2002? Significa che il wrestling piaceva e tanto, che ci si è innamorati di esso con Cena, Lesnar, Big Show e Eddie Guerrero e non con Rocky o Austin.

Il wrestling in Italia non sta vivendo un buon periodo: l'audience degli show settimanali è lentamente ma inesorabilmente in calo, il mastodontico tour WWE in Italia ha raccolto molto meno successo di quanto si aspettassero a Stamford, tra i più piccoli la moda per questo tipo di spettacoli è passata così come passò quella per gli Exogini (chi se li ricorda?) o i Pokemon, e altri crescendo hanno deciso di ripudiare ciò che temevano poter essere considerato troppo bambinesco. Del resto anch'io quando smisi di guardare (per breve periodo) il wrestling lo feci perché era diventato troppo difficile vederlo e perché avevo quindici anni, mi sentivo grande e mi sembrava più cool inseguire le ragazze e guardare MTV che non vedere due o più tizi in mutande che se le davano. Crescendo poi ho capito che si potevano conciliare benissimo e agevolmente tutte queste cose. Il mio edicolante mi fece venire la voglia, mi invogliò dicendo che Bret Hart era tornato campione e che le riviste di werstling erano di nuovo disponibili nella sua edicola. E' curioso come il merchandise sia sempre il primo veicolo di passioni.

Ma anche in America il fenomeno è in netto calando, non nascondiamocelo; Raw e Smackdown sono in gigantesca crisi di ascolti (soprattutto lo show del lunedì) e la TNA nonostante gli importanti investimenti rimane stabile negli ascolti, non aumenta. E non credo affatto che il problema sia che il campione sia Tizio invece che Caio; se i due campioni del mondo fossero anche Triple H e Michaels, per fare i nomi di due personaggi amati, non cambierebbe ugualmente nulla. Ne abbiamo avuto ora la dimostrazione con Undertaker: nel suo breve regno gli ascolti sono scesi e di molto, e la qualità dello show non è migliorata, anzi. Non è un problema di nomi. E' un problema sia contingente, e quindi in imputabile alla WWE, sia qualitativo, e quindi imputabile alla WWE, ma non è mia intenzione qua approfondire questo tipo di discorso.

Ciò che mi interessa notare è che la visione del wrestling è diventata ormai superflua nei commenti. “Cena non sa sellare” dice chi ha letto i report dell'incontro con Michaels a Londra, ma non lo ha visto. “Kennedy è inadatto alla massima cintura”, dicono quelle stesse persone. “Tizio non fa promo buoni”, “Caio non ha un buon parco mosse” eccetera eccetera. Senza però aver visto. Ma basandosi su ciò che avevano in passato visto. Io in queste due settimane non ho commentato un solo promo o un solo incontro, mi sono solo limitato a dare il mio parere su storyline, sebbene mi renda conto io per primo che vedere uno sguardo spesso vale più di mille parole scritte. Ho parlato due numeri fa della storyline tra Sting e Abyss: bè, tra vederla scritta e guardarne le immagini scorre un oceano intero. Le immagini arricchiscono il significato della storia, la rendono più fruibile, più intensa e più epica. Ricordo ancora quando nei quindici mesi di buio di immagini che ho avuto non riuscivo a capire che diavolo di mossa fosse mai la Stunner e mi chiedevo quanto davvero fosse forte tale Ahmed Johnson. Rosicavo. E di brutto. Perché non potevo vedere le immagini ed ero costretto, per l'appunto, ad “immaginare”. Era frustrante.

Starete pensando che sono impazzito, che non si capisca dove voglio arrivare.

E' una riflessione su un fatto: gli appassionati di wrestling leggono i report e giudicano su di essi, guardare le immagini rischia di diventare secondario. Meno male che su questo sito abbiamo sempre ottimi report e puntuali, almeno chi non vede gli show può leggere report scritti con passione.

Passione, già. Un luogo comune (questo sì che è un grosso luogo comune) vuole che le grandi passioni non durino. C'è sempre qualche cosa di nuovo da fare nella vita che impedisce ad una passione di proseguire. Nel wrestling ad esempio per molti è un fatto scriminante l'età: sembra che non si possa seguire più wrestling dopo una certa età. Io ho un lavoro, ho quasi una famiglia e quasi una casa mia, eppure non ho mai trovato nulla di male nel vedere un'ora di wrestling la sera alle 22. Mi rilassa, mi diverte e mi da' emozioni, più che se vedessi un film. Anzi, devo ancor trovare una forma di intrattenimento che mi dia le stesse emozioni.

Ricordo nel 1997, io avevo 18 anni e, come spesso accade a quell'età, uno spirito ribelle e rivoluzionario (sono passati 10 anni ma sembrano 100, visto la vita che conduco ora, i tempi cambiano, e in modo assolutamente bizzarro ed imprevedibile, per tutti). Chi meglio di Sting rappresentava l'uomo che combatteva le ingiustizie? Un uomo che abbandonato da tutti, amici e nemici, imboccava la via dell'oscurità per vendicarsi, la cui sola presenza mandava in visibilio i fan, non poteva che colpire la mente di un diciottenne. Ma senza immagini avrebbe potuto essere lo stesso? Ne dubito. Sting che cambia espressione è qualcosa di difficile da commentare a parole, e soprattutto impossibile da rendere in un report. Così come sarebbe impossibile spiegare in un report chi era Warrior e chi era Hogan, e come il loro scontro divise l'America intera, bambini, ragazzi e ragazze, ventenni, trentenni e padri di famiglia.

Ogni anno penso sia l'ultimo anno che guarderò il wrestling, le responsabilità aumentano e il tempo diminuisce, e ogni anno qualcosa mi fa pensare che è bello continuare. Una storia, un feud, semplice curiosità, la voglia di vedere qualcosa di divertente in televisione, che non sia troppo impegnato ma che ugualmente mi faccia pensare e mi mantenga vivo il cervello. Mi piace lo sport (molti sanno della mia “passione”, parola che oggi torna spesso, per l'NBA ad esempio) e mi piacciono i film e gli spettacoli d'intrattenimento: nel wrestling ho trovato un connubio tra le due cose.

Ma, per tornare all'argomento da cui ho preso spunto per l'editoriale, quanto contano le immagini nel wrestling? Bè, direi tanto! Ho fatto l'esempio di Sting ma avrei potuto dire Hogan: senza l'Hulk Up, il “You!!!” e le mani appoggiate alle orecchie il personaggio avrebbe perso almeno il 70% del suo appeal, e mi tengo basso. Io sono cresciuto con l'idea che il wrestling sia anche luci, suoni e colori, fuochi d'artificio e incroci di sguardi. La maggior parte delle mosse di wrestling è coreografica, così come sono le taunt e così come lo sono i promo. Ovvio, questi vanno ascoltati e non visti ma il concetto di fondo è lo stesso. La parola scritta ha una valenza emotiva diversa da quella parlata, per descrivere uno sguardo o un'inflessione della voce occorrono diverse parole, a volte diverse righe e periodi interi, per subirne l'emozione su un video basta invece un secondo. Queste cose si possono solo descrivere in un report e a queste cose si può solo dare un significato con un editoriale, ma solo le immagini possono trasmettere ciò per cui sono state create.

Io ormai col tempo sono diventato completamente smart. So che ciò che vedo è predeterminato e so che alla base dello spettacolo ci sono delle storyline. Spesso leggo rimpianti da parte di chi si è approcciato al wrestling-web, rimpiangendo il tempo in cui erano mark. Come ho detto più volte, secondo me succede perché si approcciano a tematiche smart con modi di pensare mark. Intendiamoci, nulla di male in esso, i tifosi sono il sale di ogni sport e i fans che urlano accanto al tappeto rosso sono il sale di ogni spettacolo d'intrattenimento, ma secondo me si crea una sorta di disagio, fare gli osservatori e fare i tifosi sono due cose diverse. Esistono i fans-tifosi, alla Corno o alla Crudeli per intenderci, ma questi di solito vengono visti come delle macchiette e mai come personaggi credibili. Sono più persone con cui ridere un po' e di cui sperare l'arrivo quando si parla di una delle squadre per cui tifano che non delle persone che possono spiegarci le dinamiche dello sport di cui si occupano. E chi crederebbe a una parola? O meglio, chi riterrebbe seria ed affidabile una loro parola? Così è nel wrestling. Essere smart mi fa godere in modo diverso gli spettacoli, riesco a divertirmi anche senza dover avere un preferito negli incontri che vedo. Ma questo non toglie la mia passione, la mia voglia di vedere gli incontri clou, i feud, le nuove strade che vengono intraprese nel business. In una sola parola, di divertirmi.

Non si tratta di vedere le immagini col piglio di colui che da' voti, tipo giudice nei tuffi, si tratta di farlo come di colui che va a vedere un film per capirne il messaggio o una partita di calcio per ammirare le tattiche delle squadre. Cerco l'essenza delle cose, come un vecchio filosofo greco o, più semplicemente, come un osservatore delle cose del mondo.

Alla fine questo è stato un numero strano, tra l'introspettivo e il sofistico. Non mi sono occupato né di quello che è successo nel wrestling questa settimana, né di un qualche avvenimento degno di essere raccontato. Ma partendo da una situazione contingente quale l'impossibilità, per me contingente e per altri volontaria, di vedere le immagini, ho colto l'occasione per una digressione sull'essere fans di wrestling ieri, oggi e domani. Siamo fans, siamone orgogliosi. Condividiamo una passione. Spesso ingiustamente presa poco sul serio.

Comunque da martedì si torna al consueto, si parlerà di colui di cui la maggior parte dei fans invoca il ritorno: Triple H.
Come sempre, vi ricordo che se volete potete inviarmi una e-mail al mio indirizzo di posta elettronica: rob@wrestling4ever.it

Stay Tuned. Rob.
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