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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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27/08/2020 15:35
 
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HIGH FLYIN 48 - A MENTE FREDDA

A cura di The Rob In Town 79


E' sempre difficile giudicare ciò che sta accadendo: la sensazione di parlare solo sull'onda emozionale del momento è pervasiva, è difficile scollegare il cervello dalle emozioni che si stanno provando. Intanto dopo domenica scorsa ho scoperto che il wrestling è morto di nuovo, ma per fortuna c'è Undertaker campione a ricordarci che nel wrestling tutto muore per poi risorgere. L'anno scorso soprattutto, secondo molti morì il wrestling, col regno di Rey Mysterio. E ultimamente si parla molto di Rey Mysterio, il suo ritorno incombe e pare che sia alle porte per lui addirittura un feud con il chairman. Ma torniamo all'anno scorso, vorrei analizzare il regno di Rey come da titolo: a mente fredda.

A MENTE FREDDA

“Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi”, Friedrich Nietzsche.

L'anno scorso, come detto, secondo molte persone morì il wrestling. Ho visto persone che si definiscono pacate perdere le staffe quando il folletto di San Diego vinse prima la Royal Rumble e poi il main event a Wrestlemania. Persino su questo sito tra gli annuali Awards 2006 il premio di peggior momento dell'anno 2006 è stato stravinto dalla storyline che ha portato Rey a vincere il titolo di campione di Smackdown! Tra chi ha indicato proprio il regno e chi ha indicato altri momenti (la vittoria della Rumble, la partecipazione al main event a Chicago) il vedere Rey Mysterio trionfatore alla Royal Rumble e uscire campione da Wrestlemania ha scatenato le reazioni negative da parte della stragrande maggioranza degli appassionati.

La maggior parte ha esternato le proprie critiche perché vedeva nella storyline che aveva portato Mysterio a vincere il titolo una commercializzazione della morte di Eddie Guerrero. Ora, a me non interessa fare discorsi morali: la morte è un argomento troppo serio. Io dico solo che non mi sono scandalizzato per un semplice motivo: perché evidentemente i diretti interessati non l'hanno trovata offensiva, e quindi non vedo a che titolo dovrei trovarla offensiva io. E poi Eddie Guerrero per anni e anni ha dedicato ogni suo match con la propria finisher all'amico Art Barr, e perciò i continui rimandi a Eddie da parte di Rey non mi hanno infastidito.

Il vero motivo per cui alla fine si è criticato Mysterio è quindi per via del suo peso: non è stato ritenuto credibile che un wrestler con quel fisico potesse essere considerato campione dei pesi massimi. Proverò quindi ad analizzare se questo sia o meno un punto fondante del wrestling, cosa ci ha lasciato quel regno a distanza di un anno e se si sia trattato realmente di un regno estemporaneo dovuto a un avvenimento extra-sportivo (la morte di Guerrero) o se sia riproponibile in futuro. E, soprattutto, ciò che più mi ha interessato, cosa ha significato e cosa ci ha lasciato in eredità. Intanto ripercorriamo brevemente le tappe che hanno portato Rey a competere per il World Heavyweight Championship: la prima title shot Rey l'ha avuta nel 1999, dopo quattro anni in cui era sulla cresta dell'onda, quando riuscì a ottenere un match per il titolo detenuto da Ric Flair, dopo aver battuto nelle due settimane precedenti due lottatori del calibro di Norton e Nash. Ne venne fuori un incontro molto bello e che coinvolse molto il pubblico, ma nonostante le potenzialità dimostrate nel match, a causa della sua bassa statura la dirigenza della WCW rifiuterà di fargli vincere il titolo massimo della federazione nei mesi successivi.

Ma a chi dice che il push è stato improvviso, e che prima il buon Rey era solo un cruiser e nemmeno dei migliori, io mi permetto di ricordare che quello scarso cruiser era già da più di dieci anni sulla cresta dell'onda ed era da già più di dieci anni uno dei lottatori più amati dal pubblico. Per dire, già nel lontano 1996 arrivava settimo nell'annuale classifica del miglior wrestler dell'anno stilata da PWI e nel 1999 si issava addirittura ad un incredibile quarto posto, risultato ancora migliore del sesto posto del 2006. O come il premio di miglior high flyer assegnatogli per ben sei anni (sei anni, indice di stabilità, non quindi qualcosa di casuale) dal Wrestling Observer.

Nei due mesi precedenti alla morte di Eddie Guerrero, Mysterio era stato designato primo sfidante dal General Manager di Smackdown, aveva vinto un importante match a Taboo Tuesday per il Team di Smackdown! schienando il maggior prospetto di Raw, e alle Series aveva portato in trionfo il proprio team risultando l'unico componente ad eliminare da solo due avversari del team di Raw. Sicuramente è stata eccessiva la vittoria della Rumble, non tanto per la vittoria in sé quanto per la durata della permanenza sul ring. Ma rivedendo lo show si può vedere quante volte sia andato vicino all'eliminazione. Alla fine le hurricanrana con cui sono stati eliminati i due grandi favoriti della vigilia (Orton e Triple H) sono state applicate su wrestlers pesanti una trentina-quarantina di chili più di lui. Benoit due anni prima ribaltò grazie alle corde Big Show che di chili più di lui ne pesa quasi cento!

Ma ciò che mi ha più incuriosito è che di solito leggo commenti smart del tipo “bisogna puntare di più sui cruiser”, “la WWE dovrebbe valorizzare maggiormente chi fa spettacolo”, “Vince dovrebbe rendersi conto che il wrestling non è più solo big men” e poi quando un cruiser diventa campione del mondo diventa non credibile. A dirla tutta, ci sono stati sei campioni del mondo col peso inferiore a cento chili e perciò cruiser: in mero ordine cronologico, Ric Flair, Shawn Michaels, Chris Jericho, Eddie Guerrero, Chris Benoit e Rey Mysterio. Come ora ci sono wrestlers abbondantemente sotto i cento chili che non competono affatto per il titolo cruiser, penso ai vari Carlito, Nitro e Jeff Hardy. Ciò perché vengono considerati dalla WWE più che non “cruiser”, che ormai non significa più “peso leggero” ma “wrestler a cui far fare qualche volo per scaldare il pubblico a inizio show”.

Spesso ho parlato su queste pagine della rivoluzione che pareva essere giunta a Wrestlemania 20: la vittoria di Guerrero e Benoit riportò alla mente agli appassionati di vecchia data l'autunno del '92, in cui con una mossa rivoluzionaria fu deciso di affidare i due titoli massimi della federazione a due wrestlers assolutamente nuovi per questi palcoscenici e assolutamente più leggeri degli standard tipici del periodo, ovvero Bret Hart e Shawn Michaels. Molti si chiedono perché la prima rivoluzione abbia avuto successo e perché invece questa seconda sia fallita. Semplice, perché il pubblico la prima la ha appoggiata, eleggendo da subito il Cecchino come nuovo portabandiera e lo Spezzacuori come grande personaggio, mentre la seconda è stata osteggiata. Le critiche a Rey sanno del fallimento (in mia speranza momentaneo) di una intera scuola di pensiero, tutti coloro che si lamentavano dei pochi spazi concessi ai pesi leggeri e della staticità e scarsità dei big men nel main event sono stati subito pronti a rimangiarsi la parola quando campione è diventato un peso leggero con il grande torto di essere l'Icona dei bambini. In un business che si sta orientando sempre più verso un target di ragazzini (basta vedere l'analisi di rating degli ultimi mesi di Raw), un modo per sentirsi più grande è anche fischiare chi piace a chi ha due-tre anni in meno.

Ma così facendo spesso si rinnega ciò in cui si è creduto: Mysterio ha dimostrato che anche chi è basso può diventare main eventer e campione con il coraggio e le proprie capacità. In ciò, passano nettamente in secondo piano le scellerate scelte del booking team. Il regno di Rey, partito come il regno dell'underdog, dell'outsider che tenta di resistere agli assalti del roster, è stato organizzato come un regno in cui affrontava di continuo avversari molto più grossi di lui, da Henry a Khalì passando per Kane e per Bradshaw. In pratica, è stata una continua rivisitazione del feud Davide-Golia: “io sono più piccolo e tento di sconfiggere Tizio che è molto più grosso”. Ed è stata un'impostazione oggettivamente sbagliata: anche non considerando Orton, che era “in panchina” per motivi disciplinari e che molto probabilmente era l'avversario designato per il messicano, c'era sempre la possibilità di organizzare un buon feud con Angle, col quale Rey ha sempre fornito, fin dal 2002, ottimi incontri, così come c'erano Chris Benoit, Booker T o c'era la possibilità di portare nello show blu atleti come Rob Van Dam o Edge.

Ma tutto ciò passa in secondo piano quando è il pubblico a non volere nuovi scenari, nonostante all'apparenza spinga per quelli. L'anno scorso ho avuto l'impressione che a Rey sarebbero stati preferiti come campioni anche uno Snitsky o un Masters. Esistono quindi il bravo non credibile e lo scarso credibile? Nonostante mille discorsi sui tempi cambiati e sull'esigenza di aumentare la spettacolarità dei match e di premiare i wrestlers più meritevoli, chi questi discorsi li fa rimane ancor ora più colpito da un fisico imponente che non da ottime capacità atletiche? E chi invece imposta i propri discorsi sulla credibilità di un campione in base al carisma e alla personalità dello stesso, preferisce quindi invece un anonimo midcarder seppur grosso a un wrestler over col grande pubblico come pochi negli ultimi cinque anni e in grado di spostare intere fasce di pubblico ma col difetto di essere basso?
Negare che un lottatore che è stato nominato per ben sei anni miglior high flyer significa in pratica ammettere che chi basa il proprio personaggio sull'high flyin' non può ambire a certi traguardi. E non solo per ragioni di titolo di editoriale, io con questa affermazione non potrò mai essere d'accordo. Il wrestling è bello perché è vario: c'è chi solleva facilmente gli avversari, chi sa fare le proiezioni, chi sa usare la psicologia e chi sa sfruttare le corde. Dovrebbe bastare essere i migliori nel proprio campo per emergere.

E' notizia di pochi giorni fa che il chairman della WWE, l'ormai calvo Vince McMahon, abbia in mente per sé un grande feud e un grande match per Summerslam, e che come avversario abbia in mente proprio l'atleta di San Diego. Un motivo c'è, per conservare il proprio status di top heel della federazione non c'è avversario migliore di un face amato e per giunta al ritorno, periodo in cui normalmente chi è molto amato diviene addirittura osannato.

Giungerà di nuovo ad alti livelli Rey? Difficile a dirsi. Avversari giusti per lui ci sono: col possibile scambio di brand tra Umaga e Benoit, con il titolo Intercontinentale nello show blu e quello degli Stati Uniti nello show rosso, non sarebbe utopia pensare a un Rey con quella cintura. Per quanto Umaga sia più “grosso”, è divertente vedere come fino a due anni fa in un eventuale match tra Rey e Jamal nessuno avrebbe ritenuto credibile la vittoria del samoano e ora probabilmente invece avverrebbe l'inverso. Ma Umaga ha perso nettamente entrambi i due ultimi feud in cui è stato coinvolto, e quindi il giorno che perderà il titolo Intercontinentale dovrà necessariamente essere contro qualcuno che debba aver bisogno di un'importante vittoria e che abbia un necessario status, visto che comunque il Samoan Bulldozer finora ha sempre distrutto agevolmente i normali midcarders per poi perdere solo contro personaggi importanti nelle logiche WWE.

Tra l'altro Vince ha l'esigenza di renderlo felice, visto che ora, con la nascente concorrenza, non può permettersi che un lottatore davvero capace di trascinare con sé intere fette di pubblico (bambini? Adulti? Anziani in punto di morte? Non importa, è sempre pubblico, ed è sempre pubblico che compra i biglietti e che ama il wrestling) possa trasferirsi in Florida, dove i vari Angle e Konnan lo accoglierebbero a braccia aperte (avete mai notato che la theme music dei LAX cita Mysterio parlandone bene?).

Ma in realtà di Rey Mysterio, del suo passato o futuro, perdonate il francesismo, non me ne può fregare di meno.
Ciò che qua mi importava sottolineare è il ruolo di precursore che ha avuto col regno dello scorso anno. Qualsiasi piega prenderà in futuro il wrestling, sia che la rivoluzione annunciata da Wrestlemania 20 si compia sia che non si compia, ci si ricorderà del regno di Rey in quell'ottica: non dovesse prendere piega si dirà che fu solo un esperimento per fortuna fallito (la storia la scrivono i vincitori, ne parleremo prossimamemente), ma se dovesse prendere l'altra piega, allora si dirà che sarà stato un incompreso, e gli si riconosceranno i meriti di aver aperto la strada. Come detto nella citazione di inizio editoriale, alcuni nascono postumi.

p.s.: a proposito, Rey prima di salire sul ring per il suo match si fa il segno della croce, è un Born Again Christian e fu anche grazie al suo consiglio che Eddie intraprese quella strada: sarà, ma forse con il numero 44 di questo editoriale non avevo tutti i torti…

E per finire nota di servizio: prossima settimana si esce di mercoledì, vi racconterò come ho vissuto il mio primo show WWE.

Stay Tuned. Rob.
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