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Ri-Presentazione dell'High Flyin di The Rob in Town

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2023 10:26
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05/12/2023 08:44
 
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HIGH FLYIN 120 - BAMBACIONI E VECCHI BACUCCHI

Qualche giorno fa ero in treno, ed ho visto una scena abbastanza usuale: due ragazzini truzzi che si comportavano da idioti e che hanno trattato male un vecchietto. Tutti i vecchi presenti hanno cominciato il consueto sermone anti-giovani, brontolando del degrado dei tempi, arringando all’”o tempora o mores”, e guardando storto chiunque avesse meno di 30 anni. In quei casi anche se la voglia sarebbe di protestare, te ne stai zitto, e pensi che per colpa di due idioti ci rimettono tutti. L’altro ieri è successo i contrario, un vecchietto mezzo ubriaco ha svalvolato in treno e se le è presa con due ragazze dalla classica faccia acqua e sapone. Ed è successo l’esatto contrario: i “giovani” hanno cominciato a parlare di quanto scortesi fossero i “vecchi”, delle povere ragazzine indifese, di come sulle persone di una certa età andrebbero fatti dei controlli. I passeggeri più anziani erano palesemente in disaccordo con gli sguardi, ma hanno taciuto vista la situazione. Il discorso è che sono state due reazioni esagerate e stupide, ma forse proprio per questo tristemente consuete. Se c’è una cosa che col tempo è destinata ad acuirsi sempre di più, questa è proprio i contrasti generazionali.

BAMBACIONI E VECCHI BACUCCHI

“Alla gioventù si rimprovera spesso di credere sempre che il mondo cominci solo con essa. Ma la vecchiaia crede ancor più spesso che il mondo cessi con lei”, Christian Friedrich Hebbel.

Della Main Event Mafia si è già detto tutto ed i contrario di tutto. Io finora ho preferito non parlarne perché già ne avevano parlato, in modo approfondito ed assolutamente condivisibile, diversi colleghi. Questa settimana però ho deciso di cimentarmi anch’io con essa, ma analizzando il tutto da una prospettiva, ne dubitavate?, un po’ diversa.

Molti si stanno chiedendo perché questa storyline sta riscuotendo un grande successo, perché è sentita così vicina dai telespettatori, e che novità ha portato, e se le ha portate, nel mondo del wrestling. E io con voi oggi analizzerò questo.

Cominciamo innanzitutto col dire che tocca un problema reale, avvertito da tutti. Viviamo in tempi, non nascondiamocelo, difficili, in cui il mito del posto fisso è andato perso, e in cui a trent’anni spesso si lavora ancora con contratti a progetto o in ogni caso non si ha la garanzia di “essersi messi a posto per la vita” con il lavoro intrapreso. E viviamo contemporaneamente in tempi in cui l’incredibile, impensabile, ed inarrestabile evoluzione tecnologica, culturale e settoriale della società ha differenziato di molto il mondo lavoro, sempre più lontano dalla grande industria e sempre più vicino ai servizi, al famoso terziario, creando non pochi problemi a chi invece per diversi decenni aveva lavorato con una consolidata routine e con scarse, perché non richieste, conoscenze tecnologiche.

Entrambe le considerazioni di cui sopra hanno allargato ancora di più, se possibile, i “dissidi generazionali”. I giovani vedono nei vecchi delle persone che, al contrario loro, hanno avuto la possibilità di farsi una vita già a vent’anni grazie a maggiori opportunità e sicurezze nel lavoro, e che ora non sono disposti a farsi da parte per permettere alle nuove generazioni di compiere lo stesso iter, mentre i vecchi vedono nei giovani dei “bambacioni”, delle persone che non sono pronte ad affrontare dei sacrifici, e che vogliono sottrarre loro quanto questi hanno sudato in tanti anni di lavoro, magari solo sfruttando l’opportunità che hanno avuto di studiare o di imparare l’uso di strumenti tecnologici a loro ignoti.

Ciò è una novità nella società, che invece per generazioni aveva visto un susseguirsi di generazioni in cui padri e figli avevano avuto le stesse opportunità, con l’unica evoluzione nel senso che i figli avevano storicamente più opportunità dei padri visto il progressivo sviluppo economico e culturale della società, in cui l’unico “evento” significativo era stata la migrazione dalle campagne alla città.

Questa improvvisa spaccatura nella società ha invece acuito i contrasti generazionali. Voi direte :che c’entra col wrestling? C’entra, abbiate calma. Una volta anche nel wrestling era normale una “lunga gavetta”, e il successo arrivava spesso in età “avanzata”. Hogan diventò campione del mondo a 32 anni e negli anni ’90 in cui divenne assoluto dominatore delle scene aveva già abbondantemente superato i quaranta. Flair divenne campione del mondo NWA a 34 anni suonati e campione WWF a 43. Lo stesso Bret Hart, citato più volte in questa rubrica come simbolo del “nuovo corso” del wrestling, divenne campione dopo aver passato ampiamente il trentello.

Ora invece siamo abituati a vedere un Orton che a 28 anni è già da 4 anni nel main eventing, un Cena che a 31 anni è già da anni il simbolo della WWE, AJ Styles e Samoa Joe sono a 30 anni i due simboli della seconda major nordamericana, Jay Lethal i netà da college è già main eventer affermato, e così via.

E tra l’altro anche nel wrestling vi è stata una “evoluzione tecnologica”. Se prima per decenni l stile dei grandi campioni non era cambiato, e l’unico cambiamento era stato dal “lottatori duri e puri” agli “intrattenitori che avevano imparato a lottare”, per capirci il passaggio dai Sammartino e Backlund agli Hogan e Rhodes, ora invece molti dei giovani hanno basi tecniche e/o acrobatiche e/o atletiche che anche solo dieci anni fa sarebbero state rarissime. Per fare un esempio concreto, dieci anni fa la Shooting star press la facevano solo Liger e Hayabusa, ora la sanno fare in tantissimi, alcuni anche in modo esteticamente migliore.

La lotta MEM contro Frontline non rappresenta forse tutto ciò di cui abbiamo parlato? Non stiamo forse parlando dei MEM, onesti lavoratori che si sono sudati tutti i successi che si sono guadagnati e che ora, nel momento in cui solitamente le carriere dei wrestler rifiorivano, si sentono improvvisamente considerare “vecchi bacucchi”, inadatti al “nuovo wrestling”, persone da sacrificare sull’altare dei giovani, ovvero persone che vogliono tutto subito.

Ma non stiamo forse parlando anche della Frontline, un gruppo di lottatori che viene considerato “bambacione” solo perché non sta ricevendo le giuste opportunità che devono essere date ai wrestler più meritevoli? Un gruppo di lottatori che ha dimostrato di avere non solo straordinarie qualità in ring, ma anche straordinarie qualità extra ring? Chi può legittimamente dire chi ha ragione e chi no in questa diatriba, che non tocca solo il wrestling ma tutta la moderna esistenza? Chi si prende quest’onere e questa responsabilità?

E perfetta è la scelta che la TNA sta facendo dei personaggi di contorno. Prendete i Motor City Machine Guns: non sono forse i truzzi di cui all’introduzione, coloro che solo perché giovani si sentono in diritto di disprezzare i vecchi? La loro “redenzione”, la loro acquisizione di rispetto verso le “vecchie leve” sarà la dimostrazione che i giovani avranno compiuto un significativo step nella loro “acquisizione di rispetto verso il business e i suoi protagonisti”. E Foley, che secondo me è vicino al “tradimento”, non sarebbe forse giustificato dal fatto che ha tentato di insegnare ad un gruppo di allievi che invece che seguirlo ha a lui mancato di rispetto e lo ha deluso sia nei modi che nei risultati? E Sting invece, che al contrario sembra sul punto di ripensare a quanto fatto, e sembra sul punto di voler concedere ai giovani quella chance che aveva loro precluso, non è forse il manager di successo che vedendo nei giovani dei meri bambacioni si rende poi conto che invece sono persone appassionate, competenti e bisognose solo di fiducia?

Tra l’altro la TNA è riuscita con questa storyline a fare qualcosa che solo un anno fa su queste pagine avevo definito praticamente impossibile. Avete notato che le Leggende nel wresting vengono sempre acclamate dal pubblico mentre verso i giovani c’è sempre sospetto? O che sempre, da quando il wrestling è wrestling, i main eventer di ieri vengono considerati migliori di quelli di oggi? Nell’Era Gimmick Hogan e Flair non erano “capaci” come Sammartino e Backlund, nell’Attitude Austin e Rocky erano due rissaioli da strada indegni di un Hogan o di un Flair, e ora Cena e Orton sono due incapaci indegni di Rocky o Austin.

Bè, la TNA sta riuscendo nell’enorme impresa di far sembrare heel le Leggende, persino l’Eterno Eroe Sting, e assoluti idoli del pubblico i giovani, persino Creed si prende grandi pops. E scusate se è poco. Dico sempre che il fine del wrestling dovrebbe essere descrivere la realtà. Questa storyline lo sta ampiamente facendo. Sia che siate bambacioni, sia che riusciate a comprendere cosa sta passando nella mente dei vecchi bacucchi, sia che siate ancora troppo giovani ma già state pensando a cosa vi attenderà nel mondo del lavoro, bè, questa storyline descrive in modo reale i contrasti che esistono davvero nella società e in una delle sue componenti più fondamentali, il lavoro, non a caso protagonista del primo articolo della nostra Costituzione.

Nel salutarvi vi informo che settimana prossima tratteremo argomenti più “leggeri”, con curiosità storiche che credo e spero vi interesseranno.

Vi ricordo inoltre, come di consueto, che se avete invece la bontà di condividere qualcosa di divertente, interessante o anche solo di curioso da comunicarmi, o volete spiegarmi il vostro punto di vista da bambacioni, da sostenitori dei vecchi bacucchi o da persone che desiderano entrare nel pazzo mondo del lavoro, sarò più che lieto di dialogare con voi al mio indirizzo di posta elettronica, rob@wrestling4ever.it.

Stay tuned. Rob.
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