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Appena finito di leggere L'uomo che scambió sua moglie per un cappello di Oliver Sacks.
Libro affascinante, una serie di casi clinici speciali (da prosopagnosia, ad amnesie molto particolari a Tourette a molto altro) nella carriera del famoso neurologo e scrittore dal '75 al '84, particolari per il fatto che l'autore/medico non si concentra unicamente sull'aspetto funzionale delle patologie, ma cerca invece di ricostruire la fenomenologia (o eterofenomenologia, come direbbe Dan Dennett) dei suoi pazienti. Ne si ricava uno spaccato affascinante, quasi più vicino al romanzo che alla medicina clinica, in cui sembra quasi di arrivare a conoscere i vari personaggi di queste bizzarre (e spesso tragiche) situazioni, di tenere a loro, di partecipare dei loro disagi e delle loro inaspettate vittorie. E in tutto questo, queste condizioni aprono domande fondamentali per la vita di tutti noi, come l'acuto Sacks non cessa mai di ricordare. Ad esempio, quale valore assumono la memoria, la corporeità, la percezione, queste stesse malattie nel costruire l'identità di una persona?
Molto, molto bello e toccante.

Tra qualche giorno rileggo Altre menti del biologo/filosofo australiano Peter Godfrey-Smith, altro libro bellissimo che consiglio a tutti, oltre che mio personale saggio preferito tra quelli letti nell'anno passato. Forse ne faccio una recensione tra qualche giorno.