Possiamo trarre degli insegnamenti da questo periodo così difficile per la collettività? Attraverso tre lezioni Massimo Recalcati riflette sul concetto di libertà,
“C’è stato un insegnamento profondo sulla nozione di libertà – esordisce Recalcati -. Abbiamo interpretato la libertà come una proprietà dell’individuo, il neoliberalismo ha sponsorizzato questa versione anarcoide della libertà. La libertà che coincide con la volontà individuale di fare quel che si vuole, la libertà come arbitrio, come pura manifestazione capricciosa dell’ego. La prima lezione tremendissima di questo virus – continua Recalcati – è che questa nozione di libertà è un’impostura, che la libertà implica sempre invece la solidarietà, che non si può pensare la libertà se non nella dimensione della solidarietà. È quello che ci sta insegnando l’epidemia: nessuno può salvarsi da solo. La salvezza può essere un’esperienza solo collettiva. Noi siamo in fondo tutti prigionieri delle nostre case in una condizione di claustrazione obbligata, ma in realtà questa claustrazione è una forma massima di apertura. Perché vuol dire essere in connessione uno con l’altro, essere una comunità”.
Sentito l'altro giorno a "Quante Storie", una roba fascista che ricorda pericolosamente l'"ARBEIT MACHT FREI".
Poi il suo discorso poteva aver senso se la partecipazione fosse stata attiva, non chiudersi in casa a farsi le seghe.
E questo piace a Steam.