Tutti lo hanno sentito nominare per le sue spirali e la sua famosa serie, ma probabilmente molti meno sanno che Leonardo Fibonacci è il padre della matematica moderna, colui che ha fatto arrivare in Italia e nel mondo occidentale lo zero, i numeri indo-arabi, l'algebra e tante sue applicazioni, come le equazioni di secondo e terzo grado. Lo ricorda Roberto Natalini, direttore dell'Istituto per le applicazioni del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in occasione del Fibonacci Day che si celebra ogni 23 novembre.
Nato nel 1175 a Pisa, figlio di Guglielmo Bonaccio (da cui il nome Fibonacci, cioè figlio di Bonaccio), fu lui a introdurre in Italia e in Europa la tradizione matematica sviluppata dagli arabi. Seguendo il padre nei suoi commerci in Cabilia, regione della moderna Algeria, fu mandato a scuola d'abaco, dove scoprì le cifre indo-arabe. Tornato in patria nel 1202, scrisse il Liber Abaci,una summa dell'aritmetica pratica dell'epoca.
Uno dei suoi principali meriti e' aver "introdotto l'idea di algebra e la numerazione araba, tra cui lo zero, che da noi non c'era", rileva Natalini. "In quell'epoca - prosegue - usavamo ancora la geometria euclidea greca e i numeri romani al posto delle cifre. Possiamo dire che se la cultura moderna, e il Rinascimento, sono fioriti in Italia lo si deve anche a lui". Fibonacci è stato anche il primo a far arrivare le equazioni algebriche di secondo e terzo grado, le radici quadrate e cubiche.
La sua celebre serie 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13..., nella quale ogni numero e' il risultato della somma dei due precedenti fino all'infinito, si ritrova anche nella data del 23 novembre, che si può leggere come 11, 23 e che è proprio l'inizio della sequenza 1, 1, 2, 3.
La sequenza era stata elaborata per risolvere un problema pratico, cioè come evolve una popolazione di conigli a partire da una sola coppia. "Questa serie - conclude Natalini - ha segnato l'inizio dello studio delle successioni usate nella finanza e nella teorie dei sistemi dinamici".
ai codici a barre di ultima generazione alle credenziali di accesso ai conti correnti online, sempre più tecnologie digitali custodiscono un cuore medievale fatto di numeri antichi: sono quelli di Fibonacci, il celebre pisano 'padre' della matematica moderna che a cavallo fra XII e XIII secolo introdusse in Europa la numerazione araba, il concetto di zero e la successione che porta il suo nome (0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13...), dove ogni numero è uguale alla somma dei due precedenti.
Lo stesso principio, onnipresente nelle forme armoniche della natura, si ritrova anche nella data del 23 novembre, scelta per festeggiare il Fibonacci Day proprio perché nella notazione anglosassone si scrive 11-23 e ricorda i primi quattro termini della celebre serie che ispirò anche un brano dei Genesis. I festeggiamenti avranno come epicentro la Toscana e in particolare l'Università di Pisa, che dedicherà all'illustre concittadino una giornata di approfondimento intitolata 'L'uomo che ci ha regalato i numeri'; al Giardino di Archimede di Firenze, invece, l'intero weekend sarà dedicato a Fibonacci con conferenze e una mostra di opere ispirate ai suoi numeri. Ricordarlo è importante "perché Fibonacci è stato il primo matematico moderno in Occidente, il fautore della rinascita della cultura matematica che si era persa dopo i Greci", spiega Roberto Natalini, direttore dell'Istituto per le applicazioni del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
"Fibonacci, il cui vero nome era Leonardo, ha impresso una svolta epocale alla nostra cultura", aggiunge Paola Magnaghi, professore aggregato di matematica al Politecnico di Milano. "Dopo aver seguito il padre Guglielmo dei Bonacci nei suoi commerci in Algeria, Leonardo tornò in Italia portando la numerazione araba, che inizialmente faticò ad affermarsi: i mercanti fiorentini, per esempio, continuavano a preferire i numeri romani perché pensavano che quelli arabi, sebbene più pratici per i calcoli, potessero essere contraffatti più facilmente, per esempio trasformando 1 in 7 oppure 2 in 8".
L'altro grande merito del matematico pisano "fu quello di aver formalizzato con la successione che porta il suo nome una regola che è onnipresente in natura, nella spirale di accrescimento delle conchiglie come nella disposizione dei semi del girasole", aggiunge Magnaghi. "La serie, che pare abbia ispirato anche la struttura del brano 'Firth of fifth' dei Genesis, ha segnato l'inizio dello studio delle successioni, usate per esempio nella finanza e negli studi di popolazione", conclude Natalini.