00 19/03/2021 15:30
Onestamente non saprei neanche da cosa partire per parlare di Fantozzi, di questo Capolavoro. Dovrei scindere il lato affettivo da quello critico, gli aspetti che lo hanno reso un cult a quelli che lo rendono una vera e propria chicca (citazionismi continui, letterari, cinematografici, popolari ecc.), senza esagerare da un lato o dire cose scontate dall'altra.
Ecco, magari la sparo grossa, ma se dovessero chiedermi chi vorrei essere se potessi, risponderei Fantozzi. E non scherzo.
Perché Fantozzi é uno sfigato, un perdente, uno che ha fallito in tutto, in amore, nel lavoro e in ogni cosa che abbia provato a fare. In ogni situazione esce sconfitto se non umiliato su tutta la linea. Però io vorrei essere sempre lui.
Perché Fantozzi é pure quello che si rialza sempre, che cade e ci riprova, che rispetto ai colleghi ha il coraggio di ribellarsi, di mandare a fanculo i superiori, anche se viene inevitabilmente punito. È quello che si lamenta di avere moglie e figlia brutte, ma é poi capace di compiere gesti d'amore verso di loro unici. È uno a cui tentano continuamente di togliere dignitá, senza riuscirci, perché é una persona degna dentro.
Aggiungo un altro paragone azzardato, Don Chisciotte. Entrambi sono dei sognatori derisi da tutti, dei pazzi (e probabilmente lo sono davvero) e in entrambi scatta la risata quando li vedi tentare di uscire dalla loro condizione. Ma ridi perché sei contento di non esserci tu al posto loro. E infatti la risata diventa subito amara quando vedi come mantengano la loro dignitá e si rialzino. E tu al posto loro forse non avresti tutto quel coraggio, quella forza, quella voglia di riprovarci, perché sì, cadranno ancora, ma si rialzeranno sempre.

Ora, scusate, vado in un angolo a piangere.