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Dopo quasi 25 anni lo Storico Alessandro Barbero continua a dire che Benigni ha fatto entrare gli Americani ad Auschwitz. [SM=g6574163]


Il film tuttavia venne aspramente criticato dal regista Mario Monicelli, il quale accusò il revisionismo storico operato da Benigni. Parlando del film Monicelli in un'intervista del 2005 disse «[..] Non come quelle inventate, non come quella mascalzonata di Benigni in La vita è bella, quando alla fine fa entrare ad Auschwitz un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo di Europa lo liberarono i russi, ma... l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà.». A queste affermazioni seguirono ulteriori polemiche un anno più tardi da parte di Oliviero Diliberto, allora segretario del Partito dei Comunisti Italiani, che riprendendo la critica di Monicelli circa la non veritiera liberazione di Auschwitz da parte degli americani, ribadì: «Quel film è un falso storico in un film in odor di Oscar.». A queste critiche successivamente Roberto Benigni rispose dichiarando che «[...] il film non parla di Auschwitz, e infatti intorno al campo ci sono i monti, che ad Auschwitz invece non ci sono. Quello è "il" campo di concentramento, perché qualsiasi campo contiene l'orrore di Auschwitz, non uno o un altro.».