A Trump riconosco due meriti: il primo è di non essere mai entrato in guerra, il secondo è che ha avuto un'ottima intuizione: l'elettore è uguale al compratore.
Lui si vende come un personaggio perché è questo che la gente vuole e dice ciò che gli altri si aspettano che dica, spesso portando i discorsi all'eccesso.
L'esempio più lampante del suo successo è South Park: gli autori pensano di aver fatto satira facendo vedere che dopo le elezioni in cui ha vinto un repubblicano si spara in testa perché nemmeno lui ci credeva, ma facendo così ti fanno porre domande.
Chi si pone domande su una persona è un soggetto che a questa persona continua a pensare e quindi chi voterà quando entrerà nella cabina elettorale?
Il tizio controverso di cui tutti parlano o il signor vattelapesca?
È anche molto importante la questione del carisma: lui non è un economista, un giurista o un esperto di welfare, è un imprenditore e come tale sa che punti toccare.
Detto questo, io non lo voterei: Capitol Hill ci insegna che si ride e si scherza, ma fino a un certo punto.
Sarà interessante vedere come Putin ha rattoppato la fabbrica di troll e cosa ci riserva soprattutto adesso che Twitter non ha più alcun valore.