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Io, ripeto, che questo processo di framing delle circostanze che hanno portato Hogan al successo (per quanto filologicamente fattibile) resta anche un dibattito storiografico interessante, ma fine a se stesso e un pochino politico. Giusto perché stiamo mettendo al microscopio solo Hogan per provare - parlo a titolo personale - non si è capito bene cosa (che non è Hogan il promoter dietro la WWF è l'unico elemento che sembra emergere). Che Hogan, come tutti dal 1920 in poi, sia stato costruito e non si sia affermato per conto proprio mi sembra un pleonasmo. Inoltre, percepisco una relativa incompletezza argomentativa:
Citiamo Savage/ André/ Warrior. È la stessa identica cosa del suggerire che Cena è "meno importante" perché a SummerSlam 2005 c'era Jericho - uno talentuoso e bravo come Cena - che era altrettanto over contro Cena e che la WWE decise di puntare su Cena lo stesso ("Cena buuh!"). O che la WWE avrebbe potuto ridare il titolo a Triple H nel 2006 perché da Face era tifato, o che Cena è importante "ma ha anche deciso di affossare il Nexus, che nel 2010 era over". Tanto per non andare su esempi lontani.
Citiamo il fatto che la WWE ha spinto per avere Hogan in quella posizione. Chiaramente, c'era un progetto dietro Hogan nel Main Event e Hogan c'è arrivato al Main Event scelto tra almeno alcuni candidati, che erano in lizza per il push. Ai tempi della Rock 'n Wrestling si è dell'idea che era più la WWF a muoversi come un agglomerato compatto che con qualcosa con un vero Main Event; ciò non toglie che Hogan era super over già dal '79, praticamente da prima dell'apparizione a Memphis con Ferrigno e prima che gli venisse affibbiato il nomignolo Hulk, ben prima che la WWF decidesse di farne il poster boy. Come detto, reputo storicamente falso suggerire indirettamente che il successo sia disceso su Hogan come lo Spirito Santo per mano di McMahon, Hogan era un nome importante che in quell'anno feudava con Harley Race dopo giusto un paio d'anni di carriera, bisognava affidare il testimone a qualcuno, ma allora diciamo pure che l'investimento ha pagato.
Vero, obiettivamente, anche che Hogan più o meno in tutta la carriera ha esercitato del controllo e che c'è anche qualche periodo in cui accade quando tutta la storiografia trova eccessivo - questo però ben dopo il '90, dunque fuori traccia.
Tuttavia, tanto per ribadire il concetto di alcune pagine, se si vuole intavolare questo discorso allora lo si può fare con tutti, e sottolineo tutti, i Main Eventer. Persino Flair, che sta venendo un po' presentato a Santo Bambin Gesù rispetto a Hogan ha avuto i suoi momenti no - i Four Horsemen, paradossalmente, sono visti dai più come un momento in cui Flair aveva perso, senza contare che come tutti i Main Eventer ha fatto uso del potere politico nel backstage. Ci sono storie analoghe per Flair che non vuole cedere il titolo a Luger nel 1990, che causa lo spostamento di Undertaker e Austin in WWF, testimoniate dal libro di Foley.
Idem per quelli che sono finiti "sotto" a Hogan per salvaguardare Hogan stesso, per beceri piani di marketing. Tutti i top player hanno il controllo creativo e tutti i top player diventano tali perché la federazione punta su di loro e decide di continuarci, in una spirale simbiontica: il creative control un elemento naturale che si crea nel momento stesso in cui la federazione inizia a ottenere un beneficio dalla tua figura e la tua disposizione a lavorare con loro. Posto che è condivisibile che Hogan l'abbia usato in maniera estensiva, ciò non toglie che se il management non avesse reputato più conveniente concedere alle richieste di costui avrebbero pushato Savage, Steamboat, Rude, Warrior, André, o chiunque altro sia stato ricollocato durante i negoziamenti per il prosieguo creativo delle storyline.
Penso che in un torneo dove si parla di un generale "chi è il wrestler" nessuno che non sia Thesz, Flair, Londos (e forse, ma meno) Gotch e Austin possano giocarsela o costringere Hogan su una delle prime posizioni del podio nordamericano; dire altri significa o fare della pesante svalutazione giusto per Hulk Hogan, o premiare aspetti particolari dell'essere worker in maniera altamente arbitraria.
Ci sono millemila wrestler più bravi di Hogan sul ring, ci sono molti wrestler più bravi di lui al microfono, c'è qualcuno altrettanto carismatico, ma solo quei nomi possono impensierirlo se facciamo un discorso sui "più grandi di tutti".
Mi sembra tutto il contrario di ciò che dovrebbe promuovere un torneo a scopo informativo-divulgativo, che sarebbe quello di valutare l'apporto di coloro da analizzare secondo cifre stilistiche
Se volevamo fare il torneo della mic skill, poi, gli facevamo passare Raven e, se era il torneo dei grandi worker, perdeva con TJ Perkins. Almeno, che venga evidenziato nella linea editoriale del torneo.
Il wrestling è un prodotto che nasce per diffondersi prima popolarmente e poi mediaticamente, o almeno questa è la sua natura costituente: tra il fare quello che una nicchia di fan smaliziati definisce buon wrestling (in cui mi ci inserisco io stesso, o in cui possiamo inserire tutti quelli che postano in questo thread) e fare uno show per 10.000 persone o vendere 100.000 magliette, le priorità storiche sono state sempre seconda e terza. Chi vuole analizzare la storia secondo parametri diversi potrebbe praticamente giudicare il successo delle partite ma sul possesso palla. Chiaro che il wrestling ha anche una dimensione artistica, ma ha sempre vissuto per incontrare il favore delle masse e non della minoranza collocata in alto sullo spettro dei fan. Chi dà il giudizio opposto, nella mia esperienza, lo fa in genere per mero narcisismo o per un inconscio desiderio di scindersi dalla "massa" che muove il carrozzone del wrestling.
Se vogliamo parlare di quali sono i match più belli o il worker più bravo è un conto, se vogliamo analizzare il wrestling "in generale" risparmiamoci cose come "chi fa quelli che mi sembrano bei match conta più di chi vende lo show", perché qualunque promoter/storico (ma azzarderei anche critico) partirebbe a spernacchiarvi e direbbe, in tutta probabilità, che state anteponendo le vostre esigenze di fan a un'analisi compiuta degli obiettivi di una promotion.
P.S. Il "drawing power" in senso classico, come detto, è un concetto legato più ai 70s che agli 80s/ post 80s. Se lo intendi come capacità di spingere qualcuno a spendere per il prodotto, allora è sempre, indiscutibilmente, insindacabilmente la linfa vitale di qualunque industria culturale (e quella del wrestling è una piccola sottocategoria legata all'intrattenimento). Anche l'arte vive per raccontarsi e qualunque oggetto d'arte che non susciti qualcosa viene, almeno contiguamente al periodo storico di appartenenza, giudicata come qualcosa che d'arte ha ben poco. I gusti sui match cambiano e cambieranno, sapere che uno ha contribuito in maniera più o meno decisiva a portare 100,000 persone a uno show e (si suppone) abbia reso quelle 100,000 persone soddisfatte non è destinato a cambiare.
E il discorso che un non-wrestler possa vendere quanto un wrestler, oltre a essere (stavolta sì) un elemento in linea di massima esogeno al wrestling e che resta di portata limitata, portata che peraltro si può ridurre a added flavor per uno show o per un programma tra due wrestler. Si è visto con Arquette e Zeus. O stiamo teorizzando che mettermi Danny DeVito o Kaufman nel main event di dieci house show o su sei mesi di show colmerebbe le spese e i rischi? Mi sembra un discorso che pecca di miopia.