00 11/10/2019 22:25
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alla fine di settembre del 2019 alcuni account Twitter legati alla sfera «sovranista» italiana hanno pubblicato lo spezzone di un suo intervento in cui denuncia come i suoi amici abbiano paura di andare in giro per Cottbus (città situata nel Land di Brandeburgo) a causa dell’«immigrazione incontrollata”».

IL RACCONTO APOCALITTICO di Marla prosegue così: «Non possiamo muoverci così liberamente e spensieratamente come avremmo diritto di fare nel nostro paese. Trovo orrendo che le ragazze e le donne siano molestate sessualmente dai cosiddetti “richiedenti asilo”». E non manca nemmeno la denuncia di una sorta di congiura del silenzio che si abbatte su opinioni non conformi «alla visione del mondo della sinistra» e dei Fridays For Future.

IL DISCORSO DELLA RAGAZZA è stato prontamente ripreso e amplificato dalla stampa italiana di destra: Il Giornale l’ha descritta come «la anti-Greta che denuncia le violenze degli immigrati»; Libero l’ha messa in contrapposizione con Greta Thunberg e Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3; e il Secolo d’Italia ha titolato: «Tutti pazzi per Marla, l’anti-Greta contro i crimini dei migranti».

Analogamente a Nilsson Jarvandi, l’origine di questa «anti-Greta» è lineare e semplice da ricostruire. Il discorso di Marla è stato pronunciato in una cornice ben precisa: una manifestazione contro l’immigrazione di Alternative für Deutschland, tenutasi lo scorso 21 agosto a Luckau (sempre in Brandeburgo). Controllando su YouTube, inoltre, ci si accorge come la versione integrale del video – caricata circa due settimane fa dall’account di estrema destra RawData – sia tutt’altro che «virale»: appena 3mila visualizzazioni.

Anche le (poche) testate straniere che l’hanno citata sono ovviamente ben connotate politicamente. In Germania il discorso di Marla è stato ripreso dal magazine «liberal-conservatore» 1984 e da Frauenpanorama, una rivista online di estrema destra rivolta principalmente ad un pubblico femminile; nel mondo francofono dal sito della «fasciosfera» Les Observateurs; e in quello anglofono da Gates of Vienna, il famigerato blog estremista e islamofobo che il terrorista norvegese Anders Behring Breivik ha citato ben 86 volte nel suo manifesto.

IN SOSTANZA queste fantomatiche «anti-Grete» sono una creazione in vitro dell’estrema destra locale, che ha provato a plasmare una specie di doppelgänger nazionalista di Greta per inserirsi nella sua scia mediatica e far passare messaggi che non c’entrano assolutamente nulla con il cambiamento climatico. E i media italiani, per convinzione ideologica o mera ricerca di traffico, sono ben contenti di rilanciare questa falsa contrapposizione per ridurre il tutto a una lotta tra baby-influencer.

È però impossibile non notare l’aspetto davvero paradossale di questa operazione: mentre gli stessi media e la stessa parte politica bollano Greta Thunberg come un fenomeno totalmente creato a tavolino, questa narrazione dell’«anti-Greta» è senza alcun dubbio la più a tavolino di tutte.