Stormsong, 24/02/2021 10:52:
Grazie per la risposta esaustiva, anche il link riassume in maniera semplice e divulgativa posizioni che immagino essere filosoficamente ben più complesse.
Estendo per un momento il concetto in una domanda leggermente più specifica che mi è venuta leggendo la lista di esempi: come corollario di questo pensiero, ritieni dunque che la sperimentazione sugli animali a fini scientifici sia moralmente giusta, a patto che vengano adoperate tutte le precauzioni per danneggiare il meno possibile l'anima sensibile delle creature?
La sperimentazione animale è non solo equa ma doverosa, al massimo del benessere permesso dallo stato delle conoscenze. Proprio perché la premessa è che gli animali esistono in funzione degli uomini e partecipano del bene in relazione al bene degli uomini, la loro partecipazione alla ricerca del bene umano è precisamente il “fine” al quale sono informati, si direbbe in lessico teleonomico (che ai cognitivisti piace poco, ma tant'è). Questa non è solo una conclusione teologica, la Filosofia Morale secolare presenta molte concezioni solide che vi arrivano indipendentemente. Io in quanto giusnaturalista o ordonaturalista non ho bisogno della fede per arrivare a questa conclusione. E la prova è che l'essere umano è l'unico che si pone il problema del benessere di esemplari di altre specie e più ancora di intere specie, è l'unico che si pone il problema etico sugli altri animali. Perché l'etica riguarda gli uomini direttamente e gli animali solo in modo derivato. Anche quando agiamo per il loro bene in forma disinteressata, riferiamo sempre ad un problema etico che risiede - a quanto è dato di rilevare - solo nell'Uomo.
A questo si aggiungono - o meglio viene corroborato da - numerosi dati di realtà scientifica e storica.
1. Ad esempio che tutte le nostre conoscenze sul benessere animale vengono dalla sperimentazione animale, dalla sua versione germinale medievale nella
Ars venandi cum avibus di Federico II che raccoglie le conoscenze su come allevare in salute i delicati rapaci, fino alle odierne modellazioni scientifiche: tutto ciò che sappiamo su ciò che produce benessere negli animali e li cura lo sappiamo sperimentando su animali. Perciò in realtà quando sperimentiamo in fase preclinica su animali a fini umani, stiamo anche verificando l'efficacia e la sicurezza sul modello animale specifico.
2. Gli animali da sperimentazione sono tra gli animali con la più alta aspettativa di vita delle rispettive specie e il più frequente monitoraggio del benessere. Banalmente, se devi verificare l'impatto di un patogeno su un animale, hai bisogno che prima e dopo l'infezione stia bene, o i tuoi risultati sono inutili, perché il malessere potrebbe essere causato da qualunque cosa. Ciò vale anche e soprattutto per quegli animali che finiscono la loro sperimentazione in necropsia. Gli stabulari ricevono visite veterinarie ad intervalli frequenti.
3. È grazie alla sperimentazione che oggi siamo in grado di adottare strategie di mitigazione dell'impiego di animali nella medesima, le famose 3R non le hanno inventate gli animalisti ma decenni di miglioramenti internazionali dei protocolli di ricerca. Una serie di strategie molto spinte sia dalla ricerca che dai produttori di farmaci, visto che meno animali implicano meno costi di gestione.
Potrei continuare a lungo, ma direi che basta. La sperimentazione animale è dunque un bene per gli uomini e produce un beneficio sensibile ed irrinunciabile anche per gli animali stessi. L'antispecismo è dunque ingiustificato sia sul piano morale che scientifico.
[Modificato da Gabriele Marconi 24/02/2021 11:18]