LEADERSHIP CARISMATICA? NO, GRAZIE.
Sembra che l’essere, o diventare, un leader carismatico rappresenti un traguardo ambito.
Non è raro, infatti, sentire persone definire “carismatico” chi mostra particolare efficacia nella guida di persone, gruppi o addirittura nazioni.
Ma cosa significa realmente, essere un “leader carismatico”?
Testo nascosto - clicca qui
Beh, amici miei, la parola “carisma” risulta essere fra quelle destinate a essere molto citate e poco conosciute: per questo ho deciso di fare una breve ricerca sul termine e raccontarvi cosa penso del leader carismatico.
Il dizionario Gabrielli definisce il carisma una “grazia soprannaturale concessa dallo Spirito Santo a un individuo, a vantaggio di tutta la comunità”.
In psicologia il termine indica la capacità di esercitare una forte influenza su altre persone e deriva dalla parola greca χάρισμα, charisma, a sua volta derivata dal sostantivo χάρις, cháris, ovvero grazia: assume, in entrambi i casi, il significato di dono.
Il termine carismatico è stato attribuito e viene tuttora attribuito a persone – sovente leader politici o statisti in genere – che abbiano segnato in qualche modo la storia per la loro capacità di radunare attorno a sé una massa critica capace di sconvolgere il corso degli eventi.
Il sociologo Max Weber definì l’autorità carismatica come “fondata sulla devozione all’eccezionale santità, eroismo o carattere esemplare di una singola persona, e dei modelli normativi o ordini rivelati o impartiti da tale soggetto”. Egli applica il termine carisma ad “una certa qualità della personalità di un individuo, in virtù della quale egli si eleva dagli uomini comuni ed è trattato come uno dotato di poteri o qualità soprannaturali, sovrumane (…). Questi requisiti sono considerati di origine divina o esemplari, e sulla loro base l’individuo in questione è trattato come un leader“.
Insomma, una roba seria.
E questo spiega anche perché sia così diffuso il desiderio di diventare un leader carismatico, poiché il carisma risulta particolarmente confortevole per una serie di ragioni:
ci fa sentire un po’ speciali in virtù di un dono, qualcosa di divino che si è naturalmente materializzato in noi. Lo vogliamo dire? Siamo un po’ santi in vita e questo ci fa sentire bene. Non c’è merito nel possedere una caratteristica che non ti sei guadagnato? Non fare il pignolo per favore…;
la leadership carismatica ci mette al riparo da critiche, perché la divinità non può essere criticata. E sai quanto tempo risparmiato per non dover spiegare a Tizio e a Caio il perché delle tue azioni? L’assenza di critica rende più difficile l’individuazione di errori eventuali? Ma quali errori, il leader carismatico non sbaglia mai…;
le persone ci amano, poiché il legame con chi ha in sé una radice di divinità non può che essere governato dall’amore. E essere amati è bello, no?
Allora, ti starai domandando, perché non mi piace la leadership carismatica se sembra avere solo vantaggi?
Beh, la ragione sta nel fatto che (come dice Freud nel suo Psicologia delle masse e analisi dell’io e come anche avvenimenti recenti hanno ampiamente dimostrato) il legame fra leader e gran parte dei seguaci è governato dall’amore; un amore che rende l’Io del seguace sempre più umile e il leader sempre più magnifico, prezioso, e si impossessa dello stesso amore che l’Io del seguace ha per sé.
Questo amore può essere duraturo e resistente al tempo e, in alcuni casi, può sopravvivere al leader stesso; ma vi sono casi (molto frequenti) in cui a un certo punto della storia l’amore cessa, per le ragioni più svariate, e viene rimpiazzato dal rancore, dal senso di tradimento o addirittura dall’odio.
E non di rado sfociando nella violenza.
Inoltre, fare la fine anche solo dell’uomo nella vignetta non deve essere piacevole.
Leadership carismatica? No, grazie.
E tu vorresti essere un leader carismatico?
Yep.