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A molti, quasi tutti, piace il mare, è diffuso l' amore per le barche, perfino per i gommoni, e stendiamo un velo sui battelli, le navi e roba del genere. La gente non appena dalle nuvole spunta un raggio di sole si precipita sulle spiagge, si denuda in modo sconcio e si crogiola sulla battigia in attesa di gettarsi tra le onde, nuotare e compiere varie scemenze balneari. D' estate i litorali italiani sono più gremiti degli stadi che ospitano in altre stagioni gli spettacoli calcistici. De gustibus non disputandum est.




Tuttavia non ho mai capito quale piacere si possa provare ad ammassarsi lungo i litorali dove la folla ti inghiotte impedendoti perfino di respirare. La bolgia non è mai rassicurante, ti accerchia e ti limita la libertà. Ma questi non sono i soli motivi che mi tengono rigorosamente distante da quello che il duce chiamava bagnasciuga.





Ciò che mi fa detestare l' arenile è proprio il mare che considero, su basi scientifiche, un immenso bacino di schifezze in cui non ho mai messo piede per questioni igieniche. In effetti, se ci pensate bene, dove vanno a finire i liquami scartati dall' umanità? Gli scarichi urbani, fognari, ogni rifiuto anche il più ripugnante si rovescia attraverso fiumi e torrenti nel pelago, nel caso dello Stivale nell' Adriatico, nel Tirreno e nello Jonio.




In termini brutali e volgari i mari sono raccoglitori di tutta la merda del mondo. Vero che poi negli oceani qualsiasi immondizia che non sia plastica si scioglie e forse si purifica, ciononostante la cacca di ogni nazione e di ogni continente si squaglia lì, nell' acqua salata tanto adorata non solamente dai marinai ma pure dagli alpini. E non ci vuole molto a capire che la cacca, per quanto diluita, resta cacca, e la lascio volentieri assaggiare a coloro che nuotano con voluttà sia a Rimini sia alle Baleari. Io nelle deiezioni planetarie non mi tuffo. Non l' ho mai fatto e mai lo farò.




Ovviamente, forte di tali certezze incontestabili, me ne guardo bene dal mangiare i poveri pesci costretti a vivere in un ambiente settico e a nutrirsi in profondità ricche di escrementi in ammollo. Ciò che i pescatori portano a riva, oltretutto, suscita in me una pena immensa, lo buttano vivo in ceste, e lasciano che muoia soffocato. Una fine atroce che viene offerta alla gentile clientela come roba fresca e appetibile. Le creature ittiche che si dibattono disperate sui banchi del mercato non fanno pietà, eppure ingolosiscono la gente, che si commuove per lo scoiattolo ferito e non per la sogliola in agonia poiché non piange. I pesci sono muti.





VETTE ALPINE

Ecco spiegata la ragione per cui detesto il mare e ne sto alla larga, preferendo le vette alpine dove l' aria è pura, la vegetazione è rigogliosa e non vi sono escrementi se non quelli di animali vegetariani. Sarà perché sono nato alle falde delle montagne orobiche, provo piacere a respirarne i profumi.





Passeggiare lentamente lungo i sentieri rupestri mi rincuora e rigenera. Fermarsi in una baita o in rifugio ad alta quota dona un senso di benessere. Osservare cervi e marmotte docili risolleva l' animo. Intendiamoci, non sono un provetto escursionista né uno scalatore, non sono le arrampicate sportive che mi eccitano e neppure le sciate sulle piste innevate, piuttosto adoro la bellezza e la quiete dei monti sui quali regna la pace.

Non vado pazzo per le vacanze, per carità, lavoro con gusto giacché la mia professione coincide con la mia passione, ma se proprio devo staccarmi dagli impegni quotidiani scelgo un paio di giorni da trascorrere sui massicci brembani cui sono legato da antico, direi ancestrale affetto.




IL MOLISE

Non trascurerei nemmeno la campagna, specialmente quella del Molise (dove da ragazzo mi recavo alcuni mesi ogni estate) ricca di frutteti, piena di gente mite e generosa nonché ospitale. La mia meta era Guardialfiera, che spiccava su un colle da cui si ammirava la piana del Liscione, ormai sommersa dalle acque di una diga distruttiva, che ha raccolto il Biferno, fiume fresco e trasparente quale cristallo. E che ora è sparito lasciando una ferita nelle terre del Sacramento. Nonostante ciò il Molise è rimasto vergine e i pochi che lo visitano rimangono incantati, affascinati dai campi di grano e dai giardini fitti di piante da frutta sapida. È quasi offensivo per i nostri connazionali che molti cittadini preferiscano luoghi stranieri per trascorrere le ferie e trascurino le nostre regioni assai più invitanti. Conosco persone intelligenti e colte che si recano a New York per distrarsi e non hanno mai visitato la Toscana o la Basilicata. Cercano fuori quello che hanno in casa, e non lo trovano