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Morto Bryan Magee, il divulgatore che si batteva contro l'astrusità della filosofia

LONDRA - Il filosofo britannico Bryan Magee, grande divulgatore della filosofia, capace di trasformare i temi complessi, spesso enigmatici, in risposte ai problemi vissuti quotidianamente, è morto ieri all'età di 89 anni in una casa di riposo di Oxford. Era professore emerito di storia della filosofia del Wolfson College dell'Università di Oxford. Nei suoi saggi e nei suoi programmi tv ha sempre cercato riaccostare la filosofia all'esperienza quotidiana: di qui anche la sua campagna contro l'astrusità di certa scrittura filosofica, in favore di uno stile improntato piuttosto alla chiarezza.

Intellettuale eclettico, Magee è stato scrittore, critico teatrale e musicale, presentatore televisivo di programmi per la Bbc ed anche deputato laburista per 14 anni. Ha studiato presso le università di Oxford e Yale ed ha insegnato al King's College di Londra ed è stato visiting professor nelle università di Yale, Harvard e Berkeley. Era inoltre membro del Queen Mary College di Londra e del Keble College di Oxford. Il suo più libro noto, "Confession of a Philosopher" (tradotto in italiano con il titolo "L'arte di stupirsi", Mondadori, 1998), narra dei sui incontri con alcune grandi figure della filosofia del Novecento (su tutti, Karl Popper e Bertrand Russell), e di come questi incontri l'abbiano aiutato a far luce sul mistero dell'esistenza. In italiano sono apparsi numerosi volumi tra i quali: presso Astrolabio "Della cecità", scritto a quattro mani con Martin Milligan; presso Armando Editore "I grandi filosofi. Una introduzione alla filosofia occidentale", "Filosofi inglesi contemporanei", "Karl R. Popper. Filosofo della politica e della scienza", "Il nuovo radicalismo in politica e nella scienza. Le teorie di K. R. Popper; presso Mondadori "Il romanzo della filosofia".