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Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia



Caro Dago, ma è possibile che le Ferrovie dello Stato prevedano una sala vip dove i viaggiatori i più fedeli possono entrare, sedersi, arraffare una bottiglietta d’acqua minerale, eventualmente scambiare qualche chiacchiere con le gentili hostess del posto e che niente del genere lo preveda l’Agenzia delle Entrate a favore di noi contribuenti vip che paghiamo la grandissima parte del carico fiscale complessivo?



Pagare le tasse è un dovere repubblicano, ci mancherebbe altro, epperò è anche un supplizio burocratico che andrebbe alleviato al possibile. Io pago un commercialista, e ci mancherebbe altro. Solo che quello è il meno, il maximum è il mese del mio tempo all’anno che mi costa il trattamento infinito delle varie scartoffie fiscali. Un mese intero della mia vita. Quanto vale un mese di lavoro di una escort o di un ingegnere aeronautico, scegliete voi.





Sapete tutti che tra novembre e dicembre per il contribuente fiscale onesto è una via crucis peggio che sul Golgota. Cinque o sei scadenze fiscali, scartoffie a mucchi, F24 da pagare talmente complessi che può accadere – a me è successo – che il collegamento via internet con la mia banca cada perché c’ero stato troppo tempo.



Peggio ancora stamane. Ho da prenotare il pagamento del rateo Iva del 18 novembre, un F24 che mi ha predisposto il mio commercialista. Mi collego via internet con la mia banca, mi chiede i vari codici di accesso uno dopo l’altro, supero i vari passaggi finché non mi chiede un ultimo e suggellante codice. Lo trascrivo da una macchinetta che mi ha dato la mia banca. Codice sbagliato.


Lo trascrivo una seconda, una terza, una quarta, una quinta volta. Tutti sbagliati. A questo punto il mio conto corrente è bloccato. Faccio il numero telefonico speciale a chiedere assistenza tecnica alla mia banca. Sbaglio una prima volta un codice, poi finalmente dall’altro capo del telefono ho una voce amica. Mi fa fare un certo numero di passaggi, poi arriva il momento del codice da estrarre dalla diabolica macchinetta.



Niente, non viene riconosciuto. La voce amica mi dice che si rivolgerà al direttore della mia banca che risolverà di certo il problema. Nel frattempo ho buttato via due ore della mia vita. Quanto valgono due ore di una escort o di un ingegnere aeronautico?



E se invece ci fosse un ufficio vip all’Agenzia delle Entrate dove tu possa andare e in tutta calma riempire tutto l’anno gli F24 e pur di ridurre al minimo le scartoffie e gli ingorghi burocratici? Non che io voglia anche una bottiglietta di acqua minerale, no. Voglio solo che non mi vengano rapinate ore e ore della mia vita di contribuente onesto.



Ps. Ho riprovato ancora. La macchinetta questa volta non mi ha fatto scherzi. Ho prenotato il pagamento. Due ore della mia vita buttate.





Giampiero Mughini