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Giampiero Mughini per Dagospia





Caro Dago, stamane sono salito su un bus romano per andare alla mia banca in centro. Eravamo stipati tali e tanti che un grissino in più non ci sarebbe stato su quel bus. Ai miei vicini ho mormorato un “Viaggiamo su un carro bestiame”. Solo che avevo appena pronunciato la frase che subito me ne sono pentito. Carro bestiame il nostro?



E allora come chiamare il viaggio durato della quattordicenne Liliana Segre sul Convoglio numero 6 che partì il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della Stazione di Milano (c’è ancora) per arrivare ad Auschwitz sette giorni dopo? Quel viaggio la senatrice Liliana Segre lo aveva raccontato una volta a Marcello Pezzetti, direttore del Museo della Shoah di Roma:




“C’erano delle fasi in questo viaggio. La prima fase era della disperazione assoluta, era del pianto, la gente piangeva senza ritegno. Era non solo il pianto dei bambini disperati, ma era il pianto di tutti, cadenzato dal rumore implacabile delle ruote che ci allontanavano da casa. Poi molti pregarono. I più pii, i più fortunati, pregarono tantissimo. Pregavano anche per quelli come noi che non sapevano pregare. Io mi ricordo che degli uomini, in mezzo al vagone, si erano riuniti e si dondolavano pregando. Era una visione biblica delle grandi tragedie di cui si poteva aver letto, invece era una tragedia moderna”.



All’arrivo ad Auschwitz Liliana venne separata dal padre, destinato alla camera a gas. Lei è sopravvissuta. Non sappiamo su quali criteri, non c’erano criteri netti sulla rampa di Auschwitz-Birkenau.





Ieri, in un’aula del Parlamento italiano non è tanto che ci fosse da istituire una Commissione contro l’odio, contro la feccia umana che ogni giorno che Dio porta in terra sommerge di insulti l’ “ebrea” Liliana Segre. Lo sappiamo benissimo che contro la feccia non c’è Commissione che tenga, solo si dovrebbero mandare casa per casa gli uomini della Forza Delta, gli uomini delle forze speciali americane che hanno messo a tacere un criminale del terzo millennio. Ieri, in un’aula del Parlamento italiano c’era solo da esprimere la solidarietà e l’affetto più totale del popolo italiano alla ex quattordicenne scampata ad Auschwitz. Solo quello. Alcuni parlamentari, quelli del cosiddetto “centro-destra”, si sono astenuti dal farlo. In questo modo hanno insultato Liliana e quelli che sul Convoglio numero 6 pregavano piangendo. E c’erano molti bimbi fra loro. Vergogna vergogna vergogna.



Ps. Adoro Mara Carfagna