Saimas, 06/03/2024 12:00:
“Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.” A. Gramsci
«E io ch'avea d'error la testa cinta,
dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
e che gent'è che par nel duol sì vinta?".
Ed elli a me: "Questo misero modo
tengon l'anime triste di coloro
che visser sanza infamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
delli angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé foro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".
E io: "Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?".
Rispuose: "Dicerolti molto breve.
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa".» Dante sugli Ignavi
Apro questa discussione già pentendomi di farlo perché evito ogni discussione politica visto che questa entra già nella mia vita lavorativa quotidiana e vengo già "visto" come poco ortodosso per i miei pensieri sul mondo del lavoro e non solo di oggi.
Ma ho bisogno di un confronto con qualcuno che fisicamente non conosco, che non sia accondiscendente o altro. Ho bisogno di qualcuno che non ha problemi a dirmi "sei un coglione".
Sono cambiati i tempi. E noi dobbiamo vivere il tempo presente che è molto più fatto di "scale di grigio" rispetto al posizione dove prendere posizione era molto più semplice. Questo perché tendiamo ad avere una mentalità di opposizione, alla "o con noi o contro di noi" e questo si riflette in ogni tema, dai più banali a quelli più sentiti.
Cerco di venire al dunque ma poi possiamo anche toccare il tema esposto poco fa: il conflitto israeliano palestinese e non solo.
Io non riesco a prendere posizione, vorrei ma non ci riesco. Perché di fronte ad un paese, quello israeliano, che affronta ogni problema con l'uso della forza e con una colonizzazione sfrenata, abbiamo un altro paese, quello palestinese, che sui diritti umani e quelli di genere è ancora fermo al passato. Perché dovrei prendere posizione, da uomo di sinistra, verso la Palestina dove i diritti umani, delle donne e del movimento LGBT, non sono garantiti? Perché devo prendere posizione in favore dello Yemen dove la Sharia è la principale fonte di legge?
Fatemi capire, ditemi anche che sbaglio ma non credo di potermi definire Ignavo perché non riesco a prendere posizione.
Grazie
Saimas, mi complimento con te per l'apertura di un topic di alto livello.
Il tema che sollevi non solo non è di risposta immediata. Forse la risposta non c'è. Sulla questione che sollevi per ora sono ignavo come te, ma solo perché non conosco approfonditamente molti eventi storici e delle chiacchiere da bar non me ne faccio nulla senza essermi prima di essermi documentato.
Questo se rispondo razionalmente, ovviamente.
Se parlo col cuore invece, dandoti una risposta di getto, sono dalla parte di Israele, per i motivi che hai suggerito tu e per altri che mi riservo di argomentare successivamente in altro post.
Tuttavia, la tua discussione mi interessa perché la leggo in chiave più etica che politica: quello che percepisco (soggettivamente, sia chiaro) è la ricerca di un paradigma, un protocollo da adottare per poter scegliere.
Sarebbe fantastico, perché ci permetterebbe di risolvere sia questioni individuali (etiche) sia sociali (politiche).
Ma come sappiamo non esiste.
Guerre, contrasti, rivolte ecc in parte nascono anche da questo (al di là dei movimenti economici, che spesso per la loro ipocrisia intrinseca nascondono le vere motivazioni delle scelte).
Quindi chi è che lotta con così tanto ardore? Gli impetuosi, i moschettieri sul palco, certo.
Ma non solo: anche Richelieu è un personaggio. Che combatte dietro le quinte senza farsi vedere.
Letteratura, teatro, cinema e produzioni artistiche in generale ci hanno abituato a vedere i moschettieri come eroi e Richelieu come il cattivo della stessa storia.
Perché è rassicurante.
Ma... breaking news!
Non è MAI la stessa storia.
Non è MAI la stessa cosa.
Chi è più coraggioso? Chi ci mette la faccia o rinuncia a metterla e intanto prova a manovrare i fili?
Secondo me il secondo, che tra l'altro è anche il più potente.
Ma da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
Per questo non si può parlare di politica senza prima avere discusso di etica e scelto quali valori morali difendere.
Mi riservo di argomentare meglio in futuro (ho già in mente un esempio domestico) ma voglio prendermi un po' di tempo.
Proprio perché l'argomento è impegnativo.
E per rispetto anche solo del tempo che hai investito nella stesura del primo lungo post.
Cosa di cui conosco per esperienza il significato..
Anche io tendo a scrivere molto, al punto che in passato mi hanno chiamato Omero per la lunghezza dei post che scrivevo sul mio primo forum; ma la stesura di un flusso di pensiero e sua successiva decodifica affinché sia accessibile mi porta ad aggiungere più che togliere (andando contro ogni recente studio filologico, visto che sembra che per essere chiarivoccorra utilizzare paratassi e non superare le 5 righe per un unico periodo).
Per ora mi congedo.
E anche se il topic é serio, mi permetto di chiudere in musica anche qui come mia consuetudine.
Ad Maiora semper!
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