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ALFA DIXIT

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2024 00:20
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05/04/2024 00:07
 
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Quando la TNT acquistò i diritti per il reboot di Dallas, l'hype iniziò a montare.
Dopo 14 stagioni (o, ad essere più precisi, una miniserie e 13 stagioni) e due film TV di messa in onda negli anni '80 e '90, il successo dello show si era naturalmente consumato, ma il ricordo era rimasto vivido nei cuori dei telespettatori.
Lasciato decantare per più di una decade, Dallas non attendeva altro che il momento propizio per riemergere. E l'inizio del secondo decennio del ventunesimo secolo appariva promettente a tale scopo.

Era infatti un periodo televisivamente e cinematograficamente buio, caratterizzato da un dilagante blocco dello scrittore tra gli sceneggiatori, che dopo gli strike di qualche anno prima si erano disamorati del proprio lavoro e per ergonomia si erano buttati sul riciclaggio di capolavori patrimonio dell'umanità.

Nel giugno 2012, la TNT trasmise quindi con una puntata doppia i primi due episodi del reboot di Dallas. Lo vidi in diretta anche io: in quei giorni ero in Rhode Island per lavoro.
Il giorno seguente, la premier risultò essere da record in termini di ratings.



Tecnicamente parlando, la Premiere era ineccepibile. Gli ingredienti c'erano tutti, nuovo e vecchio erano bilanciati correttamente.
Il sapore al palato era buono, ed il retrogusto di plastica passò inosservato anche ai palati più fini, complice la crisi d'astinenza (non fame) ed i pusher d'eccezione che erano stati assoldati (Gray, Duffy e Hagman).

Tutti gridarono al successo, in primis Cynthia Cidre, la showrunner a cui era stato affidato il compito titanico di scrivere la sceneggiatura del reboot. E lo show tenne botta.



Durante le riprese della seconda stagione, però morì Larry Hagman, indimenticabile interprete di J.R. Ewing.

La Season 2 fu ultimata con qualche escamotage tecnico e soprattutto una disperata ed urgente operazione di riscrittura.

Lo script era piuttosto scadente e fuori focus rispetto alla trama della serie cult (che - breaking news per la Cidre! - in 14 anni di messa in onda era approdata su altri lidi - non importa se più belli o più brutti, ma comunque diversi e ontologicamente significativi seppur in una fiction - ben lontani dallo storico "Who short J.R.?" che aveva tenuto col fiato sospeso il mondo intero per mesi).
Ma l'effetto nostalgia, ancora una volta, ebbe la meglio.
E ancora una volta lo show tenne botta.



Con l'avvento della terza stagione, tuttavia, tutti i pressapochismi vennero a galla.
In particolare, agli spettatori fu improvvisamente chiara l'ipocrisia della Cidre, che celava un segreto scottante nell'armadio.

Tre anni prima, infatti, la donna - trovatasi a gestire la Gioconda a seguito di fortuite, fortunose e fortunate transazioni pecuniarie altrui - aveva cercato frettolosamente su Wikipedia chi fosse Leonardo da Vinci, di cui ignorava l'esistenza e lo storico glorioso passato.
E dopo pochi superficiali clic, aveva sbandierato al mondo di avere scoperto di avere ANCHE stupefacenti radici toscane nel suo (poco) fascicolato albero genealogico.

La morte di Hagman però aveva rimescolato le carte in tavola: trovatosi ad elaborare il lutto, il pubblico aveva dovuto fare i conti col proprio passato ed accettare la dolorosa consapevolezza di essere stato ipnotizzato dalle immense doti recitative del Mago di Oz texano, talmente larger than life da oscurare difetti altrui.

La verità è che la Cidre non aveva mai visto Dallas, non amava nemmeno il progetto del reboot in sé... ma aveva accettato l'incarico perché sperava di collezionare più uova d'oro possibili da quel Papero da Un Milione di Dollari.
Morto il Papero, gli ascolti crollarono a picco.
Lo show non tenne più botta e fu cancellato.

La Cidre provò sulla sua pelle gli effetti della Cancel Culture, che non guarda in faccia nessuno e non perdona. E non partecipò più alla stesura di serie di rilievo, finendo relegata ai margini dell'industria televisiva americana.

Perché l'imperatore può anche illudersi di avere convinto tutti che stia vestendo l'abito più costoso, bello e ground-breaking nella moda contemporanea.
Ma quando un bambino esce fuori dal nulla e grida "L'imperatore è nudo!!!!", la folla non può farci nulla e reagisce nell'unico modo possibile:
scoppia a ridere.

Ed ora ricordiamoci chi eravamo.
E che potremmo ritornare.
O forse no.


[Modificato da ALFA 05/04/2024 00:20]
______________________________________________________
Forse è tutto un karaoke in playback
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