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ALFA DIXIT

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2024 15:39
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05/04/2024 00:07
 
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Quando la TNT acquistò i diritti per il reboot di Dallas, l'hype iniziò a montare.
Dopo 14 stagioni (o, ad essere più precisi, una miniserie e 13 stagioni) e due film TV di messa in onda negli anni '80 e '90, il successo dello show si era naturalmente consumato, ma il ricordo era rimasto vivido nei cuori dei telespettatori.
Lasciato decantare per più di una decade, Dallas non attendeva altro che il momento propizio per riemergere. E l'inizio del secondo decennio del ventunesimo secolo appariva promettente a tale scopo.

Era infatti un periodo televisivamente e cinematograficamente buio, caratterizzato da un dilagante blocco dello scrittore tra gli sceneggiatori, che dopo gli strike di qualche anno prima si erano disamorati del proprio lavoro e per ergonomia si erano buttati sul riciclaggio di capolavori patrimonio dell'umanità.

Nel giugno 2012, la TNT trasmise quindi con una puntata doppia i primi due episodi del reboot di Dallas. Lo vidi in diretta anche io: in quei giorni ero in Rhode Island per lavoro.
Il giorno seguente, la premier risultò essere da record in termini di ratings.



Tecnicamente parlando, la Premiere era ineccepibile. Gli ingredienti c'erano tutti, nuovo e vecchio erano bilanciati correttamente.
Il sapore al palato era buono, ed il retrogusto di plastica passò inosservato anche ai palati più fini, complice la crisi d'astinenza (non fame) ed i pusher d'eccezione che erano stati assoldati (Gray, Duffy e Hagman).

Tutti gridarono al successo, in primis Cynthia Cidre, la showrunner a cui era stato affidato il compito titanico di scrivere la sceneggiatura del reboot. E lo show tenne botta.



Durante le riprese della seconda stagione, però morì Larry Hagman, indimenticabile interprete di J.R. Ewing.

La Season 2 fu ultimata con qualche escamotage tecnico e soprattutto una disperata ed urgente operazione di riscrittura.

Lo script era piuttosto scadente e fuori focus rispetto alla trama della serie cult (che - breaking news per la Cidre! - in 14 anni di messa in onda era approdata su altri lidi - non importa se più belli o più brutti, ma comunque diversi e ontologicamente significativi seppur in una fiction - ben lontani dallo storico "Who short J.R.?" che aveva tenuto col fiato sospeso il mondo intero per mesi).
Ma l'effetto nostalgia, ancora una volta, ebbe la meglio.
E ancora una volta lo show tenne botta.



Con l'avvento della terza stagione, tuttavia, tutti i pressapochismi vennero a galla.
In particolare, agli spettatori fu improvvisamente chiara l'ipocrisia della Cidre, che celava un segreto scottante nell'armadio.

Tre anni prima, infatti, la donna - trovatasi a gestire la Gioconda a seguito di fortuite, fortunose e fortunate transazioni pecuniarie altrui - aveva cercato frettolosamente su Wikipedia chi fosse Leonardo da Vinci, di cui ignorava l'esistenza e lo storico glorioso passato.
E dopo pochi superficiali clic, aveva sbandierato al mondo di avere scoperto di avere ANCHE stupefacenti radici toscane nel suo (poco) fascicolato albero genealogico.

La morte di Hagman però aveva rimescolato le carte in tavola: trovatosi ad elaborare il lutto, il pubblico aveva dovuto fare i conti col proprio passato ed accettare la dolorosa consapevolezza di essere stato ipnotizzato dalle immense doti recitative del Mago di Oz texano, talmente larger than life da oscurare difetti altrui.

La verità è che la Cidre non aveva mai visto Dallas, non amava nemmeno il progetto del reboot in sé... ma aveva accettato l'incarico perché sperava di collezionare più uova d'oro possibili da quel Papero da Un Milione di Dollari.
Morto il Papero, gli ascolti crollarono a picco.
Lo show non tenne più botta e fu cancellato.

La Cidre provò sulla sua pelle gli effetti della Cancel Culture, che non guarda in faccia nessuno e non perdona. E non partecipò più alla stesura di serie di rilievo, finendo relegata ai margini dell'industria televisiva americana.

Perché l'imperatore può anche illudersi di avere convinto tutti che stia vestendo l'abito più costoso, bello e ground-breaking nella moda contemporanea.
Ma quando un bambino esce fuori dal nulla e grida "L'imperatore è nudo!!!!", la folla non può farci nulla e reagisce nell'unico modo possibile:
scoppia a ridere.

Ed ora ricordiamoci chi eravamo.
E che potremmo ritornare.
O forse no.


[Modificato da ALFA 05/04/2024 00:20]
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Forse è tutto un karaoke in playback
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14/05/2024 15:35
 
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DISCLAIMER:
il post che state per leggere (come anche uno successivo che ho in cantiere) è adattato da una conversazione privata con Ankie, che a quanto pare ha apprezzato il post su Dallas.
Perciò, ecco qualche altra riflessione sulla serie.
Segnalo comunque che questo Topic non verterà solo su Dallas, come avrete presto modo di scoprire...




Dallas è stato un mio guilty pleasure da sempre.
Lo guardavo da bambino su Canale 5 con mia mamma e persino quando lei si stufò di seguirlo io continuai da solo fino al finale.
L'ultima stagione fu declassata in seconda serata su Rete 4 per bassi ascolti e la sera del doppio episodio finale ("Conundrum") ero in Francia per motivi di studio.
Ma questo non mi fermò dal guardarlo: videoregistrai il finale e me lo guardai in religioso silenzio fino al clamoroso cliffhanger finale, che mi lasciò interdetto ed in sospeso per molti anni a venire. Ma d'altronde, Dallas era la serie per eccellenza che aveva lanciato i cliffhanger di fine episodio e non avrebbe potuto concludersi diversamente!



Anni dopo trasmisero tutte le 14 stagioni di Dallas in replica su TMC con cadenza quotidiana e finalmente recuperai le prime stagioni (tra l'altro le più popolari) che per motivi anagrafici non avevo potuto seguire.
Apprezzai poi anche i due film TV e quando nel 2012 annunciarono il reboot entrai in fibrillazione.



Come già vi ho raccontato, ero in USA per due congressi, entrambi letteralmente in the middle of nowhere (uno in New Hampshire e l'altro in Rhode Island), e feci carte false per trovare un televisore col canale TNT. Mi isolai in un piccolo cottage per due ore saltando la sessione serale di talks del meeting, raggiungendo poi i colleghi per l'happy hour dove tra una birra e qualche snack si socializzava e discuteva dei seminari precedentemente seguiti. Ero felice ed appagato, perché dopo anni erano finalmente disponibili nuovi episodi del mio guilty pleasure.
Purtroppo la Triste Mietitrice stava per riservarci un'ultimo sgradito colpo di scena...



La morte di Hagman fu un duro colpo per me e per il fandom nel mondo intero: Larry era un attore decisamente larger than life, sebbene rimasto incastrato per sempre nel ruolo iconico di JR che aveva interpretato (non che lui si sia mai lamentato della cosa: da bravo capitalista texano quel ruolo lo aveva reso ricchissimo, cosa che lui non perdeva occasione di menzionare in ogni intervista!).

Io però me lo ricordo anche nel ruolo del maggiore Nelson in Strega per Amore (storicamente antecedente a Dallas ma che io seguivo su Italia 1 più o meno nello stesso periodo di Dallas), dove ebbe la possibilità di brillare anche in un ruolo comico.



In tal contesto, segnalo due piccoli fun facts:

a) come per Dallas, anche Strega per Amore ebbe il suo film TV: Larry Hagman non era però disponibile ed il ruolo di protagonista fu affidato a... Ken Kercheval, alias Cliff Barnes, la nemesi di JR in Dallas! Gli attori infatti, acerrimi rivali sul set, erano in realtà grandi amici nella vita ed amavano giocare a golf assieme nel tempo libero. Larry aveva quindi suggerito ai produttori il nome di Ken per essere sostituito nel film.

b) in una delle ultime stagioni di Dallas (serie storica) Larry fu riunito con Barbara Eden, l'attrice che interpretava il genio della lampada Jeannie in Strega per Amore, e per qualche episodio ebbero la possibilità di recitare di nuovo assieme: nonostante gli anni la chimica tra i due non si era persa.



Anche se ovviamente la partner storica di set di Hagman resterà per sempre Linda Gray (nei panni di Sue Ellen).
Tra l'altro l'eulogia della Gray nella seconda stagione del reboot di Dallas davanti alla lapide di JR avrebbe meritato un Emmy: Linda e Sue Ellen in quel momento erano perfettamente fuse, e le lacrime del Personaggio, che piangeva l'ex-marito di scena, coincidevano con quelle della Persona, che aveva da poco perso l'Amico di una vita.



Ancora oggi quando mi capita di sentire la musica dell'opening theme di Dallas sento un brivido sulla pelle... Ha fatto parte della mia infanzia e non solo. Resterò per sempre legato a quelle note.
E nella nostra conversazione Ankie ha esplicitato una riflessione che condivido pienamente: Dallas non era una banale soap opera, ma una serie TV a tutti gli effetti. Tant'è vero che nelle guide TV il programma veniva indicato come "telefilm".



Un legame con il sapone però c'è: nel periodo di massimo apice della serie (ovvero ai tempi dell'Arco Narrativo per eccellenza della serie, quel "Who shot JR?" che lasciò col fiato sospeso il mondo intero per mesi) il personaggio di JR (anche se non sono sicuro fosse interpretato da Hagman, perché negli spot compariva di spalle, sebbene il doppiatore fosse il suo) fu usato in Italia come testimonial per il detersivo Dixan, in un concorso triennale legato alla trasmissione Premiatissima.



Ultimo fun fact, legato alle questioni di Potere che tanto affascinano Ankie e gli Utenti di questo Forum: pare che Dallas abbia anche esercitato un ruolo attivo nella caduta del dittatore Ceausescu in Romania.
La televisione locale aveva infatti da poco iniziato a trasmettere la serie (dopo oltre dieci anni dalla messa in onda originale in USA) e la popolazione, da anni costretta a vivere in condizioni di indigenza e sfruttamento, fu letteralmente ipnotizzata di fronte al lusso sfrenato che la serie ostentava.
La leggenda narra che questa sia stata la goccia che fece traboccare il vaso, dando il via all'insurrezione popolare.

Sarà vero? Chissà. Ma è sicuramente affascinante come a volte fiction e realtà si intreccino e si influenzino a vicenda.

And for today... that's all folks! O... forse no?

[Modificato da ALFA 14/05/2024 15:39]
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LISTEN TO MY HEART - un (L) Ibero-Romanzo
in esclusiva per A&F (in KIAMA☕MI ALFA)
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(Forse è tutto un karaoke in playback)
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