Il gladio (in latino gladius - lett. "spada") era l'arma "d'ordinanza" in dotazione ai legionari dell'esercito romano: un'arma bianca manesca del tipo spada, non molto lunga, con la lama larga, a doppio taglio, e punta molto pronunciata.
Le prime spade dell'Antica Roma erano simili a quelle in uso nella Magna Grecia (per mediazione degli Etruschi): gli xiphos a lama diritta e le makhaira a lama curva. A partire dal III secolo a.C., i romani adottarono massivamente spade di tipo celtico in uso ai Celtiberi durante la conquista dell'Hispania: il c.d. gladius hispaniensis.[4] Oggetto di continue evoluzioni durante il Periodo Imperiale (sia per l'esercito sia per i gladiatori), nel III secolo d.C. il gladius venne sostituito dalla spatha[5] a lama più lunga e sottile, usata anche dalle truppe di cavalleria.
Il legionario romano post-riforma mariana in equipaggiamento completo vestiva un'armatura a maglia di ferro (lorica hamata) ed un elmo (cassis) ed era armato con uno scudo (scutum), uno o due giavellotti (pila), spada (gladius), un massiccio pugnale (pugio) e, poco dopo, durante l'Impero, dei dardi in metallo (plumbatae). Convenzionalmente, i soldati lanciavano i pila per disabilitare gli scudi del nemico ed infrangerne la formazione prima dell'assalto con il gladio nella mano destra e lo scudo nella sinistra.[6]
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