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A&F - Ankie & Friends - Il Luogo di Aggregazione & Infotainment creato dal Leader Carismatico Ankie

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VALERIO LUNDINI

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2024 09:25
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15/11/2020 12:54
 
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Ma cos'è una pezza? Una toppa, qualcosa messo in sostituzione. E chi è Lundini? Valerio Lundini è un comico romano poeta del surreale che viene chiamato ogni sera a rimpiazzare un programma che per vari motivi non può andare in onda, mettendoci appunto "una pezza". Punteggerà la trasmissione con le sue proverbiali gag tra il bizzarro e lo stralunato, nelle quali l'irriverenza toccherà tutti gli ambiti, sociali e di moda, la politica e l'intrattenimento



https://www.raiplay.it/programmi/unapezzadilundini
[Modificato da Ankie 15/11/2020 12:55]
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15/11/2020 13:03
 
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20/11/2020 18:47
 
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21/11/2020 07:18
 
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Una pezza di Lundini verso una seconda serata unica
Il programma di varietà Una pezza di Lundini in onda su Rai2 andrà in onda in un’unica seconda serata, con una durata più lunga




Una pezza di Lundini, il programma d’intrattenimento di seconda serata che è diventato ormai un appuntamento cult della seconda rete del servizio pubblico radiotelevisivo, potrebbe avere delle novità in arrivo. La trasmissione animata da Valerio Lundini, che martedì non è andata in onda, ha ottenuto un buon successo di critica ma con ascolti di certo non stellari, ottenendo una media finora del 2,50% di share pari a 369.000 telespettatori (il programma dura 20 minuti ed ha un blocco pubblicitario al suo interno). Il programma ha ottenuto l’ascolto più alto il 13 di ottobre 2020 con una media di 685.000 telespettatori pari al 3,52% di share, mentre il dato più basso giovedì 1 ottobre 2020 con 135.000 telespettatori e l’1,17% di share. Il pubblico che segue Una pezza di Lundini è formato per più del 50% da telespettatori con una istruzione fra la media superiore e la laurea. La trasmissione poi ha un grande impatto social, con tante interazioni fra i giovani, acchiappando un pubblico che di solito non segue la televisione.

Il programma è andato in onda nel palinsesto di seconda serata della Rete 2 della Rai a macchia di leopardo fra le due e le tre volte a settimana in un orario variabile fra le undici e la mezzanotte. La rete però pare voglia cambiare questa cosa e prossimamente questa trasmissione prodotta in collaborazione con la Stand by me potrebbe avere una collocazione differente.

La direzione della seconda rete della Rai avrebbe infatti intenzione di mandare in onda un unico appuntamento settimanale con questo programma, magari più lungo rispetto a quelli finora prodotti, in una precisa serata. Potrebbe quindi capitare prossimamente, facendo un’ipotesi, che Una pezza di Lundini venga trasmesso, per esempio, il lunedì e solamente il lunedì, per una durata di circa un ora o poco più.

Si cerca in questo modo di dare un appuntamento fisso a questa trasmissione, che quindi non verrebbe cancellata dal palinsesto della seconda rete Rai, ma avrebbe in questo modo una collocazione più precisa, sia per il giorno della settimana, che per l’orario di messa in onda.

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24/11/2020 12:05
 
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25/11/2020 10:43
 
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www.minimaetmoralia.it/wp/pezza-lundini-seconda-serata/


UNA PEZZA DI LUNDINI O COME TI DESTRUTTURO LA SECONDA SERATA
di minima&moralia pubblicato lunedì, 16 novembre 2020


di Armando Vertorano

La tv generalista è da sempre – forse necessariamente – un medium assai poco tempestivo quando si tratta di recepire le nuove istanze, di assorbire i cambiamenti di una società che si evolve a velocità crescente. In questo panorama di rassicurante old-school è accaduto spesso negli anni che le piccole rivoluzioni siano state appannaggio dei programmi comici di seconda serata.

Pensiamo a personaggi del calibro di Arbore e Guzzanti giusto per citare due giganti: programmi come Indietro tutta! e Avanzi hanno prima turbato gli equilibri e poi generato un’infinità di emuli, segnando un passo significativo verso un graduale adeguamento del linguaggio anche da parte di format più tradizionali. Le motivazioni del fenomeno sono evidenti: da un lato la seconda serata è una fascia con un ascolto mediamente più basso, più di nicchia se vogliamo, e dall’altro il genere comico-satirico è di per sé considerato abbastanza “poco serio” per cui qualche sperimentazione ce la si può permettere, sempre senza offendere nessuno. Soprattutto in Rai.

Valerio Lundini, giovane comico e autore romano, volto pressoché sconosciuto al grande pubblico televisivo ma da tempo attivo in teatro e in radio, è entrato in punta di piedi nella seconda serata di Raidue con un programma assai meno innocuo di quanto sembri.

Il suo intento radicale si chiarisce già nel titolo, Una pezza di Lundini. Secondo l’idea base del format infatti, Lundini è lì per sostituire un programma che per motivi tecnici non può andare in onda. Un non-programma insomma, un format che nega se stesso, nient’altro che un raffazzonato sostituto il cui scopo è “mettere una pezza” nel palinsesto.

Durante i titoli di testa ci viene mostrato lo studio, costituito da pannelli ricoperti di plastica, come appartenessero a un’altra scenografia, mentre i tecnici si affrettano a buttare lì un paio di sedie da ufficio per conduttore e ospiti, e dei cubi su cui vediamo accomodarsi il pubblico costituito da quattro persone anziane, gli stessi in tutte le puntate. Altri elementi della scarna scena sono un led rettangolare, un oggetto dalla forma e dalle funzioni imprecisate anch’esso avvolto nel cellophane, e un piccolo palco per la band che suona dal vivo, i Vazzanikki.

Anche gli ingressi del conduttore sono anti-televisivi: in una puntata lo si vede entrare con la bocca piena e una crostatina in mano, in un’altra parla al telefono con un interlocutore non specificato, e dopo aver attaccato commenta, rivolto alla band: “dice che lo tiene il bambino”, per poi iniziare il programma come niente fosse.

La Pezza si finge un ordinario comedy show con interviste alternate a sketch in rvm, ma questa classica struttura si rivela una specie di trappola per lo spettatore, in quanto Lundini, insieme a Giovanni Benincasa e agli altri autori, si diverte a infarcire la scaletta di trovate che confondono i piani di narrazione, provocando un effetto sia comico che straniante. Laddove la tv crea una sorta di bolla di perfezione, in cui tutti gli errori e i tempi morti vengono tagliati (o nascosti alla meglio), Lundini si finge in diretta pur essendo registrato, così da poter uscire e rientrare dal personaggio del conduttore e creare un dialogo costante – ovviamente finto – tra la scena e il fuoriscena, giocando in maniera grottesca con i silenzi e gli imbarazzi, estremizzando in chiave surreale e a volte persino inquietante su presunti imprevisti costruiti ad arte.

Per fare un esempio, in una puntata, al termine dell’intervista all’attrice Pilar Fogliati, le telecamere insistono su di lei per un bel po’ prima che Lundini la congedi. La ragazza, per coprire l’imbarazzante tempo morto butta lì un “Va béne, va béne” e fa per andare via. Lundini invece la trattiene e prende a polemizzare con la regia, chiedendo chi è che disturba l’audio dicendo “Va béne, va béne”. Pilar Fogliati basita, dice che è stata lei, ma Lundini insiste, e chiede di rivedere il replay per scoprire chi è stato.

Nel replay, ovviamente finto, vediamo la Fogliati muovere la bocca ma a dire “Va béne va béne” è una sinistra figura alle sue spalle, un nano piuttosto sovrappeso e probabilmente con un parrucchino. Lundini, individuato il colpevole, ci si avventa contro in preda all’ira. La regia taglia.

Lundini fa dunque ridere annullando le certezze di chi guarda, minando alle fondamenta il format tradizionale grazie all’inserimento di elementi palesemente weird, un weird da intendersi secondo la definizione di Mark Fisher: qualcosa, o qualcuno che si trova in un posto o una situazione in cui proprio non dovrebbe stare. L’effetto straniante non sta quindi nell’elemento in sé ma nella sua collocazione, visibilmente sbagliata e dunque spiazzante. Persino i suoi ospiti sono usati secondo tale (il)logica, decontestualizzati e scaraventati in situazioni inusuali.

In una puntata ad esempio il programma cambia titolo per diventare Una pezza di Insinna, e vediamo Flavio Insinna sostituirsi a Lundini per condurre in modo professionale, rassicurante, vecchio stile, per diversi minuti. A un certo punto la telecamera inquadra la signora Anna, una delle quattro presenze fisse del pubblico, la cui voce-pensiero ci rivela: “Ah quanto volevo che questo programma era così!”. La reverie finisce, Insinna sparisce e la Pezza torna nelle mani di Lundini come sempre.

Altro esempio è stata la puntata di Halloween in cui gli ospiti Cruciani e Parenzo sono stati costretti a interrompere l’intervista e ad affrontare, con armi di vario tipo, un’invasione di zombie in piena regola.

Anche nei casi in cui l’intervista resta una normale intervista, l’ospite non è mai trattato “da ospite”: la scheda introduttiva (a cura di Alessandro Gori, noto in ambiente teatral-letterario come Lo Sgargabonzi) dà informazioni paradossali e inverosimili sul personaggio di turno mentre le domande di Lundini sono totalmente fuori contesto e spesso è impossibile per chiunque dare una risposta sensata.

Il gioco al massacro con cui Lundini fa satira sull’autoreferenzialità dei conduttori televisivi non risparmia nemmeno la “primadonna” del programma, l’attrice Emanuela Fanelli, i cui interventi diventano spesso una parodia del sottile maschilismo che imperversa in televisione. Fanelli è sempre presentata come artista valente e talentuosa, eppure nei fatti è continuamente bistrattata e messa da parte, come quando Lundini continua a sbagliare il suo nome o presenta i suoi spazi assumendo un atteggiamento scettico, superiore, fintamente adulatorio.

La conduzione stessa di Lundini è una destrutturazione esibita del conduttore comico classico, niente ammiccamenti, mai un sorriso, mai una risata, un Buster Keaton scazzato del piccolo schermo che a volte parla senza dire nulla, ripetendo concetti ovvi – “Approfitto del fatto che il programma è quasi finito per dirvi che il programma è finito” – con un tono piatto, colorato solo dalla pronunciata erre moscia.

Il mood prevalente sembra essere quello di un affilato minimalismo. Del resto Lundini conosce bene il suo target: una generazione che non ha bisogno di fronzoli, un pubblico affamato di sostanza più che di formalismi, di un tipo di contenuto che la tv e soprattutto la Rai non gli fornisce quasi più, ma di cui abbonda invece internet. Una pezza di Lundini strizza in più momenti l’occhio al linguaggio e alle abitudini degli internauti.

Quando introduce il suo “memista” Silvestri – uno dei quattro anziani presenti in studio – che realizza meme senza averne minimamente capito le dinamiche, sa che a ridere sarà solo una determinata fascia di pubblico, quello che vive il web come una quotidianità. A differenza dei programmi destinati a spettatori più âgée, qui non ci si approccia alla tecnologia cercando di spiegarla, ma ci si permette di prenderla in giro dandola per scontata.

In tal senso la Pezza opera un interessantissimo rovesciamento: invece di portare gli spettatori a interagire attraverso internet, lanciando hashtag, sondaggi social, televoti e così via, porta gli internauti a sintonizzarsi su quello che per loro è ormai un medium-dinosauro.

Per fare questo, Valerio Lundini utilizza massicciamente i social, con frequenti tweet e storie di Instagram, mantenendo sempre aperto un canale di comunicazione col pubblico, ad esempio ripostando quotidianamente tutte le storie in cui viene taggato, storie che col tempo stanno diventando esse stesse dei piccoli format in cui gli ascoltatori provocano o sfidano Lundini a ripostarli mentre fanno o dicono le cose più assurde. Grazie a questa dinamica Lundini riesce a destrutturare, oltre che l’idea di format, persino il concetto stesso di seconda serata, dimostrando come ormai anche la suddivisione classica delle fasce cominci a risultare obsoleta.

Il programma infatti non ha cadenza fissa, né un orario stabilito. Semplicemente certe sera va in onda, altre no. L’orario dipende da quando chiude il programma precedente. Come si fa a sapere se il programma è in onda o no allora? È lo stesso Lundini ad annunciarlo sui social, in tempo più o meno reale e con tutte le imprecisioni del caso, come se nemmeno lui sapesse quando verrà attaccata la pezza. Basti pensare alla sera del 2 novembre scorso, quando Raidue ha mandato un’edizione speciale dedicata al tragico attentato per le strade di Vienna, e Lundini dapprima ha postato una storia scrivendo: “Raga manco io so se va in onda”, per poi annunciare con certezza la cancellazione aggiungendo un comprensivo “Ci può stare eh”.

Il tutto a mezzanotte passata.

La corsia preferenziale quindi non va più dallo schermo al web, ma dal web allo schermo.

La generazione di Lundini è quella dei cosiddetti millennials, una generazione di transizione che forse meglio di ogni altra è in grado di interpretare, di leggere, i tempi che stiamo vivendo, un’epoca diffidente, individualista, fisicamente e spiritualmente on demand, in cui la fruizione comunitaria della tv è definitivamente tramontata per lasciare il posto a una personalizzazione estrema del consumo. Lo spettatore millennial vuole che il programma gli sia cucito addosso, non si accontenta di un ruolo passivo, vuole sentirsi coinvolto. Pensiamo ai tweet di Propaganda Live e a quanti spettatori li scrivano solo nella speranza di essere citati in trasmissione da Diego Bianchi, dinamica che Lundini non ha mancato di parodiare in un’occasione, leggendo tweet inventati e surreali.

Se dunque negli anni 80 e 90 ci si divertiva smascherando i meccanismi televisivi – come facevano Arbore e Frassica in Indietro tutta! – oggi per far ridere bisogna spingersi oltre, perché quei meccanismi sono diventati appannaggio di tutti, la tv si è denudata e radiografata fino all’esasperazione. Tutti oggi sappiamo cosa c’è dietro, adesso è il momento di smontarla per vedere cosa può ancora diventare.

La comicità minimal/millennial di Lundini può rivelarsi utilissima in tal senso, nella speranza che non resti impantanata su se stessa ma che riesca col tempo a dare un’oliatina al mastodonte generalista così da smuoverlo un po’ verso un linguaggio più aperto, più attuale, transgenerazionale.

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25/11/2020 11:02
 
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25/11/2020 11:08
 
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Una pezza di Lundini, l’ideatore Giovanni Benincasa: “Tanti hanno talento, Valerio è artista puro”

Il regista di Una Pezza di Lundini racconta a Fanpage.it come nasce il progetto surreale che sta ribaltando le logiche della Tv. Come per Mammucari a Libero 20 anni fa, Benincasa ha costruito un progetto attorno a un talento poco noto al pubblico: “La forza di Lundini è la straordinaria novità nella conduzione. Meritava un programma suo ed Emanuela Fanelli lo completa alla perfezione”.



continua su: tv.fanpage.it/una-pezza-di-lundini-giovanni-benincasa-regista-valerio-...
tv.fanpage.it/
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25/11/2020 17:43
 
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28/11/2020 13:44
 
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30/11/2020 15:32
 
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“Una pezza di Lundini” è il programma del momento, il programma che piace anche ai social, il programma che guardano persino i miei studenti che hanno vent’anni e non sanno cosa sia la tv (lo vedono su Instagram, su Twitch, su YouTube, al massimo su RaiPlay, che hanno scoperto grazie a “Lundini”). “Una pezza di Lundini” ha un titolo formidabile, misterioso come un incantesimo, un insegnamento esoterico, un richiamo per pochi adepti. “Un titolo che all’inizio non capiva nessuno”, dice Giovanni Benincasa, principe degli autori televisivi, ultimo erede della nostra golden age, ideatore, creatore e lanciatore di Lundini, inteso come programma e personaggio tv. Chi è questo Lundini che finisce addirittura nel titolo della trasmissione, come Fiorello, Maria De Filippi, Barbara D’Urso?



[Modificato da Ankie 30/11/2020 15:32]
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02/12/2020 08:55
 
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03/12/2020 06:23
 
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05/12/2020 12:17
 
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05/12/2020 12:17
 
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09/12/2020 19:53
 
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18/12/2020 07:37
 
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24/12/2020 14:02
 
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25/12/2020 11:23
 
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25/12/2020 12:53
 
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Sarà molto interessante ora vedere cosa se ne farà la Rai nel 2021, a fronte di ascolti televisivi bassissimi (la collocazione non ha aiutato) e del successo riscontrato tra noi Giovanissimi del Web.

Può essere un fottutissimo Spartiacque eh.
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2019 A&F Friend of the Year
03/01/2021 10:24
 
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Ne ho guardato un po' e non mi dispiace

Uno dei miei fratelli s'è fissato così tanto che mi racconta tutte le puntate, manco fosse "Il Trono di Spade".
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03/01/2021 11:37
 
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03/01/2021 13:08
 
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Programma del 2020 a mani bassissime.

E inizialmente era pensato per andare in onda d'estate, con un investimento più importante dietro chissà cosa potrebbero tirare su per il 2021.
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05/01/2021 12:46
 
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Re:
XWF is TNA, 03/01/2021 10:24:

Ne ho guardato un po' e non mi dispiace

Uno dei miei fratelli s'è fissato così tanto che mi racconta tutte le puntate, manco fosse "Il Trono di Spade".




Così però te le spoilera. [SM=p6430253]

Non escludo in futuro un re-watch con stellette per ogni Puntata.
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05/01/2021 12:48
 
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05/01/2021 12:49
 
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16/01/2021 12:18
 
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Non mi ha convinto l'intervento da Floris.
Si metterà a fare il prezzemolino o è stato un caso?
Io me la sarei tirata e non sarei andato subito a farmi vedere in un altro Programma.
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Hard Is Ono
Gag Lee Hano
16/01/2021 13:29
 
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Non mi è dispiaciuto, però ha smesso di farmi ridere quando ho iniziato a riconoscere la matrice della maggior parte delle gag, Lillo&Greg, Frassica, Simpson e quant'altro.
Alcune puntate veramente brutte, altre notevoli.

Di originale c'è poco, anche se è tutto ben riconfezionato per il presente.
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16/01/2021 13:52
 
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Ma Lundini è un Autore di Lillo & Greg, ed è stato Frassica a contattare Lundini su Facebook per portarlo in Radio.
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16/01/2021 14:06
 
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Ottima anche la Fanelli su cui ancora non abbiamo speso una parola.
Si era notata subito nella Serie di Guzzanti "Dov'è Mario?"

[Modificato da Ankie 16/01/2021 14:07]
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