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A&F - Ankie & Friends - Il Luogo di Aggregazione & Infotainment creato dal Leader Carismatico Ankie

Questo Forum è un Grande Show di Satira, quanto viene scritto non va preso seriamente.

Siamo tutti dei Personaggi frutto della nostra Immaginazione.

 

 
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CarisMania - Scontri tra Carismatici

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2023 05:56
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19/12/2019 10:34
 
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Scontri al fulmicotone tra i Grandi Carismatici che hanno segnato le nostre Vite, influenzandoci ed ispirandoci, grazie ad una loro Dote particolare, incalcolabile, invisibile, ma magnificamente magnetica: il Carisma.

Cercheremo di analizzare il Carisma peculiare di ciascuno dei Personaggi proposti, e li confronteremo tra loro, cercando di capire meglio come sono fatti questi Carismi, quali sono quelli più efficaci, quali meno.

Non è l'Amor, ma il Carisma che move il sole e l'altre stelle.



I - Silvio BERLUSCONI vs Gianni AGNELLI
II - Steve JOBS vs Barack OBAMA




[Modificato da Ankie 26/07/2021 16:29]
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19/12/2019 10:38
 
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[Modificato da Ankie 19/12/2019 10:41]
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19/12/2019 10:46
 
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Il Cavaliere vs L'Avvocato
Milan vs Juventus
Mediaset vs FIAT
Origini Piccolo-Borghesi vs Grande Famiglia
Presidente del Consiglio vs Senatore a Vita
Arcore vs Villar Perosa
I due Re d'Italia in Era Repubblicana
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19/12/2019 10:51
 
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19/12/2019 10:53
 
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19/12/2019 10:59
 
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Franco Bechis per Libero

L'episodio è raccolto nel bel libro "Eutanasia di un potere" di Marco Damilano. E' Carlo De Benedetti a raccontare una cena finora restata inedita, appena Silvio Berlusconi approdò a palazzo Chigi nel 1994. E lo fa naturalmente scandalizzato: "Nel 1994 ci fu una cena organizzata da Agnelli in casa sua. Intorno al tavolo c'eravamo io, Marzotto, Romiti, Lucchini.


Era una sorta di introduzione del Berlusconi premier di fronte all'establishment confindustriale. Agnelli gli dava del lei: ‘Adesso che è arrivato a palazzo Chigi, la prima cosa che Lei deve fare è la privatizzazione della Stet' (la società che controllava tutti i telefoni italiani).

Romiti si accodò immediatamente: ‘Assolutamente d'accordo con l'Avvocato, quello è un simbolo'. Berlusconi li bloccò subito: ‘Quella azienda ora è mia, va bene. Perché dovrei venderla?'. Il suo concetto politico era che lui era diventato lo Stato, non capiva perché bisognasse privatizzare".

De Benedetti è colpito nel racconto da questo identificarsi di Berlusconi con lo Stato, tanto da dire "la Stet è mia". Sinceramente, quel che colpisce è l'esatto opposto, che spiega assai meglio la storia di Italia. Un premier nuovo nel 1994 era appena stato eletto a sorpresa.


Nel libro lo stesso De Benedetti rivela che a gennaio 1994 Agnelli pronosticava per Berlusconi al massimo il 3% dei voti. L'ingegnere era più generoso: il 10%. Berlusconi invece vinse, e un minuto dopo i veri padroni di Italia invitarono a cena il nuovo regnante imprevisto e gli ordinarono di vendere a loro la più grande azienda di telecomunicazioni del paese.

In fondo Berlusconi era un industriale: non gradito, ma uno di loro, quindi doveva obbedire e in fretta. Lui non lo fece - e sì, disse in modo assai poco elegante e privo di cultura e di senso dello Stato: "La Stet ora è mia. Non ve la vendo". Dopo averlo detto perse palazzo Chigi. Nel 1996 al governo salì Romano Prodi. E vendette la Stet agli Agnelli a prezzo di supersaldo.

Quelli con il senso dello Stato portarono via dallo Stato il suo bene più prezioso, pagandone (poco) solo lo 0,67%, ma comandando. Non seppero fare nemmeno quello e dopo qualche anno dovettero gettare la spugna e trovarono chi aveva senso dello Stato che fece lievitare quel loro minimo investimento grazie all'Opa di Roberto Colaninno.

Viva il senso dello Stato! Ogni tanto questi racconti che emergono dopo venti anni sembrano tanto simili a quelle storie popolari in cui il bue dà del cornuto all'asino...

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19/12/2019 11:01
 
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La storia del rapporto fra Berlusconi e Gianni Agnelli, che ha avuto alti e bassi ma che verso la fine degli anni Ottanta era di media cordialità, con una delle telefonate quotidiane dell’Avvocato dedicate a Berlusconi, che fra i suoi interlocutori abituali era l’unico ad essere già in piedi alle sei. Erano telefonate fra due furbi, dove al di là della cortesia ognuno cercava di intuire e condizionare le strategie dell’altro. Avveniva in vari campi, fra cui ovviamente il calcio. Un episodio significativo accadde nel giugno del 1989, con la Coppa dei Campioni appena vinta dal Milan a Barcellona. Agnelli voleva colmare le distanze con i rossoneri ma i calciatori italiani (da ricordare che c’era il limite di tre stranieri per squadra) forti sul mercato erano pochi e quei pochi avevano prezzi pazzeschi. Molti li aveva la Sampdoria di Paolo Mantovani, che i bene informati davo sul punto di mollare: al presidente del Milan risultava la sua intenzione di trasferirsi a Phoenix con la nuova compagna e della cosa aveva parlato anche con Agnelli. Poi ognuno aveva le sue preferenze: Berlusconi era innamorato di Vialli, Agnelli di Mancini, anche se ufficialmente nessuno dei due era sul mercato.


A questo punto Florio Fiorini, ex direttore finanziario dell’ENI e stella della finanza di quegli anni, iniziò a trattare l’acquisto della Sampdoria, sollecitato (secondo la ricostruzione di Moncalvo) da Franzo Grande Stevens, l’avvocato dell’Avvocato, che gli spiegò che Mantovani non avrebbe mai venduto singolarmente i giocatori, per non fare la parte del cattivo con la piazza: piuttosto avrebbe venduto la Sampdoria, lasciando Genova. Formalmente il club sarebbe stato acquistato da Garrone (che qualche anno dopo l’avrebbe acquistato davvero), ma con Florini a tirare i fili e a vendere, in sintesi, i gioielli alla Juventus inventandosi qualche ‘progetto’ di quelli che vengono usati per infinocchiare i tifosi. Tutto era pronto in gran segreto, quando Berlusconi ricevette la telefonata di un informatore e si rese all’improvviso conto di quanto stesse accadendo: con Vialli, Mancini e Vierchowod la Juventus sarebbe stata quasi al livello del Milan stellare di quei tempi, un’avversaria temibile in più oltre al Napoli di Maradona e all’Inter dei tedeschi.

Scomparve per mezz’ora alla vista anche dei più stretti collaboratori, fece qualche telefonata e il giorno dopo sulla Gazzetta dello Sport (di Agnelli!) comparve il famoso scoop di Candido Cannavò sulla Juventus che si stava comprando la Sampdoria. Non è passato alla storia come scoop perché poi non si materializzò, ma così accadde proprio a causa della Gazzetta e per la conseguente rivolta di mezza Genova contro Mantovani, che alla fine decise di rimandare il suo addio. Da quell’episodio sarebbero nati una Coppa delle Coppe, uno scudetto, una quasi Coppa dei Campioni e un anno (nel 1990 sarebbe arrivato Baggio) di ritardo nella ricostruzione della Juventus. Episodio indicativo in ogni caso dell’assenza di sudditanza psicologica di Berlusconi nei confronti del potere vero, che non era (e non è) soltanto denaro.

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20/12/2019 10:35
 
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Forse quello che potrebbe far vincere L'Avvocato sono le Donne, lui che millantava di essere uno che parla con le Donne e non uno che ne parla.
Mentre Il Cavaliere con le Olgettine ha perso del Fascino e del Mistero.
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Hard is Ono
20/12/2019 10:49
 
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Si tratta di due maiali con le braccia. Sia detto col massimo rispetto per le braccia.

Agnelli forse aveva più quel posticcio carisma e sintomatico mistero che deve tutto ai soldi di papà.

Silvio vince per mic skills e debordante presenza fisica.

Due caricature che hanno rappresentato al meglio l'imperialismo straccione italiano.
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20/12/2019 11:05
 
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Tutta invidia. [SM=p6026364]
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21/12/2019 10:52
 
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Io voto SILVIO.

Un rivoluzionario in tutto e per tutto che è andato contro tutto e tutti.
La Leadership se l'è conquistata col Lavoro e il Carisma.
Ha cambiato le Carte in Tavola in un Paese chiuso e stantio.
Ha rappresentato il Sogno Italiano.
Ha retto da solo l'Italia dalla Crisi, che infatti qui è scoppiata dopo la sua Caduta, perché non c'era più lui a infondere l'Ottimismo.

GIANNI invece aveva tutto lo Stato ai suoi piedi, era veramente il Re d'Italia, come se fosse stato il figlio dei Savoia, non voglio sfavorirlo per la sua posizione iniziale di vantaggio, perché non è colpa sua.
Ha solo amministrato e conservato, era spregiudicato solo al volante e a fare il macho, insomma per le cazzate, gli posso riconoscere uno Stile più ricercato di Silvio. Ma cosa ha cambiato?

SILVIO è proprio l'Esempio di come dovrebbe essere, o mirare ad essere un Italiano, con pregi e difetti, un'Autentica Macchietta.

Forse però vedendo tutti questi Movimenti nati senza Competenze e senza Carisma viene da pensare che Silvio non sia stato poi così influente, e che il conservatorismo e finto perbenismo di casa Savoia/Agnelli sia ancora imperante ed insito nella cultura dell'Italiano medio.

C'è da dire che il Carisma di SILVIO è stato anche sovraesposto e l'abbiamo vissuto maggiormente, però GIANNI poteva pure darsi da fare, se fossero finite le Automobili che si metteva a fare? Silvio invece in qualunque situazione ha saputo riciclarsi, ed ora seppur con percentuali risicate, nonostante tutti gli attacchi che gli hanno fatto, è ancora lì, lì nel Mezzo, anche se non è più il Numero 1, è lì comunque a mostrarci che si deve andare avanti, e ancora non si capisce per quale motivo Karl non lo abbia inserito nel Torneo, altro che la duttilità dei Michelangelo e dei Leonardo!
ONLINE
2021 Friend of the Year
26/05/2021 17:19
 
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Decisamente Agnelli, che ha saputo mettere quasi tutti d'accordo, mentre berlusconi è stato molto divisivo e spesso è scivolato nella macchietta.

Agnelli ha uno status carismatico superiore, non scherziamo.
______________________________________________________
Friend of the year 2021
Founder della stable Yuppies
Founder della stable Sopranos
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26/07/2021 16:31
 
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Steve JOBS vs Barack OBAMA

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26/07/2021 16:32
 
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26/07/2021 19:25
 
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GT

Negli USA la morte di Jobs sta poco sotto alla vittoria di Obama nel 2012 e poca sopra alla sua fine ad inizio 2017, per il resto Barack sempre ampiamente sopra e vince col 92% dal 2004 ad oggi.

Non si sa perché in Ucraina vince Jobs col 52%, la cui morte ha fatto oltre il doppio della vittoria di Obama nel 2008 e da allora si sono mantenuti sullo stesso livello, come se lì Jobs continuasse a vivere.
Già un annetto prima della morte Jobs lo aveva agganciato.
In Crimea e a Donetsk però vince Barack di poco.

Anche a Taiwan, Corea, Tailandia, Russia c'è un certo equilibrio, anche in Brasile e Giappone Jobs è sul 40%.
Invece in USA, Africa, Europa stradomina Barack.

In Italia Barack vince col 65%, la vittoria nel 2008 di Barack è un pelo sopra la morte di Jobs, al Sud c'è un po' più di equilibrio.




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07/09/2022 17:27
 
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31/03/2023 13:04
 
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18/06/2023 05:56
 
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