Woody Harrelson e quella cena con Trump: «Fu così tremenda che dovetti fumarmi uno spinello»
L’attore americano ha raccontato i dettagli di un incontro con l’attuale presidente e ha rivelato anche di essere stato compagno di università di Mike Pence
di Viviana Mazza, inviata a New York
Dicono che sia quasi impossibile infastidire Woody Harrelson. L’attore di «Assassini Nati», «Larry Flynt», «Tre manifesti a Ebbing» e del nuovo «Zombieland» è l’uomo più rilassato di Hollywood. Ma c’è riuscito Donald Trump. Intervistato per la storia di copertina di settembre della rivista Esquire, Harrelson racconta una cena «brutale» con Trump, Melania e l’ex governatore del Minnesota e wrestler professionista Jesse Ventura, nel 2002.
Una cena «brutale»
«Jesse, che è mio amico, mi chiama e mi dice: “Donald Trump mi vuole convincere a correre come suo vice per la nomination democratica alla Casa Bianca nel 2004. Ti va d’essere il mio accompagnatore?” Io gli rispondo: “Certo amico”. Così ci incontriamo alla Trump Tower, ci sediamo. C’è Melania, solo che non era ancora sua moglie. Lasciate che ve lo dica: una cena brutale. Due ore e mezza. La parte migliore era guardare le mosse di Jesse. Sembrava che Trump lo stesse incastrando, che lo avrebbe convinto a dire di sì, ma ogni volta Jesse si sfilava all’ultimo secondo. E poi normalmente in un tavolo di quattro persone ognuno ha diritto al 25% della conversazione, no? Direi che Melania partecipò per lo 0,1%, io circa l’1%, Jesse il 3% e Trump si prese il resto. Era così tremendo che dovetti andare fuori e farmi una canna prima di tornare al monopolio del monologo. E dire che vengo da Hollywood, ne ho incontrati di narcisisti. Ma lui è oltre. Non avevo mai visto nulla del genere».
All’università con Mike Pence
Harrelson, che di suo ha una storia complessa alle spalle (suo padre era una figura del crimine organizzato e finì in carcere per l’omicidio di un giudice) rivela anche che Mike Pence, che poi è diventato (il vero) vice di Trump, era un suo compagno di università: «Mi sembrò un bravo ragazzo, una persona molto sincera. Non so se andremmo d’accordo oggi, ma allora sì». Di quella sera con Trump, l’attore ricorda un’unica cosa che gli piacque: «Trump disse una cosa onesta: “Quando morirò, non importa quanti milioni valga la mia fortuna, so che i miei figli litigheranno sull’eredità”»
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